47. Un invito a cena
Dopo che ebbe aiutato Tyler a scrivere la sua lettera, il ragazzo andò all'ufficio del telegrafo per spedirla, e Niall si recò in panificio. Harry alzò lo sguardo dal banco e gli sorrise:
-Grazie per quello che fai per lui. Se lo merita, è un bravo ragazzo-
Niall annuì, sentendo un moto di affetto verso Harry. Nonostante ci fosse stata una leggera incomprensione tra loro all'inizio, poteva affermare che Harry ora fosse una delle persone che stimava maggiormente, in paese. Quel ragazzo era buono come il pane, gli venne da pensare, e sorrise tra sé. Era totalmente privo di secondi fini, era trasparente, e poteva capire il motivo per cui Louis si fosse innamorato di lui.
-Sono nel retro, se vuoi raggiungerli- continuò Harry, facendogli un cenno verso il locale del forno.
Niall sospirò, esitando leggermente. Entrò nel retro del negozio senza la sua solita baldanza, e si sedette vicino a Louis.
-Niall, stavo raccontando loro dell'epidemia, e dell'aiuto che ci hanno fornito gli indiani con le loro erbe curative per abbassare la febbre- lo aggiornò il maestro, e Niall si costrinse a sbloccare l'insolita timidezza.
-E' stato un momento drammatico. La quarantena in cui hanno isolato il paese ha impedito alla diligenza ed al treno di raggiungere Colorado Springs. Ci hanno, di fatto, abbandonati a noi stessi- affermò, serio. L'attenzione dei presenti era totale. Niall riacquistò un po' della sua solita sicurezza.
-Il dottor Payne non sapeva più come gestire la situazione. Morivano persone ogni giorno, non c'erano più medicine... è stato il periodo peggiore della mia vita. Soprattutto quando si è ammalato Louis. Credevo che sarebbe morto- continuò, mandando giù un groppo di commozione.
-Gli indiani ci hanno aiutato. Ci siamo procurati una miscela di erbe curative, che riusciva a contrastare la febbre. Il dottor Payne è stato di una lucidità eccezionale, è una persona incredibile. In qualche modo, ce la siamo cavata. Quelle erbe hanno salvato molti cittadini. Persino il colonnello dell'esercito- concluse. Arrischiò un'occhiata più prolungata verso Madison, che stava annotando frasi in un taccuino di pelle. La ragazza alzò all'improvviso lo sguardo su di lui, e due occhi cerulei lo inchiodarono. Era seria; la sua testimonianza l'aveva colpita.
-Anche Louis è stato salvato dalle erbe indiane?- Chiese. Niall guardò Louis, come per chiedergli fino a dove potesse osare. Louis gli fece un breve sorriso a labbra strette, come ad incoraggiarlo.
-Louis è stato contagiato in maniera virulenta. Nel giro di ventiquattr'ore aveva perso il contatto con la realtà. Temevamo davvero che morisse. Le erbe l'hanno salvato...-
La lieve esitazione della sua voce fu colmata da Louis, che in tono dolce e serio aggiunse:
-Mi hanno salvato le erbe e l'arrivo di Harry da Denver. Niall l'ha contattato-
Catherine si coprì la bocca con la mano, guardando stupefatta il fratello, che le sorrise. Alla fine, non ci sarebbe stato bisogno di parlarle.
Madison annuì e non approfondì l'argomento, mentre entrava il diretto interessato.
-Tyler è arrivato- annunciò, ed andò a sedersi accanto a Louis, dall'altro lato rispetto a Niall. Louis gli diede una lieve pacca sul ginocchio, sorridendogli con affetto, e tornò a guardare Madison, che li stava di fatto intervistando.
-Bene, ora avrei bisogno di un parere onesto e sincero da voi, signorina Catherine e signor Zachary...-
-Troppi convenevoli. Diamoci del tu- la interruppe Zachary.
Madison annuì, e continuò:
-Vorrei sapere se è in vostro potere aiutarci a dare risalto alla vicenda, alla luce della situazione particolare del dottor Payne e di Piccolo Lupo. Possiamo fare qualcosa? Io posso scrivere un articolo e mandarlo a tutti i giornali che conosco, cercando di fare pubblicità alla cosa, ma a livello giornalistico possiamo solo fare un po' di scalpore. L'intervento di qualcuno che fa parte del Gabinetto del Presidente, ovviamente, è tutta un'altra cosa- affermò, alludendo a loro padre.
Zachary guardò sua sorella, annuendo.
-Faremo presente a nostro padre la questione. Mia sorella sa essere molto convincente, quando vuole- affermò il giovane con un sorriso.
-Io manderò il tuo articolo a mio padre, chiedendogli di nuovo che faccia appello al giudice. Gliene ho già parlato, e sto tentando di convincerlo. Nel suo piccolo, lo sta già facendo per la mia vicenda personale.. certo la sua rilevanza non è paragonabile a quella del signor Root.. ma ci stiamo attivando... ecco- si impappinò il ragazzo, e Louis gli passò una mano sulle spalle, per rassicurarlo.
-Raggiungeremo il presidente Roosevelt, in un modo o nell'altro. Riusciremo a riportarlo a casa, Harry. Il bimbo di Liam non avrà un nonno. Dovremo garantirgli che qualcuno gli insegni le tradizioni e le conoscenze del suo popolo, oltre alle nostre-
Harry gli sorrise, grato. Louis sapeva quanto lui tenesse a Piccolo Lupo.
-Se la notizia del primo presidente in automobile ha fatto il giro del mondo, faremo in modo che questa ne faccia due, di giri- affermò Madison, sicura, e Niall la ammirò.
La discussione durò ancora a lungo, ma Harry dopo un'oretta tornò nel negozio per dar modo a Tyler di tornare a casa.
-Grazie, Tyler. E' bello vedere che tutti si prodigano per questa faccenda che mi sta a cuore- gli disse Harry.
-Te lo meriti, Harry. Sei sempre buono con tutti. Senti... ho spedito la lettera. A quanto pare, lo farò davvero- cambiò discorso Tyler, spostando lo sguardo da Harry alla finestra, perdendo lo sguardo oltre la strada.
-Non finirò mai di ringraziare abbastanza tua madre, ed il signor Wilson, che mi sta trovando gli agganci per poter essere seguito da qualcuno che mi prepari per gli esami di ammissione. Tua madre dice che ha avuto i miei stessi problemi per leggere, e che è anche per questo che ha deciso di aiutarmi-
Harry annuì, abbassando lo sguardo.
-Lo avresti potuto fare anche da qui... Niall e Louis ti avrebbero aiutato-
Tyler scosse il capo.
-Meglio andare-
Harry sospirò.
-Tyler, mi dispiace-
Il ragazzo gli fece un sorriso triste, guardandolo negli occhi:
-Non è colpa tua, Harry. Ti prometto che tornerò-
Harry deglutì, commosso suo malgrado.
-Me lo prometti? Sei un grande amico, per me, e non vorrei perderti come è successo con Piccolo Lupo-
-Lui tornerà, riuscirete a farlo tornare, e tornerò qui anch'io, e per allora riuscirò davvero ad esserti solo amico, Harry- gli promise Tyler.
Harry annuì, con un'espressione così triste che il ragazzo si sentì morire di dolcezza. Allungò una mano per dargli una pacca sulla spalla, poi si girò ed uscì dal panificio, lasciando il giovane solo nel negozio. In cuor suo decise che avrebbe fatto di tutto per non dargli un dispiacere. Ora si sentiva a pezzi, e non sarebbe riuscito ad andare avanti avendolo sempre sotto agli occhi. Era la scelta giusta.
Quella sera, all'ora di chiusura del negozio, Catherine e Zachary si congedarono per primi. Anche Louis ed Harry avevano fretta di andarsene, desiderosi di stare un po' in tranquillità. Louis intendeva, inoltre, parlare ad Harry di Grace.
Niall e Madison rimasero, dunque, davanti al panificio. La ragazza gli sorrise:
-Che ne dice di farmi compagnia per cena? Ha impegni?-
Niall era divertito e lusingato dall'intraprendenza della ragazza, ed acconsentì:
-Volentieri. Però diamoci del tu. Mi fa sentire vecchio, questo formalismo-
Madison lo prese sottobraccio:
-Bene, Niall. Andiamo da Sue perché ho una fame da lupi. Lavorare all'articolo mi mette appetito-
A Niall venne da ridere. Questa ragazza era davvero particolare.
Andarono davvero al ristorante di Sue, deserto durante la settimana, e la ragazza mangiò di gusto, raccontandogli un po' di cose su di sé. Anche a Niall venne spontaneo aprirsi con lei, trovandola una buona ascoltatrice ed anche piuttosto simpatica. Se non altro, poteva essere l'inizio di una bella amicizia. Madison era spontanea e diretta come un ragazzo, ed i suoi modi tutt'altro che affettati, anche se mai volgari o rozzi, la resero interessante ai suoi occhi.
Ad un certo punto Niall rise di gusto ad una battuta della ragazza, che lo guardò sorridendo.
-Sei davvero un personaggio- disse lui scuotendo la testa.
-Blake ha già deciso i nomi dei nostri figli- lo scandalizzò lei, guardandolo divertita mentre lui arrossiva. Che diamine, era troppo irriverente!
-Blake deve tacere, anziché ricamare castelli in aria- brontolò, cercando di darsi un contegno.
- Lascialo dire, lui è fatto così e mi sono abituata, visto che lo conosco da quando ero in fasce. In fondo è una persona buona- lo difese lei, per nulla turbata.
-Prendo atto del fatto che la cosa non ti disturbi più di tanto. In effetti, hai ragione- ammise lui, ritrovando il contegno.
-Perfetto. Ora, che ne dici se torniamo a casa? Sono stanca- concluse lei. Niall subito si alzò, insistendo per far mettere la cena sul suo conto, rasserenato sulla conclusione di un incontro che aveva paventato e che si era rivelato mille volte migliore di come si era aspettato.
P.S. Thomas W. Wilson è stato un presidente degli Stati Uniti, in carica dal 1912, ed era veramente affetto da dislessia. Imparò a stenografare per compensare la sua difficoltà. Fu realmente rettore di Princeton dal 1902.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top