39.Niall

Niall era a Colorado Springs da un anno, ormai, e se aveva imparato una cosa sulla gente del posto, era questa: tutti sapevano tutto di tutti. Magari non ne parlavano apertamente, e si limitavano a fare allusioni, ma non c'era niente che si potesse tenere nascosto.
Era stato così per la faccenda degli indiani, ed anche se Peter Cox e Liam Payne erano stati molto accorti, la gente sapeva molto di più di quel che dava a vedere. Avevano potuto ingannare l'esercito, perché erano forestieri; chi abitava in paese in pianta stabile, però, pareva sviluppare un canale invisibile, una specie di rete di radici sotterranee attraverso le quali le informazioni venivano assorbite.
Quindi, Niall aveva la certezza che il sentimento che legava il maestro al giovane fornaio fosse subodorato dalla maggior parte dei compaesani, e non solo da Blake, o dal sindaco.
A giorni i due, accompagnati dalla madre di Harry, sarebbero arrivati in città, e in molti si facevano domande sulla natura della loro amicizia. La curiosità era stata alimentata a dismisura per la decisione di Harry di tornare a Colorado Springs nonostante l'ordinanza del giudice.


Niall aspettava un pacco di libri che aveva ordinato assieme a Louis la primavera scorsa, che ormai avrebbero dovuto arrivare, ed andando all'emporio passò al panificio.
Vi trovò Tyler, ormai avvezzo a gestire in autonomia il banco, mentre Peter era nel locale del forno per le torte.
-Buongiorno, signor Horan!- Lo salutò il giovane con un sorriso, mentre si puliva le mani sporche di farina in uno strofinaccio.
-Buongiorno Tyler; dammi del tu, te l'ho detto tante volte- lo riprese il maestro.
-Mi sembra di mancarle di rispetto...- si scuso' il ragazzo, arrossendo lievemente.
-Prima o poi ti verrà spontaneo, spero- si rassegnò Niall. Sentirsi dare del lei da un ragazzo di diciassette anni gli faceva un certo effetto; lo faceva sentire vecchio.
Tyler gli preparò un sacchetto con delle pagnotte, delle focacce ed alcuni dolci. Niall osservò quanto il ragazzo fosse cresciuto nell'ultimo anno. Il lavoro fisico che affrontava ogni giorno al forno gli aveva conferito quel tono muscolare che gli dava l'aspetto di un uomo, e non più di un ragazzino.

Il dottor Payne, in accordo col ragazzo, gli aveva parlato del suo problema nel leggere, e Niall negli ultimi mesi si era appassionato alla cosa, aiutandolo a giorni alterni. L'incoraggiamento costante del medico unito al suo aiuto avevano fatto miracoli per il ragazzo, che ora era in grado di leggere testi semplici, anche se non ancora speditamente, ed i progressi erano costanti.

-Hai parlato con tua madre degli studi?- Gli chiese, alludendo al fatto che lo stava spingendo a ricominciare a studiare. Quel ragazzo aveva del potenziale.

-Signor Horan, con il mio lavoro e con il lavoro nei campi di mia madre ci manteniamo. Non posso che dedicare i ritagli di tempo ai libri- affermò Tyler, mentre contava velocemente il resto per Niall.

-Io, però, vorrei parlare con tua madre. Sono certo che troveremo una soluzione- insistette Niall, caparbio.

-Come vuole, signor Horan. Però non voglio che lei si senta in colpa: sta facendo il possibile, per me e mio fratello- rispose Tyler.

-Sei un bravo ragazzo- si complimentò Niall, sorridendogli e congedandosi.

Era fine agosto, ma l'afa era ancora dietro l'angolo. Niall si levò il cappello in segno di saluto nei confronti di una ragazza, che non aveva mai visto prima, e ne approfittò per sventolarsi lievemente, prima di indossarlo di nuovo.

All'emporio, il signor Grant, proprietario nonché sindaco  cittadino, stava chiacchierando con Tom Blake.

-...Ed è tornata a casa, dopo più di un anno- finì di dire il sindaco, prima di salutare Niall.

-Signor Horan, ecco a lei i libri che stava aspettando- affermò solerte, posando un voluminoso pacco sul bancone.

Niall controllò che ci fossero tutti, saldò il conto e si congedò, mentre Blake continuava il discorso interrotto:

-Ma non ha intenzione di accasarsi? L'età ce l'ha-

Niall uscì, perso nei suoi pensieri. Tornò alla scuola, dove Matthew, il maniscalco che fungeva anche da falegname cittadino, stava sistemando i telai delle finestre e due banchi. C'erano parecchi lavoretti di manutenzione da portare a termine, e Niall si stava dando da fare.

Verso mezzogiorno i due si salutarono, e Niall decise di andare a pranzare da Sue, al ristorante. Si sedette al solito tavolino appartato, sul patio esterno, e aspettò la sua ordinazione leggendo una rivista. Poco dopo, però, la sua concentrazione venne interrotta da qualcuno che scostò rumorosamente la sedia che aveva di fronte, facendogli alzare gli occhi. Era Blake.

Lui e Niall non avevano mai avuto un rapporto che andasse al di là di una cortese conoscenza, per cui Niall fu alquanto sorpreso. Il proprietario del saloon appoggiò i gomiti sul tavolo, sporgendosi verso Niall, ed esordì:

-Ho bisogno di parlarle, signor Horan. E' una faccenda delicata-

-Uhm... è sicuro di aver bisogno di parlare con me? Non sono un gran consigliere- replicò Niall, perplesso.

L'altro fece un risolino col suo solito tono indisponente, e poi ribadì:

-Sì, ho bisogno proprio di lei. Devo chiederle una cosa, ma lei non deve offendersi-

Niall annuì, ancora più spiazzato.

-Lei viene da Boston, vero?-

-Sì; perché me lo chiede?-

-A Boston c'è qualche fanciulla che la aspetta?-

Niall evitò di spalancare la bocca soltanto perché aveva il mento appoggiato ad una mano, ma arrossì lievemente.

-Mi spiega come questo può riguardarla, signor Blake?-

-Lei mi risponda soltanto-

Un po' esasperato, Niall gli rispose soltanto per levarselo di torno.

-No, nessuna fanciulla che mi aspetta a casa. Ed ora, se vuole scusarmi, vorrei pranzare-

Blake, per nulla intimorito dal suo tono infastidito, annuì, con un sorrisetto.

-Perfetto. Ho una ragazza da presentarle-

Niall, stavolta, arrossì furiosamente.

-Ma lei è impazzito?! Mi ha mai visto al suo saloon? Ecco, appunto, non voglio che lei mi presenti proprio nessuno...-

La risata di Blake lo interruppe. lasciandolo ancora più interdetto. L'uomo rise di gusto, asciugandosi persino una lacrima.

-Lei crede che voglia presentarle una delle mie ragazze... ahahah... non si preoccupi... ha frainteso tutto...- ansimò tra le risa l'uomo. Niall incrociò le braccia al petto ed alzò un sopracciglio, aspettando che finisse, seccato.

-Mi scusi, signor Horan. La figlia di Thomas Grant è tornata a casa, ha studiato giornalismo a Boston. Suo padre è preoccupato per lei, perché, come si suol dire, è una testa calda. Sarebbe un gesto  cortese da parte sua, se non le recasse disturbo, di farle compagnia...-

-Lei mi sta combinando un appuntamento?!- Si spazientì Niall, alzando involontariamente la voce e suscitando lievi risatine dai tavoli attorno.

-No, le sto soltanto consigliando di conoscerla. Lei è un uomo, e come tale avrà degli istinti, o è solo ragione?- Lo canzonò Blake, alzandosi.

-Non le rispondo nemmeno, signor Blake. Arrivederci- lo liquidò Niall, proprio mentre Sue arrivava col suo piatto di pasticcio.

La donna intervenne:

-Tom, stai infastidendo il nostro maestro, vergognati. Torna al saloon- lo rimproverò.

Blake fece un sorrisetto strafottente, e con un cenno di saluto si congedò.

Niall era rosso in viso ed abbastanza sconvolto. Insomma, non era un ragazzino, per cui certe cose non avrebbero dovuto scandalizzarlo più di tanto, ma Blake era un personaggio che lo metteva in subbuglio, per cui aveva sempre cercato di girargli alla larga. Ed ora, pazzesco. Scuotendo il capo, iniziò a mangiare, cercando di dimenticare l'episodio.

Quel pomeriggio gli arrivò un telegramma, che gli annunciava l'arrivo per la mattina seguente di Louis, Harry ed Anne.


Scusate per l'attesa! Ho avuto un contrattempo di salute del mio bimbo, ora risolto. Questo capitolo è di passaggio, nei prossimi ritroveremo i nostri protagonisti.

P.S. ho un debole per Tom Blake, anche se non è del tutto un personaggio positivo. Nella mia mente ha i capelli lunghi e ondulati, castano chiaro, gli occhi azzurri, e l'aria strafottente. Giusto perché lo sappiate :-)

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