22. In quarantena


Seguirono giorni difficili, per Colorado Springs.

Innanzitutto, la clinica non bastava più. Vi era un esubero di ammalati, dirottati parzialmente verso l'ostello di Sue e verso la scuola, adibita ad ospedale di fortuna; l'influenza, però, pareva inarrestabile. Liam aveva il suo bel daffare a barcamenarsi tra un posto e l'altro, con l'ansia di non avere medicine sufficienti. Purtroppo, nonostante lui ed alcuni concittadini in aiuto facessero tutto quanto era in loro potere, ogni giorno moriva qualcuno. Improvvisamente Matthew, il maniscalco, si trovò a inchiodare assi di legno tutti i giorni, per costruire bare.

Niall e Louis, impossibilitati a far iniziare i corsi data la drammaticità della situazione, furono tra quelli che andavano giornalmente a dare una mano a Liam. Non si occupavano direttamente degli ammalati, cosa che si erano riservate di fare una decina di donne del paese, ma trasportavano beni di prima necessità, coperte, andavano a recuperare acqua fresca, portavano cibo nelle famiglie che avevano un loro caro ricoverato, e così via. La rete di solidarietà che si era creata era a maglie fisse, e Louis era orgoglioso di poter essere utile a quello che ormai considerava il suo paese. Tra l'altro, cercava di tenere la mente occupata e non pensare troppo a quanto gli mancasse Harry, che era bloccato a Denver da ormai tre settimane. Dopo alcuni telegrammi, non avevano potuto nemmeno scriversi, in quanto la posta non partiva e non arrivava in città. Le scorte di farmaci erano ormai agli sgoccioli, e Liam non sapeva più come fare. Aveva telegrafato ogni giorno a Denver perché lo rifornissero, ma finora non era giunto alcun pacco.


Era ormai il venti settembre, e l'afa era un lontano ricordo, anche se il sole scaldava ancora. La cittadina era deserta, tutti rintanati in casa, o a curare i propri ammalati. Louis si stava dirigendo verso la clinica. Aveva bisogno di chiedere a Liam il medicinale per abbassare la febbre, di cui avevano esaurito le scorte quel mattino. Niall era al suo fianco, sereno come sempre. Louis aveva imparato ad apprezzare la sua allegra compagnia, il suo chiacchierare di argomenti lievi anche nelle situazioni più drammatiche, stemperando l'angoscia. Il biondo gli stava appunto parlando di un libro che aveva letto, quando Louis iniziò a sentire un senso di malessere. Rallentò il passo, provando un lieve stordimento.

-Louis, stai bene?-

Il giovane annuì, non del tutto convinto. Aveva brividi di freddo, e l'inizio di un formicolio alla gola. Niall lo guardò: era pallido.

-Sicuro di sentirti bene? Forse è meglio che tu ti faccia dare un'occhiata da Liam- commentò Niall, preoccupato.

-No, sto bene. Mi è passato- rispose Louis, ripresosi.

Invece, col passare delle ore, il senso di spossatezza e di male alle ossa andò intensificandosi, sfociando in serata in un tremendo mal di testa e raffreddore. Andò a letto rabbrividendo di freddo, in camera di Harry, sentendo terribilmente la sua mancanza. Niall dormiva in stanza con lui, in un letto di fortuna. Si svegliò alle tre del mattino in un bagno di sudore, provando male ovunque, ed ormai aveva la certezza di essere stato contagiato. Niall si svegliò.

-Come stai?-

-Male...- sussurrò il giovane, alzandosi. Doveva andare in bagno, ma anche il più piccolo movimento gli causava dolore. Niall si alzò, solerte, per aiutarlo, e prendendolo sotto braccio lo accompagnò al gabinetto.

-Te la senti? Riesci a stare in piedi da solo?- Si assicurò il biondo, accostando la porta alle proprie spalle per andare ad avvertire Peter. Questi aveva contratto l'influenza in forma leggera, ed era guarito, anche se gli aveva lasciato una spossatezza che non voleva andarsene. Si alzò dal letto e seguì Niall fino al bagno. Quando vide lo stato in cui versava Louis, decise di portarlo in clinica, tra le proteste del giovane.

-Devi essere curato, Louis. E soprattutto, devi essere visitato da Liam- lo contrariò lapidario il fornaio, spronandolo a seguirlo sul calesse. Niall andò con loro.

Liam aprì loro ancora vestito di tutto punto; non era nemmeno passato per la camera da letto, ed aveva l'aria esausta. Appena vide Louis si riscosse.

-Da quanto stai così?-

-Da ieri pomeriggio- rispose il giovane, rabbrividendo. La febbre si stava alzando di nuovo, e cominciava a perdere la percezione della realtà. Liam lo aiutò a sbottonarsi la maglia, e lo auscultò.

-Se ho capito una cosa di questa malattia, è che più la febbre è alta, e più è difficile guarire. Quindi, dobbiamo tenere abbassata la febbre. Solo che io non ho più scorte di farmaci. Peter, l'unica nostra speranza è chiedere aiuto alla riserva. Loro sanno preparare degli infusi curativi-

-Ci vorrebbero qui Piccolo Lupo ed Harry- commentò Peter.

-Sono certo che anche la figlia del capotribù conosce i poteri curativi delle piante. Dobbiamo contattarli-

-Se sai dov'è, ti accompagno- propose Niall.

-Grazie- gli sorrise grato Liam.

-Tu intanto, Peter, occupati di lui. Tienigli fresca la fronte ed il viso e fallo bere. Sarò di ritorno il prima possibile-

-Prendete Paco ed Amira, sganciate il calesse- disse loro Peter, sedendosi al capezzale di Louis.


I due tornarono alle prime luci dell'alba, con un sacchetto di erbe essicate. Liam si diresse subito da Louis, trovandolo in condizioni peggiori di quanto avrebbe voluto.

-Peter, meglio che tu torni a casa, e che ci rimanga. Lavati bene le mani e butta i vestiti prima di entrare a casa. Pensa a Grace ed a Emily. Mi occuperò io di lui- ordinò perentorio il medico.

-Io rimango ad aiutarti- decise Niall, e fu irremovibile.

Louis era in stato di incoscienza. La febbre gli era salita altissima, oltre i quaranta gradi, e delirava. Il medico, aiutato da Niall, lo spogliò ed insegnò al maestro biondo come fargli le spugnature.

-Dobbiamo abbassare la febbre. Vado a preparare l'infuso, e a fare un giro tra gli altri pazienti. Mi raccomando, cerca di non portarti le mani alla bocca o al naso prima di averle lavate. Pare che si diffonda per via aerea- lo istruì il dottore, lasciandoli soli. Erano nella stanza da letto del medico, in quanto tutti i posti disponibili della clinica erano occupati. Niall rimase accanto a Louis per tutto il tempo che Liam impiegò ad adempiere ai suoi doveri, e quando questi tornò, lo trovò ancora intento a rinfrescargli il viso ed il torace con una pezza bagnata.

-Ecco qua l'infuso. Dobbiamo farglielo bere- disse Liam sedendosi al capezzale di Louis, mentre Niall gli sosteneva le spalle e la testa per tirarlo su.

-Louis, mi senti? Devi bere questo. Ti farà sentire meglio- continuò Liam, forzandolo gentilmente ad ingollare qualche sorso di liquido tiepido.

-Non possiamo fare altro. Fallo bere. Io vado a portare l'infuso alla scuola ed all'ostello- disse Liam.

-Cosa c'è qui dentro?- Chiese Niall, riferendosi alla tazza.

-Una corteccia- rispose Liam uscendo.

-Speriamo bene- commentò Niall, e riprese a forzare gentilmente le labbra riarse di Louis, riversando piccoli sorsi  di tisana nella sua bocca.


11/03/2016

Come lo scorso fine settimana, pubblico ora questo ed il prossimo capitolo, essendo impossibilitata a farlo nel week- end.

Sono curiosa: ci sono scrittori/ scrittrici tra di voi? Come preferite fare, pubblicate appena finito di editare? O fate " scorta di noci" come faccio io per questa storia, scrivendo più capitoli quando avete il tempo e l'ispirazione? Di solito pubblico tutto e fregandomene di darmi scadenze, seguendo l'estro, ma stavolta sto provando ad essere più metodica :-)

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