20. Mr. Horan
Quello stesso pomeriggio, Louis raggiunse casa Cox. I soldati lo salutarono con un cenno del capo; a malapena ricambiò, cavalcando frettolosamente in sella al suo stallone ancora senza nome.
Legò il cavallo alla staccionata, subito raggiunto da Golia che gli fece un sacco di feste. Emily si affacciò, col grembiule sporco e le mani in uno strofinaccio.
-Louis! Perdonami, io e Grace stiamo facendo la marmellata. Harry è in stalla-
La zia di Harry aveva da poco iniziato a dargli del tu, cosa che faceva piacere al maestro, sentendosi ancora più di casa. Annuì, salutando anche Grace che si era affacciata alla porta, e si diresse alla stalla.
Harry stava strigliando la sua cavalla. Louis si prese qualche momento per apprezzare le spalle larghe del giovane, e le braccia, i cui muscoli si tendevano mentre spazzolava il manto dell'animale, lucido come seta nera.
-Ciao, Harry-
Harry sobbalzò, girandosi. Un sorriso gli illuminò il volto, e Louis si chiese cos'avesse fatto per meritarsi quel ragazzo.
-Ciao. Ti aspettavo- gli mormorò Harry, abbracciandolo.
-Ah sì?- Sorrise sornione Louis, ricambiando le effusioni. Harry annuì.
-Ho trovato il nome-
Louis si fece tirare per mano fino al muso della cavalla, che sollevò su di lui uno sguardo fiero, con gli occhi color caffè.
-Ti presento Amira- disse orgogliosamente Harry.
-E' un bel nome- commentò Louis, divertito dall'entusiasmo del suo ragazzo.
-Sai cosa significa?-
-E' un nome arabo, ma non so da cosa derivi- rispose Louis.
-Significa " principessa". E' perfetto- esultò Harry, accarezzando il muso della giumenta con affetto.
-Bravo. Hai scelto bene. Sembra davvero una nobile, lei- commentò Louis, allungandosi ad accarezzare l'animale a sua volta.
-Io invece non ho ancora scelto per il mio. Sono venuto ad informarti della novità- cambiò discorso il maestro.
-Finalmente manderanno un altro insegnante ad affiancarmi-
-Meno male! Sono molto felice per te- si congratulò Harry, sapendo quanto la faccenda avesse angustiato il giovane.
-Già. Arriverà giovedì. Ero preoccupato; gli iscritti sono molti, potremo finalmente fare due classi per fasce d'età, e seguire tutti meglio-
Harry gli sorrise, felice per lui.
-Sei un bravo maestro. Grace è entusiasta. Ti adora-
-E' una cara bambina. Stanno facendo la marmellata?-
-Sì. Andiamo a sbirciare- propose il ragazzo, tirandolo ancora per mano e facendolo ridere.
Il tempo di uscire, ed arrivò Tyler a cavallo. Riconobbero immediatamente Paco, e si preoccuparono.
-Cosa succede?- Gli chiese Harry. Louis notò che il ragazzino aveva visto le loro mani intrecciate; Tyler scese da cavallo e porse ad Harry un foglio:
-E' un telegramma di tua madre, Harry. Lo ha appena portato il signor Robert-
Harry aprì il foglio. Louis lo osservò leggere, inquieto. Il ragazzo sollevò gli occhi su di lui:
-E' morta mia nonna. Devo tornare a Denver per il funerale-
Louis non ci pensò e lo abbracciò:
-Mi dispiace-
Harry annuì. Sciolsero subito l'abbraccio, e Tyler mormorò timidamente:
-Condoglianze, Harry-
Harry gli diede una pacca sulla spalla, sorridendo tristemente.
-Grazie, Ty. E grazie di avermelo portato-
Il ragazzo fece un cenno, risalì a cavallo e tornò sui suoi passi.
-Se vuoi, posso andare all'ufficio del telegrafo e rispondere per te. Mi spiace tantissimo di non poterti accompagnare; magari potrei raggiungerti venerdì..-
-Grazie Louis, ma no. Andrò da solo, non preoccuparti; tu devi occuparti del nuovo maestro-
-Mi spiace proprio- ripetè Louis.
Andò all'ufficio del telegrafo a mandare un messaggio ai genitori di Harry, per avvertirli che il ragazzo sarebbe partito l'indomani; Harry preparò la valigia, e quella sera dopocena si ritrovarono nel fienile.
-Mi spiace che tu debba andare da solo. Ti avrei accompagnato volentieri- si rammaricò nuovamente Louis, accarezzando il profilo della guancia di Harry col dorso dell' indice. Sorrise tra se e sé, pensando che il ragazzo non aveva accenni di barba. Era ancora un ragazzino; il suo ragazzino. Sentì forte l'istinto di proteggerlo, e lo attirò a sé per abbracciarlo stretto stretto. Gli schioccò un bacio sonoro sulla testa, facendolo ridacchiare. Poi, Harry gli raccontò alcuni aneddoti riguardanti sua nonna, la madre di suo padre, e passarono così la serata.
Harry partì il mattino seguente col treno delle sei e mezzo. Il giorno seguente, dallo stesso treno, scese alla stazione di Colorado Springs Niall Horan, un giovane insegnante coetaneo di Louis.
Questi andò ad accoglierlo con l'aria assonnata. Dormiva male da alcune notti, e nemmeno il profumo del pane di Peter era riuscito a fargli venire un po' di buonumore. Per cui, l'espressione sufficiente con cui andò incontro all'unico passeggero che scese sulla banchina di legno avrebbe scoraggiato anche il più audace degli ottimisti. Ma il sorriso del nuovo arrivato vacillò solo per qualche istante, poi tornò aperto e cordiale, mentre gli porgeva la mano.
-Buongiorno! Sono Niall Horan. Tu devi essere Louis Tomlinson-
-Buongiorno. Sì, sono io. Benvenuto a Colorado Springs- rispose Louis, sforzandosi di essere sufficientemente educato. Lo osservò brevemente: era un poco più alto di lui, biondo, con gli occhi azzurri e con un'aria gioviale. Lo precedette fino al caffè di Sue, in quanto per il momento non vi era spazio disponibile a scuola, avendo lui stesso occupato il minuscolo appartamento situato sopra alle aule, e gli diede appuntamento di lì ad un'ora, per fargli da cicerone.
-Ti avverto: la scuola è minuscola ed il materiale scarseggia. Qua siamo indietro di vent'anni rispetto a Boston, o a Denver- lo avvertì.
-E' un paese di frontiera, per cui me lo immaginavo- lo rassicurò il giovane, prendendo possesso della camera all'ostello sopra il piccolo ristorante.
10/ 03/2016
Chi ha letto più di una mia storia forse lo ha notato: mi faccio punto d'onore nel citare, più o meno direttamente, il mio idolo, Mika, almeno una volta in tutte ;-)
In questa storia non mi è possibile farlo direttamente per problemi temporali... ma in questo capitolo lui c'è, ve lo assicuro :-)
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top