19. Un pianoforte da accordare
Tornarono a notte inoltrata, col frinire dei grilli a fare da sottofondo, ed una coperta di stelle a rischiarare il viottolo fuori dal bosco. Per la prima volta da giorni, Harry prese sonno subito, e dormì fino a mattina, alzandosi col sole ben alto in cielo. Suo zio e Tyler si sarebbero occupati del panificio senza di lui. Il ragazzo ne approfittò per fare colazione con calma, e per andare a zonzo per il sottobosco, manuale alla mano, per cercare alcune piante di cui aveva parlato con Piccolo Lupo. Sentiva molto la sua mancanza; mentre Louis era a Boston, il vecchio indiano aveva allietato molti pomeriggi di Harry, a parlare di piante.
Louis, invece, non riuscì a chiudere occhio. Alle sette si presentò in panificio come suo solito, sapendo di non trovarvi Harry, ma restio a cambiare la routine mattutina. Peter gli chiese com'era andata il giorno prima, e chiacchierarono per qualche minuto. Louis notò che il garzone, Tyler, fosse intimidito dalla sua presenza, e che arrossiva quando lo coglieva nell'atto di guardarlo. Mentre chiacchierava con Peter, teneva d'occhio il ragazzino. Non sbagliava. Tyler era veramente molto timido; si scioglieva un poco solo in presenza di Harry, che a quanto pareva, era in grado di metterlo a suo agio più di chiunque altro. Louis aveva un'indole generosa, ma era anche molto realista, ed in quel momento pensò tra se e sé che fosse proprio il caso di mettere qualche paletto con alcune persone, a proposito di Harry. Per il momento, Tyler non rientrava tra queste, ma l'avrebbe tenuto d'occhio.
Ringraziò Peter ed uscì, passando casualmente davanti al saloon, sulla strada principale di Colorado Springs. L'aria era già calda e l'onnipresente polvere si levava ad ogni passo. Sul patio del portico, fatto di assi di legno consunte, erano seduti due soldati, attorno ad una mezza botte che fungeva da tavolo. Stavano bevendo qualcosa, ridendo tra di loro.
Louis era generalmente molto composto e controllato, se non altro per il ruolo che ricopriva in città; sapere, però, che il soldato seduto sulla sinistra aveva schernito pesantemente Harry, risvegliava in lui un fastidio senza eguali. Quella era una delle persone da rimettere in riga, la prima in assoluto. Fatto sta che Blake lo vide passare davanti al suo esercizio, ed uscì.
-Buongiorno, signor Tomlinson! Come sta?-
Stupendosi dell'insolita premura del proprietario del saloon, Louis si fermò per rispondere.
-Bene, grazie. E lei?-
-Il solito, signor maestro. Potrebbe andare meglio, ma potrebbe andare peggio-
-Non la facevo filosofo, signor Blake- commentò Louis, accingendosi ad andare via, ma l'uomo lo trattenne:
-Vorrei chiederle un parere, se non le dispiace. Può entrare un momento?-
Louis capì che Blake volesse qualcosa da lui. Quello era solo un pretesto; decise comunque di entrare, curioso.
A quell'ora il saloon era chiuso; Blake si limitava a servire i rari viandanti sul portico, ma non vi erano ragazze nei paraggi. La sala era deserta.
-Cosa le serve, Blake?-
-Venga qui a sentire un po' se è da accordare- lo chiamò, vicino al piano. Non appena Louis si fu avvicinato abbastanza, l'altro abbassò il tono.
-In che guaio vi siete cacciati?-
-Cosa?- Chiese, stranito, Louis.
-Il vecchio indiano è uccel di bosco, assieme all'altro, e l'esercito tiene sotto controllo la casa di Peter, e Payne. Ora, di quel dottoruncolo mi interessa gran poco, è sempre pronto a mettere il becco sulle questioni igieniche delle mie ragazze, impicciandosi in affari che non lo riguardano, ma Peter è amico mio, è una persona che gode di grande stima presso tutto il paese. Se c'è qualcosa che lo infastidisce, dispiace a tutti. Mi capisce?-
Louis, che non si aspettava niente del genere, annuì, pensando velocemente.
-Perché mi dice questo?-
-Perché questi due qua fuori pensano di poter fare il bello ed il cattivo tempo solo perché indossano una divisa gallonata- rispose semplicemente Blake, e Louis provò per la prima volta un dubbio sull'opinione poco lusinghiera che aveva di lui.
-Il giovane, Smith, ha infastidito pesantemente Harry. E' per questo che me lo sta dicendo? Hanno detto qualcosa riguardo a questo?- Chiese Louis. Blake si illuminò in uno dei suoi sorrisetti, annuendo:
-Sapevo di non essermi sbagliato sul suo conto, Tomlinson. Lei sa che io ho sempre scherzato bonariamente con il giovane Styles, perché mi diverte provocarlo, ma un conto è scherzare, senza mai offendere. Un conto è quello che stanno dicendo quei due. Peter non si merita che qualcuno butti fango sul figlio di sua sorella-
Louis lo guardò per qualche minuto, spiazzato da tutto quel discorso. Blake si stava rivelando molto diverso da come se lo era sempre raffigurato.
-Vanno rimessi a posto- ragionò a voce alta, guardando verso l'entrata del saloon.
-Vedo che mi ha capito. Allora, è da accordare?- Disse Blake, alzando il tono della voce sull'ultima frase. Louis sollevò il coperchio e suonò qualche tasto.
-No, è perfetto- commentò.
-Certo, l'accordatore è passato giusto una settimana fa. Ho sempre la speranza che lei venga a strimpellare qui, di pomeriggio-
Louis lo guardò alzando un sopracciglio, e l'altro alzò le mani, facendogli cenno di precederlo per uscire di nuovo.
Louis passò accanto ai due soldati. Capì che stavano parlando del loro stesso argomento, perché l'altro disse:
-Oggi il tuo amichetto non lavora, Sam-
Smith ridacchiò, facendo un verso disgustato. Louis lanciò un'occhiata a Blake, dietro di lui, e si congedò con un cenno. Quello sarebbe diventato un problema, a breve, se non avesse fatto qualcosa.
In contemporanea i due soldati si alzarono. Louis li osservò salire a cavallo e dirigersi verso casa Cox. Quello poteva davvero diventare un grosso problema per Harry.
Fu riscosso dai suoi pensieri dal sindaco, che lo chiamò dall'emporio. Louis lo raggiunse.
-Signor Tomlinson! Ho ottime notizie per lei. A giorni arriverà un nuovo insegnante, per affiancarla-
-Che bella notizia! Finalmente! E chi è, se posso chiederlo?-
Il sindaco tirò fuori di tasca un foglio stropicciato, spiegandolo.
-Ecco qui. C'è scritto mr. N. Horan. Non so altro, oltre al fatto che arriverà col treno di giovedì-
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