17.
La luce era forte, il cielo perfettamente terso e sciami di moscerini e di zanzare ronzavano nel sottobosco. I due ragazzi seguirono un corso d'acqua, seguiti e talvolta preceduti da Golia, che ogni tanto entrava in acqua con le zampe e si dissetava a grandi lappate. Verso mezzogiorno decisero di fermarsi per pranzare; trovarono dei massi di discrete dimensioni su cui potersi sedere, e banchettarono con pane e formaggio.
-Sei diventato proprio bravo- commentò Louis a bocca piena, riferendosi alla pagnotta che aveva in mano. Harry ridacchiò nel vederlo così informale. Tra i due, sembrava lui il più bambino. Nella vita privata era diverso dall'uomo sicuro e signorile che dimostrava di essere in pubblico, era molto più alla mano, simpatico ed ironico.
-Grazie. Mi fa piacere- ripose Harry, allungando qualche boccone a Golia, che prontamente spalancò le fauci inghiottendo il tutto senza neanche masticare.
-Non hai fame?- Gli chiese Louis.
-Non molta-
-Come mai? Devi finire di crescere, hai bisogno di energia- scherzò Louis, dando un gran morso al suo panino. Harry non rise, si limitò ad accarezzare Golia.
-Piccolo, cosa ti prende?- Domandò allora Louis in tono dolce, ora serio a sua volta.
-Di solito mangi di gusto; è giorni che ti osservo, e vedo che non sei il solito Harry- continuò Louis, tentando di aprirsi un varco nel mutismo del ragazzo.
Harry scosse il capo, mordendosi un labbro; il maestro lo vide indeciso, come se fosse in procinto di confidarsi, finalmente, e calcò la mano:
-E' da quando hai avuto a che fare con quel soldato che sei sul chi va là. Harry, lo sai che puoi dirmi tutto. Cosa è successo?-
Harry abbassò gli occhi sulle proprie mani. Sospirò, e Louis gli diede il tempo per farsi coraggio, limitandosi ad osservarlo.
-E' successo che mi ha fatto vergognare di quello che... sono-
Louis cercò di controllare la furia cieca che gli stava montando dentro nei confronti del soldato, e si sforzò di mantenere la calma.
-E cosa sei, Harry?- Gli chiese invece. Era la prima volta che Harry esternava a parole quello che sentiva in merito; finora non aveva mai preso posizione.
-Non mi piacciono le donne, come dovrebbe essere. Mi piaci... tu. E per la maggior parte della gente, questa cosa è sbagliata, è aberrante- mormorò finalmente Harry, rosso in viso e con gli occhi lucidi di lacrime.
-Harry.. tu non sei sbagliato. Sei fatto così, punto e basta. E' il tuo modo di essere. Non hai scelto tu di essere così, e non c'è nulla di sbagliato in tutto questo-
-Lo dici tu... per la maggior parte della gente quello che facciamo è profondamente sbagliato, Louis- ripetè Harry, trovando infine il coraggio di guardarlo negli occhi.
-Ti interessa davvero tanto, quello che pensa la gente?-
-Tu non puoi capire. Per te è diverso. Nessuno fa insinuazioni sul tuo conto, sei una persona rispettabile e nessuno ti prende in giro..-
-Questo perchè non glielo permetto. E comunque, anche tu sei una persona rispettabile- osservò Louis, non capendo ancora quale fosse il fulcro del discorso.
-Io.. io sono diverso, probabilmente. Si nota che sono diverso. Il soldato, quello Smith.. lui aveva capito. Ed anche Blake; anche lui mi ha sempre preso in giro. Ed io odio tutto questo. Vorrei soltanto essere felice, ed essere apprezzato per quello che sono-
Louis sospirò. Avevano finalmente centrato il problema.
-Harry... tu non hai niente, ma proprio niente che non va. Stai solo scoprendo delle caratteristiche di te stesso. La gente è cattiva. Quel soldato è cattivo. Blake ti stuzzica perché prova attrazione nei tuoi confronti. L'ha detto lui stesso, che preferisce "prevalentemente" le donne, e che quindi non disdegna gli uomini. Ognuno è quello che è, Harry. E tu devi imparare a difenderti-
-Perché non posso essere come tutti gli altri?- Esclamò Harry, lasciando che le lacrime gli rigassero finalmente le guance, arrabbiato con sé stesso.
-Perché tu non sei " tutti gli altri". Tu sei tu... ed io sono un pazzo, perché mi sono innamorato di un ragazzino- concluse Louis, mettendo in tavola anche le proprie carte.
-Non abbiamo scelto noi di essere così, Harry, e sinceramente penso che tu debba iniziare a disinteressarti all'opinione che gli altri hanno di te. Io vedo un giovane, forte uomo, che lavora sodo e che ha un coraggio da vendere, altruista, rispettoso e sempre gentile. Sei una bellissima persona, ed io sono infinitamente contento di averti conosciuto-
Harry gli sorrise da sotto i ricci, asciugandosi le lacrime con la mano.
-Vorrei tanto assomigliarti- disse.
-Ed io ammiro te, invece. Hai avuto un enorme sangue freddo, a fare quello che hai fatto per Avonaco-
-Ti ho detto che mi ha dato un nome indiano? Mi ha battezzato Hiamovi-
-E cosa vuol dire?-
-Capo alto. Mi ha detto le cose che mi stai dicendo tu. Che non devo vergognarmi di ciò che sono-
-Ed allora ascoltaci. Niente ti deve far abbassare la testa, Harry. Un po' alla volta, devi imparare a farti scudo ed a difenderti. Ma dimmi.. quel soldato.. ti ha messo le mani addosso?-
-No.. ma mi ha sputato in faccia- confessò infine Harry, arrossendo di umiliazione al ricordo.
-Che brutto figlio di puttana!- Esclamò Louis, facendo sgranare gli occhi ad Harry, che non l'aveva mai sentito imprecare prima d'ora.
-Non preoccuparti, piccolo. Gli farò passare la voglia di sputare di nuovo-
-No, ti prego, Louis, non complicare le cose! Hai ragione, me ne devo fregare. E' un idiota, non merita nulla, e poi non voglio che tu ti metta nei guai per me-
-Non preoccuparti, Harry. Non devi preoccuparti di niente. Ora andiamo; mi è venuta voglia di fare una corsa, che ne dici? Qui è abbastanza pianeggiante, possiamo lanciare i cavalli, ok?-
E così fecero. I due puledri diedero sfogo alla loro energia galoppando a perdifiato, rincorsi da Golia, accompagnati dalle urla e dalle risate dei due ragazzi, per una volta senza pensieri. Percorsero tutto il fianco della montagna, per poi fermarsi al limitare di un bosco, ormai in procinto di tornare indietro. Lì si baciarono di nuovo, stavolta senza inibizioni da parte di Harry, e se lanciò un grido quando le dita di Louis si fecero di nuovo spazio dentro di lui, gli unici a sentirlo furono i loro animali. Louis lo fece sentire così bene, così amato e vezzeggiato, che tornò ad essere il solito Harry sorridente e spensierato che aveva conosciuto un anno prima.
Louis boccheggiò quando il ragazzo, improvvisamente disinibito ed assolutamente provocante, gli insinuò le mani nei pantaloni, divenuti strettissimi a causa dell'averlo visto godere.
-Fammi imparare come si fa- gli sussurrò sull'orecchio, facendo rabbrividire Louis.
-A fare cosa?- Riuscì a dire l'altro, sentendo caldo e freddo insieme.
-A fare l'amore con un ragazzo- lo sbalordì Harry.
-Ma sei impazzito? Devo ricordarti che torneremo a cavallo?- Replicò Louis, facendolo arrossire.
-Non vuoi...?-
-Ma certo che voglio, permaloso di un ragazzino. Solo che non voglio farti male-
-Fa male?- Gli chiese Harry, e l'innocenza del suo sguardo mandò definitivamente in tilt la mente di Louis, che tentò di arginare l'impellente voglia che aveva di lui.
-All'inizio, sì- rispose, sincero.
-Non mi importa- si arrischiò a dire Harry, il membro già turgido di nuovo.
-Stupido ragazzino... ti fidi di me?-
-Certo. Perché me lo chiedi sempre?-
-Perché quello che voglio fare con te è illegale in molti stati- rispose Louis baciandolo, mentre si abbassava i pantaloni e liberava finalmente la propria erezione dolorante.
-Stavolta faremo a modo mio. Devi fidarti di me- gli mormorò Louis ad un centimetro dal suo viso, occupando totalmente lo spazio visivo di Harry, che annuì.
Louis lo baciò a lungo, mentre con una mano si preparava. Quando Harry capì le sue intenzioni spalancò gli occhi:
-Cosa.. no!-
Louis lo zittì, baciandogli gli occhi serrati, mordendogli la pelle della gola, sentendo quanto velocemente battesse il suo cuore sotto alle proprie labbra.
Lo fece stendere, mentre Harry continuava a tenere gli occhi chiusi, rosso in viso.
-Harry, guardami. Va tutto bene. Sono solo io- lo rassicurò, mentre l'altro faticava a guardarlo, trattenendo il fiato mentre Louis si calava sopra alla sua erezione ora dura come il marmo.
-Oddio.. Louis- ansimò Harry, sentendosi improvvisamente stringere e scaldare in modo assolutamente delizioso.
Louis attese qualche secondo, per dargli tempo di calmarsi, e poi si mosse in una spinta che fece boccheggiare il più giovane, incredulo ed in preda a sensazioni sconvolgenti.
-Mi senti?- Sussurrò retoricamente il più grande, coi muscoli delle braccia contratti per lo sforzo di sostenersi.
-Oddio.. sì. Non voglio farti male- piagnucolò Harry, diviso tra l'impellente bisogno di muoversi e la paura di far provare dolore al compagno.
-Ed allora non farmene- rispose Louis, iniziando ad ondeggiare i fianchi, cercando il proprio piacere. Harry gli strinse tra le mani l'erezione, accarezzandolo, distraendolo ed allo stesso tempo mandandolo fuori di testa per il piacere intenso che si condensava nei suoi lombi.
-Harry... sto per venire- gemette, ormai incapace di trattenersi, e quello diede la spinta ad Harry, che venne a fiotti caldi dentro di lui, seguito subito dopo da Louis, a cui le braccia cedettero. Harry lo strinse a sé, ancora sconvolto ed incredulo, immensamente commosso da quel gesto di amore.
-Qualunque cosa accada, io non voglio perderti. Mai. Niente mi potrà separare da te- gli disse, scostandogli i capelli dalla fronte sudata. Ed il tono convinto e tranquillo scaldò il cuore di Louis.
-Non succederà, amore-
E quelle parole divennero una promessa; difficile da mantenere, ma pur sempre una promessa. E per il momento, a loro bastò.
Buona festa delle donne a tutte le lettrici di Wattpad! A presto! Lucia
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