7. Arrivederci Roma.

Amelia.

Quando Gianluca rientra con la mia roba, io sono in una valle di lacrime.
Si siede vicino a me in silenzio.
Lo apprezzo.

- che faceva? -chiedo.

- niente. Stava una pezza.

- se lo merita. Grazie per la valigia.

- di niente. E Amelia...io sono dalla tua parte.

Gli sorrido - grazie. Ma non voglio che tu e lui litighiate a causa mia.

Scuote la testa - non ho intenzione di litigare con lui. Ma gli ho espresso la mia opinione. Tutto qui.

Annuisco - okay. Grazie.

Alza le spalle - non ho fatto nulla.

- invece si. Mi sei accanto. Ed è una gran cosa. Comunque devo prendere un biglietto per il treno.

- per Bologna?

- si. Non torno con Ignazio.

- torna con me e Piero. Abbiamo posto in macchina. E guida lui quindi sei al sicuro.

Riesce a farmi ridere - grazie Gianluca. Non voglio disturbarvi però.

- non ci disturbi. E noi non disturberemo te. Potrai stare serena per un po'.

Annuisco - grazie davvero.

- ti ripeto che non devi ringraziarmi.

- mi viene naturale farlo.

Mi sorride - mia nonna dice che chi ringrazia sempre ha un animo puro.

Ricambio il sorriso - e chi aiuta gli amici così tanto che tipo di animo ha?

Ride - normale direi.

- io direi di no. Ma forse è questo a renderti speciale.

Mi fa l'occhiolino, poi guarda altrove. Sta decidendo se farmi una domanda o meno. Poi sceglie di si -Amelia posso chiederti una cosa?

- certo.

- dove andrai a stare?

Tasto dolente, eccolo qui.

-ci penso da quando mi sono svegliata. Volevo non dir nulla a casa perché onestamente non ho la forza di dare spiegazioni al momento. Ma se affittassi una casa o andassi in albergo i miei se ne accorgerebbero dalla carta di credito. E quindi tanto vale tornare a casa e spiegare. No?

Ci pensa su un attimo - ma tu vuoi tornare a casa o no?

Lo guardo - sinceramente? No. Non me la sento per niente. Non mi sembra ancora vero. Non ce la faccio a condividere questa cosa con gli altri.
- lo capisco. - fa una pausa -senti...mi lasceresti farti un prestito così da non dover prendere i soldi dal conto dei tuoi?

Lo guardo - grazie dell'offerta, ma no. Assolutamente.

Annuisce - lo immaginavo ma dovevo tentare. Allora ho un'altra proposta e questa non è così difficile da accettare. Vieni a stare da me. Ho preso una casa in affitto a Bologna per i prossimi sei mesi per via del periodo in studio registrazione. Io ci starò in modo fisso solo questo mese e poi solo qualche weekend. Quindi sarebbe tua per la maggior parte del tempo.

Sto già scuotendo la testa quando lui mi blocca -la casa é pagata. Se non ci sto io resta vuota. Tanto vale che la utilizzi qualcuno, no?

- non mi sembra giusto. E so benissimo che te ne andresti in albergo pur di lasciarla a me.

Ride - tu mi conosci meglio di tanti altri.

-ci capiamo.

- ti giuro che non andrò in albergo. Ci sono due camere da letto, una la prendi tu e l'altra io. Non mi costa nulla davvero, te lo giuro.

Lo guardo. L'offerta comincia a tentarmi.

- posso contribuire all'affitto?

- no perché ho già saldato. E poi onestamente Amelia lo sai che io e i ragazzi non abbiamo di questi problemi. Quindi non farne una questione economica né di onore. Ho una stanza libera, a te al momento serve una stanza. Direi che è uno scambio equo, no?

- tu non ci guadagni nulla, non è tanto equo.

- ci guadagno la tua compagnia. E magari una delle tue cheescake. Affare fatto?-mi porge la mano.

Rido - affare fatto. -gli stringo la mano -grazie di nuovo. Credo che tu sia il mio angelo.

Sorride - non hai bisogno di un angelo. Prima o poi tutto ciò che hai lasciato di bello in giro torna indietro.
Le sue parole mi fanno venire le lacrime agli occhi. Lui se ne accorge -scusami. Ho detto una cosa che non dovevo?

- no. - scuoto la testa - mi hai fatto commuovere. Lascia stare, sono un po' fragile al momento. Fa bene al cuore poter contare su qualcuno.

Poggia la sua mano sulla mia - su di me tu potrai sempre contare.

Quando mi sono lavata e vestita rimango in camera fino al momento di partire. Piero non dice una parola su ciò che è accaduto e non mi fa nessuna domanda a parte se sto bene. Evidentemente Gianluca ha fatto già un discorso con lui. Gianluca si offre di sedersi dietro e lasciare a me il sedile del passeggero ma io rifiuto e mi siedo dietro. Ho voglia di stendermi un po' e riposare. Piero mi dice che trovo un cuscino dietro al sedile. Sono entrambi così gentili che mi viene da piangere. Ma mi sforzo di non farlo. Sono già stata abbastanza piagnucolosa. Il viaggio sembra durare meno di ciò che dura perché mi addormento. E quando mi sveglio é perché ci siamo fermati ed é buio.
Piero ci aiuta a portare su le valigie e io gliene sono grata, non ho davvero la forza di fare nulla.

Poi ci saluta e mi abbraccia.

Gianluca poi mi sorride - ecco la casa. Di qui ci sono le camere da letto. Sono uguali quindi puoi scegliere quella che ti piace di più se vuoi.- dice dirigendosi nella stanza accanto mentre lo seguo.

- tu quale hai scelto? Hai già qui la tua roba no?

-mentre ero a Roma è venuta la ditta di pulizie e ha pulito tutto e sistemato il mio armadio. Ma non mi costa nulla spostare i vestiti.

- no. Vado nella stanza libera. Non mi cambia niente davvero.

Gianluca annuisce - okay. Quella a destra è libera.

- perfetto.-dico trascinando dentro il trolley.

- le stanze hanno il bagno indipendente. Quindi tutto a posto. La cucina è fornita quindi prendi quello che vuoi. Sentiti a casa tua, okay?

- mi sforzeró di farlo.

Ride - va bene per iniziare.

- domani vado a prendere le mie cose da casa di Ignazio, va bene?

- certo che si. Puoi portare tutto ciò che vuoi. E se preferisci posso accompagnarti.

Scuoto la testa - devo andare da sola temo. Ma mi farebbe comodo un passaggio. Lo so che mi approfitto di te ma giuro che mi sdebiteró.

- non ce n'è bisogno.

Lo guardo - tu sei un santo. Lo sai?

Ride - non esageriamo. Magari un angelo?

Rido anche io - decisamente.

- cosa ti andrebbe di mangiare? Vorrei ordinare fuori.

Scuoto la testa - posso cucinare io? Mi farebbe piacere.

Sorride - certo che puoi se ti va. Ma non devi in alcun modo sentirti in obbligo, okay? E poi sarebbe meglio che lo facessi domani, no? È tardi e lo vedo che sei stanca.

-okay. Allora preparati a leccarti i baffi domani.

Ride - non vedo l'ora. Pizza?

Annuisco - grazie.

Mi fa l'occhiolino - un altro grazie di troppo.

Mangiamo in silenzio, mi piace che non dobbiamo parlare per forza. E quando abbiamo finito mi ritiro in quella che non è camera mia anche se di fatto lo è. Ed è strano. Faccio la doccia velocemente e sono più che felice che la ditta di pulizie abbia già rifatto il letto e sistemato e pulito la stanza per gli eventuali ospiti. Le lenzuola sono fresche e profumate, e quando arrivo a letto sento la stanchezza fin dentro le ossa. Le lacrime però vengono su prepotenti e devo costringermi a fingere di stare in un albergo. Ma non riesco a ingannarmi. Non mi sono mai sentita tanto sola.

Mi sono sentita sola anche io scrivendo questo capitolo 😣. Cosa succederà adesso? Ditemi cosa ne pensate, vi bacio.

Ps. Scusate il ritardo.

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