XXXVIII
Morgana si risvegliò a causa della luce del sole che illuminava il suo visto. Mugolò infastidita e si girò dall'altra parte del letto, trovandolo vuoto. Aggrottò le sopracciglia e chiamò Merlino, ma non ricevette nessuna risposta. Pensò che forse si era alzato presto per fare una passeggiata e non pensare a Gaius.
Merlino, infatti, si era diretto nei sotterranei perché voleva sapere cosa Aridian stava facendo a Gaius e vedere come le guardie del re lo prendevano con la forza e lo scaraventavano in cella senza nessun rispetto e pietà per lui era troppo da sopportare. Doveva fare assolutamente qualcosa, ma non sapeva cosa, perciò si diresse dall'unica creatura che gli avrebbe dato una risposta. Prese una torcia e raggiunse la grotta del Grande Drago
《Ho fatto una grossissima stupidaggine e ora Gaius morirà per questo》confessò.
《Raccontami cosa è successo》lo incitò il drago.
Merlino sospirò profondamente e poi parlò.
《C'è un cacciatore di streghe. Ha arrestato Gaius per stregoneria, ma sono io lo stregone》. Il drago lo fissò, non aprendo bocca e Merlino proseguì.
《Beh, voglio confessare, è l'unico modo per salvarlo》.
《Allora la tua stupidità non ha fine!》esclamò il Grande Drago.
《Io non sacrificherò mai un amico per salvarmi》ribatté Merlino.
《Gaius è già condannato. Se confessi, il cacciatore di streghe metterà al rogo entrambi》gli fece notare la creatura.
《Ma è stata colpa mia》insistette lui.
《Se fossi tu a morire, metteresti in pericolo la vita di tutti coloro che contano su di te》rispose il drago.
《Deve esserci qualcosa che posso fare! Ti prego, aiutami! Non posso stare a guardare, mentre viene ucciso Gaius. Non c'è la faccio!》esclamò Merlino in preda alle lacrime.
《Merlino, vedo che questa situazione ti fa soffrire, ma non ti posso aiutare perché non so come fare. Mi dispiace》disse il drago per poi alzarsi in volo.
Merlino rimase lunghi secondi a guardare il vuoto, non sapendo più che fare. Tornò nelle sue stanze e come immaginava Morgana non c'era più. La ragazza, infatti, si era diretta in camera sua per cambiarsi l'abito, quando all'improvviso le guardie bussarono alla porta per prelevarla e condurla da Aridian. Il solo sentir nominare il suo nome bastò per farle venire dei brividi di terrore lunga la spina dorsale e più si avvicinava alle segrete, più la paura che il cacciatore di streghe avesse scoperto il suo segreto stava aumentando nel petto.
Durante il tragitto vide il medico rinchiuso nella cella e lo implorò con lo sguardo di intervenire, ma quest'ultimo non poteva fare niente per aiutarla nelle condizioni in cui si trovava. Si maledì mentalmente per essersi lasciato sfuggire il nome di Morgana, mentre Aridian lo interrogava perché conosceva bene la sua bravura nel incutere terrore alla gente per farla confessare anche se era innocente. Sperava solo che Morgana non avrebbe dovuto passare la tortura che stava sopportando lui da quando si era dichiarato volutamente colpevole per proteggere Merlino. Non aveva nessuna paura di morire perché sapeva che fino a quando la vera identità di Merlino e di Morgana era al sicuro, lui poteva anche andarsene sereno.
Morgana venne fatta accomodare su una sedia e attese l'arrivo di Aridian che non tardò molto.
《Non preoccupatevi, Mia Signora, non vi tratterò a lungo. C'è un piccolo dettaglio che vorrei chiarire》disse quest'ultimo alle sue spalle e Morgana sgranò subito gli occhi per la paura.
《Ditemi, è vero che avete ricevuto qualche genere di cura contro gli incubi?》domandò, sedendosi di fronte a lei, la quale annuì con la testa.
《È stato Gaius, il medico di corte, che vi ha somministrato questi trattamenti e queste pozioni?》proseguì, prendendo una piuma da scrivere e inzuppandone la punta dentro l'inchiostro nero.
《Sì》affermò Morgana.
《Sapete cosa c'era in queste pozioni?》.
《No》rispose lei, scuotendo la testa.
《No, certo che no, non siete voi il medico dopotutto》commentò Aridian, accennando una risata.
《Quindi, per quanto ne sapete queste pozioni potevano essere magiche e i vostri sogni un prodotto di un elisir incantato》ipotizzò l'uomo.
《Facevo questi sogni già prima che Gaius mi curasse》rivelò Morgana.
《Questi sogni sono migliorati o peggiorati da quando Gaius ha iniziato a curarvi?》domandò.
Morgana non sapeva cosa rispondere e per qualche secondo esitò ad aprire bocca, ma alla fine decise di essere sincera in modo che il cacciatore di streghe non sospettasse di nulla. Aridian in realtà aveva già uno strano presentimento nei confronti di Morgana perché fin dal suo arrivo a Camelot lei e Merlino cercavano in tutti i modi di evitarlo. Gli nascondevano qualcosa e non solo riguardo alla loro magia, su quello ne aveva l'assoluta certezza, ma sul fatto che li aveva seguiti diverse volte negli ultimi giorni e aveva notato un certo attaccamento di Morgana nei confronti di Merlino.
《Peggiorati》ammise la principessa, distogliendolo dai suoi pensieri.
《È come pensavo. Grazie, potete andare》concluse lui con un sorriso che Morgana ricambiò subito, felicissima di scappare il più lontano possibile da lui e di tornare da Merlino.
Si alzò dalla sedia e si apprestò a lasciare la stanza, non prima che la voce di Aridian la fermò, costringendola a voltarsi indietro.
《Un'ultima domanda: che rapporto avete con Merlino?》domandò l'uomo e Morgana si paralizzò all'istante.
Quella domanda era forse la cosa che più temeva che Aridian le chiedesse e non aveva la minima idea di cosa dire, ma doveva proteggerlo a qualunque costo o suo padre non avrebbe esitato minimamente a impiccarlo. Per Aridian era chiaro che i due avessero una relazione, ma doveva avere una conferma definitiva dalla ragazza.
《Merlino?》domandò quest'ultima, fingendo indifferenza.
《Sì. Ho notato che trascorrete molto tempo con lui, nonostante voi siete una principessa e lui solo un semplice servo》spiegò.
《È normale che ci vediamo spesso perché lui è il servitore di mio fratello, ma a parte questo siamo solo buoni amici》farfugliò Morgana.
《Quindi voi non provate nulla per lui?》.
《No, perché dovrei? Come avete detto voi, io sono una principessa e lui non servo, non potrà mai esserci niente tra di noi. Questo però non mi impedisce di avere degli amici anche se sono di rango molto più basso del mio》spiegò e Aridian annuì, apparentemente convinto.
《Grazie, siete stata di aiuto》concluse e Morgana se ne andò.
Aridian sorrise alle sue spalle, non avendo più dubbi sullo strano comportamento di Morgana. Non solo ella nascondeva di avere la magia, ma nascondeva agli occhi di suo padre la sua relazione con un inutile servo e non vedeva l'ora di confessarlo a Uther stesso.
Qualche ora dopo...
《Confessa!》esclamò Aridian a Gaius, inginocchiato al centro della sala del consiglio e di fronte alla famiglia reale.
Il povero medico voltò lo sguardo alle sue spalle, dove c'era Merlino che lo guardava, profondamente dispiaciuto per tutto quello che lui stava passando a causa sua. Gaius aveva scelto di dichiararsi colpevole di tutti gli avvistamenti che avevano narrato le testimoni di Aridian per proteggere Merlino e Morgana dato che il cacciatore di streghe aveva scoperto sia il loro dono che la loro relazione. Merlino non riusciva a restare calmo, mentre Gaius stava soffrendo e Morgana sapeva che prima o poi lui sarebbe esploso di rabbia da un momento all'altro.
《Io... io sono uno stregone, Sire. Sono stato io a fare l'incantesimo sul fumo e sono colpevole di aver praticato la magia a Camelot》ammise e Artù lanciò un'occhiata verso Merlino.
La notte scorsa, all'ora di cena, suo padre e Aridian gli avevano confessato che Gaius in passato aveva praticato la magia, ma che quando il re aveva dichiarato guerra alla stregoneria, Gaius l'aveva abbandonata. Morgana seguì lo sguardo di suo fratello e vide Merlino che stava iniziando a respirare sempre più velocemente. Il re, il quale non riusciva a sopportare il presunto tradimento del suo migliore amico, si alzò bruscamente dal suo trono e si avvicinò di qualche passo a lui, guardandolo duramente negli occhi.
《Tu mi hai tradito, Gaius. Hai tradito i tuoi amici, ma soprattutto hai tradito te stesso. Per le leggi di Camelot io devo... condannarti... a morte》ordinò, voltandosi indietro l'attimo dopo, non riuscendo a guardarlo più in viso.
《Lo stregone sarà purificato dalla magia per mezzo del fuoco. Sarà bruciato sul rogo domani all'alba. Siate testimoni e imparate la lezione》annunciò Aridian, mentre le guardie reali presero per le braccia Gaius e lo scortarono fuori dalla sala. Basta, era troppo per Merlino!
《Siete un bugiardo!》esclamò, rivolgendosi ad Aridian e avvicinandosi pericolosamente a lui.
Artù capì subito le sue intenzioni e si alzò dal suo trono per bloccarlo. Avvolse le braccia intorno al suo corpo e cercò di trascinarlo indietro, ma Merlino opponeva resistenza.
《Guardie!》intervenne il re.
《Ci penso io a lui》disse Artù alle sentinelle e riuscì a condurre il servo fuori dalla stanza.
Morgana voleva seguirli, ma non poteva in presenza di suo padre e di Aridian, non dopo che il cacciatore di streghe le aveva fatto delle domande su Merlino e facendo finta di niente, li osservò lasciare la sala. I due si diressero nelle segrete dove Artù lasciò andare Merlino. Quest'ultimo covava ancora troppa rabbia dentro di sé nei confronti di Aridian e del re e cercò di scagliare un pugno contro Artù, il quale lo schivò subito. Gli prese il polso e lo bloccò dietro la sua schiena, proprio come quando si erano incontrati per la prima volta.
《So che sei sconvolto e infuriato, tranquillo, non ti sbatterò in cella》gli sussurrò all'orecchio.
《Allora che volete fare?》domandò Merlino. Artù non rispose subito, ma mollò la presa, liberandolo.
《Infrango la legge》disse, dirigendosi verso la cella in cui era rinchiuso Gaius.
《Posso darti solo poco tempo》lo informò, aprendo la sbarra e Merlino si avvicinò al medico, abbracciandolo. Quest'ultimo gli diede delle pacche sulla schiena e i due sciolsero l'abbraccio.
《Non posso crederci! Come ha potuto Uther farvi questo?!》esclamò Merlino, scuotendo la testa.
《Non aveva scelta, Aridian aveva trovato l'amuleto》lo difese.
Merlino si sorprese che Gaius difendesse ancora il suo migliore amico, dopo che quest'ultimo lo aveva condannato a morte. Come poteva proteggerlo se lui stesso non aveva fatto niente per impedire che Aridian lo torturasse fino a farlo confessare? La lealtà che Gaius riponeva nel re era troppo grande da comprendere per Merlino.
《Non sapevo neanche che lo aveste》disse Merlino.
《Non è mio》ammise Gaius.
《Perché avete mentito allora?》domandò il ragazzo, aggrottando le sopracciglia confuso.
《Cercavo di proteggere te e Morgana. Ha scoperto il vostro segreto e sa della vostra relazione》rispose.
Merlino scosse la testa, contrariato dalla scelta di Gaius di dichiararsi colpevole solo per proteggerli. Il medico posò una mano sulla sua spalla per confortarlo, dicendogli che andava tutto bene e che non doveva preoccuparsi per lui. Un'illuminazione però balenò nella mente di Merlino, sapendo già cosa fare per scaglionare Gaius dalle accuse di Aridian.
《Se l'amuleto non è nemmeno mio....》iniziò a dire.
《Allora come è finito lì?》domandò Gaius, intuendo i pensieri del suo allievo.
《Aridian! Non c'è altra spiegazione. Se dimostro che l'ha messo lui, voi sarete salvo》spiegò quest'ultimo.
《No! Lascia perdere, è pericoloso》controbatté Gaius, prendendolo per il braccio.
《Vi hanno accusato ingiustamente e io posso provarlo. È l'unica possibilità》insistette il ragazzo.
《No, Merlino, non voglio!》gli intimò.
《Io.. io non vi capisco! Volete morire?》farfugliò con la voce rotta.
《No, però io non voglio che tu muoia e morirai di sicuro se ti avvicini troppo ad Aridian. Ti intrappolerà, ti manipolerà e senza che tu lo voglia, ti incolperai da solo. Lascia perdere, devi restarne fuori》spiegò il medico.
Merlino lo guardò a bocca aperta, non riuscendo ad accettare che non facesse niente per salvarlo. Come poteva restarne fuori e guardarlo, mentre veniva ucciso? Se non ci sarebbe più stato Gaius al suo fianco, chi altri gli avrebbe insegnato su come usare la magia?
《Agire diversamente sarebbe un suicidio》aggiunse Gaius e Merlino sentì le lacrime agli occhi.
Non voleva piangere di fronte a lui e non poteva arrendersi, perciò lasciò la cella e ritornò nelle sue stanze. Rimase lì a rimuginare fino a quando il sole non calò e nel regno scese la notte. Dalla finestra in cui si era affacciato per pensare osservò le guardie che preparavano il patibolo per l'esecuzione di Gaius. Voleva salvarlo a tutti i costi, ma come poteva fare se lui non voleva essere salvato?
Anche Morgana stava guardando il patibolo di Gaius dalla finestra della sua stanza e immaginò come dovesse sentirsi Merlino.
Sentì una presenza alle sue spalle e si voltò, incrociando gli occhi diabolici di Aridian. Sussultò dalla paura, non immaginando neanche che il lavoro del cacciatore di streghe in realtà era appena iniziato. Aveva ottenuto la confessione di Gaius, ma quella era solo una messa in scena per proteggere il segreto di Merlino e Morgana e ora il suo compito era quello di farli confessare.
《Merlino!》lo chiamò alle spalle Gwen, entrando bruscamente nello studio.
Il ragazzo, udendo il tono preoccupato di Ginevra, si voltò. Sperava che non fosse successo niente a Morgana, dato che nelle ultime ore non si erano più visti. Morgana aveva deciso di stare lontano da Merlino almeno per qualche ora, non solo perché il cacciatore di streghe le stava continuando addosso, ma anche perché immaginava che lui volesse stare solo.
《Che succede?》chiese il servo a Gwen.
《Non si arrende, non si ferma! Aridian sta interrogando ancora Morgana. Sono preoccupata, è sul punto di crollare》spiegò quest'ultima.
《È questo che fa: ti esaspera fino a farti confessare, colpevole o no》esclamò frustrato Merlino.
《Che vuol dire?》domandò la ragazza.
《Gaius non è colpevole, Aridian ha nascosto l'amuleto》confessò lui.
《E perché l'avrebbe fatto?》.
《Aridian è pagato per catturare gli stregoni. Forse non gli interessa se sono colpevoli, forse ottiene le confessioni, mentendo e nascondendo mille prove e così viene pagato》meditò Merlino, iniziando a camminare avanti e indietro.
《Ma se fosse vero, cosa possiamo fare senza prove?》gli chiese Ginevra.
《Dobbiamo trovarle》rispose il servo, lasciando lo studio per dirigersi nelle stanze di Aridian.
Approfittando del fatto che Aridian stesse parlando con Morgana, Merlino entrò in camera sua, facendo attenzione a non farsi vedere dalle sentinelle. Si avvicinò al tavolo, cercando tra i vari fogli sparsi. Non trovando niente di utile, si avvicinò all'anta di un armadio per aprirla, ma non ci riuscì perché era bloccata. Controllò rapidamente la porta d'ingresso e usò la sua magia per forzare la serratura. Al suo interno trovò vari oggetti, tra cui un contenitore esagonale in vetro, contenente dei petali arancioni con delle sfumature di rosso e giallo. Ne prese alcuni, quando sentì dei rumori di passi. Si nascose sotto il letto, poco prima che Aridian entrasse.
L'uomo trovò l'anta della sua mensola aperta e si insospettì subito, non ricordando di averla lasciata così, quando era uscito per interrogare Morgana. Controllò al suo interno, ma non sembrava mancare nulla. La richiuse con l'apposita chiave che mise in tasca e si guardò intorno, pensando che forse qualcuno era entrato nelle sue stanze. Non trovando nulla fuori posto, lasciò i suoi alloggi e Merlino sospirò di sollievo. Uscì da sotto il letto e se ne andò anche lui per raggiungere Gwen. I due presero tutti i libri riguardanti ai fiori che Gaius aveva e si misero a cercare per identificarlo.
《Eccolo! Si chiama Belladonna》esclamò Merlino, osservando la raffigurazione di un petalo arancione identico a quello che aveva trovato.
Gwen si avvicinò a lui per leggere la descrizione del fiore.
《Per alleviare piaghe, allergie, infiammazioni muscolari... Non c'è speranza, Merlino!》.
《Aspetta, ascolta! In alcune circostanze una tintura di questo fiore provoca allucinazioni》la fermò il ragazzo.
《Quindi?》domandò lei, non seguendo i pensieri che Merlino stava formulando nella sua testa.
In quel momento capì i racconti delle tre donne di Aridian. Rise amaramente e scosse la testa, incolpandosi mentalmente per non esserci arrivato prima.
《Le testimoni di Aridian non vedevano la magia, ma delle visioni》confessò.
《Avrebbe senso, sta falsificando le prove, ma come lo dimostriamo?》affermò Gwen.
《È troppo furbo per dare loro la tintura direttamente. Le testimoni devono averla avuta da qualcun altro》spiegò Merlino.
《Potrebbe essere chiunque》commentò la serva.
《C'è qualcosa che queste persone hanno in comune?》le chiese Merlino.
《Erano tutte donne》rispose lei.
《Questo non ci dice niente》ribatté il ragazzo.
《Sì, invece. Quali sono le cose che le donne comprerebbero? Quelle che le fanno apparire belle》ammise Ginevra con un sorriso, avvicinandosi alla porta d'ingresso per lasciare lo studio.
Merlino aggrottò le sopracciglia, non capendo il suo ragionamento, ma decise di seguirla. I due si diressero di corsa verso la città bassa e Ginevra si avvicinò a una casa, bussando alla porta. Un uomo dai capelli ricci e brizzolati e la barba bianca aprì loro la porta e li fece entrare.
《Vendete tintura di Belladonna?》gli chiese Ginevra, mentre si dirigevano in una stanza dove l'uomo teneva tutti i suoi prodotti di bellezza.
《Credo di averne un po' da qualche parte》rispose lui, posizionando la candela sul tavolo per prendere una boccetta di liquido trasparente dalla mensola e consegnargliela.
《Dove lo avete preso?》domandò Merlino.
《Dai miei soliti fornitori》rispose lui, apparentemente tranquillo.
《Sicuro? Non da qualcun altro?》insistette il servo.
《Sì, sono sicuro》affermò in tono irritato e guardandolo male.
《Se per voi è lo stesso, vorrei tornare a dormire》disse, improvvisamente agitato.
《È stato Aridian a darvi la Belladonna?》lo accusò Gwen.
《Non so di che cosa parli》farfugliò subito lui, allontanandosi da loro.
《Le testimoni di Aridian hanno avuto le visioni per la Belladonna contenuta in queste gocce. Se potessimo dimostrarlo, avremmo la possibilità di salvare Gaius》spiegò Merlino.
L'uomo rifletté per qualche secondo, alternando lo sguardo tra i due ragazzi, poi confessò.
《Lui... mi ha costretto a venderle. Ha detto che mi avrebbe ucciso, se l'avessi detto a qualcuno》.
Gwen e Merlino lo ringraziarono e lasciarono subito l'abitazione per tornare allo studio. Se volevano salvare Gaius, dovevano sbrigarsi perché all'alba ci sarebbe stata l'esecuzione e non mancava molto al sorgere del sole.
《Abbiamo quello che ci serve》disse Merlino, prendendo i petali arancioni, il libro con la descrizione del fiore e la boccetta che gli aveva dato l'uomo.
《Ma basterà?》gli chiese Gwen.
《C'è un testimone, basterà sicuramente》le fece notare lui.
《È la nostra parola contro quella di Aridian》ribatté la ragazza.
《Gwen, non abbiamo altra scelta! Gaius morirà domani all'alba》insistette il servo.
《Merlino, devi dare a Uther qualcosa di incontestabile e che neanche Aridian possa confutare》gli spiegò lei.
Merlino ci pensò un attimo e gli venne in mente un'idea. Posizionò tutto l'occorrente sul tavolo e lasciò di corsa la stanza per tornare negli alloggi di Aridian. Facendo attenzione a non farsi scoprire dal cacciatore di streghe che stava dormendo tranquillamente nel suo letto, si avvicinò all'armadio dove aveva trovato i petali di Belladonna e sussurrò un incantesimo che avrebbe incastrato Aridian una volta per tutte. Se per accusare Gaius aveva usato un amuleto che aveva nascosto nelle sue stanze, Merlino avrebbe usato lo stesso trucchetto con lui. In punta di piedi lasciò la stanza e ritornò da Gwen.
Il sole era appena sorto e Merlino doveva sbrigarsi. Le guardie prelevarono il medico dalla sua cella e lo condussero fuori dalle prigioni.
《Gaius ha già lasciato le segrete》lo informò Gwen, quando entrò nello studio.
《Allora... devo ritardare l'esecuzione》propose lui.
《Come?》gli chiese Ginevra.
《Artù! Parlerò con lui》rispose Merlino, ma lei gli si parò davanti.
《No, Artù lascialo a me》disse ed entrambi lasciarono la stanza.
Si diressero nel cortile centrale dove la folla era riunita per assistere all'esecuzione di Gaius. Il re non ce la faceva ad assistere con i propri occhi alla morte del suo migliore amico e lasciò il balcone prima ancora che Aridian scortasse con la forza il medico verso il patibolo. Gwen e Merlino si fecero spazio tra le persone e la ragazza si avvicinò al principe, intimandogli di fermare Aridian che stava legando i polsi di Gaius intorno al palo di legno. Artù disse che non poteva fare niente, ma Ginevra gli ricordò che la stessa cosa era successa con suo padre e non doveva ricapitare l'errore di lasciare morire un innocente. Artù rimuginò sulle sue parole, mentre Aridian prese una torcia e la indirizzò verso la legna posizionata intorno al patibolo.
《Aspetta!》esclamò Artù e Aridian si fermò.
Con l'aiuto del principe Merlino riuscì a ottenere una convocazione con il re per dimostrare l'innocenza del medico.
《Sire, ciò che hanno visto le testimoni erano allucinazioni indotte dalla Belladonna che c'è in queste gocce》disse, avvicinandosi al sovrano per consegnargli la boccetta.
Rivolse lo sguardo alla sua destra dove c'era Morgana che gli sorrideva.
《Avete comprato della Belladonna da quest'uomo?》domandò Uther, rivolgendosi alle tre testimoni di Aridian e indicando loro il mercante che Merlino e Gwen avevano interrogato qualche ora prima.
Le tre donne si voltarono verso l'uomo, osservandolo per qualche secondo poi annuirono con la testa.
《Tu dove l'hai presa?》chiese al mercante, il quale si guardò intorno per paura che qualcuno potesse attentare alla sua vita.
Il re lo tranquillizzò, incitandolo a parlare senza paura. Dopo qualche secondo di silenzio confessò.
《Il cacciatore di streghe. È stato lui a darmela》.
《Ti ha detto a che serviva?》domandò nuovamente.
《No. Mi ha detto che se non l'avessi venduta, sarei finito sul rogo》ammise lui.
《In che modo rispondi a queste accuse?》chiese Uther, rivolgendosi ad Aridian.
《Sono assurde. Il ragazzo ha ordito questa trama nella speranza di salvare il suo maestro》rispose lui, visibilmente tranquillo e sicuro di sé.
《Padre, sistemiamo questa faccenda. Se quello che dice Merlino è falso, ne pagherà tutte le conseguenze, ma se c'è del vero in questa storia...》intervenne Artù, avvicinandosi a Merlino e scambiandosi un sorriso con Ginevra alle loro spalle.
《Non ho niente da nascondere》rispose Aridian.
Merlino sorrise di nascosto perché sapeva che Aridian presto sarebbe stato sgamato e Gaius sarebbe stato finalmente libero dalle sue accuse. Artù, Uther, Morgana, Merlino e Aridian si diressero nelle stanze di quest'ultimo, le quali furono perquisite dalle guardie reali. Artù intimò a un cavaliere di controllare dentro l'armadio e quando l'uomo aprì l'anta, una moltitudine di amuleti caddero sul pavimento. Inoltre dentro l'armadio c'erano file di boccette di Belladonna.
《Questi oggetti non appartengono a me!》esclamò Aridian.
《Questo è un trucco, quel ragazzo sta tramando contro di me》sbraitò, puntandogli il dito contro.
Artù, non credendogli minimamente, estrasse la sua spada e suo padre lo imitò. Subito Aridian prese una lama posta sul tavolo e prese per il braccio Morgana, trascinandola con sé. Il re si avvicinò di qualche passo verso di loro, ma dovette fermarsi per paura che l'uomo facesse del male alla ragazza.
《Aridian, rifletti su ciò che stai facendo. Non riuscirai mai ad uscire da Camelot vivo》lo minacciò, ma Aridian puntò la lama alla gola di Morgana.
《Ci riuscirò se tenete alla vita di Morgana, anche se la persona a cui vostra figlia è più legata è quel ragazzo》ammise, indicando con un cenno del capo il servo dietro di loro.
A quella rivelazione Morgana sgranò gli occhi e Uther la fissò sconvolto. Mai avrebbe immaginato che sua figlia si innamorasse di un servo come Merlino, non sapeva neanche se credere ad Aridian.
《Cosa?!》farfugliò.
《Ah, non lo sapevate? Vostra figlia, la principessa di Camelot, ha una relazione segreta con un umile servitore》ripeté e Uther si voltò per un secondo verso Merlino per poi riportare l'attenzione al cacciatore di streghe.
《Come faccio a crederti, se finora mi hai solo mentito?》domandò a quest'ultimo.
《Chiedeteglielo a lei》rispose lui, indietreggiando lentamente di qualche passo.
《Mi dispiace, padre...》ammise Morgana con le lacrime agli occhi.
Merlino non poteva lasciare che Aridian facesse del male alla sua amata e senza farsi vedere, usò la sua magia per scaldare il pugnale che Aridian puntava alla gola di Morgana. L'uomo, sentendosi la pelle bruciare, lagnò dal dolore e allontanò l'arma da Morgana, la quale scappò via da lui e si posizionò dietro suo padre e suo fratello.
Aridian indietreggiò e inciampò contro un baule di legno. Cadde all'indietro, sbattendo contro la vetrata alle sue spalle e frantumandola in mille pezzi. Precipitò nel vuoto, urlando a squarciagola fino a quando non atterrò sul terreno duro, provocando un forte tonfo che si udì fino al secondo piano dal quale era caduto, dove Artù e Uther guardavano il suo corpo ormai senza vita.
《Stai bene?》chiese Merlino a Morgana, prendendole il viso tra le sue mani e incurante della presenza del re di fronte a loro.
《Sì, grazie per avermi salvata》rispose lei e Merlino sospirò di sollievo, abbracciandola.
Artù e Uther si volsero indietro e videro Morgana tra le braccia di Merlino.
《Allora è vero》constatò il re, osservandoli interdetto.
Morgana si staccò dall'abbraccio di Merlino e vide gli occhi di suo padre diventare rabbiosi.
《Tu! Come osi toccare mia figlia?!》sbraitò quest'ultimo, avvicinandosi pericolosamente a Merlino, ma Morgana avanzò di qualche passo per frapporsi a lui.
《No, padre, ti prego! Non farlo!》lo implorò.
《Non posso permettere che tu continui a vederlo. Io non ti lascerò mai nelle mani di un inutile servo, ti meriti molto di più》controbatté Uther.
《Se veramente volessi molto di più da Merlino, di certo non starei con lui! Perché credi che abbia rifiutato tutte le richieste di corteggiamento che ricevo ogni giorno dai tuoi pretendenti? Perché io non voglio sposarmi con un uomo che non amo. Io amo solo Merlino》spiegò Morgana.
《L'amore è un lusso che i reali non possono permettersi. Saresti il disonore di tutta la famiglia》ribatté il padre.
《Non mi importa niente dell'onore. Preferisco morire che sposarmi con un uomo che non sia Merlino》rispose Morgana.
Il servo rimase sorpreso dalla sua rivelazione, mai si sarebbe aspettato che Morgana volesse sposarsi solo con lui. Non avevano mai parlato di matrimonio e di progettare un futuro insieme perché sapevano che finché il re era vivo tutto ciò non sarebbe mai accaduto, ma in quel momento capì che Morgana era determinata a tutto pur di non rinunciare a lui e all'amore che provava per lui.
《Padre, Morgana ha ragione. Deve stare con l'uomo che ama》intervenne Artù e suo padre si voltò a guardarlo con espressione stranita.
Gli ci vollero pochi secondi per intuire che il principe era a conoscenza della storia tra Morgana e Merlino e non riusciva a crederci che non gli avesse detto niente.
《T-tu lo sapevi? Perché non mi hai mai detto niente, Artù?》domandò.
《Perché ho visto come Morgana è felice da quando sta con Merlino. Credimi, padre, lui è molto meglio di qualsiasi pretendente tu possa mai trovare per lei》rispose il figlio.
《Se vuoi punirmi per questo, fallo, ma risparmia Merlino》disse Morgana, guardandolo negli occhi.
《Guardie, arrestatelo!》ordinò il re e le sentinelle presero il servo per le braccia.
《Non ti permetterò di fargli del male!》lo minacciò la principessa.
Già una volta era stata costretta a lasciarlo per paura che il padre li scoprisse, ma ora che lo aveva appena ritrovato non aveva intenzione di rinunciare a lui. Non riusciva a sopportare di non vederlo più e stare lontana da lui. Era stato un periodo tremendo quando aveva lasciato Merlino dopo la morte di Tom e l'aveva quasi fatta andare fuori di senno se non avesse deciso di riprovarci con lui.
《Lui non ha nessun diritto a essere il tuo compagno. Tu devi sposare un uomo di sangue nobile e reale, non un ciarlatano da quattro soldi. Merlino deve andarsene da Camelot》insistette Uther.
《Non te lo lascerò fare! Merlino mi ha sempre salvato la vita da quando è il mio servitore e senza di lui, io ora non sarei qui》intervenne Artù in difesa della sorella.
Uther non riusciva a credere che entrambi i suoi figli gli stavano disobbedendo solo per proteggere Merlino. A Morgana venne in mente un'idea per convincere il padre a non esiliare il suo compagno.
《Se non lo caccerai da Camelot, ti prometto che non lo vedrò mai più. Sono disposta anche a stargli lontana, ma ti prego, lascialo andare》disse.
Il re ci pensò per qualche secondo e alla fine acconsentì. Non poteva esiliare Merlino, altrimenti il popolo avrebbe saputo della sua storia con Morgana. Scelse di risparmiarlo, ma una condizione.
《Lasciatelo!》ordinò alle guardie e loro obbedirono.
《Merlino continuerà a frequentare il castello e a essere al servizio di Artù, ma questa storia tra te e lui deve finire. Se dovessi scoprire che continuate a vedervi, non avrò pietà per lui e verrà subito condannato. Chiaro?》spiegò e Morgana annuì.
Alcune ore dopo...
Gaius fu rilasciato e poté tornare nello studio. Il re gli fece visita per scusarsi di tutto quello che aveva sofferto a causa di Aridian, ma Gaius gli fece notare di non aver sofferto per mano di Aridian, ma per mano sua. Lo accusò di vedere nemici nelle persone che come lui lo servivano fedelmente e lo proteggevano e amici in coloro che si avvicinavano a lui solo per ucciderlo e prendere possesso del regno. Lui non era stato il primo a essere stato accusato ingiustamente e Uther rammentò l'errore che aveva commesso con Tom, il padre di Gwen. Gaius era stato fortunato a essere ancora vivo per merito di Merlino, ma se non ci fosse stato lui ora Uther avrebbe commesso lo stesso identico errore di qualche mese fa. Gli assicurò che avrebbe fatto di tutto per fare in modo che non sarebbe più ricapitato, ma Gaius era ancora deluso e arrabbiato con lui. Scese la notte nel regno e fu ora di cena.
《Come facevi a sapere che nascondeva le prove nella sua stanza?》chiese Gaius a Merlino, mentre gli consegnava la cena e si sedette a tavola.
《Solo un'intuizione》rispose quest'ultimo e Gaius lo guardò male.
Merlino capì subito perché lo stava fissando in quel modo. L'ultima volta che si erano visti Gaius gli aveva chiaramente espresso di non intervenire per paura che lui finisse nei guai, ma ovviamente Merlino gli aveva disobbedito e aveva fatto di testa sua.
《D'accordo, Gaius, ho capito. Prometto di non salvarvi più la vita》disse in tono serio.
《Promesso?》gli chiese il medico.
《Sì, assolutamente》affermò, guardandosi seriamente negli occhi, ma pochi secondi dopo si sorrisero e scoppiarono a ridere.
Erano felici che tutto finalmente fosse tornato a posto perché pensavano che non avrebbero più parlato e riso durante la cena come facevano sempre.
《Morgana mi ha chiesto di darti questo》disse Gaius, porgendogli una lettera.
Il ragazzo la prese e la osservò a lungo, non sapendo minimamente cosa aspettarsi dentro quella busta. La poggiò sul tavolo e i due iniziarono a mangiare. Dopo cena Merlino si ritirò nella sua stanza, pronto per leggere la lettera. Si sedette sul suo letto e aprì la busta. Estrasse il foglio e iniziò a leggerlo.
Caro Merlino,
so che avevo promesso a mio padre che non ci saremmo più rivisti, ma non è mia intenzione rispettare la promessa.
Ero consapevole fin dal primo giorno che ti ho visto che la nostra storia sarebbe stata un ostacolo per mio padre e ogni singolo momento ho pensato a quello che ci avrebbe potuto fare se l'avesse scoperto.
So che quello che c'è tra di noi non dovrebbe esistere, eppure è così. Noi ci amiamo e questa è una cosa che né mio padre né tantomeno l'universo potrà mai cancellare. Quando gli ho detto che avrei preferito morire piuttosto che sposare un uomo che non sia tu, non mentivo.
Io ti amo, Merlino, e se un giorno il fato ci concederà l'opportunità di vivere la nostra relazione alla luce del sole, io non la sprecherò perché tu sei e sarai sempre l'unico uomo che abbia mai amato.
Nessuno potrà dividerci, ricordalo.
La tua compagna per l'eternità, Morgana.
Merlino staccò gli occhi dal foglio, commosso dalle parole di Morgana. Pensava di leggere che lo avrebbe lasciato e sinceramente non si sentiva pronto a soffrire di nuovo quell'allontanamento forzato a cui era stato costretto a vivere, quando Morgana l'aveva lasciato per la prima volta.
Volse lo sguardo verso la finestra chiusa della sua stanza e pensò di mandare un messaggio a Morgana. Chiuse la lettera e si alzò dal letto per avvicinarsi alla finestra, aprendola. Avvicinò le mani tra di esse e le chiuse l'una sopra l'altra. Pronunciò un incantesimo e aprì le mani. Una farfalla dalle ali celesti sbucò dalle sue mani e volò intorno a lui. Lo sbattere delle sue ali liberò una polverina celeste che si disperdeva nell'aria.
Lanciò un'occhiata verso il castello e cercò la finestra della camera di Morgana. La trovò aperta e vide la principessa, intenta a osservare il regno. Quest'ultima non si accorse che Merlino la stava guardando di nascosto perché era pensierosa. Non riusciva a dormire dopo tutto quello che era successo quel giorno e pensò che forse guardare le minuscole case di Camelot, la luna alta nel cielo e le montagne che si ergevano in lontananza potesse aiutarla a prendere sonno.
《Vai da Morgana》sussurrò Merlino alla farfalla, la quale obbedì.
L'insetto volò verso la principessa, la quale inizialmente sussultò nel vederlo all'improvviso. Lo guardò a lungo, meravigliata dal colore incantevole delle sue ali e dalla polverina brillantinata che produceva, mentre volava. Avvicinò un dito verso la farfalla, la quale si posò sul suo indice. Ti amo, sentì una voce nella sua testa e si guardò intorno. Incrociò lo sguardo di Merlino e i due si sorrisero.
Morgana avrebbe voluto rispondere con un "Anche io", ma i suoi poteri erano ancora troppo deboli e lei non ne aveva il controllo. Merlino però intuì da quel sorriso la sua risposta e le parlò, usando la telepatia. So già cosa vuoi dirmi, non preoccuparti. Morgana sorrise nuovamente e la farfalla si staccò dal suo dito e volò verso il cielo scuro. I due si scambiarono un ultimo sguardo poi Morgana fu la prima a chiudere la finestra e a tornare a dormire.
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