XXXVII

In questo capitolo sono presenti scene sessuali esplicite, contrassegnate all'inizio e alla fine da una riga in grassetto con questo simbolo ☆
Se siete sensibili e non volete leggere tali tematiche, scorrete avanti.
Buona lettura!

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Merlino era nella foresta antecedente al regno per raccogliere della legna. Quella mattina era stato incaricato insieme ad altri servi di andare nel bosco e tagliare alcuni alberi per rifornirsi di legno dato che le scorte erano finite. Mentre portava tra le mani dei pezzi di legno appena tagliati, questi gli scivolarono ai suoi piedi e lui sbuffò di frustrazione. Era esausto e decise di riposarsi un attimo. Gettò il resto della legna che aveva in mano sul terreno e si sedette sul tronco di un vecchio albero caduto. Sospirò per la stanchezza e alzò lo sguardo verso il sole sopra la sua testa, coperto dalle nuvole. Si guardò intorno e si mise a osservare il panorama davanti a sé. Dalla foresta, dalla quale era appena uscito, emerse una nube vaporosa che si innalzava sempre di più fino a confondersi con l'atmosfera e in lontananza si ergeva il regno di Camelot. Senza badare a quello che stava facendo, Merlino indirizzò la mano verso la nuvola di fumo e pronunciando un incantesimo, ne cambiò la forma in un cavallo che camminava. Sorrise orgoglioso della sua opera d'arte e la osservò per qualche istante prima che la magia la facesse tornare allo stato originario.

Non capiva cosa Uther ci trovasse di così pericoloso nelle persone dotate di poteri. Non metteva in dubbio che c'erano stregoni che usavano il proprio dono per avidità e maligna, ma non tutti erano così e lui ne era la prova indiscutibile. Uther riteneva la magia un peccato, ma come poteva esserlo se dava l'occasione di essere speciali e di rendere il mondo più equo e giusto? Si riprese dai suoi pensieri e si rialzò per raccogliere la legna che aveva depositato sul terreno. Una mano si posò bruscamente sulla sua spalla e lui si girò indietro, sussultando per lo spavento.

《Hai visto il fumo?》gli chiese una donna dai capelli castani raccolti in una crocchia e gli occhi azzurri, la quale gli indicava con lo sguardo la nube densa.

《No, non ho visto niente》rispose lui.

《Come no?! Sei cieco?! Era magia, te lo dico io》ribatté la donna e Merlino impallidì all'istante.

《Secondo me c'è uno stregone. Devo dirlo subito al re!》proseguì, allontanandosi di corsa da lui.

《No, aspetta!》le intimò il servo, ma la donna lo ignorò, addentrandosi nella foresta per raggiungere Camelot.

Era nei guai fino al collo e già stava iniziando a immaginarsi i peggiori scenari della sua morte. Cosa gli avrebbe fatto Uther? Artù e Gaius lo avrebbero difeso? E Morgana? Si erano promessi di proteggersi a vicenda e sapeva bene quanto lei aveva paura di suo padre se quest'ultimo avesse scoperto il suo segreto. Cercò di inseguire la donna per evitare che parlasse con il re, ma quando raggiunse la sala del trono era troppo tardi. La donna era davanti alla famiglia reale e stava raccontando l'accaduto a tutti i presenti.

《Era stregoneria quella che hai visto?》domandò il re.

《Sì, Sire, lo giuro》affermò lei.

Gaius si voltò verso il suo allievo e dal suo sguardo colpevole capì che lui centrava qualcosa nei fatti che stava raccontando la donna. La voglia di sgridarlo per la sua impulsività era fortissima in quel momento, ma doveva trattenersi dato che si trovavano in un luogo pubblico.

《Forse gli occhi ti hanno ingannata, forse era solo un gioco di luce》intervenne Artù.

《Il fumo era vivo, ve lo ripeto. Ho temuto per la mia vita》insistette lei.

《Grazie per aver raccontato l'accaduto. La tua lealtà verrà ricompensata》disse Uther e la testimone lo ringraziò.

Si congedò e lasciò la sala, accompagnata da un giovane cavaliere.

《Non può continuare così!》sospirò il re.

《Darò la caccia ai responsabili, padre. Ti prometto che non fuggiranno》disse Artù in tono convinto.

《No, qui sono necessari metodi più forti. Voglio il cacciatore di streghe》ordinò il sovrano.

Al solo udire quel nome, Morgana si sentì gelare il sangue nelle vene. Era visibilmente terrorizzata all'idea che il suo segreto potesse venire a galla e cercò subito con lo sguardo Merlino, il quale intravide benissimo il suo stato d'animo. Si sentiva in colpa per quello che stava succedendo perché se non avesse usato la magia, i due ora non sarebbero lì a rimuginare su cosa Uther li avrebbe fatto passare.

《Sire, è proprio necessario ricorrere a tali misure?》domandò Gaius, avanzando di qualche passo.

《Il cacciatore di streghe è un alleato fidato e il suo aiuto sarà prezioso》spiegò il re e Gaius non poté far altro che annuire impotente.

Tutti i presenti poterono ritirarsi e prima ancora che Merlino potesse varcare la soglia dello studio, Gaius lo stava già rimproverando. Era sicuro che lui non vedesse l'ora di sgridarlo per la sua impudenza e per quella volta se l'era proprio cercata.

《Quante volte, Merlino, dovrò ripeterti prima che ti entri in quella zucca che la magia è un segreto che devi mantenere a costo della vita?! Ma cosa stavi pensando?!》sbraitò, mentre lui chiudeva la porta e lo seguì.

《Io... non pensavo》borbottò, sospirando.

《Beh... pensa, Merlino!》lo rimproverò duramente.

《Mi stavo solo divertendo un po'》si difese il ragazzo.

《Quella era magia ed è stata vista》gli rammentò l'anziano.

《Sì, avete ragione》confermò lui, adagiandosi sul tavolo.

《Nascondi il libro e tutto quello che può collegarti alla stregoneria》gli ordinò Gaius.

《Chi è il cacciatore di streghe?》chiese lui.

《Conosco quell'uomo. A molti è noto con questo nome, invece io lo conosco come Aridian ed è una forza da tenere in considerazione》spiegò lui.

《Ma non sono una strega. Guardate, non ho il vestito da strega》commentò sarcastico Merlino e Gaius lo squadrò dal basso verso l'alto impassibile.

Il ragazzo smise subito di ridere, avendo colto la serietà nei suoi occhi e si allontanò da lui per dirigersi in camera sua e prendere il libro di magia.

Al calare della notte...

Un carro con un'inquietante e grossa gabbia, trainata da un cavallo varcò l'entrata del regno fino a fermarsi alla gradinata del palazzo. L'uomo che teneva le redini dell'animale scese e ordinò alle sentinelle di turno di informare il re del suo arrivo. Mentre attendeva il permesso di poter parlare con il sovrano, Gwen e Morgana osservarono il misterioso personaggio dalla finestra della camera di quest'ultima.

《È lui?》chiese la serva e Morgana annuì.

《A che serve la gabbia?》domandò nuovamente.

Un brivido di paura percorse la schiena di Morgana, la quale tremò. Era un fascio di nervi da quella mattina e vedere quell'uomo biondo, avvolto nel suo mantello nero, non la aiutava a tranquillizzarsi.

《Mi sento male solo a pensarci》ammise, scuotendo la testa.

L'uomo capì di essere osservato e voltò il capo verso di loro, le quali sussultarono subito per la paura, soprattutto Morgana. Fortunatamente aveva appena finito di cenare con Artù e suo padre, quando il cacciatore di streghe era arrivato. Nonostante ciò l'idea di vedere quell'uomo aggirarsi nel castello la terrorizzava e non voleva dormire da sola quella notte.

Approfittando del fatto che i corridoi erano deserti perché a quell'ora della notte tutti dormivano e che Uther e Artù erano impegnati a parlare con il nuovo arrivato, Morgana lasciò le sue stanze per raggiungere lo studio di Gaius. Voleva stare con Merlino perché solo con lui affianco poteva riposare serenamente. Aprì leggermente la porta d'ingresso e si accorse che la stanza era ancora illuminata dalle varie candele sparse in giro. Merlino e Gaius erano sul punto di andare a dormire, ma non si aspettavano la visita improvvisa della principessa in camicia da notte.

《Morgana, cosa ci fate qui?》domandò il vecchio medico.

《Vi prego, posso restare qui e dormire con Merlino. Solo per stanotte. Ho troppa paura e non riesco a dormire da sola, sapendo che quell'uomo si aggira per il castello》lo pregò la ragazza.

Gaius lanciò un'occhiata incerta verso Merlino, il quale non osò dire una parola, soffermandosi solo a guardarlo impassibile. Riportò la sua attenzione a Morgana e notando la disperazione nei suoi occhi, decise di acconsentire. I due si diressero nella stanza di lui e Merlino fece accomodare Morgana nel letto, mentre chiudeva la porta. Si avvicinò a lei e notò la sua espressione triste.

《Stai bene?》le chiese e lei scosse debolmente la testa, chinando il capo per non incrociare il suo sguardo.

Merlino le prese il viso tra le mani e la costrinse ad alzarlo per guardarlo dritto negli occhi.

《Se mio padre scopre che possiedo la magia, io verrò giustiziata》confessò Morgana.

《Non succederà! Ti proteggerò a qualunque costo!》la tranquillizzò Merlino.

Lei accennò un sorriso e posò la testa sul petto di lui, il quale le accarezzò i capelli mossi e sciolti e la baciò dolcemente sul capo.

《Prendo una coperta e dormo per terra》le sussurrò Merlino e lei si allontanò bruscamente da lui.

《Cosa? Perché? Possiamo dormire sul tuo letto, l'abbiamo già fatto》gli fece notare.

Merlino scosse la testa perché sapeva che non era una buona idea dormire insieme. Insomma, erano soli e nessuno poteva disturbarli. Erano fin troppo chiari i pensieri che si stava facendo in quel momento.

《Ehm... non credo...》balbettò, chinando il capo, imbarazzato.

Morgana capì subito cosa intendesse dire Merlino perché anche lei sapeva benissimo cosa sarebbe successo sotto quelle lenzuola, ma era abbastanza convinta che per una notte avrebbero tenuto le mani apposto.

《Io credo che invece possiamo》insistette.

《Okay》acconsentì Merlino infine.

Il ragazzo soffiò sulla fiamma della candela sopra al comodino per spegnerla e nella stanza calò il buio. Morgana si distese sul letto, mentre Merlino prendeva il suo pigiama e si girava di spalle per non farsi vedere nudo davanti a lei. Morgana non seppe resistere alla tentazione e voltò il capo verso di lui, osservando il suo sedere, mentre si metteva i pantaloni del pigiama. Si morse il labbro inferiore e si maledì mentalmente di avere così poco autocontrollo, quando era da sola con lui. Merlino si mise la maglia e si girò, avvicinandosi al letto e infilandosi sotto le coperte. Entrambi erano a pancia in su e fissavano il soffitto pur di non guardarsi in faccia.

《Buonanotte》sussurrò Morgana.

《Buonanotte》ricambiò Merlino.

Rimasero in quella posizione per lunghi minuti, poi Morgana sospirò, sentendosi scomoda e si girò su un fianco. Merlino voltò il capo nella sua direzione e i due si guardarono negli occhi in silenzio.

《All'alba io me ne vado presto in modo che nessuno ci veda insieme》parlò Morgana per prima, torturando la federa bianca del cuscino.

《Va bene》rispose Merlino, girandosi anche lui su un fianco.

《Grazie per avermi fatto restare con te》proseguì la principessa e Merlino le sorrise.

Senza pensare, avvicinò la mano verso il viso di Morgana e le scostò i capelli, sistemandoli dietro il suo orecchio. Quest'ultima prese quel leggero contatto tra di loro come un invito a buttarsi senza badare alle conseguenze e così si avvicinò alle labbra di Merlino, baciandole rapidamente.

Si erano convinti che non sarebbe successo niente tra loro e che avrebbero soltanto dormito, ma l'attrazione fisica che provavano l'uno per l'altra era troppa da ignorare. Il ragazzo inclinò leggermente indietro il capo, sorpreso da quel gesto e Morgana lo guardò negli occhi per valutare le sue reazioni. Si leccò le labbra e lo sguardo di Merlino cadde proprio sulla sua bocca. Si avvicinò anche lui e la baciò. Le loro bocche si schiusero subito e Morgana gemette di piacere. Merlino la zittì, mordendole leggermente il labbro superiore e si staccarono per riprendere fiato.

Il ragazzo poggiò la sua mano sulla guancia di lei e con il pollice percorse il suo labbro inferiore. La baciò nuovamente e Morgana si avvicinò di più a lui per non staccarsi dalla sua bocca. Le sue mani si diressero all'orlo della maglia di lui e la sollevò per levargliela. Merlino alzò le braccia verso l'alto per aiutarla e si mise sopra di lei, mentre quest'ultima lanciava la maglia ai piedi del letto. Gli prese il viso tra le mani e ricominciarono a baciarsi con passione. Morgana poté sentire chiaramente l'erezione di Merlino sopra il suo inguine e si sollevò dal materasso per salire sopra di lui. Merlino scostò il cuscino sotto la sua testa, trovandolo scomodo e lo gettò sul pavimento. Poggiò le mani sui fianchi di lei, la quale iniziò a muovere il bacino contro il suo membro, sentendolo indurirsi sempre di più.

Era passato un mese e mezzo dall'ultima volta che avevano fatto sesso e dopo tutto quello che era passato tra di loro nell'ultimo mese erano sorpresi di essere riusciti a resistere così tanto senza andare oltre a qualche bacio. Merlino mugolò e Morgana poggiò una mano sul suo petto, staccandosi dalle sue labbra. Continuò a muovere i fianchi e si apprestò a togliersi la camicia da notte, quando la voce di Gaius, dall'altra parte della stanza, li interruppero.

《Ragazzi, vorrei dormire se non vi dispiace》.

《Oh, dai!》sbuffò Merlino frustato e a Morgana scappò una risata, divertita dalla situazione.

《Meglio andare a dormire》disse, scendendo da sopra di lui e il servo gettò la testa indietro, chiaramente contrariato.

I due ritornarono alle posizioni iniziali, distesi su un fianco e si addormentarono.

Quando Merlino si svegliò, Morgana non era affianco a lui. La ragazza, infatti, aveva lasciato il letto prima ancora che il sole sorgesse e si era diretta nelle sue stanze per farsi un bagno e cambiarsi l'abito.

Merlino si alzò, raccolse la sua maglia del pigiama e il cuscino, abbandonati sul pavimento e si vestì, mettendosi una maglia blu e dei pantaloni scuri. Indossò una bandana rossa bordeaux e la giacca marrone e scese i gradini per raggiungere Gaius. I due fecero colazione in silenzio e poi lasciarono lo studio perché il medico aveva dei pazienti da visitare. Mentre camminavano tra le stradine affollate del regno, una voce maschile chiamò l'anziano medico per nome, il quale si voltò indietro.

《Gaius, vero? Non dimentico mai un viso》disse, avvicinandosi a loro.

《Neanche io, Aridian》affermò Gaius.

Sperava di non incontrarlo per tenerlo il più lontano possibile da Merlino, ma la fortuna non era dalla sua parte.

《Sei un medico adesso, giusto? Hai sempre avuto sete di conoscenza》proseguì l'uomo.

《Conoscenza scientifica》puntualizzò Gaius.

Merlino osservò il presunto cacciatore di streghe e sentì dei brividi di paura attraversargli la schiena. Non si sentiva a suo agio con lui ed era più terrorizzato che mai dato che era colpa sua se il re aveva mandato a chiamare il cacciatore di streghe per stanare il possibile stregone che si nascondeva a Camelot. Aridian voltò lo sguardo verso di lui e Gaius scambiò una rapida occhiata con il suo allievo.

《Il mio assistente Merlino》disse e Aridian iniziò a scrutarlo attentamente.

《Spero che le tue ricerche siano produttive, Aridian. Dovrai scusarci, ma abbiamo del lavoro da fare》inventò Gaius, cercando di filarsela.

《Naturalmente. Merlino, avrei delle domande alle quali vorrei che rispondessi. Fatti trovare nelle mie stanze fra un'ora》disse il cacciatore di streghe in tono autoritario e il ragazzo annuì con un cenno del capo, non trovando la voce per parlare.

Doveva restare calmo e non destare sospetti. Era di fondamentale importanza che non commettesse errori per proteggere sé stesso e Morgana. Sperava solo che il cacciatore di streghe non avesse già intuito qualcosa sul suo coinvolgimento. Esattamente un'ora dopo Merlino si diresse nelle stanze degli ospiti, occupate da Aridian. Quest'ultimo lo fece accomodare su una sedia e i due si sedettero uno di fronte all'altro.

《Sei consapevole che è stata praticata la stregoneria nelle vicinanze di Camelot?》domandò Aridian al servo, mentre scriveva qualcosa sui fogli che aveva sotto agli occhi.

《Sì... insomma... così pare》farfugliò quest'ultimo, rigido e nervoso.

《No, non si può negare, c'era un testimone》gli fece notare l'uomo, mentre posizionava la piuma d'oca da scrivere dentro un teschio, riempito di inchiostro nero.

Quel teschio era inquietante e ciò non fece altro che intimorire il giovane mago più di quanto non lo fosse già, quando era entrato nella stanza.

《Sì, lo so》confermò.

《Sapevi anche che la donna ha nominato te come testimone?》proseguì l'uomo.

Merlino aggrottò le sopracciglia e Aridian alzò lo sguardo verso di lui e notando la sua confusione, decise di spiegarsi meglio.

《Ho già parlato con lei, ne era sicurissima》.

《Ma non sono un testimone》ribatté il servo, scuotendo la testa.

《Oh, scusa, forse ho capito male. Non eri forse presente, quando si è palesata la magia? Devi aver visto il cavallo apparso in mezzo al fumo》controbatté Aridian.

《No, io... io ho visto il fumo, ma era solo fumo e basta. Non ho visto altro》rispose il ragazzo.

《La donna mente, quindi?》gli chiese il suo interlocutore.

《Non ho detto questo, ho detto solo che non ho visto il cavallo》precisò lui.

《Come è possibile che una persona veda una cosa e l'altra no?》meditò Aridian.

《Non so spiegarlo》ammise Merlino.

《Anche io sono a corto di spiegazioni. A meno che non abbia fatto tu quella magia》lo accusò, unendo le mani tra di loro e fissandolo intensamente.

《No, io no》ribatté subito Merlino.

Si sorprese della sua capacità di mantenersi sicuro e lucido di fronte a quella constatazione. Se ci fosse stata Morgana al suo posto, era sicuro che lei sarebbe andata subito nel panico, rivelando così solo con un semplice sguardo che nascondeva un segreto.

《Puoi provare il contrario?》domandò Aridian e Merlino scosse la testa.

《È tutto per il momento》concluse l'uomo e il servo si alzò dalla sedia per andarsene.

Alcune ore dopo...

Merlino e Gaius si trovavano nella sala del trono, convocati dal re per sapere dei nuovi progressi di Aridian. Quest'ultimo aveva portato al cospetto della famiglia reale tre semplici donne che lavorano e servivano Camelot. Aridian incitò la prima donna a parlare, avvicinandosi a lei.

《Stavo... stavo prendendo l'acqua dal pozzo, Sire, quando ho visto dei terribili volti nell'acqua e sembravano persone annegate che gridavano...》confessò lei quasi in lacrime e Aridian le poggiò una mano sulla spalla per farla tacere.

Merlino non capì dove Aridian avesse trovato quelle donne che raccontavano quei avvenimenti. Lui non aveva mai fatto quelle magie, aveva solo trasformato il fumo nella sagoma di un cavallo, non aveva mai lanciato un incantesimo sull'acqua del pozzo per far apparire dei volti che spaventassero chiunque andava a rifornirsi d'acqua. Se qualcuno l'aveva fatto, beh, non era stato lui.

《Non ho fatto niente, credetemi》sussurrò a Gaius.

Aridian si avvicinò alla donna in centro e le intimò di raccontare cosa aveva visto.

《Ho visto un goblin che danzava sui carboni e in mezzo alle fiamme e ha parlato, Sire. Sono quasi morta dalla paura》.

《Come avete sentito l'incidente nel bosco è stato solo l'inizio》intervenne l'uomo, avvicinandosi alla terza testimone alla sua destra.

《C'era uno stregone nella piazza e delle creature gli spuntavano fuori dalla bocca》parlò quest'ultima.

《Creature, di che genere? Continua!》le chiese Aridian.

《Enormi e viscidi rospi. Erano verdi e grandi come il vostro pugno》rispose lei.

《Lo stregone si prende gioco di voi e anche in questo momento la magia si diffonde per Camelot》spiegò Aridian.

《Non riesco a crederci》commentò il re, stupito dalle testimonianze che aveva appena udito.

《Eppure è la verità, Mio Signore, ma per vostra fortuna ho utilizzato tutta la mia arte per risolvere la questione in fretta》ammise l'uomo.

《Hai un sospettato?》gli chiese Uther, alzandosi dal trono, sopra il quale era seduto.

《Certo, Mio Signore, e mi rammarica dirvi che è qui, in questa sala e in mezzo a noi》rispose lui.

Tutti i presenti si guardarono negli occhi e Merlino e Morgana si scambiarono uno sguardo d'intesa. Era la fine, uno di loro stava per essere sgamato e Morgana stava trattenendo il respiro nei polmoni per la paura. Chinò lo sguardo sul pavimento in attesa che il cacciatore di streghe facesse il suo nome. Sapeva che prima o poi suo padre l'avrebbe scoperta, ma non si era mai sentita pronta a quel momento.

《I miei metodi sono infallibili e le mie conclusioni incontestabili. I fatti incolpano una persona e una soltanto: il ragazzo, Merlino》annunciò Aridian alla sala, puntandogli il dito contro.

Morgana lasciò andare subito il fiato che aveva trattenuto e alzò lo sguardo in direzione di Merlino, il quale aveva tutti gli occhi dei presenti puntati addosso. Non aveva più scampo, era stato lui a usare la magia contro il fumo, era vero, ma di certo non era lo stregone colpevole dei fatti descritti dalle tre testimoni. Morgana non sapeva se essere felice perché il suo segreto era salvo o terribilmente preoccupata per Merlino, sapendo bene che Uther lo avrebbe fatto giustiziare. Era un servo ed era facile per lui essere accusato di stregoneria, anche se era innocente e purtroppo suo padre credeva alle bugie che gli venivano raccontate, troppo accecato dal suo odio per la magia per vedere la realtà con i suoi stessi occhi.

《Merlino? Aridian, parli sul serio?》intervenne Artù, alzando un sopraciglio, incredulo.

Il servo non sapeva se sentirsi offeso perché per lui era impossibile che il suo migliore amico fosse uno stregone o grato perché era troppo stupido per accorgersi della verità rivelataglieli, proprio come il padre. Non era l'unico a essere sconcertato dall'accusa di Aridian perché tutti quelli che lo conoscevano, tranne Morgana e Gaius, lo guardavano stranito.

《Non hai nessuna prova, Aridian. È oltraggioso》ribatté Gaius.

《La magia non può nascondersi a me e un'accurata ricerca nelle stanze del ragazzo ci fornirà le prove necessarie》spiegò Aridian.

《Merlino?》lo richiamò il re.

《Non ho nulla da nascondere》rispose lui.

《Molto bene. Guardie, prendete il ragazzo e che la ricerca abbia inizio》ordinò Uther, sedendosi sul suo trono.

Aridian sorrise sicuro di sé, mentre le guardie del re arrestavano Merlino e lo conducevano alle prigioni. Le stanze di Gaius furono messe sottosopra dai cavalieri di Camelot, carte e documenti svolazzarono per aria, vasi e recipienti frantumati in mille pezzi, sgabelli e tavoli rovesciati. Artù cercò di intervenire in difesa di Gaius, ma Aridian non volle ascoltare, intimando ai cavalieri di continuare le ricerche, distruggendo l'intero studio se necessario. Sir Leon fece cadere uno dei vasi posizionati su uno scaffale, rivelando un amuleto magico che consegnò subito ad Aridian. Gaius non sapeva che Merlino avesse un tale oggetto, non lo aveva mai visto, ma per difendere il suo allievo disse all'uomo che era suo.

Merlino venne rilasciato per mancanza di prove e al suo posto venne scortato Gaius, il quale gli intimò di non fare nulla di avventato e di non intervenire. Il ragazzo non capì cosa stesse succedendo, ma quando giunse allo studio rimase esterrefatto. Sembrava essere passato un tornado e tutto il lavoro di Gaius era andato in fumo a causa sua. Si avvicinò lentamente, stando attento a non calpestare libri e vetri rotti e raccolse un supporto per provette in legno con le fiale rotte e i liquidi mischiati. I suoi occhi erano lucidi ed era sul punto di piangere.

《Merlino!》lo chiamò Morgana alle sue spalle e lui si voltò.

Appena i loro occhi si incrociarono, Morgana corse da lui. Avvolse le braccia intorno al suo collo e Merlino la strinse forte a sé, respirando a pieni polmoni il suo profumo.

《Avevo paura di non rivederti più》sussurrò lei con voce rotta.

《Va tutto bene, sono qui》la tranquillizzò Merlino.

Posò le mani sui fianchi di Morgana, la quale si staccò lentamente da lui.

《È tutta colpa mia!》esclamò con le lacrime agli occhi, osservando la stanza sottosopra.

Morgana gli prese il volto tra le mani e lo costrinse a guardarlo dritta negli occhi.

《No, ascoltami! Non è colpa tua!》ribatté lei, ma Merlino scosse la testa.

《Se non avessi lanciato quella stupida magia, tutto questo non sarebbe mai successo》ammise.

《Non puoi darti la colpa per ogni cosa brutta che succede. Non abbiamo nulla di cui scusarci per quello che siamo, è colpa di mio padre e tutti coloro che disprezzano la magia se quelli come noi non sono accettati》gi intimò Morgana, fissandolo intensamente negli occhi e Merlino annuì debolmente.

《Ti aiuto a mettere in ordine》sussurrò infine Morgana, baciandolo sulla guancia.

Si misero al lavoro e all'ora di cena lo studio fu come nuovo. Gli scaffali e i tavoli furono rimessi al loro posto, libri e carte riordinati nella biblioteca di Gaius e i vasi distrutti furono sostituiti con dei nuovi.

《Non dovresti andare a cenare con tuo padre e Artù?》domandò Merlino a Morgana, mentre spazzava il pavimento con la scopa per togliere i residui di polvere.

《Dopo quello che hanno fatto a Gaius, non voglio neanche vederli. E poi so che ci sarà anche quel cacciatore di streghe con loro e preferisco stargli alla larga il più possibile》ribatté Morgana, inginocchiata sul pavimento per raccogliere gli ultimi cocchi di vetro rimasti.

Distratta dai suoi pensieri, Morgana si tagliò il palmo della mano e gemette dal dolore. Merlino le prese le mani tra le sue per controllare la ferita che fortunatamente era superficiale e si alzò da terra. Morgana lo imitò, mentre lui prendeva un panno pulito e bagnato per bloccare il sangue che usciva dalla lacerazione.

《Grazie》sussurrò Morgana, guardandolo in viso, ma lui tenne gli occhi fissi sulle loro mani.

Non le piaceva vederlo così triste e abbattuto perché sapeva quanto lui volesse bene a Gaius. Anche lei era legata al medico, gli era grata per tutto quello che aveva fatto per loro. Aveva protetto il segreto della loro magia e della loro relazione, pur sapendo che avrebbe rischiato la vita, essendo il loro complice e si era preso cura di loro come se fossero i suoi figli.

《Se stanotte vuoi stare da solo, io posso tornare nelle mie stanze》dichiarò, chinando lo sguardo.

《Non voglio stare da solo ora che non c'è Gaius, ho bisogno di averti al mio fianco》confessò Merlino, alzando lo sguardo su di lei e i due si guardarono intensamente negli occhi.

《Abbiamo entrambi bisogno l'uno dell'altra》affermò lei.

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Avvicinarono i loro visi fino a quando le loro fronti si appoggiarono l'una contro l'altra. Merlino si avventò sulle labbra di Morgana, la quale posò una mano dietro la sua nuca per non staccarsi da lui. Il ragazzo posizionò le mani sui fianchi di lei e insieme indietreggiarono fino a raggiungere la porta della stanza di lui. Si sedettero sul letto, senza mai staccarsi dal bacio e Merlino si mise sopra di lei, la quale avvicinò le sue mani per levargli la giacca marrone e la bandana al collo.

Merlino si staccò leggermente da lei per togliersi la maglia per poi ritornare a baciarla. Nascose il viso nell'incavo del suo collo, baciandolo e mordicchiandolo. Morgana gettò la testa indietro e mugolò per il piacere che provava. Merlino le sollevò la gonna viola porpora dell'abito, mentre lei si toglieva la cintura per levarsi la veste azzurrina. Una volta completamente nuda Merlino si avvicinò alle sue labbra per baciarla per poi scendere tra i suoi seni fino alla pancia, dove le lasciò dei piccoli e teneri baci intorno all'ombelico.

Morgana avrebbe voluto che lui la assaggiasse tra le gambe, tuttavia per questa volta volle fare qualcosa per lui. Sperava che così potesse alleviarlo un po' dalla situazione di Gaius.

《Merlino, aspetta!》lo fermò, quando il ragazzo era vicino alla sua intimità.

Merlino sollevò lo sguardo, incontrando i suoi occhi e Morgana si sollevò delicatamente dal letto. Lo fece cambiare posizione e lo costrinse a distendere la schiena sul materasso. Avvicinò le dita sull'orlo dei pantaloni di lui e li fece scendere lungo le gambe, rivelando la sua erezione grossa ed eccitata. Il servo sollevò il bacino per aiutarla a rimuovere l'indumento e gli stivali e lei si mise a cavalcioni sopra di lui. Entrambi nudi, Merlino pensò che volesse provare una nuova posizione sessuale, ma quando vide Morgana scendere fino ad arrivare al suo inguine, rimase confuso.

《Che stai facendo?》le chiese, non capendo le sue intenzioni.

《Ora vedrai, voglio farti stare bene》alluse lei.

Si spostò i capelli da un lato del collo e afferrò con delicatezza, ma anche con decisione, il suo pene. Merlino osservò la bocca di lei che si apriva per accogliere all'interno il membro e quell'immagine lo fece eccitare ancora di più di prima. Morgana era bravissima nel concedergli piacere e ciò non lo sorprese. Sapeva bene quanto fosse esperta in campo intimo, considerando i tanti amanti che lei aveva avuto prima di mettersi con lui.

《Vuoi che mi fermo?》gli chiese dolcemente lei, iniziando a lavorare con la mano lungo l'asta.

《No, continua》.

Morgana riprese con la bocca, aggiungendo anche la lingua per incrementare ancora di più il piacere che il suo amante provava. Merlino strinse tra le dita il cuscino che aveva sotto la testa e iniziò ad ansimare, quando sentì la lingua di Morgana giocare e stuzzicare intorno al suo membro. Chiuse gli occhi per godersi il benessere che stava attraversando tutto il suo corpo e allungò una mano verso la nuca di lei, pressandola con dolcezza ad accelerare il ritmo.

I lunghi capelli di lei, setosi e morbidi al tocco, gli solleticarono le cosce, ma nonostante il solletico che provava, l'appagamento cresceva sempre di più. Quando raggiunse l'apice, affondò le dita nella cute di Morgana senza però farle troppo male e si lasciò andare a gemiti e mugolii perché nessuno poteva sentirli.

Morgana era riuscita nel suo intento, ce l'aveva fatta a non fargli pensare per qualche secondo a Gaius e alla sua pessima condizione che stava passando in cella. La principessa si staccò dalla sua intimità e si approssimò al suo viso per baciarlo. Quando la sua lingua si scontrò con quella di Merlino, quest'ultimo sentì il suo sapore. Desiderò anche lui poter ricambiare alla beatitudine che gli aveva donato Morgana e cambiò nuovamente posizione, facendola finire sotto di lei.

《Che stai facendo?》.

Morgana gli fece la stessa domanda che le aveva posto prima, quando lo vide chinarsi tra le sue gambe.

《Voglio assaggiarti》rispose lui con un'evidente malizia negli occhi.

Non lo aveva mai fatto, ma la voglia di assaporare anche lui il sapore della sua amata gli diedi il coraggio di provare per la prima volta. Cercando di procurare lo stesso piacere che avrebbe donato con le dita, provò a seguire il suo istinto e i versi di goduria di Morgana. Quando anche lei fu appagata e soddisfatta si distese al suo fianco e avvolse il suo braccio intorno alle spalle di lei, la quale posò la testa sotto il suo mento.

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《Grazie per essere qui con me》le sussurrò in tono dolce.

Morgana separò il volto dal suo petto, alzandolo leggermente per sorridergli e gli depositò un leggero bacio sulle labbra.

《Sempre, ti amo》rispose.

I due si appisolarono subito, stretti e vicini.

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