XXXIV
Il giovedì era il giorno più noioso per Merlino. Come di consueto Gaius lo aveva svegliato per iniziare una nuova giornata di lavoro, stavolta al suo servizio. Si erano diretti alla città bassa per comprare barattoli e altre cose che servivano a Gaius. Merlino non capiva cosa ci trovava di interessante nel raccogliere barattoli ogni santo giovedì alla stessa ora, ma non aveva scelta che stargli dietro e obbedire.
《Sbrigati, Merlino, sarà una giornata piena》gli intimò il medico, mentre passeggiavano tra le stradine del regno.
《Sono sempre piene. Con voi e Artù lavoro fino allo sfinimento》gli fece notare il ragazzo.
《Non ti lamentare》ribatté lui.
Improvvisamente una mano si posò sul braccio di Merlino, il quale fu colto alla sprovvista.
《Scusate, stiamo cercando Uther Pendragon. Dove possiamo trovarlo? Abbiamo questioni urgenti da trattare con il re》spiegò un uomo dai capelli castani e gli occhi marroni, porgendogli nella mano un sigillo reale.
《Qualsiasi questione da trattare con il re deve seguire i canali convenzionali》lo informò Gaius, afferrando il sigillo dalle mani di Merlino che fissava lo sconosciuto con uno sguardo quasi spaventato.
《Questo è il sigillo della casata dei Tregor. Dove lo avete preso?》domandò poi il medico, guardando l'immagine raffigurata sull'oggetto.
《In realtà non appartiene a me, ma alla mia padrona》rispose l'uomo e una donna si avvicinò a loro, abbassandosi il cappuccio blu del mantello che indossava.
Era una signora affascinante dai lunghi capelli castani e gli occhi marroni. Indossava un vestito bianco pregiato e da come Gaius la guardava esterrefatto, sembrava conoscerla.
《Mia signora》disse, inchinandosi di fronte a lei e Merlino lo imitò.
I due nuovi personaggi si scambiarono un'occhiata complice e la donna accennò un sorriso compiaciuto sulle labbra. Il suo piano aveva finalmente inizio e ora doveva soltanto raggiungere la sua preda da ingannare.
Gaius e Merlino accompagnarono i due arrivati fino alla sala del consiglio, dove c'erano Uther, Artù, Morgana e Gwen. Appena varcarono l'entrata della sala, il re si alzò dal suo trono, sorpreso e stupito di trovarsi davanti una sua vecchia conoscenza.
《Lady Catrina, siete davvero voi?!》domandò, mentre la donna si avvicinava alla famiglia reale.
《Stento quasi a crederci io stessa》rispose lei con un leggero inchino.
《Ho sentito che la casata dei Tregor è caduta per mano degli invasori》disse il re.
《Quello che avete sentito è vero, Mio Signore, e anche peggio. I nemici che ci hanno attaccato erano molto più numerosi di noi. Mio padre, il re, è morto e sarei morta anche io, se non fosse stato per il mio fedele servitore Jonas. Siamo sopravvissuti e siamo riusciti ad arrivare fin qui》affermò Catrina.
《Sarei onorato di darvi il mio aiuto》propose Uther.
《Un letto per la notte, Mio Signore, sarebbe già molto》ammise lei.
《Consideratevi nostri distinti ospiti, è il minimo che possiamo fare》disse il sovrano e Catrina lo ringraziò.
Nell'udire la sua storia, Merlino pensò a quanto fosse stata molto coraggiosa e forte, nonostante tutte le cose terribili che aveva passato per abbandonare la sua casa e scappare. Gaius, però, non era dello stesso parere perché uno dei suoi soliti sospetti si era già messo in allerta. Qualcosa nella storia di Catrina gli puzzava e Merlino l'aveva intuito subito, solo guardando il suo viso preoccupato e serio.
La corte si congedò e i due si incamminarono verso le loro stanze, ma Artù richiamò il servo, dicendogli di avere del lavoro per lui. Il ragazzo sbuffò per niente sorpreso e seguì il principe. Fu incaricato di accompagnare Lady Catrina e Jonas nelle stanze degli ospiti e lui obbedì. Li condusse in una delle tante camere vuote e spaziose del secondo piano e Catrina si guardò intorno con finta meraviglia e stupore. Solo vedere tutto quell'ordine e quella pulizia le dava il voltastomaco, ma era importante che nessuno sospettasse di nulla o il suo piano sarebbe andato in fumo.
《Perdonami, ma qual è il tuo nome?》gli chiese, rivolgendosi al ragazzo.
《Merlino》rispose lui e la donna lo ringraziò per aver concesso loro una stanza comoda, anche se dentro di sé non vedeva l'ora di tornare nella sua solita caverna buia e puzzolente dove amava stare.
《Se avete bisogno, allora chiedete》li informò Merlino.
《La mia padrona e io ti siamo molto grati per la gentilezza dimostrata》intervenne Jonas.
《È un piacere》affermò il servo, lasciando la camera.
Quella stessa sera, all'ora di cena...
Morgana era a tavola con Artù e suo padre e c'era anche Catrina.
《Ma che meraviglia, grazie!》esclamò dolcemente quest'ultima, rivolgendosi a trio affianco a lei che banchettava.
Una serva riempì i loro calici per poi congedarsi. Morgana sperava tanto che ci fosse Merlino con loro, in disparte da qualche parte nella sala del consiglio che la guardava come aveva fatto quella mattina, mentre il re parlava con Lady Catrina. Aveva visto che lui la fissava di nascosto e a lei piaceva beccarlo in fragrante, quando i loro occhi si incrociavano e Merlino distoglieva lo sguardo, facendo finta di niente.
《È un onore. La casata dei Pendragon e quella dei Tregor sono alleati da molti anni》rispose Uther.
《La casata dei Tregor ormai non esiste più》ribatté lei dispiaciuta, allontanando il piatto colmo di cibo fresco da sé, come se non volesse mangiare.
《No, Catrina, vive ancora in voi》contraddisse il sovrano.
《Quanto vorrei che fosse vero》sospirò la donna.
《Lo è, Mia Signora. Non siete cambiata da quando eravate una bambina》ammise il re, mentre Artù li guardava con una smorfia disgustata sulle labbra.
Da quando era a tavola, suo padre e Catrina si scambiavano sguardi e sorrisi fin troppo intimi per i suoi gusti. Non gli bastavano le effusioni di Merlino e Morgana, quando stavano insieme, ora ci si mettevano anche loro.
《Ah, temo di essere cambiata molto da allora, Mio Signore》commentò la donna, leggermente a disagio di fronte ai due figli del re.
《Beh, sì, è vero. Siete molto più bella adesso》ammiccò lui, nascondendo un sorriso malizioso dietro il bordo del calice che si portava alle labbra.
Morgana chinò lo sguardo per nascondere un piccolo sorriso, mentre Artù era sul punto di vomitare dopo quella dichiarazione velata. Quando la ragazza rialzò lo sguardo, intravide la figura di Merlino emergere dalla semioscurità.
Il principe simulò un finto sbadiglio come scusa per congedarsi e Merlino incitò con un cenno del capo Morgana a lasciare la sala. Lei gli sorrise e imitò Artù ad alzarsi da tavola, anche perché era chiaro che Catrina e Uther volessero stare un po' da soli.
《Dovrei ritirarmi anche io》disse, sorridendo a entrambi e lanciando un innocuo sguardo di incoraggiamento al padre.
In fondo erano passati diciotto anni dalla morte della regina ed era giusto che il re andasse avanti con la sua vita e, perché no, si trovasse una nuova compagna, riscoprendo le bellezze e le gioie dell'amare qualcuno più della stessa vita.
Artù si accorse degli sguardi che si erano scambiati Merlino e Morgana, mentre lasciava la sala e intuiva già cosa i due volessero fare. Non si toccavano dal loro ultimo bacio e avrebbe solo potuto immaginare cosa avrebbero fatto quei due tra i vari vicoli ciechi del castello.
Merlino percorse il corridoio deserto e silenzioso, facendosi vedere appositamente da Morgana che lo seguì a pochi metri di distanza. All'improvviso sentì una voce nella sua testa, quella di Merlino. Morgana, seguimi, diceva e lei rimase sorpresa di vederlo usare per la prima volta i suoi poteri in sua presenza.
Il ragazzo svoltò a sinistra, fermandosi e aspettando l'arrivo della ragazza. Appena quest'ultima gli passò vicino, la prese per il braccio e lei sussultò leggermente dalla paura.
《Come ci sei riuscito?》gli chiese.
《Fa parte dei miei poteri. Non preoccuparti, presto ci riuscirai anche tu》rispose lui.
Senza pensarci due volte, si avvicinò alle sue labbra e la baciò. Non avrebbe dovuto farlo, ma ero stufo di quella stupida amicizia ed era sicuro che anche Morgana lo era. Ti prego, Morgana, non respingermi, pensò, mentre si staccava dalla sua bocca per valutare le sue reazioni. La ragazza non si aspettava quel bacio che non ebbe tempo di respingerlo come avrebbe dovuto.
《Lo so che non avrei dovuto farlo, ma...》iniziò a dire Merlino.
《Ma era quello che volevi, giusto?》finì Morgana per lui, il quale chinò il capo in segno di colpevolezza.
《È vero, non avresti dovuto...》gli sussurrò la ragazza e Merlino, non volendo sentire l'ennesimo rifiuto da parte sua, stette per allontanarsi da lei.
Una mano lo fermò al polso e Morgana lo trascinò con forza verso di sé. Era stanca anche lei di stare lontani l'uno dall'altro. Gli prese il viso tra le mani e lo baciò con fervore.
Avvolse le braccia intorno al suo collo e Merlino posò le sue mani dietro la sua schiena per impedirle di staccarsi da lui. Morgana lo spintonò contro il muro, prendendolo per il bavero della giacca e approfondendo di più il bacio.
《Morgana》la destò una voce e lei si staccò subito da Merlino, avendo riconosciuto la voce.
《Artù!》esclamò, vedendo suo fratello adagiato contro il muro.
Li guardava nauseato e per nulla sorpreso. Erano tante le volte in cui li aveva sorpresi sbaciucchiarsi di nascosto, ma quella sera ne aveva abbastanza di vedere suo padre provarci spudoratamente con Catrina e il suo servitore che si baciava appassionatamente sua sorella.
《Merlino, che stavi facendo con mia sorella?》gli chiese, mentre il ragazzo si sistemava il colletto della giacca.
《Niente》farfugliò lui con un sorriso imbarazzato.
Capì dallo sguardo di Artù che era meglio andarsene e così fece. Morgana ci rimase male perché per una volta che si era lasciata andare senza alcun freno, qualcun altro lo aveva fatto al posto suo. In quel momento desiderava che suo fratello non li avesse interrotti sul più bello.
《Sorella, so che non riesci a resistere all'impulso di saltare addosso a Merlino, ma ti pregerei di farlo. Sono troppo piccolo per vedere certe cose che fate》commentò scherzosamente il principe, ma con un certo tono di gelosia e serietà nella voce.
Morgana gli sorrise e lo ringraziò con lo sguardo, avendo capito tra le righe il suo messaggio, cioè di fare attenzione, quando era da sola con il ragazzo perché c'era sempre il rischio di essere scoperti dal re.
Mentre Morgana si dirigeva nelle sue stanze, Merlino aveva appena varcato la porta d'ingresso dello studio di Gaius, intento a preparare i suoi soliti intrugli chimici.
《Ha qualcosa di diverso Lady Catrina. Gli ospiti di Uther mi trattano come fango sotto le suole, ma lei è stata gentile perfino dopo quello che ha passato》ammise, pensando al comportamento misericordioso che gli aveva riservato la donna quella mattina nei suoi confronti.
Era una novità per lui perché in genere i nuovi arrivati si dimostravano solo creature o stregoni che volevano sbarazzarsi di lui e uccidere Artù e il re.
《Sì, è sempre stata molto cortese》affermò lui.
《L'avete già incontrata?》gli chiese il giovane mago.
《Molti anni fa, dubito che se ne rammenti. Merlino, ho un incarico per te: porta questo a Lady Catrina con i miei omaggi》disse il maestro, dandogli una bocchetta con dentro un liquido color magenta.
《Va bene》rispose Merlino, andandosene.
Catrina era rientrata da poco nelle sue stanze e si stava abbuffando di frutta marcia, quando Merlino bussò alla porta e irruppe nella stanza l'attimo dopo, non dando alla donna e a Jonas il tempo di nascondere il rivoltante cibo che stava gustando. Catrina si alzò dalla sedia su cui era seduta e si prese un tovagliolo bianco per pulirsi la bocca e le mani.
《Scusate, non volevo irrompere così》disse Merlino, dispiaciuto.
《Non c'è alcun problema. Almeno non mi stavo spogliando》commentò lei.
《Il medico di corte vi manda questo. L'ha preparato per voi》spiegò il ragazzo, avvicinandosi alla donna per consegnarle il medicale.
Subito Jonas si frappose tra di loro e afferrò la bocchetta per aprire il tappo e annusarne il contenuto.
《Sono mortificata, ma deve esserci stato un errore perché io non ho richiesto medicine》contraddisse Catrina, mentre il suo servitore riconsegnava a Merlino la pozione.
《Siete sicura?》le chiese quest'ultimo dubbioso.
《Sicurissima, grazie. Sono in perfetta salute》rispose lei e il servo annuì con un cenno del capo.
Aggrottò le sopracciglia e lasciò la stanza degli ospiti, ritornando da Gaius.
《Non l'ha richiesta, non ne aveva bisogno e non l'ha neppure voluta》gli confessò, posando la bocchetta piena davanti a lui.
Il medico staccò gli occhi dai fogli che aveva in mano e si tolse gli occhiali da lettura per alzare lo sguardo verso Merlino. Non era affatto sorpreso di ciò, il suo sospetto era appena stato confermato e ora bisognava capire cosa Lady Catrina e Jonas nascondevano in realtà.
《Interessante! Quando era bambina, Catrina soffriva di una malattia incurabile. Aveva un raro disturbo alle ossa che colpiva le giunture, aveva difficoltà a camminare specie dopo lunghi viaggi e il mio tonico era l'unica cosa che le dava sollievo》spiegò al suo allievo.
《Cammina bene quanto noi due》gli fece notare lui.
《L'ho notato anch'io》affermò.
《Quindi il tonico era una specie di prova?》intuì Merlino.
《Esatto e sto iniziando a domandarmi se Lady Catrina sia Lady Catrina per davvero》ammise.
Il mattino seguente Merlino stava attraversando il porticato esterno con in mano una cesta di biancheria pulita e notò che Uther e Catrina stavano lasciando il regno a cavallo per passare la giornata insieme. Pensò di approfittare di quel momento per indagare nelle stanze della Lady, finché erano incustodite.
Si diresse nella camera degli ospiti e posò la cesta sulla panca ai piedi del letto. Tossì per lo strano odore che si respirava, pungente e tossico, e si coprì il naso con una mano. Si guardò intorno, iniziando ad aprire l'anta di un mobiletto nero affianco al letto e guardando sotto il letto. Non trovò niente, ma si accorse che il materasso era perfettamente intatto. Era strano perché se Catrina avesse dormito lì, le lenzuola sarebbero spiegazzate e disordinate, invece tutto era ancora liscio e profumato, come se non avessero mai toccato nulla per non rovinare quella opera d'arte.
《Posso aiutarti?》lo interruppe improvvisamente Jonas dall'altra parte del letto e Merlino sussultò dalla paura.
《No... io... stavo cambiando le lenzuola》farfugliò.
《Prego, fai pure. Non vorrei mai essere d'intralcio》rispose l'uomo.
Merlino sistemò rapidamente la coperta che aveva spostato per guardare sotto il letto e si alzò dal pavimento in direzione della porta. La voce di Jonas lo chiamò alle spalle per consegnargli la cesta che il ragazzo aveva dimenticato e Merlino intravide una lunga e sottile coda verde pistacchio che sbucava da sotto la veste. Sgranò gli occhi e la bocca, completamente scioccato da quello che aveva appena visto e lasciò all'istante quella stanza.
《Cosa hai scoperto?》gli chiese Gaius, appena entrò nello studio.
《C'è qualcosa che non va. Nella stanza di Lady Catrina c'era un odore davvero molto strano e potrei giurare che lei non ha dormito nel letto. Mentre uscivo, ho visto una cosa e sembrerà folle, ma mi è sembrato che Jonas avesse una coda》spiegò lui.
《Una coda? Sei sicuro?》ripeté il medico sbalordito e Merlino annuì.
《Ecco... ho guardato solo di sfuggita. Insomma, potrei sbagliarmi...》borbottò.
《No, è possibile. Merlino, dobbiamo tenerli d'occhio molto da vicino》gli intimò Gaius.
Qualche ora dopo...
Merlino aveva finito da poco di pranzare e si era subito diretto da Artù per essere al suo servizio. Uther e Catrina erano ritornati al castello e sembravano ancora più uniti e intimi del giorno prima. Avevano passato la giornata a parlare e mangiare sulla sponda di un piccolo fiume e il loro comportamento da finta coppia innamorata innervosiva parecchio il principe, visibilmente contrario alla loro relazione. Al contrario di Morgana che auspicava in un nuovo amore per il re, Artù era geloso di vedere suo padre in compagnia di un'altra donna che non era sua madre. Non aveva avuto l'occasione di vederla al momento della nascita, ma era chiaro che lei sarebbe sempre stata la compagna e consorte del re di Camelot e niente avrebbe cambiato ciò, né Catrina né qualunque altra donna che mirava alla ricchezza e al potere della famiglia reale.
Nel cuore della notte...
Catrina si era ritirata da poco nelle sue stanze, dopo aver passato la serata con il re. La donna aveva cercato di baciare Uther, ma lui si era ritratto all'ultimo secondo, non sentendosi pronto ad accogliere una nuova donna nella sua vita. Non negava il fascino irresistibile di Catrina, ma il suo cuore soffriva ancora per la morte di Igraine, l'unica donna che avesse mai amato in tutta la sua vita e baciarsi con un'altra che non era lei, gli dava l'impressione di tradirla, anche se non era più tra loro.
Mentre nel palazzo regnava la quiete e il silenzio, Merlino era all'opera per scoprire di più su Catrina. Si diresse in punta di piedi nelle stanze di Artù che stava dormendo profondamente per prendere uno specchio ovale da sopra un mobile affianco al letto e usarlo per spiare la donna al piano di sopra. Aprì la finestra, controllando che Artù non si svegliasse e usò la sua magia per controllare i movimenti dello specchio che si dirigeva verso le vetrate della stanza di Catrina. Cercò la giusta angolazione in modo da vedere attraverso lo specchio, il quale gli mostrò un orrendo mostro. Era grosso e deforme con la pelle grigia e solcata da verruche sul punto di esplodere, artigli al posto delle unghie della mano e zanne aguzze e sporgenti.
Di fronte a quella visione scandalizzante, Merlino non si accorse che Artù si era svegliato, avendo sentito l'aria serale che entrava nella stanza e avendo visto il suo servitore affacciato alla finestra.
《Merlino!》lo chiamò alle spalle e il ragazzo sussultò dallo spavento, perdendo il controllo della magia che animava lo specchio, il quale cadde nel vuoto, rompendosi.
《Non ho dubbi, Merlino, che tu abbia un'ottima spiegazione per questo》disse il principe, avendo udito distintamente il rumore di vetri in frantumi.
《Si... no...》balbettò il servo, completamente a disagio.
E ora cosa mi invento?, pensò in preda all'agitazione.
《Allora mi sbaglio》ribatté Artù, avvicinandosi a lui e prendendolo per la spalla per allontanarlo dalla finestra.
Si sporse dall'apertura e intravide il suo specchio in mille frantumi. Alzò lo sguardo e capì che l'oggetto era indirizzato verso le stanze del piano superiore, quelle di Lady Catrina o di Morgana.
《Dimmi che non stavi spiando mia sorella?》lo accusò, voltandosi verso Merlino.
《Non è come sembra!》si difese quest'ultimo.
Magari la stessi spiando, almeno non avrai nella mente le immagini scandalose di un corpo che è tutto l'opposto di quello di una donna attraente come vuole far credere Catrina, pensò.
《Sì, Merlino, è proprio come sembra. L'hai baciata ieri sera, non fai sesso con lei da un mese e Morgana - devo ammettere - è una donna attraente. Io capisco perfettamente e se ti scopro a farlo un'altra volta, ti darò in pasto ai cani. Sono stato abbastanza chiaro?》lo minacciò, chiudendo la finestra con un tonfo.
《Sì, chiarissimo, Sire》farfugliò subito Merlino, andandosene di corsa, mentre Artù lo guardava, scuotendo la testa contrariato.
Mentre il giovane mago attraversava i corridoi del palazzo, vide il mostro incappucciato che si stava dirigendo da qualche parte e decise di seguirlo. La creatura scese nei sotterranei e man mano che Merlino si avvicinava, un forte odore lo costrinse a tapparsi il naso con la mano dalla puzza che emanava la dimora abbandonata e piena di sporcizia nella quale il mostro riposava comodamente. Si allontanò dai sotterranei per tornare dal suo mentore, ignaro del fatto che Jonas l'avesse visto.
《Quello che hai visto è insolito, Merlino. I troll disprezzano gli esseri viventi specie gli umani, amano l'oscurità delle loro tane e riempirsi di marcio e di sporcizia》spiegò Gaius.
《E Jonas? Anche lui è un troll?》gli chiese Merlino, ancora sconvolto da tutto quello che aveva visto.
《Chi può dire che genere di creatura sia?》commentò lui.
《Ma non ha alcun senso! Se ai troll piace nascondersi nelle caverne, che ci fa uno di loro a Camelot?》ribatté il ragazzo.
《I troll sono avidi e Lady Catrina è come gli altri della sua razza. Brama ricchezza e potere》rispose il medico.
《La ricchezza e il potere di Uther?!》intuì il mago.
《Siamo a un punto di non ritorno. Uther deve sapere》disse Gaius, alzandosi dalla sedia su cui era seduto.
Sul serio?, pensò Merlino. Non gli avrebbe mai creduto, dopotutto neanche lui ci avrebbe creduto fino a poco tempo fa, se non lo avesse visto con i suoi occhi.
《Volete dire a Uther che la sua amica è un troll?!》gli chiese, avendo capito chiaramente la prossima mossa del suo maestro.
《Esattamente!》affermò l'anziano in tono deciso.
《Buona fortuna》commentò il ragazzo in tono leggermente sarcastico.
《Grazie, Merlino》rispose il medico, sapendo bene tanto quanto lui quanto era difficile desistere il re da un'illusione che sembrava così reale.
Il mattino seguente Gaius si recò dal re per parlargli, mentre Merlino rimaneva nelle sue stanze. Mancavano ancora parecchie ore al suo turno di lavoro, perciò per perdere tempo si mise a sminuzzare delle erbe curative che aveva trovato sul tavolo con l'aiuto di un bastone di legno apposito.
Il medico aveva raggiunto Uther, affacciato a una delle tante vetrate del corridoio, mentre guardava Lady Catrina lasciare i sotterranei per tornare nelle sue stanze. Con una certa riluttanza l'anziano confessò che la donna non era chi diceva di essere, ma che in realtà era un troll, sotto forma di una donna fisicamente attraente e piacevole agli occhi degli uomini. Il re rimase interdetto in un primo momento, ma poi lo liquidò, dicendogli che le sue accuse erano ridicole e infondate. Gli ordinò di tacere all'istante, minacciandolo di fare qualcosa di avventato e il medico fu costretto a obbedire. Tornò nelle sue stanze e vide Merlino che lo fissava in attesa di novità. Si avvicinò a lui e il ragazzo stette per aprire bocca, ma lo fermò con un cenno della mano.
《Per favore! Non devi dire niente, Merlino》gli intimò in tono duro.
《Non volevo dire niente》rispose lui con un sorriso falso sulle labbra.
《Volevi dire "ve l'avevo detto"》ribatté il medico, sedendosi sulla sedia.
《D'accordo, è vero, ma ora non lo dirò più》affermò Merlino, alzando le mani in segno di resa.
Si voltò verso Gaius e si adagiò contro il tavolo in attesa di ascoltarlo.
《Uther non l'ha presa bene》confessò l'anziano, scuotendo la testa.
《Ecco! Visto? Ve l'avevo...》esclamò il giovane mago senza riflettere, ma si bloccò, quando si accorse che Gaius lo stava guardando male.
Serrò le labbra, ricordandosi della promessa che aveva detto fino a qualche secondo fa e si scusò.
《Io lo conosco, è un uomo orgoglioso, ma non è stupido. Rifletterà su ciò che gli ho detto, ne sono sicuro》proseguì il medico.
《Speriamo che sia così》commentò il ragazzo, sospirando.
Quella stessa notte...
Era ora di cena e Catrina e il suo servitore Jonas erano rinchiusi nelle loro stanze per la prossima mossa del loro piano. Uther era rimasto facilmente ammagliato dalla bellezza di Catrina, ma non era ancora completamente sotto il potere della creatura, la quale pensò bene di ricorrere alla magia per sigillare un incantesimo d'amore in un ciondolo che avrebbe consegnato al re.
Prese una forcina dai suoi capelli umani e si punse il pollice per far uscire una goccia di sangue verde che cadde sulla pietra circolare rossa, la quale si illuminò, assorbendo il liquido. Si mise il gioiello al collo e si apprestò a raggiungere Uther nella sala del consiglio. Una volta finito di cenare, i due si misero a parlare della loro relazione e che forse era meglio non correre troppo per paura dell'opinione pubblica. Prima di andarsene, Catrina si tolse il ciondolo dal collo per donarlo al re, fingendo di essere un cimelio che apparteneva alla sua famiglia da generazioni. Uther non volle accettare il regalo, in fondo quello era l'unico ricordo che la donna aveva di suo padre, ormai caduto in battaglia, ma quest'ultima insistette, mettendoglielo al collo. Subito la pietra rossa si illuminò e Uther cadde definitivamente sotto il controllo della magia del troll. Ora sì che il re aveva perso completamente la sua autonomia e indipendenza personale, plagiate liberamente dalla donna che aveva al suo fianco.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top