XXXII
Il mattino dopo Merlino era nelle stanze di Artù a pulire la cotta di maglia che avrebbe dovuto fare il giorno prima, ma con tutto quello che era successo con Morgana se ne era completamente dimenticato. Stava pensando a un modo per ottenere delle informazioni sui druidi, ma senza l'aiuto né di Gaius né del Grande Drago non sapeva neanche da dove iniziare. Forse avrebbe trovato qualcosa nei libri della biblioteca di Geoffrey. L'entrata di Artù e Sir Leon nella stanza interruppe i suoi pensieri.
《Mio padre sospetta che il fuoco sia stato appiccato con la stregoneria》disse il principe al cavaliere.
《Sì, Sire. Ci sono i nomi e le dimore di quelli sospettati di essere in contatto con stregoni, streghe o druidi》spiegò quest'ultimo, mentre entrambi guardavano il foglio che Artù teneva tra le mani.
Quando Merlino sentì il nome del popolo che stava cercando, alzò lo sguardo dalla cotta di maglia che stava pulendo e lo puntò sui due uomini. Doveva solo trovare un modo per leggere quella pergamena senza farsi vedere dal principe.
《Raduna gli uomini, gli arresteremo subito》ordinò Artù e Leon annuì, lasciando la stanza.
《Non ti avevo detto di farlo ieri?》chiese il principe al servo, indicandogli la cotta che quest'ultimo aveva tra le mani.
《Non ho avuto tempo, ho dovuto pulire le stalle》farfugliò lui, ma Artù non gli credette minimamente.
Sì, certo, a pulire le stalle, pensò.
《Ah, è strano perché un uccellino mi ha detto che eri da un'altra parte》alluse, dando le spalle a Merlino per togliersi la giacca blu.
Il servo, approfittando del momento in cui Artù non poteva vederlo, usò la sua magia per srotolare la pergamena.
《Pulire le stalle è strano e parlare con un uccellino no?》commentò scherzosamente, mentre leggeva i nomi scritti.
《Merlino, cosa abbiamo detto riguardo al tuo umorismo?》lo sgridò il principe.
《Non funziona》rispose lui.
《Dove sono i miei fiori?》gli chiese improvvisamente Artù.
Fiori? Dovevo forse raccogliere dei fiori per lui?, pensò Merlino.
《I... vostri... fiori?》.
《Ho saputo che Morgana ne ha ricevuti, ne deduco che tu li metta in tutte le stanze. Oppure lei è l'unica ad averli come segno del tuo affetto?》gli rivelò Artù, mentre si metteva una giacca rossa.
《Sì... cioè, no. Non significa niente, non è un segno di affetto o altro. Ci siamo lasciati》borbottò il servo, visibilmente imbarazzato.
《Lo so, me l'ha detto. In questo momento dovrei picchiarti per averla fatta soffrire, ma è stata lei a lasciare te, quindi per questa volta sei salvo》affermò il principe.
《Grandioso, ora lo sapete pure voi》commentò Merlino, più a sé stesso che a lui.
《Se non significa niente, perché cercavi di nascondermeli ieri?》gli rinfacciò Artù.
《Non è vero... insomma, sì... non volevo darvi l'impressione sbagliata》farfugliò Merlino, trovando finalmente un nome.
Una certa Forridel che viveva a Camelot e sospettata di essere in contatto con i druidi.
《E qual è l'impressione giusta?》proseguì il principe.
《Che volevo tirarla su di morale dopo l'incendio. Cercavo solo di essere gentile》rispose Merlino, staccando gli occhi dal foglio, appena in tempo prima che Artù si voltasse verso di lui.
Merlino avrebbe potuto raccontargli altri mille bugie, ma lui non ci avrebbe mai creduto perché con quella sorta di interrogatorio aveva già confermato tutti i suoi sospetti. Merlino e sua sorella facevano finta di comportarsi come due amici, ignorando che tra di loro non fosse mai successo niente, ma la verità era che nessuno dei due riusciva a nascondere quanto si amassero in realtà. Conosceva bene quei due e sapeva che per quanto si prendessero in giro a vicenda e a rinnegare i loro sentimenti, lui sapeva che un amore come il loro era molto più forte di quanto immaginasse.
Facendo finta di niente, ordinò a Merlino di passargli la spada e il servo obbedì.
《È tutto》concluse e il ragazzo si congedò subito.
Artù scosse la testa e appoggiò la sua arma sul tavolo, notando che il rotolo di carta era stranamente caduto sotto il tavolo.
Merlino lasciò il castello e si diresse verso la città bassa. Mentre camminava, una lunga fila di persone venivano trascinate con forza dalle sentinelle del re. Capì che doveva fare in fretta, se voleva salvare quella donna e ottenere delle informazioni sui druidi. Si intrufolò tra la gente che osserva interdetta la scena e si avvicinò a una casa. Cercò di aprire la porta, ma era chiusa. Si guardò intorno e usò i suoi poteri per sforzare la serratura ed entrare. L'abitazione sembrava deserta, non c'era nessuno ed era tutto buio e silenzioso. Forse la donna era già scappata, quando aveva sentito le guardie bussare alla porta delle altre case. Maledizione, era l'unica pista su cui potevo contare, pensò frustrato. La punta di una lama puntò dritta sulla sua schiena e Merlino percepì un brivido di paura.
《Una mossa e sei morto》lo minacciò una voce femminile e il ragazzo intuì che doveva appartenere alla persona che stava cercando.
《Forridel》la chiamò, alzando le mani in segno di resa.
《Chi sei?》gli chiese lei.
《Non c'è tempo per le spiegazioni, dobbiamo andarcene. Le guardie stanno venendo a prenderti》la avvertì e si voltò leggermente indietro per guardarla.
Era una giovane donna dalla pelle chiara, gli occhi azzurri e i capelli biondi, raccolti in una semplice crocchia. La voce delle guardie e un bussare alla porta li interruppe e i due lasciarono la casa da una via secondaria sul retro.
《Come sapevi che venivano a prendermi?》domandò la ragazza a Merlino, una volta fuori dall'abitazione.
《Sono il servitore di Artù》rispose lui.
《Hai corso un grande rischio, grazie》.
《Mi dispiace non averli potuto avvertire tutti》ammise il giovane mago, indicando con lo sguardo la situazione caotica che si stava svolgendo in quel momento tra le stradine del regno.
《Meglio andare》disse Forridel, ma Merlino la bloccò per le spalle.
《No, aspetta, devi aiutarmi. Sto cercando di contattare i druidi. Non sono una spia di Uther, sono un amico dei druidi e ho bisogno del loro aiuto》la implorò.
La ragazza era restia a parlare, ma Merlino le ricordò che se non fosse stato per lui, ora le guardie l'avrebbero arrestata. Le aveva salvato la vita ed era giusto ricambiare il favore, dandogli l'aiuto che gli serviva.
Quella stessa notte...
Dopo aver finito di cenare, Merlino si diresse nelle stanze di Morgana, usando la scusa di consegnarle un medicale per parlarle. La principessa, anche se era in camicia da notte, gli aprì la porta e lo fece entrare nelle sue stanze.
《Gaius mi ha chiesto di consegnarti questo》la informò.
《Non ho bisogni di pozioni, grazie》lo liquidò lei e Merlino voltò lo sguardo verso l'uscita, amareggiato dal suo comportamento freddo e distaccato, ma Morgana lo richiamò.
Voleva scusarsi con lui per come si era comportata la notte scorsa, in fondo Merlino voleva solo starle vicino.
《Merlino, ignora quello che ho detto ieri notte. Avevo avuto un incubo, ero sconvolta...》farfugliò e Merlino la guardò negli occhi.
《Lo so, non ho detto niente a nessuno》la tranquillò.
I due si fissarono negli occhi intensamente per lunghi secondi e Morgana sentiva il bisogno di essere abbracciata da lui, ma non poteva.
《Mi dispiace, è Gwen a occuparsi di me, quando mi sento così》disse, allontanandosi da lui e voltandogli le spalle per paura che lui la vedesse piangere.
《Nessun problema! Potrei aiutarti》ammise il ragazzo.
《Ne dubito, Merlino》commentò lei, scuotendo la testa.
Come poteva un semplice servitore aiutarla ad affrontare il fatto che lei aveva la magia, sapendo bene che il re l'avrebbe fatta uccidere come tutti gli altri eretici? Ma la verità era che Merlino era stanco di avere dei segreti con lei, era chiaro che entrambi nascondevano qualcosa che li rendeva unici e uguali allo stesso tempo ed era arrivato il momento di aprirsi l'uno all'altro, come avrebbero dovuto fare sin dall'inizio.
《Ne rimarresti sorpresa》ribatté infine, chiudendo la porta della sua camera.
Morgana, non capendo cosa Merlino volesse dire o fare, si voltò verso di lui. Il servo si avvicinò di qualche passo a lei e pronunciò un incantesimo, allungando il braccio nella sua direzione. Morgana aggrottò la fronte confusa, mentre Merlino apriva il pugno, rivelando nel palmo della mano una piccola scintilla di uno dei quattro elementi naturali: il fuoco. La principessa spalancò la bocca interdetta, mentre osservava quella fiammella bruciare davanti a sé. No, non poteva essere vero! Quella era magia, la stessa che lei aveva usato inconsciamente nelle ultime notti.
《Questa è magia, Morgana. Anche io ho il tuo stesso dono, ma ho imparato a controllarlo e a conviverci》le sussurrò Merlino e Morgana alzò lo sguardo per indirizzarlo nei suoi occhi azzurro-verdi.
Non sapeva cosa dire, era scioccata perché mai nella vita avrebbe potuto immaginare che l'uomo di cui era perdutamente innamorata, un servitore per giunta, fosse uno stregone.
Merlino abbassò il braccio e la magia si interruppe.
《Io capisco... mi rendo conto di quanto possa essere spaventoso, specialmente per te. Sei la figlia del re e conosci il suo odio per la magia meglio di tutti》proseguì, dato che Morgana non accennava ad aprir bocca.
Una piccola lacrima scese lungo la sua guancia e Merlino avvicinò la mano per asciugarla delicatamente con il pollice. Morgana chinò il capo per non farsi vedere vulnerabile da lui.
《P-perché non me l'hai mai detto?》gli sussurrò con voce tremante.
《Volevo farlo, ma non potevo. Avevo paura della tua reazione》rispose lui.
《Avresti potuto dirmelo》insistette Morgana, alzando lo sguardo e scontrandosi con le sue iridi chiare.
《Mi dispiace tanto》si scusò Merlino.
《Quindi i sogni, il fuoco... è magia?》domandò Morgana e lui annuì con la testa.
《Ci sono persone che aiutano quelli come noi: i druidi, per esempio》confessò quest'ultimo.
《Nessuno di loro oserebbe mettere piede a Camelot》gli fece notare Morgana.
《No, ma io so dove trovarli》la informò il servo.
《Dove?》gli chiese la principessa.
《Nella foresta di Ascetir》rispose lui.
Il mattino seguente le campane d'allarme suonarono in tutto il castello. Morgana era sparita misteriosamente e aveva lasciato la città prima che il sole sorgesse. Merlino intuì facilmente che la ragazza era scappata di nascosto per cercare i druidi da sola e mentre Gaius era impegnato a parlare con il re e Artù, lui si preparò la sacca da viaggio per raggiungere Morgana al più presto. Si era promesso che non l'avrebbe abbandonata e così voleva fare. Il medico entrò nello studio e Merlino nascose la borsa sotto il letto.
《Queste campane stanno suonando perché Uther pensa che Morgana sia stata rapita e tu non mi sembri tanto preoccupato》constatò Gaius, avvicinandosi al ragazzo e fissandolo con sguardo accusatorio.
《Sa badare a sé stessa》la difese il servo.
《Merlino, cosa hai fatto? Dove si trova?》gli chiese il medico.
《Le ho rivelato il mio segreto e l'ho aiutata a cercare le risposte alle sue domande. È andata nella foresta di Ascetir per cercare i druidi》rispose lui.
《Ti avevo avvertito di rimanerne fuori》lo sgridò.
《Ho dovuto farlo perché non volete riconoscere che ha la magia. Voi non capite cosa si prova. Prima di venire qui, ho passato degli anni tremendi e lo stesso sta accadendo a Morgana》ribatté Merlino.
《Lei è la figlia del re, la sua situazione è completamente diversa dalla tua》spiegò Gaius.
《Lo so: io ho voi, ma lei nessuno. Tutto quello che c'è di buono e giusto sulla magia, l'ho appreso da voi. Sarei finito senza di voi, come lo è lei adesso. Capite perché l'ho fatto?》affermò il ragazzo e Gaius annuì.
Intanto Morgana stava percorrendo la foresta a piedi e da sola, cercando di raggiungere l'accampamento dei druidi, ma si rese conto di essersi persa. L'ambiente intorno a lei era lugubre e sinistro e la nebbiolina bianca non la stava aiutando per niente a orientarsi in mezzo a tutta quella vegetazione. Ogni tanto sentiva dei rumori e degli strani versi alle sue spalle e aveva il terrore che qualcuno o qualcosa la stesse inseguendo. Accelerò il passo, sperando di arrivare a destinazione prima che facesse buio.
《I sospettati sono in arresto?》chiese il re ad Artù.
La corte era riunita nella sala del consiglio, compresi Merlino e Gaius.
《Non tutti, alcuni si sono nascosti》rispose il figlio.
《Emetti questo proclama: tutti i prigionieri saranno giustiziati, se la principessa Morgana non tornerà a Camelot》annunciò Uther e Artù annuì.
Il re fece congedare con un cenno della mano tutti i presenti nella sala.
Alcune ore dopo, nel cuore della notte...
La notte era calata da un pezzo e Gaius stava dormendo tranquillamente nel suo letto. Perfetto, è il momento giusto, pensò Merlino. Afferrò la borsa e se la mise sulla spalla, dirigendosi verso la porta d'ingresso. Gettò rapidamente lo sguardo verso il suo maestro per assicurarsi che dormisse ancora e lasciò lo studio.
Una volta fuori, percorse i sotterranei del castello, stando ben attento che nessuno lo vedesse, mentre si allontanava dal regno.
Morgana girovaga ancora tra gli alberi del bosco, smarrita e impaurita più che mai, dato che continuava a sentire dei rumori nelle vicinanze. Si voltò indietro e vide un piccolo scorpione. Sussultò dalla paura e indietreggiò, mentre l'animale si avvicinava a lei. La ragazza afferrò un bastone da terra, cercando di usarlo come arma di difesa e lo scorpione si fermò, forse intimorito dal pezzo di legno in aria. Alle spalle di Morgana, però, c'era un nemico ben più grosso e spaventoso di un innocuo scorpione. Si girò indietro e urlò dalla paura, vedendo l'enorme aculeo velenoso che penzolava davanti da lei. Gettò il bastone a terra e si mise a correre, ma lo scorpione gigante la colpì alla gamba, ferendola e facendola cadere a terra. Un dolore lancinante si propagò in tutto il suo corpo, sentendosi le vene bruciare come il fuoco. Altri scorpioni sbucarono dall'oscurità della foresta e si avvicinarono alla povera principessa, circondandola. Era in trappola e il veleno che le scorreva dentro stava già iniziando a fare effetto. Improvvisamente si sentì stanca, i suoi occhi erano sul punto di cedere e stava iniziando a sudare freddo. In mezzo al branco di animali vide un uomo che si stava avvicinando a lei, ma la sua vista era troppo sfocata per riuscire a identificarlo. Perse i sensi e svenne sul suolo.
Al sorgere del sole...
Gaius si era appena svegliato e si stava dirigendo nelle stanze di Merlino per svegliarlo, altrimenti avrebbe fatto tardi a lavoro, ma quando aprì la porta, trovo la stanza vuota. Il ragazzo, infatti, stava attraversando la foresta, la stessa nella quale qualche ora prima Morgana era svenuta, per raggiungere il villaggio dei druidi.
Morgana sentì un panno umido bagnarle la fronte e aprì debolmente gli occhi. La prima cosa che vide furono dei pezzi di tessuti che penzolavano in alto e si muovevano a causa del leggero venticello. Spostò leggermente il capo alla sua sinistra, vedendo il volto di un uomo calvo dalla carnagione scura e gli occhi marroni che le stava sorridendo. Si allarmò e si alzò a sedere di scatto, ma lo sconosciuto la tenne ferma per il braccio. La rassicurò, dicendole che non voleva farle del male e la ragazza gemette per il dolore che provava alla gamba, ora fasciata da un rotolo di stoffa bianca.
《Cosa è successo?》domandò.
《Sei stata punta da un Serket e io ti ho aiutata. Il mio nome è Aglain》rispose l'uomo, tenendola ancora per il braccio.
Morgana si dimenò, cercando di togliersi la sua presa ferrea di dosso, ma era troppo debole.
《Rilassati, Morgana, ora sei al sicuro》la tranquillò Aglain e lei si paralizzò all'istante per la paura.
《Chi ti ha detto il mio nome?》gli chiese.
《Sono stato io》intervenne una voce maschile e delle tende si scostarono, rivelando la figura di Mordred, il bambino druido.
Morgana rimase scioccata nel vederlo davanti a sé, ma allo stesso tempo era felice.
《Tu!》sussurrò, non sapendo il suo nome.
《Quando i Serket ti hanno attaccata ieri notte, Mordred è riuscito a sentire il pericolo con la sua mente》spiegò Aglain e Morgana li guardò confusa.
Come poteva un bambino sentire il suo grido a chilometri di distanza solo con la mente? È impossibile, pensò.
《Ciao, Morgana》disse Mordred attraverso la telepatia, affermando così quello che Aglain aveva appena detto.
《L'hai sentito? Come ci riesci?》domandò Morgana, ancora incredula.
《Non sempre servono le parole per parlare fra di noi》ammise Aglain.
《Adesso posso prendermi cura di te, come tu hai fatto con me》disse il piccolo, avvicinandosi a lei e sedendosi vicino al duo.
Morgana gli sorrise e il bambino la imitò.
Intanto a Camelot Artù e il re stavano discutendo sulla grata distrutta da Merlino, mentre lasciava il castello durante la notte. Uther era sicuro che tutto era opera della magia, la stessa usata per appiccare l'incendio nelle stanze di Morgana. Le tracce lasciate dal giovane mago portavano alla foresta di Ascetir e il re ordinò al figlio di non fare alcun prigioniero. Se ne andò, seguito dalle guardie, mentre Artù chiese a Gaius, che era con loro, dove fosse finito Merlino. Il medico, non sapendo neanche lui dove fosse, si inventò che non stava bene. Il principe pensò che il suo servitore fosse ancora sconvolto per Morgana, ma lui doveva smettere di comportarsi come un bambino e di tornare a essere il solito di sempre. Subito dopo radunò un gruppo di cavalieri e guardie e si diresse alla foresta.
《Hai dormito bene?》chiese Aglian a Morgana, entrando nella tenda.
《Molto meglio dei giorni scorsi》rispose quest'ultima, intenta a versarsi dell'acqua in un bicchiere.
《Tieni, questo ti farà sentire a tuo agio》disse l'uomo, porgendole un mantello rosso bordeaux e la ragazza lo ringraziò con un sorriso.
Aglain uscì dalla tenda per lasciarle un po' d'intimità e dopo qualche secondo Morgana era affianco a lui con indosso il mantello che le era stato prestato. Iniziarono a camminare tra le poche altre tende presenti nel villaggio e Aglain si muoveva lentamente per rispettare il passo lento di Morgana che zoppicava ancora per via della ferita. Le faceva ancora male, ma almeno riusciva a camminare.
《Sono sorpresi di vederti qui e anche un po' spaventati. Il tuo re ci farebbe uccidere》spiegò Aglain, porgendole la sua mano per aiutarla a oltrepassare le radici di un albero.
《Non devono temermi. Non condivido l'odio di mio padre per magia》lo tranquillizzò lei.
《No, lo immaginavo. Perché ti sei allontanata da Camelot?》le chiese l'uomo.
《Cerco delle risposte, spero che i druidi siano in grado di darmele》rispose Morgana.
Aglain le porse nuovamente la sua mano e la invitò a entrare in una tenda per farla riposare e non sforzare troppo la gamba.
《Che cosa vorresti sapere?》domandò, una volta dentro e ignari del fatto che Merlino era accostato alla tenda ad ascoltare la loro conversazione.
《Perché riesco a vedere il futuro nei miei sogni? Perché appicco un incendio con la mia mente?》gli chiese Morgana.
《Le persone che riescono a farlo, sono molte rare. Tu hai un dono》confessò Aglain.
《È la magia?》domandò la ragazza con esitazione.
Aglain vide il terrore negli occhi di Morgana, quando lei pronunciò la parola "magia" ed era sorpreso di tale reazione. Nessuno prima d'ora si era sentito così spaventato dei propri poteri, come lo era Morgana in quel momento.
《Un certo tipo, sì. Dovranno passare tanti anni, prima che tu possa comprenderla e imparare a usarla, ma non è una cosa di cui avere paura》la tranquillizzò.
《Lo è, se hai Uther Pendragon come padre. Se lo scoprirà, mi farà uccidere》sussurrò Morgana con la voce angosciata.
《Non succederà, non permetteremo che accada. Sei al sicuro qui》ribatté l'uomo.
《Non devi avere paura di Uther, devi compatirlo. È un uomo distrutto e consumato dalla paura. L'odio per la magia nasconde la bontà nel suo cuore》rivelò poi.
《Mi è stato insegnato che la magia è il male e che corrompe l'anima》lo informò Morgana.
《È stato Uther a dirtelo. Solo perché ne è convinto, non significa che è vero. Con il tempo imparerai che la magia non è un'arte oscura da temere e da tenere nascosta, può anche fare del bene》ammise Aglain, sorridendole e Morgana si sentì immediatamente sollevata dalle sue parole.
Ora non aveva più paura di sé stessa perché finalmente sapeva chi era veramente e lì si sentiva al sicuro e accettata. Avrei voluto dirtele io queste cose, Morgana, pensò Merlino, serrando la mascella.
Artù e i suoi uomini erano finalmente giunti all'accampamento dei druidi e il principe ricordò ai cavalieri l'ordine del re: niente prigionieri. Non era molto felice all'idea di compiere un massacro, era restio a fare del male a un popolo pacifico e tranquillo, ma non aveva scelta. Doveva salvare Morgana e riportarla a casa. Aglain lasciò la tenda per far riposare Morgana e Merlino pensò che era il momento giusto per parlarle. Scostò la tenda e Morgana sussultò dalla paura per il rumore improvviso alle sue spalle. Si voltò e vide Merlino.
《Merlino, cosa ci fai qui?》domandò, sorpresa di vederlo.
《Sono venuto per riportarti a Camelot》rispose lui.
《Credo che tu abbia fatto un viaggio inutile, non ci tornerò mai più》confessò Morgana.
《Devi tornare. Il re pensa che i druidi ti abbiano rapita. Ha arrestato dozzine di persone e le farà giustiziare tutte, se non tornerai a casa》spiego.
《Ma se torno, avrò lo stesso trattamento》gli fece notare la ragazza.
《Tuo padre non lo deve sapere per forza e io non lo dirò a nessuno》la rassicurò Merlino.
《Mi dispiace, ma non tornerò mai più. Questa è la mia gente, loro sono come me e non mi sento più sola qui. Tu, più di tutti, dovresti capirlo》negò nuovamente Morgana.
《Sì, lo capisco più di chiunque altro》affermò il servo.
《Morgana, dobbiamo andare!》esclamò Aglain, entrando nella tenda e scovando Merlino con la ragazza.
《Tu chi sei?》gli chiese.
《Va tutto bene, è un amico. Che succede?》lo difese Morgana.
《Artù e i suoi stanno arrivando. Il tuo amico li ha portati fino a noi》li informò il druido, guardando di sbieco Merlino.
Aglain aiutò la ragazza ad alzarsi e insieme lasciarono la tenda per scappare. Merlino aggrottò le sopracciglia, non capendo come il principe fosse riuscito a trovare l'accampamento dei druidi. Uscì dalla tenda, vedendo il villaggio in preda al caos. Donne e uomini fuggivano spaventati, mentre Artù e i suoi cavalieri circondavano l'area. Merlino si guardò intorno in cerca di Morgana e i suoi occhi si incrociarono con quelli di Mordred. Che ci faceva lui qui? Non pensava che l'avrebbe rivisto così presto.
《Ciao, Merlino》lo salutò il bambino, usando la telepatia.
Ma non era il momento di pensarci. Gli uomini di Artù erano a pochi metri da loro e Merlino decise di seguire Mordred, Aglain e Morgana che si dirigevano nella foresta per sfuggire dalle grinfie dei soldati del re. Artù vide la sorella trascinata con forza da un druido e ordinò ai suoi uomini di inseguirli. Durante la fuga Morgana urlò dal dolore e si fermò.
《Dobbiamo proseguire》le fece notare Aglain.
《Mi fa troppo male la gamba》rispose lei.
Merlino diede un'occhiata dietro di loro e capì che doveva intervenire in qualche modo. Gli uomini di Artù erano vicinissimi a loro e presto li avrebbero raggiunti.
《Cercherò di creare un diversivo》disse al gruppo.
《No, Merlino, non puoi!》ribatté subito Morgana.
《Fuggite, è colpa mia, se sono qui. Andate, correte!》intimò il ragazzo al trio.
《Non lo dimenticherò mai! Stai attento!》gli intimò Morgana, mentre veniva trascinata con la forza da Aglain.
Non voleva abbandonare Merlino e lasciarlo da solo contro i soldati e Artù, ma poi si ricordò che lui era un mago e capì che in qualche modo sarebbe riuscito a cavarsela. Il ragazzo, infatti, usò i suoi poteri per creare una fitta e densa nebbia che avrebbe rallentato la corsa dei cavalieri. Artù e i suoi uomini si fermarono e si guardarono intorno disorientati. La strana nebbia impediva loro di vedere il sentiero che stavano percorrendo fino a qualche secondo fa, ma con la coda dell'occhio Artù vide una figura misteriosa correre. Indicò ai suoi uomini la direzione che Merlino stava prendendo e lo inseguirono. Quest'ultimo si era fatto vedere appositamente da Artù per fare in modo che il gruppo lo seguissero, mentre Morgana, Aglain e Mordred proseguivano la fuga nella direzione opposta. Merlino si nascose sotto la fessura di un grande masso, mentre gli uomini di Artù avanzavano dritti. Una volta assicuratosi di non essere più seguito, uscì dal suo nascondiglio e ritornò indietro per raggiungere Morgana.
《Non c'è la faccio!》esclamò esausta, crollando a terra.
《Non ti lasceremo qui》ribatté Aglain, mentre le voci delle guardie di Artù erano sempre più vicine.
Poco prima, infatti, una sentinella aveva intravisto le loro figure e aveva avvertito i suoi compagni della loro posizione. Morgana ansimava affannosamente, non aveva più la forza di correre. Il dolore alla gamba era troppo intenso da sopportare ed era sul punto di svenire.
《Stanno arrivando!》li avvertì Mordred.
Un uomo di Artù scagliò una freccia contro la schiena di Aglain che gemette dal dolore e crollò a terra. Le sentinelle si avvicinarono a Morgana e Mordred fu costretto a scappare per non farsi catturare nuovamente. Morgana era ormai svenuta, quando Artù la raggiunse. Mentre Merlino proseguiva la corsa all'indietro per ritornare al punto in cui aveva lasciato Morgana, Mordred era circondato dalle guardie del re. Ormai in trappola, scagliò il suo potere attraverso un urlo potente e le sentinelle furono catapultate all'indietro. Poi scappò, mentre Merlino rimase lì fermo a osservarlo stupito da quello che aveva appena visto.
Quando Morgana si risvegliò, si accorse di essere appoggiata al petto di Artù, mentre insieme stavano tornando a Camelot a cavallo. Non sapeva cosa fosse successo ad Aglain e a Mordred, ma in quel momento era molto più preoccupata di vedere suo padre. Il solo pensiero le fece provare un brivido di paura lungo tutta la spina dorsale. Giunsero finalmente nel cortile del castello e subito il re si avvicinò al cavallo di Artù. Aiutò Morgana a scendere dalla sella e l'abbracciò forte.
《Ero così preoccupato per te》le sussurrò all'orecchio, accarezzandole i capelli raccolti in una crocchia.
《Avevi ragione. Sono stati i drudi, l'avevano rapita》intervenne Artù.
Morgana venne accompagnata nelle sue stanze e visitata rapidamente da Gaius che le intimò di riposare. Morgana annuì e decise di farsi un bagno caldo per togliersi la puzza di sudore e terra che aveva addosso. Una volta finito, si mise un vestito verde smeraldo a maniche lunghe, indossò dei gioielli coordinati all'abito e si spazzolò i capelli mossi e profumati. Il sole stava ormai calando e Morgana non aveva ancora ricevuto nessuna notizia di Merlino, da quando era tornata a casa. Si distese sul letto e chiuse gli occhi per riposare un po'. Ormai il dolore alla gamba era praticamente svanito grazie alle cure di Gaius e lei riusciva a camminare perfettamente. All'improvviso sentì qualcuno bussare alla porta e si alzò dal letto per andare ad aprire.
《Merlino!》esclamò felicissima.
Senza pensarci due volte, si avvicinò a lui e lo strinse a sé, avvolgendo le braccia intorno al suo collo. Respirò a fondo il suo profumo, dato che Merlino si era lavato prima di venire nelle stanze di Morgana e si beò di quell'aroma muschiato che tanto le mancava. Merlino rimase sorpreso da quell'abbraccio, ma ricambiò lo stesso, poggiando le sue mani delicatamente sui fianchi di Morgana. Dopo qualche secondo cercò di staccarsi dolcemente, ma lei continuava a tenerlo stretto a sé, come a non voler lasciarlo più.
《Morgana, sto soffocando》le sussurrò senza fiato e Morgana allentò subito la presa, imbarazzata.
《Scusami, non volevo. Vieni》disse quest'ultima, aprendo di più la porta per farlo entrare.
Merlino obbedì e Morgana chiuse la porta. I due si guardarono imbarazzati, non sapendo cosa dire o come comportarsi.
《Volevo assicurarmi che stavi bene》parlò per primo Merlino.
《Sto bene》affermò lei, deglutendo a fatica.
Era nervosa perché per la prima dopo quasi un mese che si erano lasciati, stavano parlando tranquillamente come due amici. Forse era così che doveva andare tra loro: potevano essere amici senza più rancore l'uno per l'altra. Sapeva benissimo che nessuno dei due voleva essere amico dell'altro, ma non potevano tornare insieme, non dopo tutto quello che Morgana aveva scoperto su entrambi. Sentì lo sguardo di Merlino addosso e chinò il capo imbarazzata.
《Quello che ci siamo detti nel bosco...》iniziò a dire, senza guardare negli occhi Merlino.
《Fidati, Morgana, non lo dirò a nessuno》la interruppe lui e Morgana rialzò il mento.
《Grazie, Merlino. Adesso so chi sono realmente e non è una cosa di cui avere paura. Un giorno si capirà che la magia può anche fare del bene》gli sussurrò, utilizzando le stesse parole che Aglain aveva usato con lei e Merlino le sorrise calorosamente. La ragazza ricambiò il sorriso, torturandosi gli anelli argentati che portava alle dita. Merlino tossì leggermente per attirare l'attenzione di Morgana che tornò a guardarlo negli occhi.
《Ehm, riguardo al mio segreto...》farfugliò.
《Tranquillo, Merlino, non l'ho detto a nessuno. È il nostro segreto》lo rassicurò Morgana e Merlino sospirò di sollievo.
《Chi altri, a parte noi, è a conoscenza dei tuoi poteri?》gli chiese Morgana.
《Solo Gaius e mia madre》rispose lui e lei annuì.
《Mi dispiace per come le cose siano finite tra di noi》proseguì quest'ultima.
《Non devi scusarti. So che l'hai fatto per proteggermi e lo capisco》affermò il servo.
《Però possiamo cercare di essere buoni amici》aggiunse Morgana e Merlino annuì con la testa.
La principessa gli aprì la porta e Merlino era sul punto di uscire dalla sua stanza, ma prima si avvicinò a lei e le diede un piccolo bacio sulla guancia sinistra. Non sapeva se aveva osato troppo, ma la reazione di Morgana gli fece capire che l'aveva apprezzato molto, anche se era imbarazzatissima come non mai.
《Sogni d'oro》gli augurò dolcemente e Merlino si voltò verso di lei, sorridendole, prima di andarsene.
La ragazza sorrise meccanicamente, mentre osservava il servo scendere le scale e richiuse la porta. Era sicura di aver arrossito per tutto il tempo e aveva ancora uno sguardo da sciocca innamorata.
《Credevo che tra te e mia sorella fosse finita》disse una voce alle spalle di Merlino e il ragazzo si voltò indietro.
Era Artù, appoggiato alla colonna di marmo con le braccia incrociate al petto.
《Il re ti farebbe tagliare la testa, se sapesse dei vostri continui incontri ed è inutile che neghi》proseguì, avvicinandosi a lui.
《Negare cosa?》domandò Merlino, non capendo di cosa Artù stesse parlando.
《Che sei ancora innamorato di Morgana》constatò il principe, sicuro di sé e il servo rise imbarazzato.
《No, vi sbagliate. Io e lei siamo solo amici, non c'è più niente fra di noi》ribatté subito.
《Accetta un consiglio da un uomo che conosce bene le donne》disse Artù modestamente, poggiando la mano sulla spalla del servo.
《Se esistesse, glielo chiederei》commentò scherzosamente quest'ultimo.
《Dovresti smetterla di pensare che te e mia sorella siete solo amici perché sappiamo benissimo entrambi che non è così》lo incitò.
《Davvero? E come fate ad esserne così sicuro?》gli chiese Merlino.
《Perché conosco mia sorella e anche se cerca di negarlo a sé stessa, io sono sicurissimo che lei non vuole amicizia da te》spiegò lui.
《Sì, lo so》affermò abbattuto Merlino, riflettendo sulle sue parole.
Artù gli diede una piccola pacca sulla spalla per confortarlo.
《Non puoi nascondermi niente, Merlino》concluse, puntandogli un dito contro e andandosene.
《Sarebbe un sogno》commentò tra sé e sé il ragazzo, una volta rimasto solo.
Tornò allo studio e aprì la porta, incrociando lo sguardo di Gaius. Sembrava arrabbiato, ma non ne era sicuro. In fondo era comprensibile che il medico lo fosse, dato che gli aveva disobbedito, rivelando a Morgana il suo segreto.
《Morgana conosce la verità. I druidi le hanno detto che possiede la magia》ammise, scusandosi con lui.
《Non è colpa tua, hai solo fatto ciò che ritenevi giusto. Dobbiamo starle vicino e sperare che Uther non scopra mai la verità sui suoi poteri》disse Gaius.
Merlino avrebbe fatto di tutto per proteggerla perché ora il suo segreto era diventato di entrambi come i loro cuori che battevano all'unisono.
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