XX
In questo capitolo sono presenti scene sessuali esplicite, contrassegnate all'inizio e alla fine da una riga in grassetto con questo simbolo ☆
Se siete sensibili e non volete leggere tali tematiche, scorrete avanti.
Buona lettura!
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Il mattino dopo Artù fu il primo a svegliarsi. Intimò al gruppo di alzarsi per proseguire il viaggio e tutti obbedirono. Non mancava molto a destinazione, ma quando arrivarono era troppo tardi. Il gruppo di banditi aveva già fatto ritorno e il loro capo, un certo Kanen, stava per uccidere un povero contadino. Artù intervenne subito, prendendo la sua spada e scagliandola contro un palo di legno affianco al bandito. Quest'ultimo si voltò verso i nuovi arrivati e ordinò ai suoi uomini di ucciderli. Il gruppo scese da cavallo e mentre Artù, Morgana e Merlino combattevano contro i briganti, Gwen e Hunith cercavano di aiutare gli abitanti feriti dalla crudeltà degli intrusi. Merlino usò la sua magia per prevalere nel combattimento, dato che era ancora un principiante nell'uso della spada, ma quell'incantesimo non sfuggì all'occhio di un compaesano di Merlino. Un bandito stava per attaccare il principe alle spalle, ma Morgana lo difese, parando il colpo e uccidendo facilmente il nemico.
《Me la pagherete tutti quanti con le vostre vite》sbraitò il capo dei briganti, saltando in groppa al suo cavallo per andarsene.
La banda si ritirò e nel villaggio tornò la quiete, anche se molti abitanti erano rimasti impauriti dalla minaccia di Kanen. Il ragazzo che aveva intravisto la magia di Merlino, si avvicinò a quest'ultimo per parlargli e Merlino riconobbe subito il suo migliore amico William. Era un ragazzo più o meno della stessa età di Merlino, con gli occhi azzurri e i capelli castani. Erano cresciuti insieme, ma il loro rapporto si era incrinato dopo la partenza di Merlino da Ealdor.
《Mi sei mancato, Will! È bello rivederti》esclamò Merlino e i due si abbracciarono.
《Ho saputo che fai il sguattero per il principe》lo prese in giro William.
《No, non direi!》controbatté il ragazzo.
《Merlino, riunisci gli abitanti, devo parlare con loro》gli ordinò Artù alle spalle.
《Sì, un attimo solo, devo prima...》disse Merlino, indicandogli il suo amico William.
《Ora, Merlino! Non c'è molto tempo》ripeté il principe.
《Va bene, subito》rispose il servo, raggiungendo il gruppo di abitanti che si era radunato per parlare con i loro salvatori. William intuì che il ragazzo biondo doveva essere il reale per cui Merlino lavorava e non si sorprese del suo atteggiamento arrogante, tipico di tutti i nobili. Merlino obbedì e tutti gli abitanti del villaggio furono radunati davanti ad Artù che prese subito la parola.
《Conosco quelli come Kanen. Tornerà e quando lo farà, dobbiamo essere pronti》spiegò alla folla, mentre Will si faceva largo tra le persone.
《Non si può combattere Kanen, ha troppi uomini. Dobbiamo dargli quello che vuole》controbatté, creando mormorii nel gruppo.
《L'unico modo per fermarlo è affrontarlo con le armi》ribadì Artù.
《No, voi volete la gloria in battaglia. Se volete combattere, rischiate la vita della vostra gente invece della nostra》contrattaccò Will, andandosene. Merlino sapeva perché il suo amico si comportava così nei confronti dei cavalieri, ma voleva spiegargli che Artù non era come lui credeva.
《Io sono con voi. Se devo morire, voglio che sia combattendo》disse Hunith, appoggiata da tutti gli altri abitanti. Merlino richiamò il suo amico, ma quest'ultimo non si fermò e decise di seguirlo fino a casa sua. L'abitazione era stata completamente rovesciata dai banditi, panchine e travi in legno giacevano a terra. Will si mise ad ordinare, quando Merlino lo raggiunse.
《Sa quello che fa, devi fidarti》disse, ma il suo compaesano lo ignorò completamente.
《Will, quando ho conosciuto Artù, ho avuto la tua stessa sensazione: che fosse voglioso e arrogante, ma con il tempo ho iniziato a rispettarlo e a capire per cosa si batte》spiegò, aiutandolo a sistemare la casa.
《Perché lo difendi? Sei solo il suo servitore》gli chiese Will.
《È anche mio amico》controbatté il ragazzo.
《Agli amici non si danno ordini》gli fece notare Will.
《Non è così!》ribadì Merlino.
《Davvero? Aspettiamo la battaglia e vediamo chi manderà per primo a morire. È a conoscenza del tuo segreto?》gli domandò, ma Merlino non rispose e William capì che Artù non sapeva neanche che il suo servitore era uno stregone.
《Ammettilo, Merlino! Continui a nasconderti, come quando stavi qui. Sei solo il suo servo, altrimenti gli avresti detto la verità》.
Merlino sapeva che il suo amico aveva ragione, ma non poteva rischiare così tanto. Aveva bisogno di proteggere la sua vera identità, se voleva compiere il suo destino. Il motivo per cui Merlino fu costretto a lasciare Eador era dovuto al fatto che William aveva scoperto il suo segreto e Hunith, per paura che il figlio venisse braccato dagli altri abitanti del villaggio, lo spedì da Gaius a Camelot. Ma William non aveva mai rivelato il segreto di Merlino a nessuno degli abitanti, rimanendone l'unica persona a conoscenza. La notte stessa Morgana, Artù e Gwen si trasferirono a casa di Merlino e Hunith. Merlino cedette il suo letto a Morgana e Gwen, mentre lui e Artù decisero di dormire sul pavimento freddo. A differenza delle donne che dormivano tutte come ghiri in letargo, loro due erano gli unici che non riuscivano a chiudere occhio: Artù perché non era abituato a dormire sul terreno e Merlino perché era ancora pensieroso per le parole di William di quella mattina.
《Deve essere stato difficile per te vivere qui》commentò il principe, mentre osservava il soffitto della casa.
《Neanche tanto, non avevo alternativa. La vita è semplice qui, si mangia quello che si coltiva e ci si aiuta a vicenda. Finché hai cibo in tavola e un tetto sulla testa, sei felice》spiegò il servo.
《Poi sei andato via... Cosa è successo?》domandò il biondo.
《Le cose sono cambiate. Non mi sentivo più a mio agio e volevo trovare uno scopo da qualche parte》rispose Merlino.
《Hai avuto fortuna?》gli chiese Artù.
Se per fortuna intendeva proteggere il più grande principe della storia, destinato a riportare la magia a Camelot, sì, ma non quando era il bersaglio di chiunque incontrava. Quello era una parte del suo destino che non gli concedeva mai un attimo di tregua, sopratutto quando le cose si complicavano sempre di più e Merlino non riusciva a trovare una soluzione.
《Non ne sono ancora sicuro》si limitò a dire.
《Beh, avere una storia con mia sorella non è cosa da tutti i giorni. Morgana ha sempre rifiutato tutti quelli che ci provavano con lei, eppure con te si è aperta subito. Dovresti ritenerti fortunato》disse Artù. Era vero, si sentiva felice, quando stava con lei, ma non era una situazione facile. Con lei doveva essere ancora più prudente, ma finché poteva baciarla e starle vicino, non gli preoccupavano i rischi.
《Mi reputo fortunato dato che non mi avete ancora provato a uccidermi per proteggere Morgana》commentò.
《Perché mai dovrei ucciderti?》domandò il principe.
《Forse perché io sono solo un servo e lei una principessa》rispose ovvio.
《Al di là di questo Morgana è felice da quando sei arrivato a Camelot e questo spiegherebbe il motivo per cui ti ha seguito fino a Ealdor. Ti ama e io non posso ostacolare la sua felicità. Le voglio bene e voglio solo il meglio per lei e tu sei la sua salvezza. Almeno non sei il solito cavaliere avido che vuole sposarla per ricchezza o potere》spiegò lui, ma Merlino lo bloccò, quando sentì nominare il verbo "sposarsi".
《Aspettate, "sposarsi"?》.
Morgana non gli aveva mai parlato di possibili alleanze o unioni matrimoniali e la cosa lo terrorizzò all'istante. Se doveva sposare un nobile, la loro storia si sarebbe interrotta e Merlino ne avrebbe sofferto molto. In quel momento capì che forse non valeva neanche la pena continuare la loro relazione se presto si sarebbero dovuti lasciare. Non avrebbe avuto alcun senso se non quello di soffrire.
《Mio padre cerca sempre dei possibili pretendenti per lei. È la figlia di un Pendragon e per il bene del regno deve sposarsi con un nobile reale per generare un erede e continuare la dinastia della nostra famiglia》confessò il principe.
《E lei cosa ne pensa?》domandò Merlino.
《Se lei è ancora qui con te un motivo c'è, non credi?》gli fece notare il principe e il ragazzo capì che Morgana aveva fatto la sua scelta. L'unica cosa che una principessa non potrà mai avere: una storia d'amore con qualcuno che ama e che le fa battere il cuore. Lei aveva scelto Merlino e non ci avrebbe rinunciato così facilmente, neanche se suo padre l'avrebbe costretta.
《Domani sarà una lunga giornata, inizieremo l'addestramento. Spegni la candela》ordinò il principe, voltandogli le spalle e Merlino obbedì, facendo calare il buio.
Rimase sveglio ancora un po' a rimuginare sulle parole del suo padrone. Il fatto che Artù preferiva mille volte il suo servitore che un suo amico nobile come compagno per la sorella, fece capire a Merlino che aveva lasciato un segno nei cuori dei Pendragon. Un segno nascosto e scontato agli occhi di tutti, ma solo loro, i veri protagonisti della storia, sapevano che quel segno rimaneva e rimarrà sempre impresse nelle nostre menti. E chissà, forse sarà una chiave di speranza e di luce, quando l'oscurità li avvolgerà completamente e si sentiranno perduti.
《Svegliati, Merlino!》disse una voce e Merlino aprì gli occhi lentamente. La sua vista era offuscata per via della forte luce che filtrava dalle aperture sul muro, ma quando iniziò a mettere a fuoco la stanza intorno a lui, vide Artù che lo stava fissando da alcuni minuti.
《Alzati! Abbiamo tante cose da fare》ripeté il principe e Merlino si alzò.
Si sedette a tavola e tutti consumarono la colazione in silenzio. Per tutto il tempo Merlino e Morgana si fissarono, ma lei aveva notato che Merlino era strano perché quando lei gli sorrideva, lui ricambiava, ma poi abbassava lo sguardo sul piatto.
Non sapeva perché si comportava così, ma la verità era che Merlino era ancora pensieroso sul fatto del matrimonio e immaginava che prima o poi avrebbe dovuto parlarne con lei. Artù fu il primo a finire la colazione e si alzò da tavola.
《Va bene, andiamo! Abbiamo bisogno di molta legna》disse, uscendo da casa e Merlino annuì. Subito dopo anche Morgana e Gwen se ne andarono, lasciando Merlino e Hunith da soli.
《Artù deve tenerci molto a te》commentò la donna.
《Lo farebbe per ogni villaggio, è fatto così》rispose Merlino, mentre si metteva la giaccia per uscire.
《È più di questo, è per te che è qui》insistette lei.
《Sono soltanto il suo servo. Se conoscesse la mia vera natura, sarei già morto》le fece notare Merlino.
《Tu non credi a quello che dici》ribatté sua madre. Ed era vero: Merlino era convinto che Artù lo avrebbe accettato lo stesso anche se era un mago, ma aveva troppo paura delle conseguenze. Non aveva solo il timore di perdere lui, ma anche Morgana e ciò era troppo per lui.
《E Morgana? Ho visto il modo in cui vi guardate》domandò Hunith.
《Sì, diciamo che stiamo insieme da un po'. Di nascosto, ovviamente, altrimenti suo padre mi manderebbe al rogo》confessò lui.
《Qualcosa mi dice, però, che sei turbato. Che è successo?》intuì sua madre.
《Non lo so, sono solo pensieroso. Ieri sera Artù mi ha rivelato che Morgana deve sposare un nobile, ma lei mi ha sempre detto che vuole solo me. E se suo padre la convincerà a sposare qualcun altro...》.
《Hai paura che ti lasci anche se non vuole farlo》concluse lei e Merlino annuì.
《Non lasciare che le tue paure influenzino la vostra relazione. Se lei vuole te, significa che ha già fatto la sua scelta. Abbi fede!》gli consigliò e Merlino uscì di casa con in mano un'ascia. Pensieroso, prese il sentiero che portava alla foresta a pochi metri dal villaggio, quando la voce di Will lo chiamò alle spalle.
《Merlino, dove vai con quell'affare?》gli chiese, raggiungendolo di corsa.
《Ci serve della legna》rispose.
《Sappiamo entrambi che non ti serve un'ascia per abbattere un albero》gli fece notare Will.
《Perché ti comporti così?》domandò il ragazzo.
《Lo sai bene》lo liquidò Will, sedendosi sul tronco di un albero caduto.
Da quando suo padre era morto per il re, Will odiava tutti i nobili, compreso lo stesso Artù. Si era promesso che non si sarebbe mai fidato di un principe o di un re perché non voleva più soffrire la perdita di un'altra persona cara a causa loro. A renderlo ancora più freddo nei confronti dei nobili, era dovuto anche all'abbandono di Merlino, quando decise di lasciare il villaggio per recarsi a Camelot.
《Perché sei andato via?》domandò Will, quando Merlino si sedette vicino a lui.
《Non l'ho voluto io, mia madre era preoccupata. Quando scoprì che tu lo sapevi, divenne una furia》spiegò lui.
《Non l'avrei detto a nessuno》obiettò Will.
《Ne sono certo!》confermò il suo amico. Rimasero in silenzio per alcuni minuti, poi Will ricominciò a parlare.
《Potresti sconfiggere Kanen da solo?》.
《Non lo so, può darsi》farfugliò Merlino.
《Cosa te lo impedisce? Cosa importa se Artù lo scopre?》insistette Will.
《Non mi aspetto che tu capisca. Un giorno Artù sarà re e avrà bisogno del mio aiuto, ma se qualcuno venisse a sapere dei miei poteri, sarei costretto ad abbandonare Camelot》spiegò.
《Preferiresti tenere segreta la tua magia per il bene di Artù, piuttosto che proteggere la tua famiglia?》lo accusò e Merlino si voltò ad osservare il suo villaggio.
Non voleva rispondere a quella domanda perché non sapeva cosa fosse più giusto fare. Will se ne andò, lasciandolo solo, mentre Merlino si mise a tagliare della legna e a portarla al villaggio. Will, Merlino, Morgana e Gwen osservavano Artù, mentre addestrava gli uomini a eseguire o parare un affondo. Morgana era un po' triste, non solo per via della strana freddezza di Merlino, ma anche per il destino crudele a cui andavano incontro gli abitanti del villaggio. Stava affilando le lame delle spade con Gwen, quando i suoi occhi si incrociarono con quelli di Merlino.
《Non riusciranno mai a respingere Kanen》disse Morgana, distogliendo lo sguardo da Merlino. Quello scambio di sguardi non scappò a Will che si chiese immediatamente cosa c'era tra quei due.
《Non combatteranno solo gli uomini》affermò Gwen determinata e Morgana le sorrise. Dopo alcune ore Artù decise di fare una breve sosta dall'allenamento e gli uomini si sedettero sul terreno sfiniti morti. Il principe si diresse al pozzo del villaggio per bere un sorso d'acqua e Gwen e Morgana gli si avvicinarono.
《Sembra che la battaglia sia già stata persa》commentò Morgana, osservando le nuove reclute di Artù a terra.
《Devono irrobustirsi e in fretta. Come stiamo ad armi?》domandò lui.
《Non c'è molto, ma metteremo insieme quello che serve》rispose la sorella.
《Non sono le armi a preoccuparci. Anche le donne dovrebbero combattere》propose Gwen.
《Non hai abbastanza uomini. Avresti una possibilità se almeno fossero soldati》intervenne Morgana.
《È troppo rischioso》le liquidò Artù, allontanandosi.
《Bene! In piedi, si ricomincia!》annunciò, avvicinandosi al gruppo di uomini.
Morgana e Gwen si guardarono negli occhi e la principessa aggrottò la fronte, non affatto sorpresa. Conosceva bene la testardaggine del fratello e sapeva di non poter fare niente per convincerlo. Quando Artù prendeva una decisione, era la fine. Non c'era verso per farlo desistere dalla sua scelta, neanche se lo avrebbe portato alla morte.
Ognuno riprese la propria attività fino a quando non calò la notte. Era buio pesto e solo la luce della luna piena illuminava le stradine isolate del piccolo villaggio. A casa di Merlino tutti dormivano beatamente, tranne Morgana e Gwen, rimaste sveglie a parlare.
《Non abbiamo nessuna speranza》commentò Gwen.
《Non se ne rende conto. Artù è troppo testardo》affermò Morgana e Merlino, sentendo la sua voce, aprì debolmente gli occhi.
《Perché ha voluto venire qui?》chiese la serva.
《Per la nostra stessa ragione: Merlino. Artù può anche fingere che non gli importi, ma non sarebbe qui》spiegò la principessa senza sapere che Merlino stava ascoltando tutto.
Le due ragazze si guardarono, poi Ginevra chiuse gli occhi. Morgana, invece, non riusciva ad addormentarsi e continuava a fissare il soffitto dell'abitazione. Si alzò a sedere dal letto e si prese il viso tra le mani. Senza volerlo, sia Merlino che Morgana si voltarono in direzioni opposte e i loro occhi si incrociarono. Rimasero a fissarsi per lunghi secondi, fino a quando Morgana non si alzò dal letto e si avvicinò a lui. Si abbassò alla sua altezza e gli tese la mano. Voleva parlargli e sapere perché da quella mattina Merlino l'aveva evitata tutto il giorno, quando il giorno prima si sorridevano calorosamente. Merlino osservò la mano di Morgana con espressione confusa, ma decise di afferrarla e Morgana lo trascinò fuori da casa sua.
《Morgana, dove stiamo andando?》domandò Merlino.
《Ho bisogno di parlarti, andiamo nel bosco》rispose lei. Si diressero alla foresta e quando le loro scarpe calpestarono l'erba scura e verdeggiante della boscaglia, Morgana parlò per prima.
《Si può sapere che hai? È tutto il giorno che mi eviti!》lo accusò.
《È vero che devi sposare un nobile?》le chiese Merlino e Morgana sgranò gli occhi sorpresa.
《Te l'ha detto Artù, vero?》intuì lei e il ragazzo annuì. Morgana non ne aveva mai parlato con lui, ma dato che voleva saperlo a tutti i costi, decise di dirglielo.
《Secondo mio padre devo sposare un reale e avere un figlio per continuare la discendenza dei Pendragon, ma io non sono un giocattolo da usare come si vuole ed è per questo che rifiuto ogni pretendente》.
《Li respingevi anche prima che ci conoscessimo?》le chiese Merlino.
《Sì》confermò lei.
《Perché?》domandò lui..
《Perché io non sposerò mai un uomo che non amo solo per dovere. Se voglio sposarmi, voglio che sia per amore》rispose Morgana e fra i due calò il silenzio.
《Era per questo motivo che eri così freddo con me? Avevi paura che io sposassi un nobile e ti lasciassi da un giorno all'altro?》intuì Morgana e Merlino chinò il capo, guardando i suoi stivali. Non riusciva a credere che lo leggesse come un libro aperto, ma Morgana lo conosceva ormai. Aveva imparato a conoscere ogni sua sfumatura di dubbio e incertezza nei suoi occhi verdi-azzurri. Merlino le si avvicinò e le prese le mani tra le sue.
《Perdonami, non volevo trattarti in quel modo》si scusò e Morgana, per perdonarlo, lo baciò.
In fondo era comprensibile che Merlino avesse paura che lei lo lasciasse per i suoi doveri da principessa, ma avrebbe preferito che gliele parlasse prima di ignorarla senza alcun motivo. Merlino ricambiò con passione e Morgana gli prese il viso tra le mani per prolungare il bacio. Con la lingua chiese l'accesso alla sua bocca e Merlino glielo concesse. Le loro lingue si esplorarono, si riscoprirono e si intrecciarono in una danza senza fine.
Il ragazzo posò le sue mani sui fianchi di Morgana che si tolse la maglia grigia, denudando i suoi seni prosperosi. Avvolse le braccia intorno al collo di Merlino, mentre lui circondò con le sue la schiena nuda di lei che fece scendere le sue mani dalle spalle di Merlino, percorrendo il suo petto fino a raggiungere il bordo della maglia blu e gliela levò dalla testa. Non era molto muscoloso, ma si poteva intravedere appena i suoi addominali. Per Morgana era così sensuale, anche se era solo un servo e quello che vedeva la fece eccitare molto.
《Sei davvero sicura di volerlo fare con me?》le chiese Merlino.
《Che vorresti dire?》domandò Morgana, non capendo.
《Non so se sarò appropriato per te》rispose il ragazzo imbarazzato.
《Pensi che mi vergogna a farlo con te?》intuì lei.
《Io... non l'ho mai fatto... con nessuno》ammise Merlino, chinando la testa per non guardarla negli occhi.
Morgana capì finalmente perché ogni volta che erano in atteggiamenti intimi, Merlino diventava nervoso: era insicuro di essere all'altezza delle aspettative di Morgana. Gli prese il mento tra le dita e glielo sollevò per far incrociare le loro iridi chiari.
《Qualunque cosa succederà stanotte, io non ti giudicherò. Non devi cambiare tè stesso per essere migliore per me perché io ti amo per quello che sei》disse e Merlino le accarezzò la guancia.
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Le sue dita percorsero il suo viso fino a raggiungere le sue labbra che sfiorò, sentendo sul suo pollice il fiato caldo di Morgana. Quest'ultima raccolse la sua maglia per stenderla sull'erba e sederci sopra. Poi si distese e Merlino si posizionò sopra di lei.
Morgana gli abbassò i pantaloni e fece lo stesso con i suoi. Merlino si mise tra le sue cosce e Morgana fremette dalla voglia di sentirlo dentro di sé. Quando abbassò lo sguardo, vedendo per la prima volta la virilità di Merlino, sentì le gote arrossarsi e la gola secca. Era nervosa, anche se non ne sapeva il motivo. Non era la prima volta che faceva sesso con un uomo, eppure in quel momento provava un imbarazzo che mai aveva provato prima di farlo. Si rese conto, però, che quella notte era speciale perché per la prima volta avrebbe messo tutta sé stessa. Avrebbe dato ciò che non aveva mai concesso a nessuno fino a ora: amore. Merlino si prese il membro tra le mani e si avvicinò all'intimità di Morgana. Prima, però, si fermò, guardando negli occhi Morgana per averne il consenso. Lei annuì, divaricando ancora di più le gambe e poco dopo sentì la punta del pene entrare dentro di lei. Merlino proseguì lentamente verso la sua entrata e Morgana socchiuse gli occhi, concentrandosi sulle emozioni che la dominavano in quel momento: felicità, sollievo, dolore, piacere... tutte quelle emozioni accumulate le fecero conficcare le unghie sulle spalle di Merlino, quando il membro raggiunse il centro del suo piacere. Merlino si fermò all'istante, ma Morgana lo rassicurò con un sorriso, incintandolo a continuare. Lui comprese e lentamente iniziò a spingere. Ognuno si perse negli occhi dell'altro, mentre Merlino la penetrava con lo stesso ritmo per non farle male. Ma Morgana non provava nessun dolore, anzi era molto meglio di tutte le altre volte che era andata a letto con degli uomini. Merlino si avvicinò alle labbra di lei e intrufolò la lingua all'interno della sua bocca. Le gambe di Morgana avvolsero il bacino del ragazzo che si spinse più in fondo. Morgana mugolò a voce alta e Merlino azzardò ad aumentare il ritmo. I gemiti di lei si fecero più forti e rochi e Merlino si sentì invadere in tutti i nervi del corpo da un'intensa scarica di adrenalina. Morgana sapeva che a entrambi non mancava molto per raggiungere l'orgasmo e strinse la pelle della schiena di Merlino. Di solito quando il suo amante era all'apice del piacere, Morgana lo avvertiva di uscire da lei prima di portare a termine l'atto sessuale, ma non volle farlo con Merlino. Voleva che fossero un tutt'uno, che si sentissero completi come i cocci di un vaso che si incastravano per completare l'opera. Inarcò la schiena e venne, seguita poco dopo da Merlino che nascose il viso nell'incavo del suo collo per riprendere fiato, mentre si sosteneva con i gomiti poggiati ai lati della sua testa per non schiacciarla con il corpo. Era stato fantastico per Morgana perché per la prima volta capì cosa significava fare l'amore, ora sapeva cosa significava unire il proprio corpo e la propria anima con qualcuno. Merlino alzò il capo per scrutarla e decifrare le sue espressioni, mentre usciva da dentro di lei.
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《Ti ho fatto male?》le chiese preoccupato.
《No, sono stata benissimo》rispose lei, sorridendogli. Merlino si distese affianco a lei e Morgana appoggiò il capo sopra il suo petto, mentre lui copriva con i vestiti i loro corpi avvinghiati.
《Come è stata la tua prima volta?》gli domandò Morgana.
《Fantastico!》esclamò lui e Morgana sorrise contro il suo petto anche se lui non poteva vederla.
《Sono felice che sia stata così speciale per te, lo è stato anche per me》disse Morgana, sollevando la testa dal petto del ragazzo per avvicinarsi alla sua bocca e baciarlo sulle labbra. Riappoggiò il capo sul suo petto e rimasero in silenzio, mentre Merlino le sfiorava delicatamente la schiena, facendo rilassare Morgana che in pochi secondi si addormentò.
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