XV

In questo capitolo sono presenti scene sessuali esplicite, contrassegnate all'inizio e alla fine da una riga in grassetto con questo simbolo ☆
Se siete sensibili e non volete leggere tali tematiche, scorrete avanti.
Buona lettura!

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《Aiuto!》sentì una voce nella sua testa e si bloccò.

Merlino stava percorrendo i corridoi del castello, quando quella vocina implorante gli rimbombò nella mente. Uscì dal palazzo e scese la gradinata in marmo, guardandosi intorno. Il cortile principale era gremito di popolani, guardie e servitori che stavano facendo i loro servigi e nessuno sembrò chiamarlo. Eppure lui continuava a sentirsi osservato e quando i suoi occhi scrutarono una figura nascosta dietro una fontana circolare, si rese conto che la voce nella sua testa proveniva proprio da quella sagoma. Era un giovane bambino, avvolto nel suo mantello verde acqua e le sue iridi azzurre erano totalmente concentrati su Merlino. Sentì le voci delle guardie che in quel momento stavano setacciando l'intero cortile e chiedendo informazioni alle persone.

《Devi aiutarmi, stanno cercando me》gli spiegò, usando la telepatia.

《Perché ti danno la caccia?》chiese Merlino con il potere della sua mente.

《Vogliono uccidermi》rispose.

Merlino non voleva lasciare che quel bambino finisse nelle mani delle guardie perché sapeva quale sarebbe stato il suo destino se Uther l'avesse trovato. Si guardò intorno e si ricordò che alle sue spalle, nell'angolo sinistro della scalinata, c'era una porta di legno che veniva usata come via secondaria per accedere al castello. Diede una rapida occhiata alle guardie e senza farsi vedere da esse intimò al piccolo di seguirlo. Quest'ultimo si alzò da terra e si mise a correre nella sua direzione, facendosi però scoprire dalle sentinelle che iniziarono a inseguirlo. Una volta dentro Merlino gli afferrò la mano e salirono le scale che portavano al secondo piano. Cercò di trovare una via di fuga tra i corridoi del castello, ma sapeva che le guardie erano alle calcagna e non poteva perdere tempo a fermarsi. Vide la scala a chiocciola che conduceva nelle stanze di Morgana e decise di intrufolarsi lì senza bussare. Morgana stava chiacchierando con Gwen, quando sentì la porta d'ingresso aprirsi di colpo e vide Merlino entrare con un bambino stretto a sé.

《Merlino, c-cosa...?》balbettò.

《Le guardie lo cercano, dobbiamo aiutarlo》la bloccò il ragazzo e Morgana osservò il bambino.

Non sapeva perché, ma nel momento in cui i loro occhi si incrociarono il cuore di Morgana perse un battito. Provava compassione per il piccolo e voleva difenderlo a tutti i costi, come se fosse suo figlio. Si sentiva legata inspiegabilmente a lui e non avrebbe mai permesso a suo padre di portarglielo via.

《Lady Morgana!》esclamarono le guardie, bussando alla porta interrottamente.

《Lì dietro》intimò a Merlino, indicandogli il divisorio. Lui e il bambino si nascosero subito, appoggiandosi al muro con l'aiuto della tenda rossa che li proteggevano, mentre Morgana aprì la porta.

《Mi dispiace disturbarvi, ma stiamo cercando un giovane bambino》spiegò la guardia.

《Io non l'ho visto, qui c'è solo la mia serva》disse Morgana.

《Serrate la porta finché non lo troviamo》le consigliò la sentinella e lei annuì.

Mentre erano nascosti, il bambino svenne a causa della ferita che si era procurato al braccio poco prima di incontrarsi con Merlino. Il ragazzo lo prese tra le sue braccia e poco dopo Morgana scostò la tenda rossa che li copriva per avvicinarsi a loro. Merlino tolse la mano dal braccio del bambino e vide che era intrisa di sangue. Saputa della scomparsa del giovane druido, Uther ordinò ad Artù di setacciare ogni angolo della città per trovarlo, mentre lui avrebbe tenuto la condanna a morte dell'uomo che era in compagnia del piccolo. I due erano venuti a Camelot solo per rifornirsi di cibo e poi avrebbe lasciato immediatamente il regno. Merlino e Morgana cercarono di prendersi cura del bambino che, nel frattempo, si era ripreso. Stesero delle coperte sotto di lui e Merlino gli tolse la maglia bianca per controllare lo stato della ferita. Non sapeva minimamente come guarirla, ma cercava per lo meno di fermare la fuoriuscita di sangue, legandogli intorno al braccio una stoffa bianca e annodandogliela stretta. Morgana si affacciò alla finestra per ascoltare il discorso che stava tenendo il padre in quel momento.

《Popolo di Camelot》udì Merlino, riconoscendo la voce del re e si avvicinò anche lui alla finestra.

《Quest'uomo è colpevole di aver usato incantesimi e magie. Per la nostra legge tale atto viene pagato con la morte. Chiunque offrirà riparo al bambino, sarà colpevole di cospirazione e sarà giustiziato come traditore》annunciò Uther alla folla che si era radunata intorno al patibolo. Merlino e Morgana si guardarono negli occhi terrorizzati e sapevano che stavano rischiando grosso, ma il legame che li univano al piccolo era più forte della loro paura di essere scoperti.

《Il vostro timore per la magia si è trasformato in odio. Ho pietà di voi》intervenne il druido.

《Non posso guardare!》esclamò Morgana inorridita e si avvicinò al bambino per stringerlo a sé.

Sapeva che quest'ultimo avrebbe sofferto nel momento in cui il boia avrebbe compiuto i suoi servigi e sperava che il suo abbraccio lo potesse proteggere dalla crudeltà del mondo. Il re ordinò al boia di proseguire e l'uomo fu giustiziato subito. In quell'istante il bambino lanciò un urlo con la sua mente che spezzò lo specchio rettangolare adagiato al muro, facendo apparire delle crepe profonde su di esso. Merlino avvertì il suo urlo nella testa e si sorprese dell'enorme dono che egli possedeva. Era così piccolo, eppure era dotato di un potere immenso che difficilmente riusciva a controllare e ciò gli fece rammentare quanto fossero simili. Dopo l'esecuzione Merlino decise di lasciare le stanze di Morgana per andare a mangiare qualcosa, dato che si era fatta ora di pranzo. Era pensieroso per la sorte di quel giovane mago che gli ricordava molto sé stesso durante la sua infanzia. Anche lui non riusciva a controllare i suoi poteri, sopratutto perché non ne era cosciente. Era un dono troppo grande da governare per un povero ragazzino che viveva in un misero villaggio con solo la madre...
Non riuscì a mettere niente sotto ai denti perché voleva tornare da lui e da Morgana. Lasciò il pranzo sul tavolo e si recò alla città bassa per compare del cibo per il piccolo. Mentre tornava al castello, si accorse delle numerose guardie che controllavano ovunque per cercare il druido. Si recò negli alloggi di Morgana e bussò alla porta. Morgana andò ad aprire e lo fece entrare.

《Come sta?》le chiese, mentre Morgana chiudeva a chiave la porta.

《È molto debole. Temo che abbia perso parecchio sangue》spiegò lei, dirigendosi verso il bambino.

Merlino appoggiò il cibo sul tavolo e si avvicinò a Morgana, la quale scostò leggermente la tenda per farglielo vedere. I due lo osservarono dormire profondamente, mentre Morgana sentì il corpo di Merlino molto vicino al suo e il suo respiro tra i lunghi capelli neri. Avvertì dei brividi attraversarle il corpo e sentì le guance diventarle rosse.

《Non ha ancora detto niente?》le sussurrò Merlino all'orecchio.

《Niente, non vuole dirmi neanche il suo nome》rispose lei, voltandosi per guardarlo negli occhi.

I loro visi erano tremendamente vicini e Morgana stava guardando a tratti le sue labbra che desiderava tanto baciare. Merlino avvertì lo sguardo di lei addosso e cercò di allontanarsi leggermente per riprendersi dalle sue emozioni.

《Sapete... per un attimo ho pensato che ci avreste consegnati alle guardie》farfugliò, grattandosi il capo nervoso.

《Grazie della fiducia, Merlino!》esclamò lei, leggermente offesa.

《No, scusate. È solo che voi siete la figlia del re e rischiate tanto, aiutandolo》puntualizzò.

《Non è giusto che un innocente venga giustiziato. Che male ha fatto?》disse Morgana.

《Uther crede che faccia uso di magia e questo lo rende colpevole》rispose lui.

《Mio padre si sbaglia! E se la magia fosse un destino, se fosse lei a scegliere te?》rifletté la ragazza e Merlino la fissò con una nuova luce negli occhi.

Era rimasto sorpreso da quello che aveva appena udito e si stava rendendo conto sempre di più quanto Morgana fosse uguale a lui. Sentiva che entrambi erano nati per stare insieme, come se il destino avesse già scelto molto prima del loro primo incontro.

《Perché mi guardi in quel modo?》lo accusò Morgana, notando lo strano sguardo con cui la stava fissando da qualche secondo.

《Niente...》balbettò lui imbarazzato.

《Perché lo stai aiutando?》insistette lei.

《È stata una scelta istintiva》si limitò a rispondere e stavolta fu Morgana a guardarlo con una nuova luce negli occhi. Anche lei si stava rendendo conto di quanto Merlino fosse umile e buono sotto quelle vesti da semplice servitore.

《Cosa ne facciamo di lui? Non può restare qui》domandò Merlino, spezzando il loro contatto visivo.

《Cerchiamo un modo per riportarlo dalla sua gente》propose lei.

I due passarono tutto il pomeriggio insieme, senza mai parlarsi, ma soltanto guardandosi continuamente. Nessuno dei due voleva aprire bocca perché temevano che facendo il primo passo, avrebbero rovinato il loro rapporto. Non avevano ancora parlato del loro ultimo bacio e sapevano di amarsi, ma avevano paura di agire e di buttarsi nel vuoto, compiendo qualcosa di cui poi si sarebbero pentiti. Arrivò presto la sera e Morgana dovette prepararsi per la cena. Non aveva nessuna voglia di mangiare, sopratutto con suo padre, ma non voleva destare troppi sospetti dato che aveva iniziato a trascorrere molto tempo chiusa nelle sue stanze. Si alzò dalla sedia e si avvicinò al suo armadio per scegliere il vestito da indossare.

《Volete che me ne vada?》chiese Merlino, avendo capito le sue intenzioni.

《No, tranquillo, puoi restare》rispose Morgana.

《Siete sicura?》insistette lui nuovamente. Le venne in mente un'idea per cercare di chiarire la questione una volta per tutte.

《Sai cosa voglio in questo momento?》domandò Morgana, voltandosi verso di lui. Si avvicinò lentamente a lui, gli prese le mani, invitandolo ad alzarsi dalla sedia su cui era seduto e Merlino la assecondò. I due si fissarono negli occhi, mentre Morgana poggiava le mani sul suo petto.

《Voglio che mi baci, voglio sentire le tue mani sul mio corpo e il tuo respiro sulla mia pelle...》sussurrò, mentre con le mani percorreva il torace del ragazzo fino a raggiungere il suo viso.

《Morgana, non possiamo...》iniziò a dire, ma lei lo baciò.

Non le importava dei rischi che correva perché era stanca di ignorare i suoi sentimenti e fingere di non amarlo, quando ogni cellula del suo corpo voleva stare con lui. Merlino schiuse le labbra e ricambiò il bacio, mentre posava le sue mani sui fianchi della ragazza. Morgana avvolse le braccia intorno al suo collo per tenersi ancora più stretta a lui, mentre il loro bacio diventava più intimo. Le loro lingue si toccarono e si scontrarono a vicenda, ma Merlino si staccò da lei. Aveva bisogno di riprendere fiato dal tornado di emozioni che gli faceva battere il cuore all'impazzata.

《Dovete prepararvi》le ricordò, ma Morgana lo baciò di nuovo. Non voleva staccarsi per nulla al mondo da quelle labbra.

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《Al diavolo la cena con mio padre!》esclamò contro la sua bocca.

Si staccò da lui per slacciarsi la cintura dorata e togliersi la veste blu sottile che portava sulle spalle. Si girò, voltandogli le spalle per appoggiare la schiena contro il suo petto. Prese le mani del ragazzo e le appoggiò sui suoi fianchi. Voleva disperatamente essere toccata da lui, perciò guidò le sue mani sempre più giù e gli sussurrò qualcosa all'orecchio.

Merlino, a quella richiesta, arrossì all'istante perché non aveva mai toccato una donna in tutta la sua vita e non sapeva come fare, ma allo stesso tempo era anche eccitato. Morgana capì subito che lui era inesperto, ma continuò a guidare le sue dita fino ad arrivare al clitoride. Merlino lo sfiorò delicatamente e lentamente sotto il tessuto dell'abito blu e Morgana ansimò, mordendosi le labbra per trattenersi. Lasciò andare le sue mani in modo che il ragazzo proseguisse da solo e posò il braccio intorno al collo di lui. Merlino cercò di darle piacere come meglio poteva e lei in risposta gemeva più forte, percependo chiaramente l'erezione dietro di lei. Scostò i capelli di lato in modo che Merlino le baciasse il collo e così fece lui. Sentire il suo fiato caldo sull'orecchio e sul collo e le sue dita che la sfioravano, la mandò quasi in estasi, ma Merlino si fermò e spostò le mani sul suo addome, sentendo il respiro di Morgana diventare più lento e calmo.

《Perché ti sei fermato?》gli chiese, girandosi verso di lui.

《Preferirei fermarmi qui se non vi dispiace》rispose lui.

Era rimasta un po' delusa dal fatto che lui si fosse fermato, ma dall'altra parte aveva capito che Merlino non si sentiva ancora pronto per quel passo. Era già felice che stessero vicini, il resto arriverà da sé.

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《Va bene. Mi aiuti a prepararmi?》gli chiese, cercando di cambiare discorso.

《Certo》rispose lui.

Morgana scelse di indossare il vestito rosso porpora senza spalline. Lo adagiò sul divisorio e prima di cambiarsi diede una rapida occhiata al bambino, nascosto dietro la tenda. Stava dormendo tranquillamente e decise di lasciarlo riposare. Sciolse il nodo dietro la sua schiena e si abbassò il vestito che cadde ai suoi piedi. Prese l'abito rosso e se lo mise.

《È lo stesso vestito che avete messo quando ci siamo visti ufficialmente per la prima volta?》chiese Merlino, quando Morgana uscì dal separé e lei annuì. Si truccò leggermente e si mise un paio di orecchini, mentre Merlino le sistemava i capelli, prendendo alcune ciocche e fissandole dietro la testa con dei fermagli.

《Siete bellissima》le sussurrò e Morgana lo baciò sulle labbra per ringraziarlo.

《Prenditi cura di lui, mentre sono con mio padre e, mi raccomando, stai attento》disse per poi uscire dalla camera.

Scese le scale e si diresse nella sala del consiglio, dove i servitori stavano apparecchiando il cibo in tavola. Si sedette e si versò l'acqua nel bicchiere per berne un sorso. Quando i servitori finirono di disporre il cibo nei piatti, lasciarono la sala per far cenare i due reali indisturbati. Iniziarono a mangiare e ogni tanto Morgana sorrideva al padre, quando sentiva il suo sguardo addosso. Infatti Uther aveva notato lo strano silenzio della figlia e si chiedeva come mai era chiusa in sé stessa quella sera.

《Sembri turbata, Morgana. Qualcosa non va?》le chiese, mentre lei aveva lo sguardo chino sul cibo ancora fresco sul piatto.

《No, padre, va tutto bene》rispose lei, cercando di alleggerire l'atmosfera opprimente della sala.

《Mi preoccupo per te》disse lui e Morgana lo ringraziò con un sorriso. Le porte alle spalle di Morgana si aprirono e Artù varcò la soglia.

《Ci sono novità su quel bambino?》chiese il re.

《Non riusciamo a trovarlo, forse ha già lasciato la città》rispose il principe.

《Mi stai dicendo che un bambino ferito è riuscito a eludere le guardie e a scappare?! Sciocchezze, lo tengono nascosto. Trovatelo!》ordinò lui.

《È soltanto un bambino, che male potrebbe fare?》domandò Artù. Non capiva perché suo padre provava rancore verso un druido. Era vero che aveva la magia, ma era solo un bambino e lui non lo riteneva una minaccia per Camelot.

《È un druido e questo lo rende pericoloso. Trovatelo al più presto!》insistette Uther e Artù si arrese, lasciando la sala.

Morgana non aveva più appetito, a dire la verità non aveva avuto fame per tutto il giorno. Lasciò la cena sul tavolo, non avendola neanche toccata e con la scusa di essere stanca, augurò al padre la buonanotte per ritirarsi nelle sue stanze. Nel frattempo Merlino era rimasto nelle stanze di Morgana per vegliare sul druido, mentre dormiva. Sentì la porta d'ingresso aprirsi e si voltò, incontrando gli occhi grigio-verdi di Morgana e le sorrise. La principessa chiuse la porta a chiave e si avvicinò a Merlino, appoggiato alla colonna di marmo, mentre entrambi fissavano il piccolo. Quando lo guardavano, pensavano a quanto fosse simile a loro geneticamente. Sembrava che il bambino avesse preso lo stesso colore degli occhi e dei capelli di Merlino e Morgana.

《Dovresti riposare, sei qui da ore》gli sussurrò all'orecchio.

《Avete ragione, ora me ne vado》rispose lui. Morgana non voleva che se ne andasse, stava così bene, quando era con lui. Desiderava passare la notte con lui, abbracciati e felici.

《Non potresti dormire con me?》gli chiese. Anche Merlino desiderava tanto dormire con lei, ma non voleva rischiare di essere scoperto dal principe.

《Meglio di no: se Artù mi trova qui, mi ucciderà con le sue mani》rispose.

《Ti prego, Merlino! Non lo scoprirà nessuno》disse Morgana, facendogli il labbruccio.

Merlino osservò quel labbro sporgente con un sorriso. Sembrava una cucciola che cercava di fargli gli occhi dolci per ottenere quello che voleva. Non resistette a lungo e alla fine acconsentì con un sospiro. Morgana sprizzò gioia da tutti i pori per essere riuscita a convincerlo e lo abbracciò, avvolgendo le braccia intorno al suo corpo. Si avvicinò al suo viso e lo baciò dolcemente, mentre Merlino le accarezzava le guance con i pollici. Si staccarono e Morgana si diresse dietro il suo divisorio per mettersi la camicia da notte, mentre Merlino si tolse la giacca marrone, gli stivali e la cintura di cuoio. Quando furono pronti per andare a dormire, si avvicinarono al letto e si infilarono sotto le coperte. Merlino si distese a pancia in su con una mano dietro la testa e l'altra lungo il corpo. Morgana si mise nella stessa posizione, ma dopo lunghi minuti in completo silenzio si girò di fianco e si voltò verso di lui.

《Che effetto ti fa dormire su un letto reale?》gli chiese, mentre Merlino osservava il soffitto, cercando di prendere sonno.

《È più morbido e più confortevole rispetto al mio, ma neanche il mio è così male. So adattarmi facilmente》rispose.

《Magari dopo che avremmo riportato il druido dalla sua gente, potresti passare più notti qui con me》gli propose, torturando la federa bianca del cuscino.

《Morgana, potrebbero scoprirci》controbatté Merlino, voltandosi verso di lei.

《Non è la prima volta che invito un uomo nelle mie stanze e non mi hanno mai scoperta. So come essere discreta》gli rivelò.

《Aspettate un attimo, voi siete stata con un altro uomo?》domandò il ragazzo, alzando la testa dal cuscino.

Morgana lo guardò negli occhi, notando nelle sue iridi azzurro-verdi una sorta di rabbia e la cosa la fece sorridere. Ma quello che la faceva ridere era il fatto che, nonostante fossero diventati più intimi, Merlino si rivolgeva a lei, dandole del "voi" per rispetto.

《Merlino, dammi pure del tu e riguardo alla tua domanda, sì, prima di te ho avuto i miei incontri segreti》rispose lei.

《Incontri segreti? Quindi più di uno?》constatò lui con un certo tono di gelosia.

《Sì, ma si trattavano di una notte, niente di più》puntualizzò Morgana, avvicinandosi ancora di più a lui e posando il braccio intorno al suo collo.

《E sarà lo stesso anche per noi? Solo una notte e poi basta?》le domandò.

Merlino aveva paura di conoscere la risposta, ma dall'altra parte sapeva che il loro legame era molto più forte di una semplice scappatella perché era sicuro di aver scalpito il cuore della principessa.

《No, io voglio stare con te ogni notte》affermò lei con un sorriso.

《Cosa ti fa credere che io non sia soltanto un avido che tenta di sedurti per avere il potere e la ricchezza della tua famiglia?》scherzò Merlino, accarezzandole il braccio da sopra il tessuto della camicia da notte.

《Perché sto imparando a conoscerti e sono più che sicura che tu non sia questa persona. C'è troppa bontà in te per ambire alla ricchezza》rispose lei.

Aveva ragione: Merlino non aveva bisogno di denaro, quando possedeva un enorme potere che era destinato a usare per Artù. Certo, poteva benissimo ignorare il suo destino e voltargli le spalle, ma era una responsabilità troppo grande dalla quale scappare e sapeva che un giorno i suoi sforzi sarebbero stati ricompensati. Sentì lo sguardo di Morgana addosso e si riprese dai suoi pensieri per concentrarsi su di lei. È arrivato il momento di dirglielo, pensò.

《Quindi da quello che ho capito, io e te ora stiamo insieme...?》.

《Sì e dato che siamo in tema, mettiamo in chiaro un paio di cose: d'ora in poi tu sei il mio compagno e le donne devono stare lontane da te》rispose Morgana.

《Quali donne? Nessuno è interessato a me》ribadì lui, nascondendo però un sorriso di soddisfazione. Era felice che Morgana si mostrasse così gelosa nei suoi confronti.

《Non direi! Ti ricordi di Cara, la serva di Bayard? Non vi staccavate gli occhi di dosso e io non sopporto, quando una donna ti fissa》gli ricordò Morgana, seccata al solo ricordo.

《Non preoccuparti, Morgana. Anche se mi guardassero, non mi interessano perché io ho occhi solo per te》la tranquillizzò Merlino.

《E poi tu hai qualcosa che loro non hanno》aggiunse.

《E sarebbe?》domandò Morgana, aggrottando le sopracciglia.

《Il mio amore》le confessò.

A quella dichiarazione il cuore di Morgana rischiò di fermarsi per sempre. I suoi occhi rivelavano una felicità così grande che se avesse potuto, avrebbe urlato di gioia e saltellato per tutta la stanza, rischiando di svegliare tutti nel castello. Non sapendo come comportarsi, si limitò a sorridergli, ma quel sorriso le imbarazzò molto, trasformandolo in una risata per rilassare l'atmosfera. Merlino non capì perché Morgana stesse ridendo dopo averle ammesso i suoi sentimenti.

《Perché stai ridendo? Ho detto qualcosa di sbagliato?》domandò confuso.

《No, no! È solo che nessuno mi ha mai detto una cosa del genere e non sapevo come reagire. Anche io provo qualcosa per te e non so cosa farei se ti dovesse succedere qualcosa. Ti amo immensamente, Merlino》rispose lei.

Si avvicinò alle sue labbra per baciarlo e appoggiò la testa sulla sua spalla. Merlino avvolse il braccio intorno alla schiena di Morgana e con le dita sfiorò delicatamente il braccio di lei che in poco tempo si addormentò.

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