XLV

Il momento per consegnarlo ai suoi nuovi alleati era giunto e prima ancora che le prime luci del sole potessero illuminare la notte, Morgana stava lasciando Camelot per raggiungere la foresta, il luogo dell'incontro. A sua insaputa, però, Merlino la seguiva continuamente alle spalle per scoprire di più sulla situazione nella quale lei si era coinvolta.

La principessa prese un cavallo bianco dalle scuderie e si diresse verso l'accampamento nascosto di Alvarr e Mordred. Era un ambiente ben fitto e offuscato dalla nebbia mattutina che spesso riusciva a coprire l'intera vegetazione.

A pochi passi dal minuscolo villaggio Merlino scese dal cavallo nero che aveva preso in prestito a Camelot per seguire Morgana e si appartò minuziosamente dietro alcuni alberi. Vide Mordred e Alvarr raggiungere la sua amata, il primo si gettò tra le sue braccia.

La ragazza affidò il cristallo ad Alvarr. Deve essere lui l'uomo che Mordred guidava quella notte nelle sue stanze, ipotizzò il mago.

《Io spero che con il tempo Mordred riesca a controllare il cristallo e quando lo farà, sconfiggeremo Uther e quelli che lo servono》rivelò Alvarr, sedendosi affianco a Morgana sul tronco di un albero caduto.

Quest'ultima si preoccupò immediatamente. Coloro che servivano Uther erano anche suoi cari amici. Artù, Gwen, Gaius e, soprattutto, Merlino. Perché anche loro dovevano pagare per forza le colpe del sovrano? Non poteva perderli, non poteva lasciare che andassero incontro alla morte solo perché lavoravano e si guadagnavano da vivere in modo giusto ed equo per suo padre.

《Tutti quelli che lo servono?》ripeté, scandendo attentamente le parole.

《Per vincere questa guerra non possono esserci mezze misure. La cosa vi preoccupa?》.

Avere degli amici ai quali voleva bene e un compagno che amava più della sua stessa vita era una cosa per cui valeva la pena preoccuparsi. Alvarr non la conosceva, non sapeva quanto amasse la sua vita a Camelot, per quanto il malsano controllo del padre la rendesse per certi momenti difficile e impossibile. Ma non volle parlarne con lui, in fondo era solo uno sconosciuto con i suoi ideali.

《Sì》affermò.

Alvarr volle informarsi di più su di lei. Il suo piano originale prevedeva di usare lei e Mordred per raggiungere i suoi scopi, ma non negava di voler continuare quel gioco ancora un po'. Morgana era incredibilmente bella, molto più di quanto potesse immaginare. Non se lo aspettava, era rimasto colpito da tanta bellezza.

《C'è qualcuno a cui tenete?》.

Lei non proferì parola, odiava particolarmente, quando qualcuno cercava di intromettersi nella sua vita privata e sentimentale.

《Mia Signora, noi lottiamo per la nostra sopravvivenza e anche voi: avete dei poteri magici》le ricordò.

Morgana non era solita parlare del suo segreto con altri estranei a patto Merlino. Solo con lui sentiva di poterlo fare perché entrambi condividevano gli stessi timori.

L'uomo avvertì subito il suo disagio ed estese la mano verso di lei per stringerle delicatamente il polso. Non apprezzò quel contatto, ma glielo lasciò fare, lui voleva solo consolarla. Merlino, al contrario, scattò subito sull'attenti. Folgorò con lo sguardo quella mano maschile che osava toccare la sua donna e presagì che Alvarr ci stesse provando con lei. Non era neanche troppo strano, Morgana era una donna proibita, ma allo stesso tempo desiderata da molti nobili e cavalieri.

《Non dovete avere paura》sentì dire l'uomo.

《Lo so. Perdonami, ormai sono abituata a nascondere la verità》confessò lei con un grande sorriso per alleggerire il malessere interiore che percepiva.

《Credetemi, capisco come ci si può sentire》approvò lui.

《Ogni giorno devo guardare mio padre negli occhi, sapendo che se scoprisse chi sono veramente, mi farebbe uccidere》.

Il solo pensiero spaventava la principessa ogni volta e la sua paura si percepiva chiaramente dal tono della voce.

Alvarr chinò distrattamente gli occhi sulle sue labbra, poi diminuì la distanza, sedendosi più vicino a lei. Morgana avvertì lo sguardo di lui indugiare sul suo viso, sui suoi occhi e infine sulla bocca.

《Siete stata molto coraggiosa》le sussurrò.

《Non voglio essere coraggiosa, voglio solo essere me stessa》ribatté lei.

《Voi non siete sola, siete qui con noi e non sarete mai più sola》insistette Alvarr.

I loro sguardi divennero più uniti, si guardarono negli occhi con una nuova intimità. L'attrazione fisica tra di loro crebbe tanto da poterla percepire persino nell'aria che respiravano.

Alvarr abbassò nuovamente gli occhi sulle labbra della principessa e stavolta non resistette alla tentazione di assaporarle. Non aveva mai baciato una principessa ed era curioso di sentirne la morbidezza e la consistenza. Anche Morgana non riuscì più a sopportare quel richiamo interiore che aveva sempre sentito dentro di sé, fin dal primo momento in cui l'aveva conosciuto e si avvicinò inconsciamente al suo viso. L'attimo dopo si ritrasse immediatamente. Ma cosa stava per fare? Era sul punto di baciare un altro uomo, quando era chiaro che il suo cuore batteva solo per Merlino. Un bacio con Alvarr non avrebbe mai potuto competere con il profondo legame che lo teneva aggrappata al suo servitore.

L'uomo non gradì affatto il suo rifiuto, ma riuscì facilmente a mascherarlo. Il servo, invece, strinse i pugni in preda alla rabbia, era un concentrato di furia e delusione totale. La mascella era tesa, i denti stringevano fino a fargli male, la collera indurì il suo sguardo che divenne affilato e tagliente come la lama di una spada. Vedeva solo la testa di Morgana che nascondeva quella di Alvarr e non riuscì a crederci che lei l'avesse tradito.

I rimorsi vennero a galla, ricordargli che anche lui aveva compiuto una parte di infedeltà con Freya, ma al diavolo i rimorsi. Doveva trattenere quell'ira e quella gelosia incontrollata o sarebbe scoppiato solo attraverso la magia.

《Devo rientrare. Al castello si sveglieranno a momenti》si giustificò Morgana, issandosi in piedi.

Lui le lasciò delicatamente la mano che stringeva nella sua, rimanendo seduto a scrutarla.

《Allora, addio, mia principessa Morgana》la salutò con rammarico.

Tua, un accidenti!, tuonò la mente Merlino, udendo quelle parole che gli facevano venire solo il voltastomaco. Lei gli sorrise cordialmente e se ne andò, recuperando il suo cavallo per tornare a Camelot. Il giovane mago era sul punto di avviarsi anche lui, ma la voce di Mordred lo costrinse a rimanere ancora.

《Dov'è Morgana?》.

《Non è potuta restare》rispose Alvarr.

Il piccolo druido se ne andò e una donna dai capelli ramati e mossi si avvicinò all'uomo.

《Sei stato bravo a servirti di lei》commentò.

Lui la prese rudemente per i fianchi e la fece adagiare sulle sue gambe. Ora Merlino aveva la conferma che Alvarr voleva solo sfruttare il profondo legame tra Mordred e Morgana per i suoi loschi progetti contro la famiglia Pendragon. Ha usato il suo fascino contro di loro e ha pure funzionato.

《Non è stato difficile. È bellissima, dopotutto》affermò lui e i due si scambiarono un bacio passionale.

Se Merlino stava per avere il voltastomaco solo a immaginarlo con Morgana, avere ora la conferma che lui aveva preso in giro per tutto il tempo la sua amata, illudendola con false speranze e promesse gli venne quasi da confessare tutto a lei e a Mordred per far aprire loro gli occhi. Ma era inutile e, inoltre, non voleva incrociarsi con Morgana dopo che l'aveva vista baciarsi con un altro proprio davanti ai suoi occhi. L'unica cosa che poteva fare era rientrare a Camelot e riferire tutto a Gaius. Per fortuna il rancore che covava dentro era scemato, ma non completamente perché gli bastava solo ripensare a quel maledetto bacio che esso ripiombava prepotente.

《Alvarr ha una pessima reputazione》lo avvertì il medico.

《Lo conoscete?》domandò Merlino.

《So che è uno stregone e con la sua banda di rinnegati ha minacciato di spodestare il re. È un fanatico e i suoi sostenitori lo seguono senza riflettere, accecati dal suo carisma》affermò lui.

E dal suo fascino, dato che Morgana ha ceduto a lui, baciandolo, rifletté il giovane. Le mani gli si chiusero a pugno istintivamente a quel ricordo, le dita tremavano. Doveva assolutamente controllarsi e mantenere la calma. Non aveva mai provato odio nei confronti di un uomo, neanche per il suo peggior nemico, ma la gelosia lo stava corrodendo dentro come il veleno di un serpente.

《Ha funzionato con Morgana e con il bambino druido. Li sta usando entrambi. Lui pensa che Mordred sia in grado di controllare il cristallo》.

《Non possiamo permetterlo, Merlino》replicò Gaius.

《Ma se non possiamo rivolgerci a Uther, che facciamo?》confutò il servo.

《Possiamo distorcere un po' la verità》consigliò lui.

Merlino aggrottò le sopracciglia, non comprendendo il suo piano, tuttavia decise di fidarsi di lui. I due si recarono da Uther nella sala del consiglio e Gaius espose la sua bravata. Nella stanza erano presenti alcuni cavalieri, nobili e i due eredi Pendragon.

Merlino non riusciva neanche a guardare in faccia Morgana da quanto si sentiva disgustato dentro. Rimuginò che appena quella storia di Alvarr e del cristallo fosse conclusa, lui avrebbe definitivamente chiuso con lei. Quel bacio lo aveva scosso parecchio e avrebbe solo voluto toglierselo dalla testa pur di non rivederlo come i lampi durante un temporale.

《Tu sai dov'è il cristallo?》chiese il re.

《Io penso di sì, Sire》rispose lui.

Morgana osservò Gaius, corrugando le sopracciglia. Come era possibile?, si chiese. Suo padre sembrò leggerle nella mente.

《Come hai avuto questa informazione?》.

《Esercitando la professione di medico, ho a che fare con molte persone e so che sono giunte loro delle voci e hanno visto delle cose. La notte scorsa ho parlato con un uomo che mi ha detto che il cristallo è stato rubato da una banda di rinnegati, capeggiata da un uomo di nome Alvarr》.

Maledizione!, rifletté la principessa.

《Dov'è questo Alvarr?》si interpose Artù.

《L'ultima volta è stato visto nella valle di Cembri》informò loro il medico.

《Raduna le guardie, voglio che si indaghi sulla questione》comandò Uther al figlio, il quale obbedì subito, congedandosi per mettersi all'opera.

Il sovrano ringraziò Gaius per il suo aiuto e Merlino vide Morgana abbandonare frettolosamente la sala. Sicuramente andrà ad avvisare il suo nuovo compagno, postulò. La principessa raggiunse Artù con l'intento di distoglierlo dallo partire o, come minimo, rallentarlo e fargli perdere un po' di tempo.

《Artù, non penserai di partire per questa missione, vero?》.

《Non penso di partire, io sto partendo》la corresse il fratello.

《Ma darai la caccia a una diceria》contraddisse lei.

《È vero, ma per ora è l'unica pista che abbiamo》asserì Artù e Morgana gli si parò davanti, bloccandogli il passaggio.

《Stai perdendo tempo, te l'assicuro》insistette, addolcendo la voce.

Artù aveva imparato quanto la sorella fosse scaltra nel provare a raggirarlo con quel tono dolce e innocente.

《Morgana, non pensavo che ti importasse di me! So badare a me stesso, sai? È una combinazione di talento innato e duri addestramenti che mi rende...》iniziò a vantarsi, sapendo bene che tale atteggiamento la faceva sempre innervosire.

Difatti Morgana roteò gli occhi, infastidita e seccata come suo solito, quando si trattava di sopportare le esaltazioni del fratello. Lo interruppe prima di doversi subire altre scemenze.

《Lo so io! Che ti rende terribilmente odioso》.

Il principe adorava prenderla in giro, ma per farsi perdonare le diede un bacio sulla guancia per poi procedere.

La ragazza non ebbe altra scelta che avvisare immediatamente Alvarr, sperando di raggiungerlo prima di Artù e dei suoi uomini. Prese il suo solito cavallo e galoppò fino alla foresta. Scese dal destriero e iniziò a incamminarsi verso l'accampamento, quando degli uomini la circondarono, puntandole la spada contro.

《Morgana!》esclamò Alvarr, appena la riconobbe e la principessa lasciò andare un sospiro di sollievo nel vederlo ancora vivo.

《Cosa vi porta qui?》le chiese, ritirando l'arma.

《Artù viene a recuperare il cristallo. I cavalieri di Camelot stanno arrivando》lo informò lei.

L'uomo con un gesto della mano intimò ai suoi uomini di tornare al villaggio per sorvegliarlo, mentre lui sarebbe rimasto solo con Morgana.

《Come è successo?》.

《Non lo so, so solo che siamo stati traditi》confessò la principessa.

《Quanto tempo abbiamo?》proseguì Alvarr.

《Un'ora, forse due. Non lo so con certezza》farfugliò lei.

《Dobbiamo essere pronti ad accogliergli》rimuginò.

《Come posso aiutarvi?》si offrì Morgana.

《Potete fuggire, finché siete in tempo》rispose l'uomo, ma lei negò subito.

《Morgana, vi sono grato per quello che avete fatto, ma il campo di battaglia non è per voi》insistette Alvarr in tono duro per convincerla.

In fondo lei gli piaceva e non voleva perderla. Era la migliore alleata che lui avesse mai avuto e stava iniziando a provare qualcosa di più di una semplice attrazione fisica nei suoi confronti. Meditando che il loro incontro sarebbe stato molto probabilmente l'ultimo prima della battaglia, si giocò il tutto per tutto.

Con decisione poggiò una mano dietro di lei, spingendola verso di sé e in un rapido secondo la baciò. Morgana non ebbe né il tempo né la lucidità mentale per rifiutarlo, ma poté avvertire il rossore che le risaltò gli zigomi. Alvarr si allontanò dalla sua bocca e la guardò per un'ultima volta negli occhi prima di andarsene e lasciarla sola.

Intanto Merlino, Artù e i cavalieri erano già in viaggio per raggiungere il nascondiglio dei rinnegati, secondo la guida del giovane mago. Il principe notò che il suo servo era stranamente silenzioso perché di solito era solare e scherzoso, quando partivano per le loro spedizioni. Il suo atteggiamento era tutto il contrario, nervoso e cupo. La verità era che Merlino era un agglomerato di sofferenza e delusione a causa di Morgana e tali sensazioni lo stavano destabilizzando parecchio. Impennò il cavallo di fermarsi di fronte a un bivio.

《Dove andiamo?》gli chiese Artù.

《Non ne ho idea》obiettò lui, osservando i due sentieri.

Non sapeva quale dei due prendere e soprattutto quale avrebbe condotto al rifugio di Alvarr e Mordred. La nebbia fitta e bianca non lo aiutava nell'orientamento. Entrò nel panico perché quando aveva seguito di nascosto Morgana fino all'accampamento la prima volta, non aveva percorso quei viali principali, bensì delle scorciatoie secondarie e nascoste.

《Pensavo che Gaius ti avesse indicato la via》confutò il principe.

《Infatti, ma non mi ha mai parlato di questa zona》mentì e Artù sospirò.

Merlino scese da cavallo e mentre il suo padrone lo stava rimproverando e accusando come era solito fare, avvertì un fastidioso fischio nella sua testa, sostituita poi dalla voce di Mordred. Stanno arrivando... il cristallo... avverti gli altri... arrivano... presto.

《Il loro accampamento è da quella parte》.

《Come fai a saperlo?》domandò il principe, scendendo dal suo destriero e guardando il sentiero indicatogli dal servo.

Vide la sua esitazione e si arrese, sbuffando. Si avvicinò alla sella per ripartire e Merlino usò i suoi poteri per creare delle finte impronte di scarpa sul fango che puntavano verso la direzione da prendere.

《Lo so perché ho visto queste》si giustificò, indicandole con lo sguardo.

Artù lo raggiunse e incitò gli uomini a seguirlo. Si addentrarono tra gli alberi e si espansero per coprire più area possibile intorno all'area. L'accampamento era silenzioso e abbandonato e il principe si avvicinò di soppiatto per controllare. Si chinò e raccolse un pugno di brace rimasta.

《Beh, quelli che si trovavano qui, adesso di sicuro non ci sono più》appurò.

《Invece ci sono》lo smentì il servo, dando ascolto al suo istinto.

Una freccia scattò subito in direzione del principe, il quale la evitò di riflesso. Alcuni cavalieri vennero colpiti dai dardi scagliati in lontananza, mentre i rinnegati li accerchiarono nel loro stesso accampamento. Era una trappola, sapevano già del loro arrivo e li stavano solo aspettando.

La battaglia infuriava tra stregoni e cavalieri e Morgana udì le urla da lontano. Volse indietro il capo, sul punto di cedere, ma non poteva o Artù l'avrebbe vista e avrebbe subito sospettata di lei. Perciò, a malincuore, proseguì dritta verso Camelot.

Durante lo scontro Merlino vide Alvarr che intimò a Mordred di scappare e il servo ne approfittò per dare retta una volta per tutte alle raccomandazioni del drago. Se come lui diceva, quel bambino un giorno era destinato a uccidere Artù, allora lui lo avrebbe impedito prima ancora che quel giorno potesse sorgere.

Usò la magia per allungare la radice di un albero e farlo inciampare. Due cavalieri di Camelot lo raggiunsero, ma lui si difese con il solo uso della mente, manovrando con la telepatia due lance che uccisero le sentinelle. Merlino rimase sbalordito e scioccato dalla straordinarietà dei suoi poteri. Non te lo perdonerò mai, Merlino, e non lo dimenticherò mai, lo avvertì nella sua mente, trucidandolo con i suoi occhi azzurri e glaciali. Poi fuggì.

Quando Merlino tornò indietro, i combattimenti erano quasi terminati. Tutti i seguaci di Alvarr erano deceduti, solo il loro capo era ancora in piedi. Solo e circondato, provò un ultimo assalto contro Artù, fallendo subito. Il principe lo perquisì, recuperando il cristallo e lui venne catturato. Il gruppo si accampò per la notte, essendo troppo scuro per tornare a casa.

《Che ti passa per la testa?》domandò Artù a Merlino, sdraiandosi vicino a lui.

《È solo che... quando siamo entrati nell'accampamento, era una trappola e sapevano del nostro arrivo. Ma come facevano a saperlo?》confidò quest'ultimo, osservando le fiamme del fuoco bruciare.

《Beh, sono stregoni. Avranno usato la magia》suppose il nobile.

Merlino non ne era completamente convinto, non esisteva nessuna magia che permetteva al nemico di sapere le loro intenzioni future, a meno che Mordred non avesse già sfruttato il potere del cristallo, ma in quel caso i rinnegati non avrebbero sprecato tempo inutile con loro e si sarebbero già adoperati per distruggere Camelot.

《Dovrai proteggere questo cristallo a costo della vita》gli intimò Artù, lanciandogli il sacchetto contenente l'oggetto magico.

Appena il cristallo finì nelle mani di Merlino, il suo potere lo attirò immediatamente. Ne avvertì la magia, tanto elevata quanto distruttiva, ma il servo lo gettò a terra. Era troppo forte per lui da fargli mancare il respiro e da tenerlo sveglio per tutta la notte. Boccheggiava e tremava, percependo la più potente di tutte le stregonerie a pochi passi da lui. Il futuro racchiuso in quel minerale lo chiamava, implorava silenziosamente di essere guardato da lui e Merlino soccombette.

Afferrò il sacco e impugnò l'oggetto magico. Sulle lisce e trasparenti superfici del cristallo apparvero delle visioni: il Grande Drago libero che volava sopra una Camelot sull'orlo della distruzione, sé stesso che lo inseguiva e piangeva, colonne di fuoco sputate dall'animale, grida e urla di dolore... la mano che reggeva il cristallo tremava sempre di più e Merlino lo lasciò cadere a terra.

La sua testa era un continuo rimbombo di quei suoni strazianti uditi. Si portò una mano sulla tempia pulsante e dolorante ed espirò profondamente, cercando di calmarsi. Non era stata una bella esperienza, anzi lo aveva lasciato con ancora più incertezze sul mantenere la sua promessa al drago.

Giunti a Camelot, Alvarr venne incatenato e scortato dal re nella sala del consiglio.

《Ammetti di aver usato il cristallo di Neahtid e di aver complottato contro il tuo re?》lo interrogò Uther.

《Lo ammetto》affermò l'uomo in ginocchio.

《E hai agito da solo? Non ti è stato fornito aiuto da nessun cittadino di Camelot?》.

Morgana, davanti a lui, lo guardava con la tristezza negli occhi. Provava dispiacere nel vederlo in quello stato, teneva a lui come sapeva che lui teneva a lei.

《Io ho agito da solo》rispose Alvarr e Morgana sospirò di liberazione.

Non aveva fatto il suo nome, era salva, tuttavia la sua colpa non si alleviò. Si sentì responsabile della sua cattura e purtroppo conosceva bene il trattamento riservato agli stregoni che cospiravano contro suo padre.

《Sei colpevole di tradimento! Sei un nemico di Camelot, quindi ti condanno a morte》sentenziò il sovrano e Morgana chiuse le palpebre per reprimere le lacrime sul punto di rivelarsi davanti a tutti.

《E morirò con onore. Essere nemico di Camelot non è un crimine, siete voi il criminale!》replicò lo stregone.

《Portatelo fuori!》intimò Uther alle guardie, le quali scortarono l'uomo fuori dalla sala fino alle prigioni.

Mentre il re si complimentava con il figlio per la riuscita della missione, Morgana scrutava il padre con puro astio e odio. Esattamente come qualche mese fa con la morte del padre di Ginevra riprovò lo stesso desiderio di vendetta, ma stavolta era più grande e acceso di prima. Capì che lui non sarebbe mai cambiato, neppure con le buone intenzioni. Sarebbe sempre rimasto il solito re dispotico e odioso, guidato solo dall'odio per la magia. Aveva completamente sbagliato a credere che Uther potesse cambiare.

I presenti lasciarono la stanza e Morgana rimase da sola ad affrontare il padre. Buffo come la stessa situazione continuava a ripetersi con il passare del tempo, le venne quasi da ridere. Ma stavolta non avrebbero semplicemente litigato, no, questa volta rappresentava la rottura definitiva e totale da padre e figlia.

《Quante persone dovrai uccidere prima di essere soddisfatto?!》gli scagliò con acidità.

《Era colpevole e ha confessato il suo crimine, l'hai sentito anche tu》rispose lui con assoluta serenità.

《Il suo unico crimine è stato opporsi a te》puntualizzò la figlia.

《Perché lo stai difendendo? È un nemico giurato di Camelot e tu lo sai》.

《Ti stupisce che ti volesse morto?! Hai perseguitato la sua gente giorno dopo giorno, anno dopo anno》gli rinfacciò e il re iniziò la perdere la pazienza.

《Non ascolterò una parola di più》la avvisò.

《Perché sei arrogante e sciocco. Non vedi e non senti i bisogni della gente che dici di servire e proteggere. La gente non lo tollera più e si sta sollevando contro di te》proseguì Morgana come un fiume in piena.

《Ho detto basta!》sbraitò lui, puntandole l'indice contro come ultimo avvertimento.

《Da questo giorno in avanti io ti disconosco e ti rinnego》lo minacciò.

《Tu vai nelle tue stanze》le ordinò con una furia cieca negli occhi.

《E tu vai all'inferno》ricambiò Morgana con la voce piena di odio, andandosene.

Uther era rimasto sorpreso, mai prima di allora gli si era scagliata in tale modo. Ancora non poteva sapere che da quel momento in poi Morgana sarebbe cambiata in peggio, abbracciando la sua oscurità e accogliendola per il resto della sua vita. Solo Merlino e Gaius temevano quel lato oscuro di lei e molto presto avrebbero capito che facevano bene ad averne il timore.

《Merlino?》lo richiamò l'anziano medico.

Il mago si riscosse dai suoi pensieri logoranti. Ultimamente aveva la mente occupata, aveva tanto su cui riflettere. Morgana, le visioni del cristallo, la promessa fatta al Grande Drago... Era parecchio provato sia mentalmente che fisicamente. Si ricordò di star ancora cenando con Gaius, ma da quando aveva la zuppa davanti a sé, non era riuscito a mangiare neanche un cucchiaio.

《Qual è il problema?》gli chiese Gaius, notando la sua agitazione interiore.

Aveva ormai appreso che quando Merlino era perso nei suoi pensieri, non parlava e non mangiava, era brutto presagio.

《È il cristallo. Racchiude un terribile potere》confessò lui.

《Ma è sotto chiave ora e non può causare danni. A meno che il danno non sia già stato fatto...》ribadì, scrutando il terrore all'interno dei suoi occhi. Non lo aveva mai visto così impaurito.

《Non ho potuto resistere, l'ho preso in mano. Sapevo di non doverlo fare e di stare per commettere uno sbaglio, ma sono stato costretto a guardare. Ho visto cose terribili, Gaius, ma quello che ho visto deve ancora accadere e ho davvero paura di quello che il futuro può portare. Sembrava così reale》affermò il ragazzo.

《Non esiste nulla su questa terra in grado di conoscere ogni possibile futuro, neanche quel cristallo. Quello che hai visto era reale, ma era solo una possibile realtà. Il futuro non è delineato completamente. Siamo noi a dargli forma, sei tu, Merlino, con le decisioni che prendi e con le azioni che fai》.

Gaius si alzò da tavola, avendo finito la sua cena, e Merlino decise di tranquillizzarsi e di mangiare. Morgana, intanto, era già pronta per andare a dormire e mentre attendeva che Gwen si congedasse dal lavoro, si preparò una leggera e veloce treccia. Non aveva per niente sonno dato che pensava solo ad Alvarr e forse aveva trovato un modo per liberarlo e farlo scappare da Camelot. Non avrebbe mai lasciato che morisse proprio davanti ai suoi occhi.

《Gwen! Mi daresti il rimedio soporifero di Gaius?》chiese alla sua serva.

《Pensavo che non ne aveste più bisogno》protestò quest'ultima.

《Ieri notte gli incubi sono tornati》mentì lei e l'amica le consegnò la boccetta, augurandole un buon riposo.

La principessa la ringraziò con un sorriso e Ginevra se ne andò. Si cambiò la veste da notte e scese fino alle prigioni, sorvegliate all'ingresso da tre cavalieri di Camelot.

《Vorrei vedere il prigioniero, se posso》li informò.

《Veramente il prigioniero non può vedere nessuno》negò un uomo dai corti capelli castani e lisci e gli occhi scuri che in passato era stato uno dei tanti amanti di Morgana.

《Ma questo non vale per la figlia del re, dico bene?》lo ammonì.

Il cavaliere si scambiò una breve occhiata con i suoi compari e decise di farla passare. La principessa lo ringraziò e offrì loro una caraffa di vino, mischiato al sonnifero. Raggiunse la cella dove Alvarr era rinchiuso e l'uomo si alzò in piedi, sorpreso della sua visita.

《Mia Signora. Non mi aspettavo di vedervi》.

《Sono venuta a dirti addio. Non sarà facile, ma devi preparati per quello che ti attende. Ho cercato di facilitare il tuo passaggio. Buona fortuna!》gli confidò, lanciando delle strane occhiate in direzione dell'uscita dai sotterranei.

Alvarr abbassò la mano verso quella di Morgana, stretta a pugno intorno alla sbarra, e le loro dita si sfiorarono.

《I miei pensieri saranno con te》gli sussurrò.

《Siete stata gentile a pensare a me. Vi ringrazio, Mia Signora》.

La principessa chinò lo sguardo sulle loro mani, lo guardò negli occhi per l'ultima volta e se ne andò, sciogliendo il loro ultimo contatto. Le ore trascorsero, la luna era alta nel cielo, ma Morgana non era ancora a letto. Lei attendeva solo il momento in cui Alvarr sarebbe scappato e il suono improvviso delle campane d'allarme che spezzarono la quiete nel castello lo confermarono.

Lo stregone aveva forzato la serratura della sua cella con la magia ed era riuscito a evadere facilmente con l'aiuto di Morgana. A pochi passi dall'uscita del regno si voltò verso il palazzo reale, sperando di incrociare da qualche finestra lo sguardo di Morgana, tuttavia non poteva perdere troppo tempo o il suo aiuto sarebbe stato del tutto inutile. Lei gli aveva salvato la vita, dandogli una seconda possibilità e ora lui doveva dirle addio e voltare le spalle a Camelot per sempre.

Consapevole di essere ormai macchiata fin nel profondo della sua anima, Morgana lasciò la sua stanza e si recò nella sala del consiglio per scoprire se Alvarr era riuscito a darsi alla fuga.

《Abbiamo perquisito ovunque e ogni angolo di Camelot, ma è svanito》annunciò Artù.

《Come ha fatto a scappare?》lo rimproverò il padre.

《Sembra che le guardie siano state drogate》rispose lui.

《Perciò è stato aiutato da qualcuno, qui a Camelot》ammise Uther, lanciando un'occhiata accusatoria verso la figlia, sguardo che non sfuggì a Merlino.

Anche lui aveva il sospetto che Morgana fosse coinvolta nella fuga di Alvarr, del resto lo era sempre stata. Pensava che con il ritrovamento del cristallo, tutto sarebbe tornato alla normalità e che lui poco alla volta si sarebbe ripreso dagli ultimi eventi, ma si sbagliava. Per stare in pace con se stesso doveva prima chiudere quel capitolo importante con Morgana e lo avrebbe fatto anche in quel preciso istante.

《Temo che sia così》affermò il principe.

《Che sia ben chiaro a tutti: chiunque abbia fatto questo, ha tradito me e il regno. Se scoprirò chi è stato, maledirà il giorno in cui è venuto al mondo》comunicò il sovrano alla corte, minacciando però velatamente con lo sguardo Morgana, la quale rimase completamente impassibile di fronte alla sua intimidazione.

Non aveva più paura di lui, niente di quello che aveva di più buono e giusto era rimasto dentro la sua anima. Come un'autonoma, si ritirò e Merlino la seguì alle sue spalle.

《È finita, Morgana!》.

La ragazza si voltò indietro.

《Di che stai parlando?》gli domandò con dura freddezza come lo era il suo cuore.

《Tra di noi è finita》ripeté il ragazzo.

Lei non batté ciglio e restò solo a fissarlo, indifferente alle sue parole.

《Hai liberato tu Alvarr?》la accusò, avanzando dei passi verso di lei.

《E anche se fosse? Vuoi dirlo a Uther? Prego, accomodati pure》lo incitò con un sorriso amaro sulle labbra e indicandogli con la mano la porta poco distante della sala del consiglio.

Merlino non capì quella rabbia ingiustificata che gli stava scagliando addosso Morgana, anzi avrebbe dovuto essere il contrario per come erano andate le cose tra di loro.

《Non hai nessun diritto di avercela con me, io piuttosto dovrei essere infuriato》.

《Per quale motivo?》gli chiese lei.

《Ti sei baciata con Alvarr davanti ai miei occhi》le confessò e vide l'espressione distaccata di lei mutare in una di sorpresa e sbigottimento.

La sua voce divenne più dura e il suo sguardo più tagliente.

《Cosa?》reagì.

Voleva sperare bene che Merlino non stesse insinuando quello che lei pensava che lui stesse insinuando perché altrimenti non avrebbe rotto definitivamente con suo padre, ma anche con lui.

《Ti ho seguita ieri mattina, mentre gli portavi il cristallo. Vi ho visti seduti, lui che si avvicinava sempre di più a te e infine il vostro bacio》proseguì Merlino, avvertendo la rabbia montargli dentro al solo ricordo.

《Sei stato tu!》insinuò la principessa.

《Non provi neanche a negare il bacio?》la assillò il servo.

Lo schiocco sonoro e forte di uno schiaffo riecheggiò nel corridoio. Merlino, a viso girato, sentì la guancia esposta a Morgana arrossarsi e il colpo ricevuto diventare sensazione di dolore pungente. Lentamente tornò a guardarla, senza dire nulla o reagire.

《Insolente! Per colpa tua Alvarr è stato catturato e condannato a morte, per colpa tua ho chiuso definitivamente con mio padre, per colpa tua io sono cambiata, tutto a causa tua!》gli strepitò contro.

Merlino rimase in silenzio, assorbendosi tutta la sua collera. Un po' se l'era meritato, una parte di lui si sentiva colpevole per aver contribuito, anche per fin di bene, agli ultimi accadimenti. Morgana era riuscita a liberare parte dello sfogo che tratteneva nelle vene da un po' di tempo e si sentì meglio, ma ora al posto della rabbia e dell'odio covava solo una grande amarezza e sconforto nei confronti del ragazzo.

Non demorse.

《Il bacio che dici di aver visto non c'è mai stato! È vero, eravamo vicini, ma io mi sono ritratta indietro all'ultimo perché in quel momento ho pensato a te. Nonostante tutto il mondo gridava contro di noi, il mio cuore e la mia mente si sono sempre concessi a te!》.

《Non so perché continuo a essere innamorata di te dopo quello che mi hai fatto, dopo quello che hai fatto a Mordred e Alvarr! Sai, credevo che tu fossi rimasto l'unica luce che avrebbe potuto ridare speranza alla mia anima, ma mi sbagliavo come una povera illusa》.

Lo guardò con sufficienza negli occhi, scosse frustrata la testa, poi gli voltò le spalle e se ne andò, lasciandolo bollire nei suoi rimpianti. Merlino capì di aver sbagliato tutto con lei, la gelosia per Alvarr gli aveva permesso di recuperare il cristallo dalle mani nemiche, ma lo aveva allontanato risolutivamente da lei. Il suo cuore, già gravato dalle pesanti responsabilità del suo destino e dalle visioni future intraviste nel cristalllo, ora pesava ancora di più per il loro distacco. L'unica cosa che poté alleviarlo era sapere che lei non si era baciata con Alvarr.

Dopo giorni di malessere Merlino pensò che quella notte potesse essere il primo momento di tranquillità e pace, se non fosse che gli ultimi eventi lo perseguitavano ancora, accompagnati dalla voce del Grande Drago nella sua testa.

Merlino, sto aspettando! Mi hai dato la tua parola e ora devi liberarmi.

Assillato da tremende e insistenti emicranie dovute alla voce di Mordred, al potere del cristallo e ora dalla voce del drago, il ragazzo si girò nervosamente nel letto e si portò le mani sulle tempie, in preda all'esasperazione.

Merlino, Merlino, Merlino...

Basta!

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