XLIII

Una serata con i sovrani dei cinque regni come ospiti a Camelot era l'evento più atteso dalla famiglia reale. Secondo Uther tale riunione per un accordo di pace era un passo importante per il futuro dell'intera Albione. Se tutto sarebbe andato a buon fine, come Uther sperava, avrebbero avuti anni di prosperità altrimenti ulteriori spargimenti di sangue. Peccato che uno dei cinque sovrani, re Alined, non era del suo stesso parere. Lui ambiva solo alla ricchezza e al potere per mezzo della guerra e intendeva mettere in atto il suo piano con l'aiuto del suo fidato servitore Trickler.

La cerimonia che si stava svolgendo nella sala del banchetto era l'occasione perfetta per Trickler per mettere in mostra le sue abilità di giullare di corte. Sputava fuoco dalla bocca per accendere le candele poste sul tavolo e si esibiva in balli e scene comiche. Per le dame presenti scelse di far apparire intorno a sé delle farfalle che volarono per tutta la sala. Le donne osservavano meravigliate quegli insetti dalle ali blu iridescente, applaudendo per il suo talento.

Merlino non era rimasto tanto sorpreso da quel trucchetto di magia perché sapeva farlo anche lui. E se Trickler fosse uno stregone? Il dubbio gli attraversò la mente per un istante, ma decise di ignorarlo. Era lì per lavorare e per godersi la festa, per una volta poteva lasciarsi alle spalle i soliti nemici che bramavano alle spalle di Camelot. C'era cibo delizioso, abbondante vino e principesse da togliere il fiato.

Posò gli occhi su Morgana che stava sorridendo insieme a Lady Vivian al suo fianco e a Gwen alle loro spalle e il respirò gli morì in gola di fronte alla bellezza che emanava la sua principessa.

L'abito che indossava aderiva perfettamente al suo corpo, i capelli sciolti cadevano dolcemente lungo le spalle e i gioielli che portava esaltavano ancora di più la sua innaturale grazia. Cosa aveva fatto di così fortunato per avere come compagna una tale meraviglia? Da giorni non riuscivano a rimanere un attimo soli a causa del lavoro di lui e della vigilanza del padre di lei, ma Merlino avvertiva la sua mancanza, soprattutto quella fisica.

Non era ancora riuscito a confessarle che aveva baciato un'altra donna e non voleva farlo per non perdere la sua fiducia. Per lui Freya era stato solo un momento di debolezza e una vaga speranza di sfuggire al suo destino affianco alla famiglia Pendragon. Con il senno di poi si ricordò che alla profezia scritta secoli prima della sua nascita non si scappava e in un modo o nell'altro sarebbe stato costretto ad abbandonare la sua felicità a discapito dei suoi doveri.

Una farfalla si posò sopra al diadema che abbelliva la fronte di Morgana, la quale allungò lentamente la mano per cercare di toccarla con delicatezza. L'insetto sfiorò con le sue gracili zampette il suo indice e lei sorrise sbalordita, osservando le sue ali che si aprivano per mostrare la linea nera che ne decorava i lati.

Si sentì osservata e alzò gli occhi per incrociare lo sguardo di Merlino fisso su di lei. Gli sorrise timidamente per evitare che suo padre, a pochi posti di distanza, li scoprisse. Anche lei non vedeva Merlino da qualche giorno e solo in quel momento si accorse di quanto le mancava le mani di lui sul suo corpo. Avrebbe tanto desiderato congedarsi dal banchetto per appartarsi con il servo e amarsi appassionatamente come non erano più riusciti a fare dalla loro prima volta a Ealdor.

Un rumore di forti applausi la distrasse e Morgana distolse lo sguardo, accorgendosi che la farfalla era volata via. Per non destare sospetti, applaudì insieme a tutti i presenti per congratularsi con il giullare e si concentrò sul resto del banchetto come fece anche Merlino.

Quella notte, al termine della cerimonia, Trickler e re Alined proseguirono con il loro piano: far innamorare Artù e Lady Vivian, figlia di re Olaf, uno dei più cari amici di Uther, grazie a un incantesimo d'amore per far saltare gli accordi di pace e scaturire la guerra fra i sovrani.

Al mattino Merlino giunse nelle camere del suo padrone per consegnargli la colazione e si sorprese di trovarlo già in piedi e vestito. Beh, meglio così, non dovrò buttarlo giù dal letto come ogni mattina, pensò.

《Buongiorno, Sire!》lo salutò, mentre appoggiava il vassoio con il cibo sul suo tavolo da lavoro.

《Non hai mai detto niente di più vero. È la più soleggiata, piacevole e bella mattina che abbia visto in tutta la mia vita》commentò il principe, mentre osservava la principessa Vivian, intenta a litigare energicamente con un servitore, dalla finestra della sua stanza.

《Oggi il mio dovere è corteggiare. Ho intenzione di fare una dichiarazione d'amore》proseguì, allontanandosi dalla vetrata.

Cosa?! Vuole dichiararsi pubblicamente a Gwen?, realizzò Merlino. Mai avrebbe pensato che Artù l'avrebbe fatto sul serio un giorno o perlomeno non con il padre ancora vivo e vegeto. Tuttavia non riuscì a nascondere un sorriso soddisfatto per il coraggio che stava dimostrando il principe in quel momento.

《Davvero? Pensavo che voleste tenere il segreto》.

《Perché dovrei? Entro fine giornata avrò conquistato la mia dama》dichiarò il nobile, sicuro di sé.

《Bene, ma che direte a vostro padre?》gli ricordò il servo.

Per quanto Artù volesse mostrarsi sicuro e impavido, Merlino dubitava che il re avrebbe concesso la sua approvazione riguardante la loro relazione. Non era rimasto per niente contento, quando aveva saputo della storia tra sua figlia e il servo di suo figlio, cosa sarebbe cambiato con Artù e Ginevra? Nulla, anzi Merlino era convinto che Uther avrebbe provveduto subito a eliminare al più presto ogni contatto tra i due, pur di tenersi stretto il futuro erede di Camelot.

《Che c'entra mio padre? Dunque, mi serve il tuo aiuto per esprimere i miei sentimenti. Come posso esprimerli?》.

《Oh, sì! Ehm... fiori?》propose subito il ragazzo, ricordandosi che Morgana aveva sempre apprezzato tale genere di regali.

《Eccellente! Forse dovresti anche mandare un biglietto》aggiunse Artù.

《Ottima idea!》affermò subito Merlino.

《Qualcosa di toccante e che venga dal cuore. Pensaci tu!》gli ordinò il principe con una leggera pacca sul braccio.

Come sempre, pensò il mago, seguendo con lo sguardo Artù. Si comportava in modo strano quella mattina, ma non ci fece molto caso e si accinse a eseguire gli ordini. Si recò alla città bassa per raggiungere l'abitazione di Ginevra con in mano un mazzo profumato di fiori lilla e bianchi appena sbocciati. Bussò alla porta, ma nessuno gli aprì, perciò entrò, chiamandola per nome. La ragazza doveva ancora rientrare dal suo solito orario di lavoro e Merlino decise di lasciare il mazzo sopra al tavolo insieme a un biglietto scritto da lui.

Le barriere che ci separano sono niente in confronto alla forza del vero amore.
Artù.

Non sapeva se il suo padrone si sarebbe espresso con tali parole, ma Merlino era certo che avrebbe confessato così il suo amore per Morgana, se avesse dovuto fare lui una dichiarazione d'amore alla sua dama.

Orgoglioso del lavoro appena svolto, lasciò la casa per tornare al castello e avvertire il principe, il quale era occupato in una riunione diplomatica con il padre e gli altri sovrani nella sala del consiglio. Si stava annoiando da morire e non desiderava altro che il suo servitore lo salvasse da quella riunione, alla quale non stava minimamente prendendo ascolto dato che pensava sempre a Vivian. Il suo desiderio venne subito accolto, quando intravide la figura di Merlino che lo stava invitando a uscire con un cenno del capo.

《L'hai fatto?》gli domandò, trepidante, trascinandolo per un braccio fuori dal palazzo reale.

《Li ho lasciati nella stanza. Meglio così che in pubblico》spiegò lui.

《Sicuro che li riceva?》insistette il principe e Merlino annuì.

《Bene, possiamo solo aspettare》commentò Artù.

Sospirò di felicità e si guardò intorno, quando il suo sguardo venne catturato dalla presenza di Ginevra e Lady Vivian dall'altra parte del porticato.

《Oh, ma il cielo mi ha benedetto! Guarda, è ancora più bella di prima, non trovi?》.

《Sì, ma mi sorprende sentirvi parlarne apertamente》.

《Sciocchezze! Voglio dirlo al mondo, ho voglia di gridarlo a tutto il regno》esclamò Artù, non trattenendosi più dall'euforia.

Merlino annuì, poco convinto, lasciandosi scappare una leggera risata al solo pensiero di Artù che metteva in atto quella minaccia velata. È una pessima idea, continuava a ripetersi nella mente.

《Sicuro che sia una buona idea? Capisco i vostri sentimenti, ma qualcuno potrebbe obiettare. Voi siete il futuro re di Camelot e lei è una serva, seppure una serva molto carina...》.

Un sonoro schiaffo sulla sua guancia gli impedì di proseguire.

《Lady Vivian è di sangue reale e una futura regina. Esigerò la tua testa se ti sento dire un'altra insolenza》lo minacciò, furioso, il principe con l'indice puntato contro per poi andarsene.

Lady Vivian? La figlia del re Olaf era la dama che Artù voleva conquistare? Solo in quel momento Merlino realizzò che i fiori erano destinati alla principessa bionda, non a Ginevra. Doveva subito correre a casa della ragazza e ritirare il dono prima del suo ritorno, ma quando arrivò lì, era troppo tardi.

Ginevra era già rientrata dal lavoro e aveva trovato il presunto biglietto da parte di Artù. Era così contenta di quel gesto che il servo non se la sentì di toglierglielo dalle mani solo perché aveva, stupidamente, mal interpretato i sentimenti del suo padrone. Non solo, ora aveva anche illuso inutilmente Ginevra a causa del suo errore. Non potendo più rimediare al disastro commesso, quella sera stessa dopo cena si rivolse a Gaius per chiedergli aiuto.

《Potrei aver creato un problema, anche se non è stata tutta colpa mia. Artù è completamente infatuato, non riesce a concentrarsi su niente e tutto ciò a cui pensa e di cui parla è Lady Vivian》gli rivelò.

《Lady Vivian? Come è accaduto così all'improvviso?》gli chiese il medico, stupito anche lui dallo strano comportamento del principe.

Merlino sapeva che qualcosa non andava perché Artù era ancora innamorato di Ginevra, sebbene l'ultimo incontro con Lancillotto li avesse distanziati. Inoltre, poco prima del banchetto, il principe gli aveva confessato che Lady Vivian, seppur molto bella, non era altro che una principessa viziata e smorfiosa e che il padre era un genitore molto iperprotettivo con istinti di omicidio nei confronti di chiunque uomo provasse solo a sfiorarla.

《Non saprei, ma qualcosa non quadra. Soltanto ieri la trovava scortese》rispose.

《Se Artù dichiarasse il suo amore per Vivian, Olaf si infurierebbe e di sicuro Artù lo sa. Devi fermarlo》gli rammentò lui.

Come se fosse facile, ironizzò. Però Gaius aveva ragione: doveva tenerlo d'occhio per evitare che facesse qualche pazzia. Già l'arrivo dei sovrani per l'accordo di pace suscitava in sé abbastanza tensione, in più Artù che voleva conquistare Lady Vivian, nonostante fosse cosciente quanto il padre tenesse alla figlia, avrebbe incrinato ancora di più gli instabili rapporti tra le varie fazioni. Bastava poco per far scoppiare il caos e l'ultima cosa che Camelot aveva bisogno era una guerra.

Merlino decise di tornare al castello per riprendere il suo servizio, ma quando giunse nelle stanze del suo padrone, quest'ultime erano vuote. Si mise a cercarlo per tutto il palazzo, trovandolo infine davanti alla porta della stanza di Lady Vivian con in mano un vassoio di cibo. La principessa, infatti, gli aveva appena sbattuto la porta in faccia e intimato di andarsene. Il principe non gradì affatto il suo rifiuto e se ne andò frustrato, affidando il piatto argentato al servo. La prima parte del piano di re Alined era compiuta, ora Trickler doveva soltanto scagliare lo stesso incantesimo che aveva fatto innamorare Artù su Lady Vivian e presto gli accordi di pace sarebbero saltati.

Artù, intanto, in pigiama e sotto le coperte del suo letto, stava soffrendo le pene d'amore, fissando in completo silenzio un punto indefinito della camera. Notò con la coda dell'occhio il suo servo avvicinarsi e pensò che forse parlare con lui l'avrebbe aiutato a risollevargli il morale.

《Forza, Merlino, dillo!》lo incoraggiò con tono amareggiato.

《Cosa?》domandò Merlino.

《Credi che non debba perseguire il mio amore?》gli domandò.

《Beh, ci sono diverse cose che impediscono una felice unione fra voi e Lady Vivian: il padre assetato di sangue, per esempio》spiegò lui.

《O il totale disinteresse di Vivian per me》aggiunse il nobile tristemente.

《Varrebbe forse la pena tornare al vostro vecchio amore》gli consigliò, alludendo a Gwen.

Ancora non capiva come Artù si fosse innamorato all'improvviso di Lady Vivian, ma in fondo lo comprendeva perché era successo anche a lui con Freya. Certo, il suo grande amore era Morgana, ma in quel breve periodo passato con la ragazza druida era riuscito a provare qualcosa di molto forte, sebbene momentaneamente, per lei. E lo stesso pareva essere accaduto anche ad Artù.

《Ma di che stai parlando, Merlino? Non ho nessun vecchio amore》controbatté il principe.

Con quelle parole il sospetto che qualcosa non andava per il verso giusto si fece sempre più forte. Come era possibile che non si ricordasse di Ginevra? Quasi accettava il fatto che il principe si fosse infatuato di un'altra donna, ma addirittura dimenticare il primo amore è qualcosa di assurdo se non impossibile. Tuttavia non aveva niente di concreto che potesse confermare le sue supposizioni.

Artù si preparò per andare a dormire e Merlino era sul punto di congedarsi, quando la voce del suo padrone lo costrinse a voltarsi indietro per osservare la ciocca di capelli biondi che lui stringeva tra le dita.

《Dovresti fare più attenzione, quando pulisci le mie stanze》lo ammonì con espressione disgustata, porgendogli il ciuffo dorato.

Se prima Merlino aveva solo qualche insinuazione, ora aveva una prova reale e concreta che potesse affermare che qualcosa di strano era successo ad Artù. Non serviva un genio per capire che il principe era stato stregato. Il ragazzo consegnò la ciocca a Gaius, il quale iniziò a esaminarla.

《È vittima di un incantesimo》affermò.

Merlino aveva ormai collegato tutto: l'incantesimo che gravava su Artù doveva per forza essere stato lanciato da Trickler e ciò spiegherebbe l'improvviso interesse del principe nei confronti della figlia proibita del re.

《Sapevo che c'era qualcosa. Avrei dovuto capire che Trickler usava la magia, nessuno può fare apparire farfalle dal nulla. Perché vuole che Artù si innamori di Vivian?》rimuginò, iniziando a camminare avanti e indietro per la stanza.

《Se Artù si facesse avanti con lei, rovinerebbe la conferenza per la pace. Forse Alined vuole la guerra》spiegò Gaius.

《Senza iniziarla, però》intuì saggiamente l'allievo.

《Il comportamento da codardo che ci si aspetta da lui. Codardo, ma intelligente》commentò il maestro.

《Dobbiamo trovare un modo per far rinsavire Artù, prima che sia troppo tardi》.

《La colazione!》.

La voce di Gaius destò Merlino dal suo sonno, il quale separò la guancia dalla pagina del libro rimasto aperto su cui si era addormentato improvvisamente. Si stiracchiò i muscoli del corpo rimasti paralizzati durante la notte e sospirò dalla stanchezza provata per il poco sonno.

Passare l'intera notte sveglio e chino sui libri per cercare dei possibili contro incantesimi che potessero liberare Artù dal falso infatuamento non era la più brillante delle idee, ma aveva poco tempo a disposizione prima del trattato di pace. Oltre a non essere riuscito a trovare l'incantesimo giusto, Merlino era anche provato dal dolore al collo per la scorretta posizione in cui si era appisolato.

《Ci sono oltre seicentotrentasei incantesimi d'amore in questi libri e centocinquanta hanno come ingrediente una ciocca di capello》commentò, raddrizzandosi.

《Non c'è modo di restringere la ricerca?》gli chiese Gaius, sedendosi affianco a lui.

《Infatti, ma se scelgo questo ed è sbagliato, Artù diventa un rospo e se questo è sbagliato, Vivian perderà tutti i capelli》rispose il ragazzo.

《Olaf non dichiarerebbe guerra per questo, ma lei si》commentò il medico e Merlino si ritrovò costretto ad annuire, sapendo bene quanto Gaius avesse ragione.

Mentre Merlino e Gaius erano impegnati nella continua ricerca di un incantesimo, Ginevra, intenta a scortare i resti della colazione consumata da Lady Vivian alle cucine del palazzo, si incrociò con Artù nel cortile principale.

Notò che il ragazzo era distratto e infelice e si avvicinò a lui per chiedergli cosa fosse successo di così grave da farlo demoralizzare. Artù le confessò di aver compiuto un gesto che non è stato apprezzato e la serva, pensando che il gesto di cui lui parlava si riferisse al mazzo di fiori e al biglietto ricevuto, gli assicurò del contrario, ma che in quel momento la situazione era molto delicata. Il principe fraintese le sue parole e capì invece che fosse Lady Vivian ad aver accettato il suo regalo. Subito un grande sorriso comparve sulle sue labbra e decise che avrebbe fatto un secondo tentativo con la principessa. Fu proprio Lady Vivian a cercare Artù, bussando alla porta della sua camera da letto ancora in camicia da notte, con i capelli spettinati e una rosa rossa tra le mani.

《Desidero vedere Artù. Il tuo padrone, il mio signore e la gioia del mio cuore》si rivolse a Merlino, entrando nella stanza.

Il servo si bloccò, interdetto dalla sue parole, ma bastò quei pochi attimi di smarrimento per capire che anche Lady Vivian era caduta nello stesso incantesimo d'amore di Artù. La sera prima l'aveva rifiutato e ora lo voleva perdutamente vedere. No, non poteva essere solo una coincidenza!

《Dove è?》gli chiese la principessa, mentre lui chiudeva la porta.

《Non è qui e credo che sia un vero e proprio bene》rispose, parandosi davanti a lei per fermarla.

《Allora aspetterò》insinuò lei.

《No, non è una buona idea. Non siete vestita》controbatté il servo, gettando l'occhio sulla sottile veste bianca che indossava lei.

《Non importa quello che indosso, voglio solo stargli vicino. Portamelo qui!》gli ordinò.

《Non posso》negò lui.

《Esegui i miei ordini come esegui i suoi》insistette la ragazza.

《Vi sto chiedendo di andarvene》la pregò Merlino.

《Voglio il mio amore. Ho bisogno di lui e voglio vederlo ora》si lamentò Vivian, avvicinandosi al letto del suo padrone appena preparato per afferrare i cuscini e le coperte e annusarne il profumo.

Se il padre della Lady sarebbe venuto lì e avrebbe visto il letto disfatto, il pensiero che la figlia avesse passato la notte con Artù, gli sarebbe subito palesato alla mente. Non ci volle molto tempo affinché il timore di Merlino si realizzasse perché a distanza di pochi minuti dall'arrivo di Vivian le urla incontrollate di re Olaf si udirono in tutto il castello.

《Dov'è?!》.

Si apprestò a controllare, vedendo che dal lato sinistro del corridoio Artù stava per rientrare e dal lato destro stava sopraggiungendo un Olaf terribilmente furioso e scortato dalle sue guardie.

Doveva agire alla svelta o la testa di Artù sarebbe volata all'istante. Intimò per un'ultima volta alla ragazza di andarsene, ma quest'ultima iniziò a farfugliare e fantasticare sul suo amore per Artù. Il servo fu costretto a usare la sua magia per farla svenire e rinchiuderla dentro l'armadio di Artù. Il principe fece il suo ingresso, seguito poco dopo da Olaf e Trickler.

《So che è qui dentro, Artù. Consegnatemela o subirete la mia ira!》lo minacciò il sovrano.

《Se come dite, vi ho disonorato in qualche modo, fornitemi delle prove e affronterò le conseguenze》disse Artù.

《Trickler mi ha appena riferito che Lady Vivian si trova nelle vostre stanze》spiegò lui.

《Se solo fosse vero...》commentò con un sorrisetto compiaciuto il principe e Olaf lo afferrò per il colletto della camicia, pietrificato con un solo sguardo.

《Se solo fosse vero, non sarei così tranquillo, voleva dire》intervenne Merlino e il re lo lasciò andare.

《Perquisite le stanze e voi, Artù, sperate che non la trovi》ordinò alle sentinelle.

Le ricerche si rivelano vane e Olaf se la prese con il giullare per avergli fatto fare la figura dell'idiota di fronte al figlio di un suo caro amico.

《Sono terribilmente desolato di avervi dato disturbo. Spero che potrete perdonarmi》si scusò per poi lasciare la stanza, intimando alle guardie di tenere d'occhio la figlia.

Approfittando del fatto che Artù si stesse lavando, Merlino riportò la principessa ancora addormentata nelle sue stanze, gettandola a peso morto sul letto. Le ore passarono e al calar della sera i sovrani si ritrovarono nella sala del banchetto per l'ultima cena insieme e per la chiusura definitiva dei trattati.

《Eccolo! L'ho trovato!》esclamò Merlino euforico, mentre leggeva l'incantesimo. Doveva assicurarsi che fosse giusto e che non avesse possibili ripercussioni sui due nobili.

《Sei sicuro? Non trasformerai Artù in un cammello o in una lucertola cornuta?》gli chiese Gaius, avvicinandosi a lui.

《No, quello lo userò un altro giorno》commentò il ragazzo, affrettandosi a lasciare lo studio per raggiungere di corsa le stanze del principe.

Quest'ultimo, però, non era presente nei suoi alloggi perché aveva ricevuto un biglietto destinato a lui.

Una seconda possibilità, al tramonto.
Vi aspetterò con ansia.

Non era firmato, ma Artù pensò subito che il mandante del messaggio fosse Lady Vivian e subito si adoperò per raggiungere le sue stanze. Essendo sorvegliate all'entrata dalle due guardie reali, fu costretto ad accedervi, scalando il muro dall'esterno per poi infiltrarsi dalla finestra aperta.

Merlino era disperato perché doveva trovare il suo padrone al più presto e spezzare il soggiogamento d'amore prima che riuscisse a ricongiungersi a Vivian o, nei peggiori degli eventi, che i loro padri li sgamassero insieme. Purtroppo entrambe le sue paure si erano appena realizzate: il servo li aveva scovati intenti a baciarsi con ardore e mentre lui pronunciava più volte il contro incantesimo per liberarli senza alcun risultato, Uther e Olaf varcarono la soglia della stanza da letto della principessa.

《Lo sapevo!》sbraitò il sovrano, interrompendo il lungo bacio di Artù e Vivian.

《Padre, dobbiamo dirti una cosa...》cercò subito di rimediare la ragazza.

In risposta, il re gettò a terra il suo guanto come segno di sfida contro il principe. Re Alined e il suo giullare osservavano la scena con un sorriso sinistro sulle labbra.

《Mi avete detto che se mai aveste offeso il mio onore, ne avreste pagato volentieri il prezzo》gli rammentò Olaf ad Artù.

《In che modo avrei offeso il vostro onore? Di sicuro, non con il mio amore》controbatté il principe.

《Amore?! Voi dell'amore non sapete un accidenti! Approfittate di una ragazza innocente》.

《Vi assicuro che i miei sentimenti per vostra figlia sono tanto veri quanto profondi》confessò il biondo.

《Lasciatela oppure ne pagherete le conseguenze. Vale davvero la pena rischiare la vita?》lo minacciò il sovrano.

《Sì, certamente. Preferirei morire che rinnegare i miei sentimenti: amo vostra figlia con tutto il mio cuore》.

La baciò e poi si chinò a raccogliere il guanto di Olaf, abbandonato sul pavimento. Re Alined e il suo giullare osservavano la scena con un sorriso sinistro sulle labbra. Il loro piano era finalmente riuscito, pochi minuti prima dell'irreversibile momento delle firme, e ora sì che era solo guerra.

Nessuno, però, immaginava che il vero mandante del biglietto per Artù era Ginevra che dal tramonto attendeva, falsamente illusa, l'arrivo del suo principe a casa sua. Quando ormai era sera tardi aveva ormai capito che era inutile aspettare: la seconda occasione che aveva concesso le era soffiata via dalle mani come il leggero fumo bianco che si alzava dalla punta della candela ormai consumata dopo il suo soffio.

Il giorno seguente nelle stanze di Artù il principe e il re stavano avendo una discussione pochi minuti prima dell'inizio dello scontro con re Olaf.

《Non va bene! Ho parlato con Olaf, ma non ritira la sfida. Dice che il suo onore è stato ferito e chiede vendetta》.

《Non dovevi farlo, padre》controbatté il figlio.

《Il duello è all'ultimo sangue! Che ti è saltato in mente? Non capisci che le tue azioni mettono a rischio gli accordi di pace e potrebbero portare la guerra a Camelot?!》gli rinfacciò Uther.

《Non si resiste alla donna che si ama. Combatterò per ciò in cui credo》replicò nuovamente il biondo.

Uther era letteralmente a bocca aperta a riflettere sul comportamento insensato del figlio. Non era certo la prima volta che si comportava così, l'aveva già fatto in passato con Lady Sofia, ma stavolta era proprio uscito di senno. Sapeva che Artù aveva i suoi trascorsi e i suoi divertimenti con le donne, ma quando si innamorava di una di loro, soprattutto di principesse di alto rango, era davvero intrattabile.

《Ma cosa ha per la testa?!》esclamò Uther, rivolgendosi a Merlino dietro di loro, intento a pulire l'armatura del principe.

Il servo scosse la testa e alzò le spalle in segno di negazione. Lui sapeva bene cosa aveva Artù e ora più che mai doveva trovare una soluzione a quel maledetto incantesimo d'amore prima che la resa della sfida tra Artù e Olaf portava ancora più guerra di quanto ce n'era già.

《Lady Vivian, niente di più. Chi altro si può desiderare?》rispose Artù con un sorriso felice e innocuo di un bambino.

Uther ormai si era completamente arreso a farlo ragionare e, alzando le mani in segno di resa, lasciò la stanza. Come poteva impedire la guerra se entrambe le due fazioni non accennavano a un riscontro senza l'uso di armi e sangue?

Merlino tornò allo studio per sfogarsi con Gaius della precaria situazione in cui tutta Camelot si trovava a causa di Artù. Beh, il principe non era completamente responsabile, ma aveva comunque una parte di colpa, avendo accettato la sfida di Olaf.

《Non riesco a capire! La magia di Trickler è forte, ma può essere più forte della mia?》rifletté.

《I filtri d'amore sono una cosa strana》commentò il medico.

《Dovete andare da Uther. È un duello all'ultimo sangue》gli propose Merlino.

《No! Se Uther venisse a sapere che uno dei re usa la magia, ci sarebbe di certo una guerra. Per me l'unica via d'uscita è liberare dall'incantesimo Artù e bisogna farlo alla svelta》gli rammentò lui.

Sì e come? Era quella la domanda che più gli tartassava la mente da giorni.

Nel frattempo Morgana osservava dalla finestra della sua camera le persone che si dirigevano all'arena del castello per assistere al combattimento tra i due reali.

Se un giorno avesse saputo che Artù avrebbe combattuto per amore di una donna, rischiando addirittura la morte e il futuro dell'intero regno, si sarebbe messa a ridere. Non realizzava neppure lontanamente l'idea che quel giorno era effettivamente arrivato. Il fatto che il padre aveva sorpreso Artù nelle camere della principessa non faceva altro che ricordarle che anche lei si era trovata nella stessa situazione con Merlino, ma quello che proprio non riusciva a capire era come faceva suo fratello ad amare una bambina bionda che si arrabbiava per qualsiasi cosa.

《Che c'è di interessante?》la riscosse la voce di Gwen, entrando nella stanza con la colazione tra le mani che adagiò sul tavolo.

Cosa faceva a non saperlo? Tutta Camelot non parlava di altro da quando si era diffusa la notizia.

《Hanno trovato Artù nelle stanze di Lady Vivian. Re Olaf ha chiesto vendetta e sarà un duello all'ultimo sangue. Tutto per amore di una donna e parliamo di Lady Vivian》le rivelò Morgana, marcando con disprezzo il nome della principessa.

Non sapeva perché ce l'avesse così tanto nei confronti di Lady Vivian, in fondo lei non le aveva fatto niente di male, ma negli ultimi giorni aveva constatato il suo carattere meschino e arrogante, molto simile a quello di suo fratello e lei odiava terribilmente tali atteggiamenti da principessa viziata.

Si voltò a guardare la sua serva, trovandola con una espressione sul viso completamente spiazzata. Che cosa le succedeva? Non aveva mai visto Ginevra così. La ragazza, infatti, aveva finalmente capito perché Artù non era venuto a casa sua e la delusione le si leggeva nei suoi occhi lucidi. In quel momento voleva solo sfogare la sua frustrazione attraverso il pianto, ma non poteva farlo di fronte a Morgana o lei avrebbe capito tutto.

《Vedo che sei più scioccata di me, Gwen》constatò la principessa.

《È una grossa sorpresa》commentò lei, girandosi indietro per raccogliere gli abiti sporchi di Morgana.

Non voleva mostrarle quanto fosse rimasta ferita dall'atteggiamento menefreghista del principe.

《Artù poteva controllare i suoi sentimenti》commentò la sua padrona.

Lei, infatti, quando si era innamorata di Merlino aveva fatto tutto il possibile per sopprimere la voglia che aveva del ragazzo ogni singolo giorno. Uther aveva scoperto lo stesso il suo segreto, ma solo perché lei era costretta a confessare, ma gli aveva promesso, mentendo spudoratamente, di stare lontano dal servo e da quel momento non faceva altro che tenere sotto controllo le sue emozioni. Artù, invece, era stato fin troppo impulsivo, non solo facendosi sgamare subito, ma non provando neanche a nascondere il suo amore per Lady Vivian.

《Infatti! Non verrò al torneo, se non vi dispiace. Ho molte cose da sistemare》si congedò frettolosamente Gwen sul punto di piangere.

Con la cesta degli abiti sporchi tra le mani si affrettò a lasciare il castello, incrociandosi sfortunatamente con Artù e Merlino. Il principe le chiese di augurargli buona fortuna per il duello e lei le sputò addosso tutta la sua rabbia e la sua amarezza, dicendogli che avrebbe preferito che lui fosse stato più sincero con lei, invece che illuderla inutilmente per poi scoprire che è stato nel letto di un'altra.

Merlino era l'unico che sapeva quanto Ginevra stesse soffrendo a causa di Artù e quanto la gelosia e la delusione la stesse corrodendo dentro, ma era determinato a liberare il principe dall'incantesimo e a farli tornare insieme. Il combattimento imminente avrebbe portato solo altra guerra e re Allined lo sapeva bene perché se Olaf avrebbe ucciso Artù, Uther avrebbe chiesto vendetta e lo stesso avrebbe fatto anche l'altra fazione. Non c'era via di scampo se non attraverso la guerra e i spargimenti di sangue.

《Re Olaf ha chiesto vendetta e, secondo le antiche leggi di Camelot, la questione verrà risolta con un duello in tre fasi: le armi scelte sono bastone lungo, mazza ferrata e spada. Il duello seguirà le regole e sarà all'ultimo sangue. Per voi è tutto chiaro?》enunciò il re agli sfidanti, i quali annuirono.

Uther, infine, fu costretto a far partire la sfida con un cenno della mano. Re Olaf non perse tempo ad attaccare subito Artù con il bastone lungo, ma il principe seppe parare il colpo con agilità, nonostante la bellezza senza uguali di Vivian lo distraesse sempre. Durante lo scontro i due avversari si dimostrarono agguerriti e il principe ogni tanto scambiava occhiate di adorazione e fugaci baci con la principessa, la quale apprezzava tantissimo tali lusinghe dal suo amato. La fine della prima fase, vinta da Olaf, provocò in Artù una costola rotta, ignaro del dolore e di quello che stesse facendo in quel momento. Ormai l'incantesimo d'amore aveva preso il sopravvento sui due nobili, facendo perdere loro il lume della ragione e facendoli concentrare solo esclusivamente sul forte e profondo amore che provavano l'uno per l'altra.

《Non si può andare avanti così! Il duello non è leale e Artù ha la testa fra le nuvole》confessò Gaius, avvicinandosi a Merlino.

《Io non so proprio che cosa fare》ribatté quest'ultimo al limite della frustrazione.

《Allora, trova qualcuno che lo sappia》rispose il medico.

Qualcuno... come il Grande Drago. Merlino fu costretto a rivolgersi a lui, sebbene volesse cavarsela senza il suo aiuto a tutti i costi, ma visto come tutti i suoi tentativi erano miseramente falliti, non ebbe altra scelta che tornare per l'ennesima volta nella grotta della creatura.

《Questa è magia, decisamente》affermò il drago.

《Tutti i miei tentativi sono stati inutili》confessò il ragazzo.

《A quanto mi dici, l'incantesimo ha catturato il suo cuore》.

《E il suo cuore controlla la sua mente》concluse Merlino.

《Non c'è magia che possa spezzare questo incantesimo. Ha un controllo potente》ammise la bestia.

《Deve esserci! Non posso lasciare che Artù muoia》replicò il mago.

《La soluzione si trova in una forza così potente che né tu né io possiamo capire. Una forza che ha fatto impazzire molte menti ed è la più antica e potente di tutte: l'amore. Devi soltanto trovare la persona che Artù ama davvero, un bacio di lei spezzerà l'incantesimo e lui non avrà più desiderio per Vivian》.

Ora Merlino sapeva cosa fare, doveva solo convincere Ginevra e il vero Artù sarebbe finalmente tornato. Lasciò la caverna sotterranea e si diresse a casa di Gwen, mentre il principe era alle prese con la seconda fase del duello. Artù era convinto di essere invincibile e che poteva vincere lo scontro, finché aveva Vivian vicino. La mazza ferrata, inoltre, era il suo forte, ma dovette ricredersi, quando re Olaf lo stava mettendo in grosse difficoltà.

Merlino aprì la porta della casa di Gwen, trovando la diretta interessata affacciata alla finestra. Con il fiato corto dovuto alla corsa si avvicinò alla ragazza per spiegarle il problema.

《Ho bisogno del tuo aiuto, Artù ne ha bisogno》.

《Non credo proprio!》negò subito lei.

Merlino intuì subito il suo atteggiamento diffidente e capì che lei si comportava così per non mostrargli il suo amore per il principe.

《Gwen, non preoccuparti, io so tutto. Chi passa un po' di tempo con voi può capire cosa provate. Senti, non ho tempo di spiegarti, quindi, devi fidarti di me. Artù ti ama》la rassicurò.

《No, non è vero!》ribatté lei.

《Allora, fidati dei tuoi sentimenti》insistette lui.

《Non mi fiderò più dei miei sentimenti》controbatté nuovamente lei.

《È incantato》esclamò di getto Merlino.

《Si, da Lady Vivian, me ne sono accorta》affermò la serva.

《No, letteralmente incantato con magia, pozioni, filtri d'amore... il suo sentimento non è reale》spiegò Merlino.

《Come fai a saperlo? A me sembravano veri》.

《Gwen, i suoi sentimenti per Vivian non sono veri, ma se non rompiamo l'incantesimo, lui morirà. Guarda nel tuo cuore, tu sai chi ama》le intimò il ragazzo.

Ginevra aggrottò le sopracciglia, non sapendo se credergli o meno. Avrebbe voluto non essere mai più coinvolta con il principe per evitare altre sofferenze, ma lei lo amava ancora troppo per stargli lontano.

La seconda battaglia si concluse con la vittoria di Olaf e Artù ne uscì ancora più debole e ferito di prima. Uther e Morgana erano terribilmente preoccupati per lui perché sapevano che il principe stava andando solo incontro al suicidio, quando poteva benissimo rifiutare la sfida lanciatagli dal re Olaf e rinunciare a Vivian.

Con un sospiro Gwen raggiunse la tenda di Artù e subito si avvicinò a lui, spingendolo per le spalle contro il bastone di legno che sorreggeva il telone aranciato. Incollò le sue labbra a quelle del principe che rimase immobile e con gli occhi sgranati. Pochi secondi dopo il nobile chiuse le palpebre e si lasciò andare, ricambiando il bacio. Avvolse le braccia intorno al corpo di lei per tenerla stretta a sé e lei si aggrappò con il braccio al collo di lui.

Si staccarono e si guardarono a lungo negli occhi, poi Artù tornò bruscamente alla realtà. Il dolore alle costole lo risvegliò dall'incantesimo d'amore e lui farfugliò in preda alla confusione più totale. La serva gli confessò che stava duellando all'ultimo sangue, ma che stava perdendo e lo incoraggiò a combattere per lei e per il loro amore.

Il principe, insieme a Merlino, giunse all'arena per l'ultimo scontro. Re Olaf lo stava già aspettando, impaziente di mettere fine una volta per tutte alla sua vita per aver osato toccare il suo dono più bello e proibito. Artù vide Gwen sedersi nelle prime file della platea e mentre il servo gli consegnava l'elmo, si rivolse a lui.

《Merlino, se mi succede qualcosa, abbi cura di Gwen. Tutti pensano che lei sia una serva insignificante, ma non lo è per me》.

Il mago sorrise e capì che Artù era finalmente libero. Il suo bacio con Gwen aveva funzionato e ora lui era concentrato al massimo per vincere l'ultima decisiva battaglia. Il duello finale iniziò e Artù riuscì a parare tutti i colpi di Olaf seppur con difficoltà. Guardò in direzione della sua amata, la quale gli sorrise per incoraggiarlo e lui riprese il combattimento, attaccando per primo il sovrano. Entrambi riuscirono a pararsi i colpi a vicenda, ma Artù, già provato fisicamente negli altri due scontri, venne spintonato a terra dal suo avversario. Non demordendo, però, il principe riuscì a spostarsi di lato per evitare la spada di Olaf e con una spinta del piede contro lo stomaco del sovrano riuscì a farlo volare letteralmente all'indietro. Si rialzò subito e gli puntò contro la sua spada. Re Alined e Tricker erano lì, nella trepidante attesa che Artù uccidesse Olaf, ma ciò non accadde.

《Non è così che si ottiene la pace!》confessò, affidando la sua mano al sovrano, il quale la accolse e si sollevò da terra.

La folla applaudì e Olaf e Artù si riappacificarono con una pacca sulla spalla in segno di amicizia e pace ritrovata. Tutti furono felici e sollevati, tranne Alined che si girò a guardare il suo giullare con una rabbia cieca negli occhi. Con il duello concluso Ginevra tornò a casa, trovando una rosa rossa da parte di Artù e lo stesso principe.

《Mi dispiace per quello che ti ho fatto passare》si scusò quest'ultimo.

《Anche io ho causato una parte di sofferenza》gli confessò lei.

《Devi credermi, i miei sentimenti per Vivian non erano veri. Non ho amato nessun'altra che te》affermò il principe e Ginevra ne fu sollevata, ma sapeva che molto presto quella stessa situazione sarebbe riemersa nuovamente.

Lei era solo una serva e lui un principe che avrebbe dovuto sposare una donna del suo stesso rango, non c'era via di fuga a quel destino così tanto nobile quanto distruttivo.

《Però un giorno lo farete: troverete la vostra principessa, sarete il re di Camelot e io non potrò essere la vostra regina》gli rammentò Gwen.

《Non puoi saperlo!》esclamò lui.

《Ne sono certa quanto voi》.

Detestava, quando lei non faceva altro che rinfacciargli che non sarebbero mai potuti stare insieme. Detestava, quando lei si rassegnava al loro futuro insieme, mentre lui non faceva altro che sperare perché solo così poteva alleviare la tristezza che provava nel non poterla amare come una persona normale farebbe. Lui non era una persona normale, era un principe e quel titolo era tanto amato quanto odiato. Era il suo più grande onore quanto la sua più grande condanna e ciò lo sapeva benissimo anche Gwen.

《Le cose cambiano》insistette Artù.

《Finché non cambieranno voi sarete solo il mio principe》concluse lei e Artù fu costretto ad annuire e ad andarsene, rispettando così la sua decisione.

Nonostante gli ultimi eventi e con Vivian ancora sotto l'effetto dell'incantesimo d'amore di Trickler, il trattato dei cinque regni venne stipulato ugualmente e nel pomeriggio tutti i sovrani si accinsero a lasciare Camelot.

《Comunque, ho le prove del vostro amore. L'avete baciata... nella tenda》confessò Merlino ad Artù, mentre salivano le scale di accesso al palazzo reale.

《Parlane ancora una volta e ti uccido!》lo minacciò il principe in tono serio e Merlino acconsentì.

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