XLII

Merlino, ignaro di tutto e approfittando del fatto che Gaius era occupato a indagare sul possibile colpevole di quell'attacco, andò a fare visita alla sua amata.

《Perché sei così buono con me?》rifletté Freya, mentre accarezzava delicatamente i petali di un piccolo fiore rosso che Merlino aveva generato con i suoi poteri.

Era sicura che se lui avesse scoperto che cosa aveva fatto la notte scorsa, non avrebbe più avuto il coraggio di starle vicina. Avrebbe infranto la sua promessa e sarebbe scappato immediatamente, come facevano tutti quelli a cui lei si affezionava, nel momento in cui la vedevano nella sua vera forma.

《Non lo so... tu mi piaci. Con te io posso essere me stesso e non dobbiamo nascondere nulla》.

《Merlino, ti prego, ascoltami! Io non sono come te》lo interruppe lei.

Aveva troppa paura della reazione di Merlino, ma quello che più le preoccupava era che, anche se lui avrebbe accettato il suo segreto, ciò non implicava che sarebbe rimasto vivo al suo fianco. Anzi, era convinta di non riuscire a proteggerlo nel caso avesse perso il controllo. Non poteva e non voleva fare del male all'unica persona che la rendeva felice.

Un rumore improvviso li fece voltare in direzione del lungo corridoio che portava all'uscita dai sotterranei e un brutto presentimento assalì Merlino.

《Devono avermi seguito》ipotizzò.

Subito si alzarono e si nascosero nell'angolo più buio della zona. Sentirono dei rumori di passi, videro degli abbagli di luce provocati dalle fiamme delle torce, poi il silenzio. Freya scivolò con la schiena contro il muro, fino a crollare sul terreno e Merlino la imitò. Sentì il suo braccio venir stritolato dalla forte presa della druida e con la magia accese una candela.

《Riusciranno a trovarmi e io non posso tornare in quella gabbia》disse con voce tremante.

《No, non lo permetterò! Io ti ho promesso che mi sarei preso cura di te e lo farò a qualsiasi costo》le sussurrò il servo senza mai staccare gli occhi da lei.

《Tu proprio non ti rendi conto di quanto sei speciale, vero?》.

A quella domanda, Freya alzò lo sguardo, scontrandosi con gli occhi di Merlino. Come poteva ritenersi speciale se quello che era costretta a fare ogni notte era tutt'altro che speciale? Era una maledizione che la macchiava nel profondo, qualcosa con cui doveva convivere contro la sua volontà. Per colpa di un incantesimo, lei doveva compiere lo stesso gesto ogni notte come condanna per il suo peccato.

《Non hai paura di me?》gli domandò e lui negò con la testa.

《Non c'è niente da temere nell'essere diversi》.

La fiammella della candela illuminava i loro volti vicini e le loro labbra si fusero lentamente. Una piccola lacrima scese lungo la guancia di Merlino. Mai avrebbe immaginato di provare un'emozione così grande e forte in un semplice bacio.

Si staccarono l'attimo dopo, espirando tutta l'aria che avevano trattenuto nei polmoni. Le loro fronti si toccarono, mentre rimanevano in silenzio a godersi il loro momento romantico. Quel bacio, però, segnò una crepa nel rapporto tra Merlino e Morgana. Lui aveva baciato un'altra donna che non era lei e aveva tradito la sua fiducia. Non si meritava il suo amore, perciò decise che l'avrebbe lasciata. Ormai aveva fatto la sua scelta: per quanto ancora amasse Morgana, non poteva abbandonare Freya. Rompere con la principessa gli sembrava la cosa più giusta da fare.

Il desiderio di rivedere la druida, ora che si erano baciati, era troppo forte per Merlino, il quale appena ebbe finito di mangiare la sua zuppa, lasciò di fretta lo studio. Gaius, che assistette alla scena, rimase interdetto dal suo comportamento. Il suo allievo era diventato sfuggente e inizialmente pensò che il motivo fosse collegato a Morgana, ma il suo istinto gli diceva che non era così. Lui era una delle poche persone a conoscenza della loro relazione, allora perché Merlino era sempre di fretta, tornava a casa tardi ed eludeva le sue domande su dove andasse o cosa facesse?

《Che ci fai qui? È pericoloso! Merlino, devi essere prudente》gli intimò Freya, non aspettandosi minimamente una sua visita.

《Sono stufo di essere prudente e di tutto questo, quindi, ho deciso di portarti fuori di qui, lontano da Camelot》le rivelò.

《Come?》.

《Ti porterò degli abiti, così ti travestirai》spiegò.

Per Freya l'idea di abbandonare quei sotterranei dove ormai si nascondeva da giorni la fece subito alzare da terra per lo stupore, ma quando pensò che lasciare il regno implicava lasciare anche Merlino, quell'idea non gli piacque più così tanto. Si risedette e Merlino notò la sua infelicità.

《Cosa c'è?》.

《È solo che... mi mancherai molto》confessò lei, giù di morale.

Merlino cercò di nascondere un sorriso divertito, mentre si chinava vicino a lei per guardarla dritta negli occhi.

《No, non ti mancherò perché io voglio venire con te》ribatté.

Freya rimase scioccata, non aspettandosi una simile risposta. Perché Merlino doveva rinunciare alla sua vita solo per badare a lei? Apprezzava molto il fatto che lui volesse mantenere a tutti i costi la sua promessa, ma non poteva lasciare che la sua paura più grande potesse avverarsi. Non se lo sarebbe mai perdonata. Si sarebbe sentita in colpa, più della maledizione stessa per la quale era condannata.

《Merlino, la tua vita è serena qui, invece io sono sempre in movimento perché le persone mi danno la caccia e devo guardarmi le spalle》gli fece notare.

《Allora, andremo in un posto lontano dove nessuno ci conosce》propose subito il ragazzo.

La ragazza scosse la testa e sorrise di fronte alla testardaggine di Merlino.

《Lo vorrei più di ogni altra cosa》.

Il servo annuì e scoppiò a ridere, rivelando la sua immensa gioia. Il desiderio di avere una vita normale, senza poteri e senza doveri, si stava finalmente realizzando e il giovane mago era disposto a rinunciare al destino per il quale era nato pur di essere felice. Solo quello voleva: normalità.

《Dove andremo?》aggiunse Freya.

《Dove ci sono montagne》rispose Merlino, rammentando la descrizione del luogo d'infanzia della sua amata.

《Qualche campo》intuì subito lei, restando al gioco di quella fantasia.

《Fiori selvatici》.

《Un paio di mucche》.

《E un lago》conclusero entrambi, scambiandosi sorrisi.

Merlino mise subito in atto il suo piano. La prima cosa da fare era trovare degli abiti femminili per Freya e l'unica persona dalla quale poteva facilmente ottenerli era Morgana. Dopotutto lei era la figlia di un sovrano ricco e potente e i suoi vestiti pregiati erano il travestimento perfetto. Avrebbe anche potuto chiedere aiuto a Gwen, ma non voleva coinvolgerla inutilmente. Era importante che nessuno sapesse dei suoi intenti, altrimenti Gaius avrebbe cercato di fermarlo e di farlo desistere.

Si diresse al castello e raggiunse le stanze della principessa. Bussò, chiamandola per nome, ma non ottenne risposta, perciò entrò. La richiamò per assicurarsi che fosse solo e la cercò con lo sguardo, ma non c'era traccia della sua presenza nella stanza. Ciò non lo sorprese perché erano giorni che non si vedevano a causa delle guardie che sorvegliavano da lontano ogni singolo movimento di Morgana per conto del re.

Si avvicinò all'armadio, aprendone le ante e iniziò a ispezionare i vari abiti, cercandone uno adatto per Freya. Non si accorse, però, che la principessa era appena entrata nella sua camera, troppo distratto per udire i rumori alle sue spalle. La ragazza non si aspettava di trovarsi Merlino nei suoi alloggi che frugava tra i suoi indumenti.

《Merlino》.

Il servo si voltò, sorpreso. Sperava di non incontrarla, dato che non aveva una scusa plausibile per giustificare la sua presenza. Avrebbe preferito di gran lunga trovarsi davanti Gwen. Non voleva vederla soffrire, sapendo bene il dolore che le stava causando, andandosene in silenzio.

《Sono sicura che puoi darmi una spiegazione》disse la principessa, indicandogli l'abito che lui teneva tra le mani.

《Certo! Il castello è infestato da tarme》si affrettò a rispondere il moro e Morgana avanzò di qualche passo verso di lui.

《Davvero?》domandò, alzando un sopracciglio.

Non gli credeva affatto, era palese che lui le stesse mentendo. Ma perché? Merlino era venuto nelle sue stanze per un motivo e lei voleva assolutamente saperlo. Se voleva vederla di nascosto, non c'era bisogno che si inventasse patetiche scuse per giustificarsi con lei.

《Stavo controllando che non fossero anche qui》borbottò il servo, continuando a setacciare nell'armadio.

《E ci sono?》gli chiese lei, ora leggermente preoccupata.

Merlino estrasse un abito rosso bordeaux e lo ispezionò con lo sguardo.

《Sì, è infestato. Questo dovrò bruciarlo》affermò.

《Bruciarlo?!》ripeté Morgana con voce sconvolta.

《Sì e se non dovessimo fermarle, andremmo tutti in giro nudi》commentò Merlino e lei rimase letteralmente a bocca aperta.

Non riusciva a capire se il suo amato fosse serio oppure stava solo scherzando come era solito fare con tutti. Il castello è infestato da tarme, questo dovrò bruciarlo, andremmo tutti in giro nudi... in quelle frasi trovava troppi sospetti, forse era il suo strano modo di dirle qualcosa che però lei non coglieva subito di significato. Erano soli in quel momento e nessuno poteva disturbarli.

Cosa stai cercando di dirmi, Merlino?, pensò. Che vuoi vedermi nuda? Che vuoi togliermi il vestito che indosso?

《Forse dovresti controllare anche l'abito che porto ora》gli propose, avvicinandosi di più a lui.

Merlino indietreggiò istintivamente, finendo con la schiena contro l'armadio. No, no, no!, si allarmò. Era bloccato tra lei e il mobile alle sue spalle e ciò non era un buon segno. Morgana allungò le mani sulla sua maglia blu per afferrare la sua cintura di cuoio.

《Che vuoi fare?》le chiese, bloccandole delicatamente i polsi.

Appena le loro pelli si toccarono, Merlino avvertì una sorta di scossa percorrergli i nervi di tutto il corpo, facendogli venire i brividi di piacere. Morgana esercitava ancora del potere su di lui, ma presto se ne sarebbe andato con Freya e l'avrebbe dimenticata. Sperava solo che anche lei trovasse la persona giusta, un uomo che l'avrebbe resa felice come lo era lei quando stavano insieme.

《Non hai appena detto che stavi controllando se gli abiti non fossero infestati dalle tarme? Spogliamoci e lo scopriremo》ammiccò lei, cercando di slacciargli la cintura.

《No, fermati! Morgana, non possiamo!》ribatté Merlino, agitandosi.

《Perché no? Perché ci sono le guardie di mio padre che ci pedinano continuamente? Me ne infischio di loro, ti voglio!》confessò Morgana, avvicinandosi al suo viso.

Merlino non ebbe il tempo di fermarla che le loro bocche si sfiorarono. La principessa pressò le sue labbra su quelle del ragazzo, le quali, rimasero immobili, non ricambiando il bacio. Merlino appoggiò le mani sulle sue esili spalle e la allontanò dolcemente.

Provava vergogna per quel bacio perché Morgana gli stava offrendo tutta sé stessa e il suo amore, mentre lui non aveva neanche il coraggio di accettarlo quell'amore, ma lo stava calpestando, tentando la fuga con un'altra donna.

《Perdonami, devo andare!》farfugliò, congedandosi di fretta e senza dare il tempo a Morgana di ribattere.

Una volta fuori, lungo i corridoi del palazzo, incrociò le due guardie reali che avevano il compito di sorvegliare la principessa, le quali lo guardarono di sbieco, mentre il servo passava loro accanto. Poco dopo incrociò anche Artù. Il principe notò che lui teneva in mano un abito femminile, sicuramente di Morgana, e aggrottò le sopracciglia, iniziando a farsi i suoi soliti dubbi mentali su cosa Merlino avesse fatto con sua sorella.

Tuttavia, non volle sapere nulla e, alzando il mento, proseguì dritto senza aprir bocca. Avevano fatto sesso? Qualcuno li aveva sentiti, mentre lo facevano? Merlino l'aveva spogliata? La gelosia prese il sopravvento e non resistette dalla curiosità.

《Che stai facendo?》gli chiese, voltandosi indietro.

《Ehm, una commissione per Gaius》mentì il moro.

《Che strano! Da quando spogliare mia sorella è una commissione per Gaius?》commentò Artù.

Merlino chinò lo sguardo sull'indumento da donna e si affrettò subito a giustificarsi.

《Oh, non credo che sia per lui》.

《Mi interessa solo che tu abbia visto bene cosa c'era sotto quel vestito di Morgana》continuò a prenderlo in giro il biondo.

《No, no! N-Non ho fatto niente con lei!》.

《Quello che fa un uomo nel tempo libero è affar suo》lo interruppe il nobile, alzando le mani in segno di resa.

《No, avete capito male!》insistette Merlino, puntandogli un dito contro.

《Divertiti con lei》lo ignorò Artù, voltandogli le spalle per poi girare l'angolo.

Il servo scosse la testa, contrariato, e proseguì anche lui per la sua strada.

Il mattino seguente Merlino si diresse da Freya per mostrarle l'abito.

《Ma è bellissimo!》esclamò lei esterrefatta, allungando le mani per prenderlo e adagiarlo sopra al suo vecchio vestito sgualcito.

《Sembri una principessa》la adulò il ragazzo, osservandola dai piedi alla testa.

Si sentiva ancora uno schifo per come aveva trattato la sua vera principessa, ma molto presto non avrebbe più avuto alcuna importanza. Lui sarebbe partito con la druida quella stessa notte, rompendo ogni legame con Camelot e con il suo destino e ognuno sarebbe andato avanti con la propria vita.

《Possiamo andarcene stasera, non appena farà buio e staremo insieme》.

《Ci serviranno provviste: cibo, acqua...》gli fece notare la ragazza.

《Va bene! Cercherò di rimediare i cavalli e ci serviranno coperte》.

《Che aspetti? Vai!》lo incitò.

《Non ci metterò molto》la rassicurò per poi baciarla.

Si staccò da lei e corse fuori, ignaro del fatto che Freya aveva già deciso per loro. Raggiunse lo studio e si preparò la sacca con tutto l'occorrente per la loro fuga romantica. Sentì il rumore della porta d'ingresso aprirsi e subito si affrettò a nascondere la borsa sotto al tavolo.

《Gaius, stavo solo...》.

《Merlino, siediti! Voglio parlarti》lo bloccò il vecchio medico e lui obbedì.

《Va tutto bene? Sembrate preoccupato》.

《La bestia ha colpito ancora stanotte e ci sono state altre due vittime in città》gli rivelò.

《Avete capito cos'è?》domandò, fingendo interesse per la questione.

《Niente tracce intorno ai corpi, ma soltanto impronte umane che si allontanavano da loro ed è questo il mistero: quelle impronte indicano che un essere umano è il responsabile, però, le ferite inflitte sono decisamente opera di una specie di bestia. Poi mi sono ricordato cosa disse Halig della ragazza druida: è maledetta》spiegò Gaius.

Quando Merlino capì che stava parlando della sua Freya, si voltò subito a guardarlo. Non capiva perché tutti, persino la stessa Freya, la ritenevano una maledetta. Cosa aveva di così orrendo da essere definita tale?

《Cosa ha a che fare col mostro?》gli chiese, improvvisamente serio.

《Le antiche cronache parlano di una tremenda maledizione: allo scoccare della mezzanotte le vittime si trasformano in violente e brutali bestie. Gli antichi scrittori chiamavano queste creature Bastet, mostri da incubo che vivono nel mondo del crepuscolo, tra i vivi e i morti》.

Merlino aggrottò la fronte, non riuscendo a crederci a quello che aveva appena udito e iniziò a respirare più intensamente. Aveva bisogno di aria per tranquillizzarsi e assimilare la scoperta. Ecco perché Freya cercava sempre di metterlo in guardia su sé stessa: era maledetta sul serio. Ma perché non glielo aveva mai detto? Aveva così paura che lui non potesse accettare quel lato oscuro che celava di giorno e rivelava solo alla luce della luna?

《Merlino, voglio la verità! Hai liberato tu la ragazza druida dalla gabbia?》lo accusò.

《Certo che no!》esclamò lui subito, ancora scioccato dalla rivelazione.

《C'era un tempo in cui ci pensavi due volte prima di mentirmi》insistette il medico.

《Ho fatto ciò che era giusto》ammise il ragazzo.

《Sai che la creatura e la ragazza sono una cosa sola》.

《Vi sbagliate! Freya è solo una ragazza》controbatté Merlino.

《Dove si trova ora?》gli chiese, ma il servo scosse la testa.

Non l'avrebbe mai pugnalata alle spalle, anche dopo aver scoperto il suo segreto. Era solo questione di tempo e molto presto Freya non sarebbe più stata un problema per nessuno e Camelot sarebbe tornata al sicuro.

《Vi prego, Gaius! Datemi il tempo di farla uscire dalla città, vi imploro!》lo supplicò in lacrime, mentre il medico si accingeva a raggiungere la porta d'ingresso.

《Mi dispiace, ma non permetterò che altri innocenti muoiano》negò quest'ultimo, prima di lasciarlo solo.

Non c'era più tempo, dovevano scappare ora prima che Uther sapesse la verità. Merlino afferrò la borsa e si diresse di corsa verso i sotterranei per avvisare Freya. Quando raggiunse il nascondiglio, della ragazza non c'era più alcuna traccia. Solo l'abito pregiato che le aveva donato poche ore prima era abbandonato sul terreno. Urlò il suo nome, disperato, ma non ottenne risposta. Amareggiato e deluso, si rinchiuse nella sua stanza. Udì la porta aprirsi, ma non si preoccupò di controllare chi fosse perché sapeva già che era Gaius.

《Non avevo scelta, Merlino. Uther doveva saperlo》si difese.

《Non la troveranno perché se n'è andata》.

《Mi dispiace e capisco cosa provi in cuor tuo, Merlino》lo rassicurò, sedendosi ai piedi del suo letto, ma lui scosse la testa, non trovando più la forza di resistere all'immenso dolore che provava al cuore, pesante come un macigno.

Si sentiva ferito da Freya perché fino a poche ore prima erano lì, nascosti nei sotterranei a progettare il loro nuovo futuro insieme, del quale lei aveva scelto di non farne parte, illudendolo per tutto il tempo. Nonostante il suo tradimento, Merlino sperava che lei fosse riuscita a lasciare Camelot e le augurava con tutto il cuore di riuscire a godersi una vita serena e ad accettare quella maledizione come parte di sé stessa.

《Non potreste mai capire che cosa si prova a essere un mostro e ad avere paura di quello che sei. Qualunque cosa sia e qualunque cosa abbia fatto, non merita di morire. Spero solo che sia al sicuro e che sia lontano da qui》sospirò.

L'attimo dopo le campane d'allarme riecheggiarono in tutto il regno, rivelando la presenza di un intruso all'interno di Camelot. Freya!, realizzò subito Merlino, alzandosi di scatto dal letto e uscendo dallo studio.

La ragazza, infatti, stava tentando la fuga, ma era braccata dalle guardie, da Artù e da Halig. Merlino udì le loro voci e le seguì fino ad arrivare a un vicolo cieco della città bassa. La druida implorò i cavalieri di lasciarla andare per il loro bene, considerando che in quel momento la luna era all'apice nel cielo.

Il rintocco della mezzanotte funse da segnale e per Freya arrivò il momento di mostrare la sua vera forma. Come ogni notte la trasformazione da umana a bestia le procurava parecchio dolore fisico, tanto da farla urlare. Il suo corpo tremò e lei si lasciò cadere a terra, mentre le sue ossa si plasmarono in quelle di un animale e la sua pelle si ricopriva di peli neri. I suoi occhi si illuminarono di verde acceso e dalla sua bocca spuntarono un paio di lunghe e affilate zanne. L'abito che indossava si ruppe in brandelli per far spazio a due grandi e spaziose ali da pipistrello. Halig indietreggiò intimorito, quando si ritrovò davanti un'enorme pantera con le ali.

Il felino ruggì contro il gruppo di uomini, i quali estrassero le armi per difendersi. Assetata dal desiderio di sangue e uccisioni, la pantera si lanciò contro Halig, uccidendolo. Mentre i cavalieri scapparono per la paura, Artù trovò il coraggio di avanzare verso il mostro per colpirlo con la sua spada. L'animale indietreggiò, lagnando dal dolore per la ferita sulla zampa, ma riuscì ugualmente ad aprirsi un varco verso il cortile centrale, zoppicando. I cavalieri la circondarono e la addossarono contro il muro.

Merlino li raggiunse e, spinto dall'amore che provava per la druida in forma animale, usò la sua magia per far crollare un pezzo di statua dall'alto del palazzo reale. Artù lo evitò, rotolando di lato all'ultimo secondo e la pantera ne approfittò per aprire le ali e prendere il volo. Il servo la seguì fino ai sotterranei, dove il felino gli soffiò contro, ma il ragazzo allungò lentamente la mano per sfiorargli la fronte. Lo rassicurò, sussurrandogli che era al sicuro perché sapeva che dentro quell'animale feroce si nascondeva ancora la sua amata Freya. Come si poteva ritenere quella bestia un mostro? Persino in forma animale Merlino trovava bellissima la druida di cui si era innamorato.

La pantera si allontanò da lui e Merlino la raggiunse nel loro solito nascondiglio, riconoscendo i pianti di Freya. Era ritornata in forma umana e il ragazzo si tolse la giaccia marrone per coprire la sua nudità. Le spostò alcune ciocche nere che aderirono al suo viso a causa delle lacrime e del sudore.

《Sono un mostro! Ho cercato di dirtelo》ammise lei.

《Lo so, non sforzarti a parlare》le sussurrò Merlino.

《Un giorno un uomo provò ad aggredirmi e io non volevo fargli del male, ma pensavo che volesse uccidermi...》raccontò la ragazza.

《È stato un incidente》ribadì subito il servo.

《Sua madre era una strega e quando lo seppe, mi maledisse a uccidere per sempre》.

《Ti farò stare meglio, Freya》la rassicurò.

《No, Merlino, la ferita è profonda. Ti prego, va' via!》gli intimò, ma Merlino si rifiutò di abbandonarla.

《No, non ti lascerò qui》.

Sapeva di non poter far niente per la ferita, ma non l'avrebbe lasciata morire in quel luogo buio. Le avrebbe donato gli ultimi istanti più belli della sua vita, mostrandole il luogo che più amava: un lago come quello della sua infanzia. La aiutò a indossare l'abito di Morgana, rimasto lì abbandonato, per poi lasciare la grotta con lei in braccio.

Il lago di Avalon brillava a causa della pioggerella leggera che scendeva e l'alba illuminò il cielo, mostrando la grande catena montuosa con le sue cime innevate. Merlino adagiò con delicatezza la ragazza sulla riva del lago e lei inclinò di lato la testa per osservare quel panorama mozzafiato.

《Non l'hai dimenticato》sussurrò con un sorriso.

《Certo che no! Mi dispiace per quello che ti ha fatto quella strega》.

《Non hai nulla di cui dispiacerti》ribatté lei.

《Deve esserci qualcosa che posso fare, voglio salvarti》insistette il ragazzo.

《Mi hai già salvata, Merlino: mi hai fatto sentire amata》confessò lei e il mago avvertì gli occhi pizzicargli a causa delle imminenti lacrime.

Represse il desiderio di piangere, mentre la druida esalava i suoi ultimi respiri.

《Un giorno io mi sdebiterò, te lo prometto》.

Il capo di Freya giacque all'indietro e Merlino la osservò morire davanti ai suoi occhi. Le lacrime sfuggirono dalle sue guancie per cadere sul viso pallido di lei.

《No, Freya! Non voglio lasciarti!》esclamò, scuotendole delicatamente il viso.

Ormai constatato che era morta, Merlino la strinse tra le sue braccia, sprofondando le mani tra i suoi lunghi capelli bagnati. Preparò la barca funeraria, abbellendola con i rami degli alberi della foresta e adagiò il corpo senza vita della sua amata sopra quel manto di piante e fiori. Con i suoi poteri fece galleggiare l'imbarcazione verso il centro del lago per poi darle fuoco. Mentre le fiamme continuavano ad ardere con vigore, Merlino si allontanò dallo stagno per addentrarsi nella vegetazione. Sii in pace, Freya, non ti dimenticherò mai!, le augurò, mentre a piedi pesanti faceva ritorno a Camelot. Quando Gaius entrò nello studio, vide Merlino affacciato alla finestra.

《Merlino, ero così preoccupato!》.

《Mi dispiace, Gaius》si scusò il ragazzo, mentre il medico si avvicinava a lui.

《Dov'è la ragazza?》gli domandò quest'ultimo.

《È morta》confessò lui con la voce ancora rotta dal dolore e Gaius lo abbracciò per confortarlo.

Il servo decise di impiegare il tempo libero che aveva a disposizione per svolgere i suoi doveri e non pensare alla scomparsa di Freya. Anche se cercava di allontanare la mente dalle cattive emozioni, non era così facile per lui dimenticare i bei momenti che aveva passato con la ragazza, ai loro sorrisi e ai loro baci. I ricordi furono interrotti dal rumore di passi e da una porta che si aprì. Era Artù.

《Ah, Merlino, ti stavo cercando》.

《Sì, certo. Devo lucidare la vostra armatura, farvi il bucato e pulire le stanze》lo informò, sapendo già gli ordini che il principe voleva impartirgli.

Ce l'aveva un po' con lui perché se non avesse colpito Freya, ora lei sarebbe ancora viva. Come sempre, però, Artù non poteva saperlo. Il biondo notò subito il suo tono freddo e distaccato e si sedette sul pavimento affianco a lui.

《C'è qualcosa che ti turba, non è vero?》intuì.

《Può darsi》si limitò a rispondere Merlino, continuando a spazzolare gli stivali del suo padrone.

《È perché ti ho gettato l'acqua addosso?》tentò di indovinare.

Se fosse solo quello il problema..., pensò il mago, facendosi scappare una risata divertita.

《Non siete stato carino》affermò.

《È stato un po' ingiusto. Come quando mi hai detto che sono grasso》gli ricordò il principe.

《E perché sarebbe ingiusto?》lo provocò Merlino.

《Perché io non sono grasso》ribatté lui, scuotendo la testa con vigore e il servo cercò di trattenersi dal ridere.

《Così va meglio》constatò Artù, vedendolo sorridere e il moro lo ringraziò.

Nonostante i suoi brutti difetti, il nobile si era sempre dimostrato gentile a
modo suo. Quando uno dei due era abbattuto, l'altro cercava sempre di tirarlo su di morale, scherzando. Quella era la vera amicizia e nella loro epoca era rara trovarla tra un servo e un principe, ma ancora di più tra un mago e un cavaliere.

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