XLI

A Camelot il tempo non era dei migliori. Era notte fonda e pioveva a dirotto. Chiunque avrebbe preferito rimanere a letto e dormire al caldo, ma non per Gaius e Merlino, i quali si erano alzati nel cuore della notte per una richiesta di aiuto da parte di una coppia di contadini. L'uomo aveva la febbre alta e Gaius cercò di fargliela abbassare. Una volta finito, Merlino e Gaius lasciarono l'abitazione per tornare a casa e mentre passavano affianco a un carro che trasportava una gabbia, un rumore improvviso fece sussultare Merlino dalla paura. Si voltò e vide che la gabbia non era vuota, ma al suo interno c'era una ragazza.

《Gaius!》lo chiamò e il medico si voltò per osservarla.

Aveva i capelli neri e bagnati dall'acqua piovana, gli occhi scuri e il vestito rosso che indossava non era altro che uno straccio lacerato e sporco. Portava le manette ai polsi e aveva uno sguardo impaurito e supplichevole che qualcuno la liberasse.

《È stata catturata da un cacciatore di taglie》spiegò.

《Ma è soltanto una ragazza》gli fece notare il servo.

《Riuscirà a vederla a buon prezzo》ammise e Merlino si voltò per guardarlo stupito.

Da quando le persone erano diventate oggetti e merce di scambio? Non riusciva a crederci a quello che aveva appena sentito. Chi era capace di una cosa del genere?

《Qualcuno pagherà per lei?!》esclamò sconvolto.

《Uther offre una ricompensa per chi cattura chiunque usi la magia》rispose.

Ti pareva che Uther centrasse qualcosa con la sua cattura, pensò Merlino.

《Noi dovremmo fare qualcosa》propose.

《Merlino, i cacciatori di taglie sono pericolosi. Non ti devi immischiare e tu dovresti essere il primo a capirlo》controbatté Gaius.

Merlino si voltò a guardare la ragazza e si sentiva così dispiaciuto di non poter fare niente per lei. Desiderava liberarla dalla sofferenza che stava passando a causa di Uther, ma Gaius aveva ragione. Non poteva permettersi di finire nei guai come era successo con il cacciatore di streghe. I due ritornarono nelle loro stanze e Gaius si mise subito a dormire per la stanchezza, ma Merlino non riusciva a prendere sonno perché la sua mente era piena di dubbi e ripensamenti. Da un lato sapeva che avrebbe dovuto restarne fuori dalla quella storia, ma una parte di sé gli diceva che al posto di quella ragazza avrebbe potuto esserci lui oppure Morgana. No, non poteva lasciare che quella povera ragazza in gabbia passasse una vita orrenda solo perché aveva la magia. Si alzò dal letto e si accinse a raggiungere la porta dello studio, attento a non fare rumore per non svegliare Gaius. Raggiunse il luogo dove aveva visto il carro qualche ora prima ed era ancora lì fermo nello stesso identico punto, davanti all'entrata del The Rising Sun. Fortunatamente il temporale era cessato e la luce della luna lo aiutò a orientarsi tra le stradine desolate del regno. Prima di avvicinarsi alla gabbia per liberare la prigioniera al suo interno, Merlino doveva assicurarsi che il cacciatore di taglie non fosse nei paraggi. Aprì leggermente la porta d'ingresso della taverna e cercò con lo sguardo l'uomo, trovandolo seduto in un tavolo a banchettare da solo. Approfittando del suo momento di distrazione, il servo usò i suoi poteri per sforzare il lucchetto della gabbia e avvicinarsi alla ragazza, la quale indietreggiò intimorita.

《Non preoccuparti, non voglio farti del male》la rassicurò.

Le prese delicatamente le mani e liberò i suoi polsi dalle manette di ferro con l'aiuto della magia. Poi la tirò debolmente per il braccio per incitarla a seguirlo e i due si nascosero dietro le grosse ruote del carro, avendo udito la porta del locale aprirsi proprio in quel momento. Il cacciatore di taglie, sazio del suo bottino, diede una rapida occhiata alla gabbia e notando che la sua mercanzia era sparita, si guardò subito intorno, estraendo la spada dal fodero della cintura. Non aveva idea di come la ragazza fosse riuscita a scassinare la serratura della gabbia e a uscire, ma doveva assolutamente trovarla perché la sua presenza a Camelot non era un buon segno. Sapeva che quella fanciulla, apparentemente innocente, era in realtà pericolosa e non poteva permettersi di perderla. Se voleva portarla al sicuro, Merlino aveva bisogno di un diversivo per distrarre il cacciatore di taglie e quando si sporse lentamente dal suo nascondiglio, vide l'insegna del The Rising Sun proprio sopra la testa dell'uomo. Pronunciò un incantesimo e la catena che sorreggeva il manifesto si ruppe, facendo cadere quest'ultimo proprio sopra di lui, il quale svenne e cadde a terra. I due giovani scapparono immediatamente e il ragazzo si guardò intorno per cercare un nuovo nascondiglio. Doveva fare in fretta per evitare che la solita pattuglia notturna e il cacciatore di taglie li trovassero. Si infilarono in una stretta e lunga via che conduceva ai sotterranei del castello e Merlino accese una torcia con la sua magia. Avanzarono velocemente fino ad arrivare a un vicolo cieco.

《Qui non ti troverà》disse alla ragazza.

Si tolse la giacca e si avvicinò a lei per mettergliela sulle spalle, ma quest'ultima si ritrasse indietro.

《Scusa, non volevo spaventarti. Ho pensato che potessi avere freddo》si giustificò, notando che lei si stringeva nelle spalle come per proteggersi.

《Perché mi hai aiutata?》domandò lei.

Dopo tutte le brutte esperienze che aveva passato, aveva imparato a non fidarsi di nessuno, persino di Merlino, nonostante l'avesse aiutata a uscire.

《Ti ho vista e... in quella gabbia potevo esserci io. Qui sotto sarai al sicuro. Tornerò domattina con del cibo e delle candele. Io sono Merlino, comunque》.

《Freya》rispose lei.

Il ragazzo le porse la sua giacca con un piccolo sorriso e lei allungò le mani per prenderla e mettersela sulle spalle. La osservò, mentre si stringeva il tessuto lungo il corpo per scaldarsi. Era così impaurita e così innocente che il ragazzo provò compassione nei suoi confronti. Era giovane e aveva tutta una lunga vita davanti a sé, eppure già pativa le ingiuste sofferenze che il mondo le scagliava addosso.

《Ci vediamo domattina, Freya》la avvisò, sul punto di andarsene, e lei lo ringraziò.

Merlino accennò un sorriso in risposta, prima di lasciarla sola.

Il mattino dopo...

Merlino lasciò la sua camera, mentre si metteva una nuova giacca marrone, dato che l'altra l'aveva prestata a Freya e si guardò intorno. Gaius era già fuori per iniziare una nuova giornata di lavoro e Merlino aveva ancora un po' di tempo libero per cercare del cibo per Freya. Rovistò tra tutti i fogli e i documenti che il vecchio medico era solito lasciare sparsi sui tavoli, in cerca di qualcosa di fresco e saporito, ma trovò soltanto un piccolo pezzo di pane. Cercò tra gli scaffali dove venivano riposti pozioni e cure mediche, recuperando una misera mela marcia. Non poteva certo consegnare quello schifo a Freya! Si recò nelle stanze del suo padrone e ai piedi del letto, su cui Artù russava ancora profondamente, vi era adagiato un piatto con del formaggio, prosciutto e qualche fetta di pane. Prese il tovagliolo bianco che era affianco alla colazione e ci calò sopra tutto il cibo, lanciando ogni tanto un'occhiata al principe per assicurarsi che non si svegliasse da un momento all'altro. Avvolse il panno intorno al cibo e posizionò sopra al piatto vuoto il pane e la mela che aveva scovato nello studio di Gaius. Poi, come se niente di tutto quello che aveva appena fatto fosse accaduto, scostò le tende di lato della finestra per illuminare la stanza dai raggi del sole.

《Colazione!》esclamò e Artù aprì gli occhi, ignaro di tutto.

Merlino, con il cibo nascosto dietro alla giacca, si affrettò a congedarsi, mentre il principe si alzava a sedere sul letto.

《Ehi! Dov'è il formaggio e la carne?》lo fermò quest'ultimo.

《È il nuovo menù della colazione》spiegò il servo.

《Non è abbastanza》controbatté Artù, mostrandogli il pane e la mela che impugnava nella mano.

《Beh, devo mantenervi in forma》commentò ironicamente Merlino.

《Sono perfettamente in forma》ribadì offeso il biondo.

《E voglio mantenervi così》insistette lui.

Artù, stanco delle sue solite battute, gli lanciò contro la mela.

《Merlino, devi andare da qualche parte?》gli domandò, notando che era sulla soglia della porta con la mano sulla maniglia.

Sì, certo, ho cose più importanti da fare che sentire le vostre lamentele, pensò il servo.

《Certo che no》mentì, richiudendo la porta alle sue spalle.

《Bene, perché ho alcune faccende per te》rispose Artù con un sorrisetto sulle labbra e Merlino sospirò.

Dopo la colazione, infatti, il ragazzo fu costretto a riempire il catino di acqua perché Artù voleva lavarsi.

《Assicurati che sia calda》gli intimò il principe da dietro il divisorio, mentre si spogliava.

Merlino immerse la mano dentro l'acqua per sentirne la temperatura ed era tiepida. Di questo passo non sarebbe mai riuscito a scaldarla in fretta e a tornare da Freya. Le aveva promesso che non l'avrebbe abbandonata, ma ci stava mettendo più del dovuto per colpa di Artù. Usò la magia per far bollire l'acqua dentro il catino e il principe si avvicinò a lui con solo l'asciugamano avvolto intorno alla vita.

《Scaldata》affermò Merlino.

Artù immerse il piede dentro l'acqua, ma l'attimo dopo lo estrasse fuori con un lamento di dolore.

《Ah, razza di idiota, è bollente! Sei mezzo addormentato?!》sbraitò.

《Scusate, Sire, ve ne porto un po' fredda》.

《No, è a te che serve》controbatté il principe, prendendo una caraffa dal tavolo alle sue spalle per lanciargli addosso l'acqua ghiacciata.

I vestiti aderirono al suo corpo, mentre l'acqua gli colava da sopra la testa fino agli stivali. Non replicò, semplicemente incassò il colpo, ma una parte di sé desidera tanto umiliarlo nello stesso modo.

《Ti sei svegliato, Merlino?》gli domandò il principe, adagiando la caraffa al suo posto.

《Sono pronto e scattante, Sire》commentò lui sarcastico, versando l'acqua fredda dal secchio che teneva tra le mani nel catino.

Finalmente libero dal lavoro, Merlino lasciò il castello per raggiungere la città bassa, ma non si aspettava di doversi mettere in fila insieme al resto della servitù e gente povera per essere esaminate dal cacciatore di taglie. Quest'ultimo osservava rapidamente dalla testa ai piedi ogni singola persona che le guardie del re gli consegnava davanti e con una semplice negazione del capo la lasciava andare, mentre con un consenso veniva catturata dalle sentinelle. Quando arrivò il turno di Merlino, sperò che l'uomo non lo riconoscesse dato che aveva capito che stava cercando la ragazza e il suo complice. Fortunatamente il cacciatore di taglie lo lasciò subito andare, ma mentre il servo si allontanava, l'uomo sembrò ricredersi all'ultimo secondo. Stava avendo un certo sospetto che fosse proprio Merlino la persona che aveva intravisto scappare insieme alla ragazza la notte scorsa. Tuttavia, non aveva nessuna prova per dimostrare i suoi sospetti. Merlino giunse finalmente da Freya e la trovò distesa sul terreno, dormiente. Appoggiò la torcia a terra e si perse qualche attimo per contemplarla. La trovava molto carina e, per certi versi, gli ricordava tantissimo Morgana nella versione di ragazza povera e indifesa, anziché ricca principessa e figlia del re. La chiamò, sussurrando il suo nome e allungando la mano per sfiorarle il braccio, ma quest'ultima sobbalzò di scatto per la paura.

《Tranquilla, è tutto a posto. Sono io, Merlino》la tranquillizzò.

La ragazza cercò di calmarsi, ma Merlino notò che era ancora diffidente nei suoi confronti.

《Guarda》disse, mostrandole il cibo avvolto intorno al panno bianco.

Lei, subito, afferrò il pane e se lo divorò senza neanche masticarlo. Mentre mangiava, il servo posizionò vicino a loro tre candele e le accese con la magia. Poi si accovacciò di fronte a lei, notando per la prima volta un simbolo nero sul suo avambraccio. Solo un'altra volta aveva intravisto quel triskele nero: nel petto di Mordred, il bambino druido che aveva accudito e protetto insieme a Morgana. Ciò significava che anche lei era una druida.

《È un simbolo druido, quello?》le domandò e lei, gettando un rapido sguardo sul suo tatuaggio, annuì con la testa.

《Sei di origine druida?》insistette Merlino.

《Perché mi fai tutte queste domande?》lo liquidò lei bruscamente.

《Scusa, non volevo...》.

Freya si sentì un po' dispiaciuta per come aveva trattato Merlino. Lui gli stava offrendo cibo e protezione, qualcosa che nessuno aveva mai fatto per lei, e lei ricambiava il favore con i suoi toni freddi e acidi.

《Mi dispiace》si scusò.

《Ti capisco》commentò lui.

《Tu non potresti mai capire》ribatté lei con un sorriso forzato.

《So cosa significa avere dei segreti》confessò Merlino.

《Qualcuno sa che sei un mago?》gli chiese Freya.

《Solo tu... e altre due persone》rispose, senza citare i nomi di Gaius e Morgana.

Merlino avrebbe tanto voluto dirlo anche ad Artù, ma non sapeva come lui avrebbe reagito. Era stanco di mentire al suo migliore amico, ma forse - come gli disse sua madre Hunith l'ultima volta che si videro - nascondere il suo segreto era la cosa migliore per tutti. Probabilmente, se glielo avesse rivelato ora sarebbe nella stessa situazione di Freya o addirittura morto.

《Vorrei tanto essere come tutti gli altri》ammise la ragazza.

《Ma dentro di te sai di non esserlo》le fece notare il servo.

《Perché sono maledetta》concluse lei, addentando un pezzo di prosciutto.

Quanto si rivedeva Merlino in Freya! Quelle parole erano le stesse con le quali lui si tormentava da tutta la vita, ma da quando era arrivato a Camelot e aveva conosciuto Gaius e Morgana, aveva finalmente trovato un suo equilibrio. Aveva ormai accettato che il suo dono era parte di sé stesso e privarsene era come eliminare una parte del suo vero io. La magia che tanto disprezzava Uther era la parte migliore del mondo in cui vivevano e nessuno, nemmeno un tiranno come lui, poteva estirpare la magia. Anche se avrebbe perseguitato e ucciso tutti i maghi e gli stregoni, la magia sarebbe sempre stata presente. In qualunque luogo ed epoca.

《Freya, non dire così! La magia non è sempre una maledizione, può essere anche un dono》la rimproverò.

Lei non ci credette molto, considerando la vita che aveva passato da quando era rimasta sola, ma Merlino volle dimostrarle il contrario. Sospirò e gli cadde l'occhio sulle candele affianco a loro.

《Guarda》la incitò con un sorriso.

Pronunciò un incantesimo e le piccole fiammelle si staccarono dagli appositi stoppini delle candele e si alzarono in aria. Freya le osservò fluttuare davanti a sé, mentre l'ambiente intorno a loro diventava più luminoso e magico. I suoi occhi brillavano di felicità e sconcertata sorpresa di fronte a quella magia.

《È bellissimo!》esclamò meravigliata e Merlino agitò la mano per riportare le fiamme al loro posto originale.

Il luogo divenne leggermente più scuro, ma il servo intravide molto bene il lieve sorriso che Freya gli stava rivolgendo. Era la prima volta, da quando l'aveva salvata, che sembrava felice e Merlino avvertì uno strano calore sciogliergli il cuore. Si stava affezionando piano piano alla ragazza e gli piaceva stare con lei perché loro due erano uguali e condividevano lo stesso dolore e destino: avere dei poteri che nessun altro, a parte loro stessi, potevano comprendere.

Forse mi sto innamorando di lei, pensò e il sorriso scomparve dalle sue labbra. No, non poteva succedere ciò, lui stava con Morgana. Distolse lo sguardo da Freya, la quale notò subito il suo disagio.

《Devo andare! Qualcuno potrebbe notare la mia assenza, ma io tornerò e ti porterò altro cibo》disse.

《Te lo prometto》aggiunse, prendendo la torcia e alzandosi da terra per andarsene.

Ritornò allo studio e, prima ancora di poter chiudere la porta, Gaius gli si avvicinò subito.

《Tu sai niente della ragazza?》lo accusò.

《Quale ragazza?》domandò Merlino con noncuranza.

《Quella nella gabbia. È fuggita stanotte e le stanno dando la caccia》spiegò il medico.

《Perché non la lasciano in pace?!》esclamò Merlino, chiaramente infastidito.

《L'hai aiutata a fuggire?》insistette Gaius, avanzando di un passo.

Merlino si sentiva in soggezione, quando il suo maestro sospettava che lui fosse coinvolto in qualche brutta situazione e, il più delle volte, quel sospetto si rivelava fondato.

《No! Se non sbaglio, non dovevo immischiarmi》lo raggirò.

《Bene! Perché quando Halig scoprirà chi l'ha aiutata, non vorrei essere nei panni del responsabile》ammise Gaius con la punta della lama che teneva in mano indirizzata minacciosamente verso Merlino.

Si fece ora di pranzo e Merlino si diresse nelle stanze di Artù per provare a rubare altro cibo da consegnare a Freya.

《Gradite un po' d'acqua, Sire?》chiese al principe, intento a mangiare una coscia di pollo.

Quest'ultimo annuì con la bocca piena e Merlino prese la caraffa dal tavolo e versò l'acqua sul suo bicchiere. Mentre lo fece, usò la magia di nascosto per far cadere una posata dal tavolo e Artù si abbassò per raccoglierla. Il servo ne approfittò per prendergli una coscia di pollo e tre salsicce, nascondendole dentro la caraffa che teneva tra le mani. Quando il principe si accorse della loro scomparsa dal piatto, smise subito di masticare.

《C'erano due cosce di pollo e delle salsicce》constatò, voltandosi verso il ragazzo.

《Sicuro? Saranno cadute sotto il tavolo》commentò quest'ultimo.

《Merlino!》lo richiamò in tono accusatorio.

《Che c'è?! Perquisitemi pure, io non le ho prese》si difese lui.

《Allora che fine hanno fatto?》gli domandò Artù, fulminandolo con lo sguardo.

《Le avete mangiate?》lo prese in giro.

《Mi sono sparite da sotto gli occhi!》esclamò il biondo, ma Merlino alzò un sopracciglio, fingendo di non credergli.

Alcune volte trovava persino buffo usare i poteri in presenza del suo padrone perché si divertiva molto a prenderlo in giro. Un altro aspetto positivo del fatto che Artù non conoscesse il suo segreto. Merlino si congedò e si allontanò dal palazzo con la caraffa in mano. Mentre percorreva le stradine della città bassa, controllò costantemente indietro per assicurarsi che nessuno lo seguisse o sospettasse di lui, ma la sua camminata fu interrotta bruscamente, quando, ignaro di dove andasse, si scontrò con qualcosa. O meglio, con qualcuno: il cacciatore di taglie. Halig, gli pareva l'avesse chiamato Gaius. Non ci voleva! Ora sì che sono in grossi guai, pensò. Subito venne prelevato dalle guardie e scortato nelle prigioni. Lì Halig gli prese la caraffa dalle mani e la svuotò, facendo cadere la carne che il ragazzo aveva conservato per Freya sul pavimento.

《Sono solo gli avanzi del principe》farfugliò Merlino.

《Lui sa che rubi il suo cibo?》gli chiese Halig.

《Non proprio》balbettò lui.

《Hai visto la ragazza druida che sto cercando?》insistette l'uomo, avanzando di qualche passo verso di lui.

《No》rispose Merlino.

《Sai quanto denaro vale per me? Molto più della tua vita, quindi, te lo chiedo di nuovo: hai visto la ragazza druida?》lo minacciò, ma il servo, nuovamente, negò.

In preda alla rabbia Halig lo spinse violentemente all'indietro e ordinò alle sentinelle di tenerlo fermo per le spalle, mentre lui afferrava una lunga catena che portava sulla spalla. Sul punto di sferrare un pugno sul viso di Merlino, il cacciatore di taglie venne, però, fermato dalla voce di Artù alle loro spalle.

《Halig!》.

《Che cosa stai facendo?》gli domandò, entrando nella cella.

《Ho sorpreso il ragazzo in atteggiamenti sospetti, Sire. Forse nasconde la ragazza e adesso ci dirà dove》spiegò lui.

Artù, non credendogli minimamente, lo afferrò per il braccio e lo scansò dal servo.

《Lascialo stare, giù le mani! Merlino è il mio servitore e ha tutta la mia fiducia. Se con lui hai un problema, rivolgiti a me. Mi sono spiegato?》controbatté e Halig fu costretto a obbedire.

Anche se era fermamente convinto della colpevolezza del ragazzo, lui non poteva andare contro il figlio del re, perciò si arrese e lasciò le prigioni per proseguire nelle ricerche. Merlino ringraziò il principe, il quale con la coda dell'occhio notò alcuni avanzi del suo pranzo ai piedi del servo.

《Hai preso tu le mie salsicce?》.

《Sì, ma per la vostra forma》si difese Merlino, chinandosi per raccoglierle.

《Vuoi dire che sono grasso?!》esclamò Artù, contrariato.

《No, beh, non ancora》farfugliò il moro.

《Io non sono grasso!》.

《Vedete? Allora, funziona!》commentò Merlino con un sorriso e se ne andò, mentre Artù lo guardava stranito dal suo comportamento.

Quando il servo raggiunse i sotterranei del castello, era riuscito a scovare del cibo per Freya, la quale lo stava aspettando da ore. Aveva il timore che non sarebbe mai più venuto e che l'avrebbe abbandonata, come avevano fatto il suo popolo e la sua famiglia.

《Mi dispiace averci messo tanto》si scusò Merlino.

Freya, riconoscendo la voce del ragazzo, si asciugò velocemente le lacrime agli occhi e tirò su col naso. Merlino si avvicinò a lei e le porse il sacchetto con il cibo avvolto dentro, quando si accorse dello strano silenzio della ragazza. Evitava il suo sguardo, non commentava e sembrava frettolosa di nascondere qualcosa.

《Sembri sconvolta. Pensavi che non tornassi?》le chiese, ma quest'ultima mentì, negando tutto.

《Molte persone hanno paura di me》confessò, infine.

《Io non sono "molte persone"》scherzò Merlino con un sorriso che Freya ricambiò.

《Da quanto tempo eri in quella gabbia?》domandò poi il servo.

《Qualche giorno》.

《Il cacciatore di taglie, Halig, come ti ha trovata?》.

《Fidarsi della gente è pericoloso》.

《Lo so, per questo sono qui》affermò il ragazzo, sedendosi di fronte a lei.

《Dov'è casa tua?》domandò Freya con una nota di curiosità nella voce.

《A Ealdor. È un piccolo villaggio con qualche campo e un paio di mucche, niente di speciale》spiegò Merlino, scrollando le spalle con indifferenza.

《La mia casa era vicino a un lago, circondata da altissime montagne. Sembrava il paradiso》rivelò la ragazza con un ampio sorriso sulle labbra al ricordo del breve passato che aveva vissuto in serenità e tranquillità.

A Merlino piaceva osservarla, mentre lei gli parlava di quel posto con enfasi, ma notava anche la tristezza nei suoi occhi scuri. Si vedeva chiaramente che le mancavano la sua casa d'infanzia e la sua famiglia.

《Un posto perfetto》commentò lui.

《Lo era. Ora la mia famiglia non c'è più》.

《E sei rimasta sola da allora?》chiese il servo e Freya annuì, chinando il capo.

《Adesso non sei più sola e io mi prenderò cura di te, lo prometto》ribadì Merlino in tono solenne.

《Non puoi prenderti cura di me, nessuno può》controbatté Freya, ma il ragazzo allungò le mani per afferrare le sue.

《Allora, non hai capito! Io... io non ho mai conosciuto una persona come te》confessò Merlino.

Non poteva negare che Freya non gli fosse indifferente. Era chiaro che lui provasse qualcosa per lei e Merlino aveva paura di ciò perché sentiva di tradire Morgana. Da quando aveva incontrato Freya, non aveva smesso di pensare a lei neanche per un secondo e Morgana sembrava non contare più nulla per lui. Si sentì confuso in quel momento e aveva bisogno di riflettere. Non poteva amare due donne contemporaneamente, doveva scegliere una delle due per essere felice. Ma chi? Morgana, il suo primo amore, o Freya, la ragazza druida che gli stava rubando il cuore, oltre che la mente, dal suo arrivo a Camelot? Amava la sua principessa, ma, nonostante ciò, sapeva benissimo che la loro storia d'amore non avrebbe mai avuto un lieto fine, non con il padre di lei a ostacolarli. Freya, invece, non aveva sangue reale, era solo un'innocua ragazza che desiderava una vita normale e serena come tutti sognavano di vivere. Con lei Merlino avrebbe avuto più possibilità di essere felice senza dover sacrificare i suoi sentimenti perché qualcuno non approvava. Nel bene o nel male, chiunque avrebbe scelto, sapeva di ferire inevitabilmente l'altra. Merlino chinò gli occhi e si ricordò di avere ancora le sue mani posate sopra quelle della ragazza. Accennò a ritirarle, sapendo bene che Freya aveva paura di essere toccata, soprattutto da uno sconosciuto, ma quest'ultima lo fermò. Era stato un gesto istintivo, il suo, ma era chiaro che anche lei stava iniziando a provare dei sentimenti per Merlino. Si guardarono negli occhi e il servo sembrò scorgere in quello sguardo la sua silenziosa richiesta di restare con lei e di non lasciarla sola, non ora che finalmente si stava aprendo con qualcuno dopo tanto tempo di solitudine e vagabondaggio.

《Vorrei poter restare, ma dobbiamo fare attenzione. Tornerò domattina》la avvisò e lei annuì, sorridendogli.

Il ragazzo sciolse le loro mani intrecciate e si alzò da terra. Afferrò la torcia, ma la voce di Freya alle spalle lo costrinse a voltarsi.

《Merlino, neanche io ho mai conosciuto una persona come te》confessò lei.

Mai avrebbe potuto immaginare di poter essere amata da qualcuno, sapendo bene il segreto che custodiva e per cui era stata continuamente braccata dai cacciatori di taglie. A quella dichiarazione, il cuore di Merlino sembrò sul punto di scoppiargli nel petto, talmente era emozionato. Ritornò nelle sue stanze, felice come lo era in rare occasioni, ma non immaginandosi neanche lentamente cosa sarebbe successo a Freya al sopraggiungere della notte. Allo scoccare della mezzanotte, infatti, il segreto della druida si rivelò e a pagarne le conseguenze fu una coppia di giovani amanti, i quali furono misteriosamente rinvenuti senza vita il mattino seguente.

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