XIII
Una mano fredda e grande galleggiava inerme, mentre il corpo senza vita di un cavaliere sprofondava sempre di più nell'ignoto. Un volto molto familiare iniziò a sfocarsi fino a scomparire del tutto, mentre una ragazza dai capelli castani e gli occhi chiari lo osservava compiaciuta. Morgana aprì gli occhi di scatto e si alzò a sedere dal letto, ansimando il nome del fratello più volte. Era lui che aveva appena visto morire nella sua mente e sentiva il suo cuore batterle nel petto come un tamburo. Era solo un sogno, eppure per lei era così reale.
《Che succede?》chiese Merlino ad Artù, interrompendo bruscamente il silenzio.
Erano a caccia da quella mattina nella foresta e per Merlino era la prima volta. Non aveva mai seguito il principe in una delle sue battute di caccia, ma la cosa non si stava rivelando molto interessante. Dovevano seguire ogni rumore che percepivano in tutta quella vegetazione fitta e dovevano farlo silenziosamente e lentamente. Merlino sperava già di tornare a casa, dato che Artù aveva catturato due conigli marroni, ma quest'ultimo era troppo impegnato a cercare di prendere a tutti i costi una preda più grossa - un alce, secondo lui - anche se Merlino non aveva visto neanche l'ombra dell'animale finora.
《Allora sei un completo idiota! Siamo a caccia e questo richiede furtività, velocità e una mente agile》esclamò il principe, schiaffeggiando la sua mano sulla fronte del servo per rimproverarlo.
《Quindi voi avete due di queste tre cose...?》commentò sarcastico Merlino e un urlo che implorava aiuto riecheggiò nel fitto del bosco.
Subito i ragazzi corsero in direzione delle urla e videro tre banditi che maltrattavano una donna completamente avvolta nel suo mantello e un altro sul punto di uccidere un uomo steso a terra che supplicava pietà. Artù prese la sua balestra da caccia e la indirizzò verso la schiena del primo bandito per salvare l'uomo a terra. Poi la gettò sul terreno e sguainò la spada per affrontare due banditi, mentre il terzo tratteneva la fanciulla con la forza. Il principe affrontò i due malviventi contemporaneamente, ma quando uno dei due si avvicinò alle sue spalle per colpirlo, Merlino fu costretto a usare i suoi poteri per spezzare un grosso ramo di un albero e farlo cadere sopra la sua testa, mentre Artù affrontava e uccideva l'altro. L'ultimo rimasto non se la sentì di affrontare il principe e con gli occhi pieni di terrore si dileguò in fretta.
《Come state? Vi hanno fatto del male?》chiese il principe alla coppia di indifesi. La ragazza si era gettata fra le braccia dell'uomo, il quale la stringeva forte a sé, come se fosse una figlia da proteggere a ogni costo.
《No, grazie a voi. Sono Sofia e lui è mio padre Aucfric》rispose lei, abbassandosi il cappuccio.
Era meravigliosa, i suoi occhi erano azzurri e limpidi come il cielo, la sua pelle era chiara e lucente e i suoi lunghi capelli nocciola erano intrecciati con perline bianche. Aucfric, invece, era un uomo di mezz'età con i capelli brizzolati, grigi sulle punte e bianchi sulle radici. Aveva gli occhi azzurri, di una tonalità più scura rispetto a quelli della figlia e una barba bianca.
《Artù Pendragon, al vostro servizio》ricambiò lui, baciando la mano della ragazza.
Ritornarono tutti a Camelot e Artù condusse i nuovi arrivati dal re. Erano due nobili, riusciti a scappare dal loro villaggio saccheggiato dai briganti per dirigersi a ovest e raggiungere le altre famiglie. Uther decise di ospitare per un po' Aucfric e Sofia, i quali lo ringraziarono con un inchino per poi congedarsi e farsi scortare nelle stanze degli ospiti. Poco prima di uscire, Sofia lanciò uno sguardo ad Artù che non le staccò mai gli occhi di dosso. E come biasimarlo? Sofia era di una bellezza fuori dal comune. Lasciarono la sala del consiglio e si recarono nelle stanze del principe.
《Sistemala in una stanza adeguata》gli ordinò Artù.
《Questa stanza accanto è libera》propose il servo, mentre sistemava il tavolo ancora imbandito dalla colazione della mattina.
《Sì, andrà bene, anzi benissimo》affermò lui e a Merlino sfuggì un leggero sorriso che però Artù notò subito. Qui qualcuno si sta innamorando, pensò.
《Taci, Merlino!》lo ammonì Artù, come se gli avesse letto nel pensiero. Ormai aveva capito le espressioni di Merlino e stava imparando a conoscerlo sempre di più.
《Ma se non ho detto niente》si difese il ragazzo.
《Ma l'hai pensato. Sia chiaro che le mie intenzioni nei confronti di Sofia sono onorevoli》spiegò il biondo.
《Lei è molto bella?》lo provocò Merlino.
《Sì, molto》rispose lui con lo sguardo perso nel vuoto, mentre pensava alla ragazza.
Se ne andò leggermente imbarazzato e Merlino si mise a sparecchiare il tavolo, prendendo i piatti con gli ultimi resti di cibo per portarli nelle cucine del palazzo e raccolse gli abiti del suo padrone sparsi in giro per la stanza per lavarli. Subito dopo decise di recarsi al secondo piano per portare a Sofia un piumone grosso di lana arrotolato nel caso avesse avuto freddo durante la notte.
《Se vi serve qualcosa, chiamatemi》disse Merlino, mentre la ragazza lo ringraziava calorosamente con un sorriso.
Proprio in quel momento passò Morgana che appena vide la scena davanti a sé, si irrigidì all'istante. Non solo era su un'ennesima crisi di gelosia nel vedere Merlino con un'altra donna, ma si era trasformata in una vera e propria statua di marmo nel momento in cui suoi occhi si incrociarono con quelli di Sofia perché quegli occhi e quel volto erano gli stessi che lei vedeva continuamente nei suoi sogni. Era lei, era la ragazza dell'incubo, quella che assisteva alla morte del fratello, mentre lui scompariva negli abissi oscuri di un lago.
Quando la ragazza scomparve dalla sua visuale, Morgana si riprese dalla sua paralisi temporanea e si avvicinò subito a Merlino, prendendolo per mano.
《Chi è lei?》gli domandò.
《Sofia Tirmòr. L'abbiamo salvata nel bosco stamattina, o meglio, vostro fratello l'ha salvata》rispose il ragazzo.
《Non può restare qui, deve andarsene!》esclamò Morgana.
《Il re ha detto che possono rimanere》la contraddisse Merlino.
Ovvio, suo padre faceva sempre l'esatto opposto di quello che Morgana voleva. Subito le vennero in mente le immagini del sogno: quella donna guardava Artù morire sott'acqua e lei non poteva fare niente per fermarlo.
《Va tutto bene?》chiese Merlino, quando sentì le dita di Morgana stringere le sue.
Non sapeva se rivelargli del sogno premonitore, non voleva passare per pazza, perciò sbatté le palpebre per riprendersi e gli sorrise per rassicurarlo. Merlino aveva subito percepito il turbamento della principessa, quando aveva visto Sofia ed era strano quel suo comportamento.
《Sì, grazie》rispose, lasciando andare le loro mani intrecciate e si diresse da Gaius. Solo lui si occupava di curarla dai sogni e solo lui avrebbe potuto darle una risposta a quello che aveva visto in sogno.
《Ti chiedo scusa, non volevo disturbare》disse, entrando.
《Sciocchezze, mia cara. Cosa vi porta qui?》domandò il medico, dandole un bacio leggero sulla guancia.
《Ho avuto un incubo ieri notte. Io ho visto Artù sott'acqua, mentre affogava e c'era una donna che lo guardava morire. Quella stessa donna ora è qui a Camelot》spiegò.
《La mente fa strani scherzi: prende parti della vita e ne costruisce delle fantasie. Sono soltanto sogni, Morgana. State prendendo i medicali che vi ho prescritto?》le chiese Gaius.
《Non mi aiutano》rispose lei.
《Provate questo, indurrà un sonno più profondo》disse, consegnandole una boccetta presa dal tavolo.
《Grazie, Gaius》disse Morgana, accingendosi a lasciare le stanze. Gaius aveva cercato di tranquillizzarla, eppure Morgana non riusciva a restare calma perché dentro di sé sapeva che quel sogno doveva significare qualcosa di importante.
《Morgana, non avete niente da temere e non ditelo a vostro padre, non serve farlo preoccupare inutilmente》aggiunse e lei annuì prima di andarsene.
Gaius aveva percepito subito che qualcosa stava cambiando nella ragazza e aveva paura che i suoi sospetti potessero avverarsi. Morgana voleva credere alle parole di Gaius, voleva sperare vivamente che quel sogno fosse solo frutto delle fantasie della sua mente, ma quando si rimise a dormire, l'incubo ricominciò a tormentarla. Nonostante avesse preso il nuovo rimedio datole da Gaius, lei si svegliava sempre con un sussulto, impedendole di chiudere occhio per tutta la mattina pur di non rivedere la solita scena. Era terrorizzata e in quel momento sentiva il bisogno delle braccia di Merlino intorno a sé per confortarsi, ma non poteva. Si alzò e si avvicinò alla finestra per respirare l'aria fresca e mattutina. Il cielo era carico di nuvole che limitavano i raggi del sole, in procinto di innalzarsi sempre di più dall'orizzonte di montagne decorate con sfumature blu e verdi. Artù voleva trascorrere la giornata con Sofia, ma per farlo doveva chiedere un favore al suo servitore. Merlino stava sistemando il letto del principe, quando avvertì lo sguardo di quest'ultimo addosso e sapeva che voleva chiedergli qualcosa.
《Porterò Sofia a fare un giro oggi》disse a braccia conserte, adagiato all'asta in legno che sosteneva il suo letto a baldacchino.
《E io che centro?》gli chiese Merlino, non capendo la richiesta del suo padrone.
《Io dovrei essere di pattuglia con la guardia e mio padre stamattina e ho bisogno che tu mi copra》gli rivelò.
《Dovrei mentire al re?! No, dimenticatelo! Mi scoprirebbe subito, mi farebbe mettere alla gogna ed è una cosa che non sopporto》ribatté subito Merlino.
《Merlino, devi farlo per me》insistette Artù.
《Sono un pessimo bugiardo, comincio a sudare, mi si annebbia la vista, la mente non funziona...》blaterò il ragazzo, cercando di trovare qualsiasi scusa pur di evitare la gogna, dato che era sicurissimo che il re lo avrebbe mandato lì se avesse cercato di coprire il figlio.
《Non cambia poi molto》commentò lui sarcastico e Merlino lo fissò male.
Sapeva di essere un'idiota agli occhi del principe, ma non gli serviva che lui glielo tenesse presente ogni volta che voleva prenderlo in giro. Artù scosse la testa e cercò di convincerlo nuovamente.
《L'ho promesso a Sofia e se non lo farò, non mi guarderà più. Voglio passare più tempo con lei, ma devo togliermi di dosso mio padre》.
《Allora vi piace?》intuì Merlino e lui annuì, fissandolo intensamente. Merlino provò compassione di fronte agli occhi supplichevoli di Artù che non seppe resistere a lungo e con un sospiro decise di assecondarlo.
《Andate, non fatela aspettare》disse infine, arrendendosi.
《Grazie, Merlino, non lo dimenticherò》rispose lui con un enorme sorriso sulle labbra per poi lasciarlo solo.
Anche Merlino sorrise meccanicamente nel notare il suo padrone così innamorato, ma quando pensò alla condanna che si era auto inflitto, quel sorriso svanì immediatamente. Morgana sentì le voci di Artù e Sofia dal cortile centrale e si affacciò alla finestra per spiarli. Li vide prendere i cavalli e allontanarsi dal regno al galoppo, mentre osservava le loro figure scomparire nel bosco insieme a Gwen. Le rivelò di aver sognato Sofia poco prima del suo arrivo a Camelot e la ragazza le credette e la spronò a dirlo a suo padre, ma Morgana sapeva bene che il suo odio per la magia era molto più forte dell'amore che provava per la figlia e non volle rischiare. Merlino terminò di ordinare le stanze di Artù e poi si recò nella sala del consiglio, dove vide il re che stava già aspettando suo figlio.
《Dove è mio figlio?》gli chiese Uther.
《Non è qui》rispose.
《Questo lo vedo》affermò lui.
《Artù non era sicuro dei suoi impegni, così mi ha chiesto di chiedere alla guardia se era di pattuglia e... ecco... l'ho dimenticato》farfugliò.
《Se fossimo stati in guerra ti avrei fatto frustare》lo minacciò il re.
《E visto che non lo siamo, mi perdonerete?》gli chiese sorridente il ragazzo, sperando che quel sorriso lo potesse salvare dalla punizione imminente. Risultato? Fu spedito alla gogna.
《Io non sopporto la gogna!》commentò con disprezzo, mentre il popolo gli lanciava la frutta marcia in testa.
Subito dopo aver scontato la sua pena, ritornò a casa per lavarsi e togliersi i residui di frutta tra i capelli. Artù e Sofia ritornarono a Camelot nel tardo pomeriggio, dopo aver trascorso tutta la mattinata a passeggiare tra gli alberi verdeggianti della foresta. La ragazza stava salendo le scale che conducevano al secondo piano, dove c'era la sua stanza, quando si imbatté in Morgana. Quest'ultima aveva visto che Artù era ritornato dal suo giretto e stava per dirigersi da lui per parlargli di Sofia, ma non immaginava che se la sarebbe trovata davanti in quel momento.
《Ah, scusate. Lady Morgana, vero? Sono Sofia》si scusò, porgendole la sua mano in segno di amicizia.
《Che ci fate qui?》le chiese la principessa in tono freddo.
《Io e mio padre siamo ospiti del re》rispose.
《No, non è vero. Volete far del male ad Artù e non lo permetterò》controbatté Morgana.
《State alla larga dal principe!》aggiunse.
《Altrimenti? La gelosia è così poco attraente in una donna》la provocò.
Ma quale gelosia? Artù era suo fratello e non lei non provava gelosia nei confronti di Sofia. Era solo protettiva con Artù perché sapeva che il fascino di Sofia era solo un trucco per usarlo contro di lui.
《Se succede qualcosa ad Artù vi troverò, non importa quanto ci vorrà》la minacciò e se ne andò, scendendo le scale per raggiungere le stanze di suo fratello. Aprì la porta e lo vide intento a togliersi la cintura, la giaccia e gli stivali.
《Sembri molto preso da lei. Non ti ho mai visto cadere ai piedi di una donna così in fretta》disse.
《Sei gelosa, Morgana! Puoi anche ammetterlo》constatò il principe. In fondo Artù era felice di sapere che sua sorella era gelosa delle donne che gli si avvicinavano, come lui era geloso degli uomini che cercavano di provarci con lei.
《Non essere presuntuoso, sto cercando di proteggerti. Lei non è quella che dice di essere》controbatté lei.
《Perché? Cosa te lo fa pensare?》le chiese.
Artù si avvicinò al tavolo e prese la caraffa per versarsi l'acqua nel bicchiere. Morgana era indecisa se dirgli del sogno premonitore, ma se era l'unico modo per tenerlo lontano da Sofia, allora l'avrebbe fatto. Eppure non trovava le parole giuste per rivelarglielo senza passare per una pazza.
《Ho un presentimento... ho avuto un incubo l'altra notte...》balbettò e lui scoppiò a riderle in faccia.
《Che cosa è che ti fa ridere?》gli chiese Morgana, offesa dalla sua stupidaggine.
《Sei tu!》si limitò a rispondere.
Si diresse verso il letto per prendere la cintura, dove portava la spada e la prese per legarla alla sedia. Voleva lavarsi, dato che fra non molto sarebbe diventato notte, ma Morgana era ancora lì e gli venne un'idea per scatenare ancora di più la sua irritazione. Si accinse a togliere i bottoni dei suoi pantaloni e Morgana, quando capì le sue intenzioni, abbassò lo sguardo. Ad Artù piaceva farla arrabbiare, ma di certo lei non era del suo stesso parere.
《Rimani a goderti lo spettacolo o te ne vai?》domandò sicuro di sé, indicandole i suoi pantaloni e a Morgana stava per venirle una crisi di nervi.
Era esausta e stanca e voleva solo riposare per alcune ore senza che gli incubi la tormentassero sempre.
《Sei insopportabile, spero solo di sbagliarmi》lo liquidò.
《Beh, se vuoi vedermi nudo, non devi fare altro che chiederlo》la provocò.
《Sei solo un'idiota!》esclamò lei, andandosene.
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