XII

Per tutta la notte era rimasto sveglio e all'alba, quando Merlino si alzò dal letto per andare al lavoro, aveva già confermato tutti i suoi sospetti grazie ai manuali e ai registri risalenti alla Grande Epurazione, dategli dal suo vecchio amico Geoffrey. Edwin Muirden era il figlio di due stregoni, amici di Gaius, i quali furono bruciati al rogo dal re perché praticavano magia oscura. Lui aveva cercato di salvarli dalle fiamme, procurandosi la bruciatura al volto, ma invano e ora era tornato a Camelot per vendicare la loro morte. Sentitosi scoperto, Edwin minacciò il vecchio di rivelare al re il segreto di Merlino e Gaius fu costretto a tacere. Poco dopo Edwin si recò nella sala del consiglio per parlare con la famiglia reale.

《Ho esaminato gli archivi medici molto attentamente, come richiesto da Vostra Maestà. Gaius è un grand'uomo, ma i suoi metodi sono superati e non è riuscito a tenersi al passo con i progressi. Questo ha condotto ad un grave errore》spiegò.

《È al mio servizio da venticinque anni》disse il re.

《Su questo non ho alcun dubbio, ma l'età può essere una terribile maledizione》rispose lui.

《Forse è tempo di alleggerire il fardello a Gaius. Hai riflettuto sulla mia offerta di rimanere a Camelot?》gli chiese Uther e lui annuì, per poi inchinarsi e lasciare la sala.

Morgana non poteva lasciare che suo padre licenziasse Gaius, non dopo tutti gli anni di servizi che aveva prestato alla loro famiglia e all'intero regno. Non lo incolpava per non essere riuscito a curarla, anzi gli era molto grata per tutti gli anni in cui aveva cercato di farla stare bene, anche quando si sentiva stanca e stressata a causa degli incubi.

《Padre, non puoi farlo!》esclamò, capendo le sue intenzioni.

《Gaius è vecchio e commette errori》controbatté lui.

《Gaius mi cura da tempo immemore》insistette la ragazza.

《Saresti morta, se non ti avesse curata Edwin. Non posso rischiare che una cosa del genere succeda di nuovo》rispose e si allontanò.

Quella notte Gaius non seppe che fare, era diviso tra due grandi fuochi: voleva proteggere il re da Edwin, ma senza rischiare la vita di Merlino. Era combattuto e osservare il ragazzo dormire beatamente non lo aiutò per niente a prendere una decisione. Lasciò le sue stanze per fare una passeggiata e riflettere. Lui non voleva scegliere tra loro due, l'unica alternativa era voltare le spalle e lasciar decidere al fato.

Nel frattempo neanche Morgana riusciva a prendere sonno, era pensierosa per la sorte di Gaius e non voleva che Merlino soffrisse, quando avrebbe scoperto del suo licenziamento. Aveva notato il profondo legame che li univa, come un padre che si affezionava al proprio figlio e sentiva il bisogno di vederlo e di stargli vicino. Non voleva lasciarlo solo, sopratutto dopo il loro ultimo bacio passionale. Scese dal letto e si diresse nelle stanze di Gaius in camicia da notte. Aprì la porta lentamente per non svegliare nessuno e si accorse che Gaius non era a letto. Si avvicinò alla stanza di Merlino e scorse il suo viso illuminato dalla luce della luna che si irradiava su di lui. Era così carino mentre dormiva, sembrava un bambino. In punta di piedi si avvicinò alla camera e si sedette sul letto.

《Merlino》gli sussurrò, ma lui non si svegliava.

《Merlino!》lo richiamò, scuotendo leggermente il suo braccio. Lui aprì gli occhi e la guardò confuso e sorpreso allo stesso tempo. Si alzò dal letto, sostenendosi con un gomito, mentre con l'altra mano si stropicciava gli occhi.

《Morgana, cosa ci fate qui?》le chiese con la voce impastata dal sonno.

《Devo dirti una cosa》rispose lei.

《Va bene, ma non potevate farlo domani mattina?》domandò lui. Merlino si chiese cosa c'era di così grave da costringere Morgana a svegliarlo nel cuore della notte.

《Domani è troppo tardi》ammise la ragazza a testa china.

《Che cosa intendete dire?》.

《Mio padre vuole licenziare Gaius》gli rivelò.

《Cosa?! Uther non può farlo! Ha cercato di salvarvi la vita》esclamò subito il servo. Come poteva licenziarlo solo per aver fatto un unico errore?!

《Lo so molto bene, Merlino e ho cercato di fermare mio padre, ma lui è convinto che Gaius sia troppo anziano per permettergli di ripetere la stessa cosa》spiegò.

《Parlerò con Edwin, lavoreranno insieme》propose lui e cercò subito di alzarsi dal letto. Sentiva una rabbia nel corpo per l'ingiustizia nei confronti del suo tutore e anche Morgana lo avvertiva. Sapeva che Merlino era troppo agitato e per tranquillizzarlo prese il suo viso tra le mani e lo guardò dritto negli occhi.

《Ascoltami, ora devi calmarti》gli sussurrò.

《Non me ne starò qui fermo senza reagire》esclamò Merlino in tono duro. Non l'aveva mai visto così arrabbiato, come in quel momento. Quando Merlino si accorse del tono brusco che aveva usato nei confronti della principessa, subito si scusò, rivolgendole uno sguardo dolce e pentito.

《Scusatemi, Mia Signora, non volevo urlarvi contro》.

Morgana si avvicinò a lui e avvolse le braccia intorno al suo corpo. Avvertì la mano di lui posarsi sulla sua schiena, mentre prendeva grandi respiri per calmarsi. Si sentiva così al sicuro tra le sue braccia, non aveva mai provato una sensazione del genere con nessuno, neanche con Artù o Gwen. Merlino annusò il profumo dolce ed espansivo dei capelli della principessa, mentre piano piano il suo respiro rallentava fino a tornare del tutto normale. Morgana si staccò da lui, facendo però rimanere i loro volti molto vicini.

《È meglio che ti rimetti a dormire. Domani ne parlerai con Gaius》gli propose e lui annuì. Si distese sul letto, mentre Morgana si accingeva ad alzarsi per lasciare la camera. Prima che potesse farlo, Merlino le prese il polso, costringendo Morgana a voltarsi verso di lui.

《Restate con me, vi prego》la supplicò e lei fu felice di farlo.

Merlino si spostò di lato per farle spazio e lei si distese, voltandogli le spalle. Si sistemò di fianco, mentre le braccia del ragazzo la avvolgevano. Sentì il suo petto contro la schiena e il suo respiro tra i capelli e Morgana sorrise al buio. Si addormentarono tra le braccia dell'altro, sapendo che il loro amore stava diventando sempre più forte.

La luce del sole disturbò Morgana che aprì lentamente gli occhi. Si accorse che era già mattina e si girò nell'altro fianco per osservare Merlino, mentre dormiva. Era disteso sul letto a pancia in su con un braccio sul proprio addome e l'altro sotto la testa della ragazza. Morgana avvicinò la mano verso i capelli del ragazzo, accarezzandoli. Incantata dalla visione che aveva davanti, le sfuggì un piccolo sorriso e decise di alzarsi per tornare nelle sue stanze. Gaius non c'era, ma poco prima aveva sentito la porta d'ingresso aprirsi e riconobbe la voce di Artù che chiedeva a Gaius di recarsi nella sala del consiglio per ordine del re.

Quando anche Merlino si svegliò, subito si ricordò quello che era successo la notte prima. Morgana era venuta nella sua stanza per dirgli che Uther voleva licenziare Gaius. Dopo ricordò solo di aver sentito i loro corpi stretti e il profumo dei suoi capelli che gli davano un senso di equilibrio e di pace. Si alzò di scatto, si vestì velocemente e uscì dalla sua camera per parlare con il suo mentore.

《Gaius, Uther non può farvi questo! Avete cercato di salvare la vita di Morgana e io non lascerò che tutto questo accada》esclamò, mentre Gaius metteva le sue cose su una cassa di legno.

《Merlino, Uther ha ragione. È tempo che io ceda il passo. Tu sei come un figlio per me, non mi aspettavo una simile benedizione a quest'età》disse lui.

《E voi siete come un padre per me》affermò il giovane e sentì gli occhi diventare umidi.

Non aveva mai avuto un padre al suo fianco e Gaius era l'unica persona che si avvicinava a quella figura che gli era mancato da sempre. Aveva chiesto continuamente a sua madre informazioni sul suo vero padre, ma lei gli aveva sempre negato la possibilità e lui aveva smesso di farle domande con il passare degli anni.

《Allora come un padre devi promettermi che non sprecherai mai i tuoi doni》disse Gaius.

《Io non sono niente senza voi al mio fianco come guida》lo implorò.

《Partirò questa sera e non c'è niente che tu possa fare o dire per convincermi》annunciò lui, ma Merlino non aveva alcuna intenzione di mollare. Si diresse al campo di addestramento per cercare il principe perché sapeva di trovarlo lì a quell'ora. Infatti gli si avvicinò, mentre si stava allenando con un manichino.

《Non capisco perché Uther abbia deciso di licenziarlo solo per un unico errore》disse e Artù si voltò verso di lui.

《Un errore che ha quasi portato alla morte Morgana》sottolineò lui.

《Nessuno vuole che se ne vada, ma mio padre ha già deciso e non possiamo farci niente》aggiunse, lasciandolo solo e frustrato.

Gaius prese le sue cose e lasciò la cittadella con un mulo bianco al suo fianco. Mentre camminava, incontrò Gwen e i due si salutarono con un bacio affettuoso di lei sulla guancia. Aveva scelto di non fare niente e di scappare, lasciando scorrere gli eventi per non scegliere. Le ore passarono e sembrava che tutti fossero andati avanti con la propria vita, ma Merlino non riusciva a perdonare il tradimento di Gaius di andarsene e lasciarlo solo. Si sentì ferito e cercava di non pensare alla sua ingiustizia. Si mise a lavare i panni e i vestiti di Artù e poi a farli asciugare. Quando furono completamenti puliti e profumati, si accinse a portarli nelle stanze di Artù. Passò accanto alla camera di Morgana e decise di fermarsi per parlarle e scusarsi per il suo comportamento della notte precedente. Lei era venuta per rassicurarlo ed era rimasta a dormire con lui, mentre lui le aveva mancato di rispetto.

《Mia Signora》la chiamò dalla porta semi aperta e lei alzò gli occhi dal foglio che stava leggendo per guardarlo. Morgana non si aspettava una sua visita, non dopo che avevano condiviso il letto insieme, ma ne era felice. Stavano iniziando a sciogliersi e ad avvicinarsi l'uno verso l'altro.

《Merlino, c'è qualche problema?》gli chiese, alzandosi dalla sedia per avvicinarsi a lui.

《Volevo solo scusarmi per come vi ho trattata ieri notte, mi rendo conto di aver superato il limite con voi e vi chiedo di accettare le mie scuse》le spiegò. Morgana gli tolse i panni dalle mani, li posò sul tavolo e gli prese le mani per stringerle tra le sue.

《Va tutto bene, era normale la tua reazione. Eri sconvolto e arrabbiato con mio padre e hai tutto il diritto di odiarmi in quanto sua figlia》rispose lei.

《Come potrei odiarvi?》le chiese e Morgana gli sorrise.

Merlino adorava guardarla mentre sorrideva, lo faceva sentire felice. Morgana chinò la testa e avanzò di un passo verso di lui, colmando sempre di più la distanza fra di loro. Quando rialzò il capo, i loro visi erano così vicini che i nasi quasi si sfiorarono. Prese le loro mani intrecciate e le posò sul suo petto. Merlino voleva sfiorare quella pelle candida e bianca, ma non voleva farlo senza il suo permesso. Si guardarono negli occhi e Merlino scorse nelle iridi grigio-verdi di lei l'invito a toccarla. Merlino osservò le curve dei suoi seni nascosti sotto un abito rosso prugna e una veste viola a maniche lunghe e tracciò con le dita le sue forme. Arrivò fino al collo, dove portava una semplice collana dorata a forma di serpente che si intrecciava per inseguire la sua coda. Quando Morgana sentì le dita di Merlino sfiorarle il collo, chiuse gli occhi per godersi della miriade di sensazioni che provava e che le faceva battere il cuore fino a sentirlo nelle orecchie. Scostò la testa di lato, incitando Merlino a baciarle il collo e così fece lui. Chinò il capo e appoggiò le sue labbra su quella pelle invitante, mentre Morgana stringeva tra le dita la maglia rossa che indossava lui. Allontanò la bocca dal suo collo e spostò le mani verso il viso per accarezzarle le guance con i pollici, sentendone la morbidezza sotto le dita. Morgana lo guardò negli occhi e desiderava così tanto baciarlo che molto lentamente avvicinò le sue labbra a quelle del ragazzo, mentre quest'ultimo mise la mano dietro la sua nuca. Entrambi vagarono con la mente ai baci che si erano scambiati negli ultimi giorni e si accorsero che nessuno dei due voleva allontanarsi all'ultimo secondo. Quello che desideravano ardentemente era sfiorare le loro bocche e sentire le loro lingue che si intrecciavano e si rincorrevano. Ma il loro quasi bacio si interruppe, quando sentirono le urla di Artù chiamare Merlino dal corridoio. Fecero in tempo a staccarsi, quando il principe spalancò la porta della stanza ed entrò con il panico che si intravedeva nei suoi occhi azzurri.

《Merlino, mio padre ha lo stesso male di Morgana. Dobbiamo trovare Edwin!》spiegò per poi uscire di corsa dalla stanza.

Il ragazzo si voltò verso Morgana e lei, con un cenno del capo, gli comunicò di seguire suo fratello e di aiutarlo. Merlino obbedì e corse subito a cercare il giovane medico che era alle prese con Gaius. Poco prima Edwin si era recato nelle stanze reali per osservare Uther, completamente paralizzato a causa di un farmaco consegnatogli da lui stesso, mentre un insetto viaggiava verso il suo orecchio per divorargli il cervello. Poi si era ritirato nelle sue stanze per preparare le sue cose e lasciare Camelot indisturbato, ma Gaius non voleva lasciarglielo fare. Quando Merlino arrivò, trovò Gaius circondato da un cerchio di fuoco, mentre Edwin lo fissava con un sorriso sulle labbra.

《Che state facendo?》chiese, rivolgendosi a Edwin.

《Voleva uccidere il re e io non posso permetterglielo》rispose Gaius.

《Lasciatelo andare!》gli ordinò il ragazzo, ma Edwin non lo ascoltò e usò la magia per lanciargli contro un'ascia appesa al muro. Merlino rallentò il lancio con i suoi poteri e lo rispedì contro il mittente più veloce di prima, il quale cadde a terra morente. Le fiamme intorno a Gaius si spensero e il giovane si avvicinò al maestro.

《State bene?》gli chiese e lui annuì, ringraziandolo.

《Uther ha la stessa malattia di Morgana. Edwin mi ha detto di aver usato questi per curarla》spiegò, indicandogli la scatola con gli insetti sul tavolo.

《Sono scarabei magici, possono entrare nel cervello di una persona e nutrirsi di esso fino alla morte. Dobbiamo fare presto!》ammise Gaius e i due si recarono da Uther.

Il re era disteso sul letto e il suo viso era pallido e il suo respiro pesante. Fra non molto sarebbe morto e con esso anche il regno. L'unico modo per estrarre lo scarabeo dall'orecchio del re era quello di usare la magia, ma Merlino non voleva rischiare la sua vita per finire sul rogo, tuttavia non aveva scelta e accettò. Era così strano che uno stregone come lui aiutasse un re che lo avrebbe ucciso seduto stante, se avesse scoperto di essersi salvato con la magia. Forse Merlino aveva provato pena nei suoi confronti e ciò era una cosa che lo distingueva dal suo sovrano. Lui non avrebbe mai usato la magia per vendetta, ma anzi l'avrebbe usata per aiutare il bene, anche se significava salvare il suo peggior nemico. Si avvicinò a lui e pronunciò un incantesimo, riuscendo a estrarre l'insetto dall'orecchio e a salvare la vita al re.

《Qualcuno ti ha mai detto che sei un genio?》scherzò Gaius.

《Voi, di sicuro, no》commentò Merlino e i due scoppiarono a ridere.

Il re iniziò a svegliarsi e a riprendere coscienza della realtà. Quando si accorse dell'enorme errore che aveva fatto, cercò di scusarsi con Gaius e comprese che quest'ultimo era l'unico e vero alleato nella sua lotta contro la magia. Una volta ripresosi completamente, decise di convocare la corte nella sala del consiglio per reintegrare Gaius come medico di corte e consegnargli il titolo di uomo libero di Camelot. Tutti i presenti furono entusiasti di tale decisione, ma sopratutto del suo ritorno, specialmente Merlino. Conclusa la premiazione, Gaius e Merlino si recarono nella città bassa per passeggiare tra le vie del mercato.

《Tutto questo è ridicolo. Non ho salvato io Uther, ma tu》disse Gaius.

《Stavolta sono felice che qualcun altro si prenda il merito. Eravate disposto a sacrificare la vostra vita per me》rispose Merlino.

《No, io non ho fatto niente. Sei tu che hai salvato me e Uther. Forse sei veramente un genio》ripeté il medico.

《Dite sul serio?》gli chiese il ragazzo speranzoso. Finalmente qualcuno cominciava a notare la sua grande importanza e a stimarlo, nonostante venisse ancora considerato una nullità.

《No, ma lo diventerai un giorno》scherzò Gaius e Merlino scosse la testa con un sorriso sulle labbra. Gli sembrava troppo strano che Gaius riconoscesse le sue doti, ma era certo che un giorno lo avrebbe fatto. Tutti gli sarebbero stati riconoscenti per aver compiuto il suo destino, persino lo stesso Artù.

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