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Il mattino dopo, quando si svegliò, non trovò il suo amico nel letto e immaginò che fosse andato ad affilare le lame delle spade dal fabbro Tom. Si alzò dal letto e uscì dalla camera per iniziare una nuova giornata di lavoro. All'improvviso sentì le campane suonare e vide una fila di persone ferite varcare l'entrata della cittadella. Si avvicinò a una donna che aveva difficoltà a camminare e la condusse da Gaius, già intento a medicare più persone possibili.
《Che succede a queste persone?》chiese Lancillotto, raggiungendoli.
《Il loro villaggio è stato attaccato da un mostro alato》spiegò Gaius.
Che sia lo stesso mostro alato che ha attaccato me e Lancillotto, quando ci siamo incontrati per la prima volta?... pensò Merlino. Si voltò verso Lancillotto e dal modo in cui si guardavano, capì che anche lui stava pensando la stessa cosa. Mentre Gaius si mise a cercare informazioni sulla creatura che stava seminando il panico da un po' di giorni, Merlino e Gwen si recarono al campo di addestramento per assistere alla sfida finale di Lancillotto.
《La tua ultima sfida: se vinci, ti unirai all'élite, ma se fallisci, il tuo viaggio terminerà qui. Lancillotto, quinto figlio di Lord Eldred di Northumbria, il tuo tempo è cominciato》disse Artù per poi iniziare il combattimento.
Si misero l'elmo ed estrassero le loro spade. Lancillotto attaccò Artù, ma lui riuscì a parare i colpi, facendolo indietreggiare. Lancillotto non demorse e attaccò nuovamente il principe che fu costretto a indietreggiare. Andarono avanti così per un po', fino a quando Artù non colpì in viso Lancillotto che cadde a terra, esattamente come la prima volta che si erano incontrati. L'elmo di Lancillotto rotolò via e lui rimase a terra. Artù conficcò la spada nel terreno e si tolse l'elmo per avvicinarsi allo sfidante. Quest'ultimo gli fece lo sgambetto, ribaltando la situazione. Ora era il principe a terra e Lancillotto prese la sua spada per puntarla al suo petto. Le guardie lo presero per le braccia e lo allontanarono, mentre il principe si rialzava per recuperare la sua spada. Ordinò al giovane di inginocchiarsi e puntandogli la spada al petto, Artù scorse nei suoi occhi il profondo desiderio di diventare cavaliere. Decretò la sua vittoria e subito dopo avvenne la nomina ufficiale di Lancillotto come cavaliere dal re in persona.
《Alzati, Sir Lancillotto, cavaliere di Camelot》dichiarò e tutti applaudirono in suo onore.
Merlino osservava il suo amico con un sorriso ampio sulle labbra, si sentiva fiero di lui perché sapeva quanto lui avesse lavorato sodo per avere il posto che gli spettava. Anche Morgana era presente alla nomina e quando vide Lancillotto, chiese a Gwen la sua identità.
《Chi è quell'uomo? È apparso dal nulla》.
《Lo so, è stata una sorpresa per tutti noi》rispose lei, mentre Morgana osservava il neo cavaliere.
Si sentì attratta da lui e non poteva negare che era molto carino. Dal modo in cui Gwen lo guardava, sembrava essere interessata a lui e anche lui sembrava ricambiare. Morgana credeva che fra di loro ci fosse qualcosa e ne era molto felice perché Gwen meritava di avere un uomo che la amasse al suo fianco. Nella sala del trono aveva anche notato la presenza di Merlino, ma entrambi si comportavano come se fossero invisibili l'uno per l'altra. Morgana aveva paura di aver rovinato la loro amicizia a causa del bacio, ma dall'altra parte non si era pentita di quello che aveva fatto. Voleva baciarlo e l'aveva fatto, senza pensare alle conseguenze di quel gesto. Ma subire in quel momento il comportamento distaccato di Merlino le fece male. Dopo la nomina di Lancillotto quella sera ci furono i festeggiamenti in suo onore. Come vestito Morgana aveva scelto di indossare l'abito rosso porpora senza spalline - lo stesso che mise alla festa di inaugurazione per la caduta della magia - e si legò i capelli in una coda alta. La sala del banchetto pullulava di nobili e servitori, ma occasioni come quelle erano un buon modo per svagarsi e divertirsi.
《Non tornare troppo tardi》intimò Gaius a Merlino.
《Agli ordini》rispose lui, mentre il vecchio mentore tornava nelle sue stanze.
Morgana si diresse verso il tavolo da ricevimento per prendere un chicco d'uva da un porta frutta, mentre si guardava intorno. Notò suo fratello e Lancillotto seduti su un tavolo a bere e chiacchierare, come tutti i nobili presenti in quella sala. Artù stava raccontando qualcosa a Lancillotto, ma lui non lo considerava tanto, perché aveva gli occhi puntati su Ginevra. Era completamente preso da lei, nonostante fosse solo una serva.
《Sai una cosa? Credo che Sir Lancillotto abbia occhi solo per te》disse Merlino a Gwen, notando anche lui lo sguardo di Lancillotto.
《Non dire sciocchezze!》lo liquidò lei.
《Perché, che c'è di strano? È una cosa normale》ribatté il ragazzo.
《Lui non è il mio tipo》rispose Ginevra.
《Questo mi sorprende. A volte, cara Gwen, mi domando se riuscirai mai ad avere un uomo al tuo fianco》disse Merlino.
《È quello che mi domando anche io》affermò la ragazza, mentre lui prese un boccale di birra.
Mentre parlavano, Morgana li osservava. I suoi occhi erano totalmente concentrati su Merlino e la voglia di baciarlo di nuovo si fece largo fra i suoi pensieri. Sapeva che lui la ignorava da giorni, ma voleva vedere se riusciva ancora a scatenare un effetto in lui e se era in grado di resisterle. Si era sempre piaciuta fisicamente, era consapevole del fascino che emanava, facendo cadere gli uomini ai suoi piedi ed era più che sicura che Merlino non era da meno. Gli occhi del ragazzo si scontrarono con i suoi e lei diede inizio al suo spettacolino di seduzione. Prese un altro chicco d'uva dal tavolo alle sue spalle, ruotando il busto di tre quarti in modo da mostrargli la schiena nuda che Merlino non perse l'occasione di scrutare attentamente. Avvertiva del calore sulla pelle, come se i suoi occhi le stessero lasciando dei marchi indelebili sul corpo. Si girò nuovamente, ritornando alla posizione iniziale, avvicinò il frutto alle labbra e inchiodò con lo sguardo il ragazzo, mentre mordicchiava il chicco. Nella sua mente si focalizzò l'immagine di loro due a letto. Lei era a cavalcioni sopra di lui e mentre lui le baciava la clavicola, lei gli mordeva il collo, lasciandogli un segno ben profondo e visibile. Scacciò via quel pensiero erotico e si morse il labbro inferiore con sensualità, sorridendogli maliziosamente. Merlino continuava a fissarla, non riusciva a staccarle gli occhi di dosso e sentiva la bocca secca che si inumidì subito, bevendo un sorso di birra dal boccale che aveva in mano. Morgana sapeva perfettamente che lui la desiderava ardentemente in quel momento e anche lei lo voleva così tanto.
Lancillotto e Artù stavano parlando, quando quest'ultimo si accorse degli sguardi furtivi tra sua sorella e il suo servitore e Lancillotto vide che il principe non ne era sorpreso, anzi si era pure lamentato della testardaggine di quei due a non parlarsi. Artù voleva bene alla sorella e sapeva che una relazione tra lei e il servo non era ammissibile, ma dentro di sé sperava che i due stessero insieme, forse perché aveva notato la felicità negli occhi di Morgana da quando Merlino era arrivato a Camelot. Ecco perché fino a ora non aveva mai rivelato i suoi sospetti alla sorella o al padre. All'improvviso batté la mano sul tavolo, sopra cui era seduto, per attirare l'attenzione degli ospiti nella sala, interrompendo così il giochetto di sguardi tra Merlino e Morgana.
《Signore e signori, vi prego di unirvi a me in questo brindisi. Alla nostra nuova recluta, il neo cavaliere di Camelot, Sir Lancillotto》annunciò il principe e tutti i presenti applaudirono.
La festa andò avanti fino a notte fonda e al mattino Merlino e Lancillotto ebbero molta difficoltà ad alzarsi, non solo per tutto quello che avevano bevuto, ma anche per il mal di testa e le poche ore di sonno.
《Ora capisco perché non hai voluto dirmi il suo nome》commentò Lancillotto a Merlino, mentre cercava di sollevarsi dal letto.
《Che intendi dire?》domandò lui, ancora fuori gioco a causa birra che aveva bevuto qualche ora prima.
《Merlino, ho degli occhi e ho notato gli sguardi che vi scambiavate te e Morgana》insistette Lancillotto.
《Siete solo amici o c'è qualcosa di più?》domandò poi.
《Ci siamo baciati qualche giorno fa. O meglio, è stata lei a baciarmi》rispose Merlino.
《E tu cosa hai fatto?》.
《Niente, io e Morgana ci stiamo ignorando da allora. Avevamo già litigato prima ancora che mi baciasse, perché quando stavamo per farlo la prima volta, lei si è allontanata da me all'ultimo secondo. Quando poi voleva parlarmi di quello che era successo, io ho negato il bacio, dicendole che non provavo niente per lei e che eravamo solo amici》spiegò il ragazzo.
《Beh, sappi che questo allontanamento forzato non sta funzionando. Piano piano state cedendo ai vostri impulsi e quando questo accadrà, scatterà la scintilla. È in quel momento che non potrete più fare a meno di stare lontani l'uno dall'altra》ribatté Lancillotto.
《Ora, alziamoci. Abbiamo del lavoro da fare》lo liquidò Merlino e uscirono dalla camera.
《Buongiorno, signori: non guardatelo, non odorate, scolatevelo tutto d'un fiato》disse Gaius, mentre consegnava loro due bicchieri con dentro uno strano liquido.
I due giovani lo ingoiarono senza pensarci due volte e poi fecero delle espressioni di disgusto per il pessimo sapore, ma almeno li avrebbe tenuti svegli per tutta la giornata.
《Meglio? Non puoi addormentarti nel tuo primo giorno di lavoro, Lancillotto》aggiunse il medico.
《Lui è Sir Lancillotto, se non vi dispiace》lo corresse Merlino e tutti e tre scoppiarono a ridere.
Il momento di divertimento fu però interrotto da due guardie che si intrufolarono nella stanza e presero con forza Lancillotto. Venne scortato nella sala del consiglio dal re, il quale aveva scoperto che il sigillo che Merlino aveva creato con la magia era un fasullo e per quello Lancillotto fu condotto nelle prigioni e rinchiuso in cella. Amareggiato, Merlino decise di fargli visita. Sapeva che c'era il rischio che la verità venisse a galla, ma era fiducioso che nessuno l'avrebbe scoperto e ora Lancillotto era stato revocato dal suo titolo e disonorato a causa sua.
《Mi dispiace, Lancillotto》ammise.
《Non è tua la colpa》lo difese l'amico.
《Invece sì, ti ho incoraggiato e ti ho fatto mentire》ribatté Merlino.
《La scelta è stata mia, la punizione mia e devo scontarla da solo》insistette Lancillotto.
《Vorrei fare qualcosa per aiutarti》confessò il giovane.
《Smettila di incolpare te stesso》rispose il cavaliere. Merlino tornò nelle sue stanze, ancora più abbattuto di prima e si sedette su una sedia.
《Merlino...》lo chiamò Gaius.
《Vi prego di non dire "te l'avevo detto"!》gli intimò.
《Non è il caso, Merlino, quel che è fatto è fatto. Guarda, vieni a dare un'occhiata. È questo il mostro?》disse lui, indicandogli una figura nel libro. Era la raffigurazione della stessa creatura che aveva incontrato la prima volta nel bosco.
《È proprio quello il mostro》confermò il ragazzo.
Appena lo disse, sentirono le campane d'allarme suonare e si avvicinarono alla finestra per vedere cosa stesse succedendo. Il mostro stava volando tra le torri del castello e sopra le teste della gente, scatenando il terrore nel cortile. Subito Artù e i suoi uomini uscirono dal castello per intervenire. I cavalieri crearono un cerchio difensivo con il principe al centro e si protessero con gli scudi in attesa dell'attacco nemico che non tardò ad arrivare, sbaragliando tutti a terra. Poi atterrò e i cavalieri si rialzarono, avvicinandosi cautamente alla creatura. Artù l'attaccò con la sua lancia, ma quest'ultima si spezzò come se fosse un fragile rametto di legno a contatto con quel corpo duro e possente. La bestia contrattaccò e Artù cadde a terra, proteggendosi subito con lo scudo. Venne in suo soccorso una guardia che gli lanciò una torcia di fuoco e lui la scagliò contro la creatura. Spaventata, spiccò il volo e si allontanò in un batter d'ali da Camelot. Artù rientrò nel castello per parlare con suo padre.
《Non possiamo aspettare oltre, quella creatura ci minaccia da troppo tempo. Risolviamo la questione》disse il re.
《Sire, posso?》si intromise il medico e Uther acconsentì.
《Ho fatto una ricerca su quella creatura e ritengo che sia un grifone, una creatura magica. È frutto della magia e può essere uccisa solo da essa》spiegò il medico.
《Credo che ci sia del vero in ciò che dice. Il grifone è rimasto illeso e le nostre armi sembravano inutili》confermò Artù.
《No, per ora ha avuto solo un assaggio e la prossima volta morirà. Uccidetelo entro stasera》ordinò il re, lasciando la stanza del consiglio.
Merlino e Gaius ritornarono nelle nostre stanze, ma Gaius non aveva aperto bocca ed era stranamente taciturno e riflessivo. E ora cosa avrebbero fatto con il grifone se poteva essere ucciso solo con la magia? Forse Gaius si era sbagliato, forse esisteva un altro modo per sconfiggerlo.
《È vero che il grifone può essere ucciso solo con la magia?》chiese Merlino, spezzando il silenzio.
《Sì, Merlino, ne sono certo. Se Artù tenterà di sopraffarlo, morirà》affermò lui.
《La magia è la nostra unica speranza》aggiunse, guardandolo intensamente.
Merlino capì che gli stava suggerendo di usare la sua magia contro quel mostro, ma Merlino non voleva farlo. Non poteva usare la magia davanti ad Artù con il rischio di farsi scoprire da lui e di finire al rogo. Ci teneva a vivere, aveva faticato tanto per riuscire a scoprire lo scopo della sua esistenza e del suo dono e svelarsi così apertamente di fronte a tutti non era tra i suoi propositi.
《Non posso affrontare quel mostro. La mia magia non è così potente, troviamo un altro modo》controbatté.
《Questo è l'unico modo》insistette il medico.
《Non vi importa niente di me?!》esclamò Merlino.
《Merlino, tu sei l'unica persona che mi stia a cuore in questo mondo e darei la vita per te senza pensarci due volte, ma io non posso salvare Artù, non è il mio destino e tu lo sai》disse Gaius.
Per quanto volesse salvare Artù da morte certa, non aveva intenzione di esporsi così troppo. Aveva già perso Morgana con quel bacio, non voleva perdere anche l'amicizia di Artù, quando avrebbe scoperto il suo segreto.
《Mi dispiace, questa è una pazzia》ammise il ragazzo e si mise a cercare indizi o informazioni che lo potessero aiutare a salvare Artù senza usare la magia.
Il tempo stringeva e le ore si accorciavano sempre di più. Ormai Merlino si era arreso, era inutile ignorare la stessa cosa che leggeva in tutti i libri: il grifone può essere ucciso solo con la magia. Decise di arrendersi e dare ascolto alle parole di Gaius.
《D'accordo, Gaius, avete ragione. Cosa devo fare?》domandò e il medico gli porse un libro e gli mostrò l'incantesimo che doveva pronunciare. Era molto complesso e potente e richiedeva assoluta concentrazione.
《Non ho mai fatto un incantesimo di tale potenza》ammise, mentre lo leggeva.
《Prova! Hai la forza dentro di te》lo incoraggiò l'anziano, passandogli una lama per tentare l'incantesimo.
Merlino acconsentì e iniziò a pronunciare l'incantesimo, ma non accade niente. I minuti passavano e Merlino stava tentando in tutti i modi di memorizzare e compiere la magia, ma continuava a non funzionare. Si stava agitando sempre di più, era nervoso e frustato e ciò non lo aiutò a concentrarsi. Necessitava di più tempo per padroneggiarlo, tempo che purtroppo non aveva a disposizione.
《Non preoccuparti, so che ti impegni》lo rassicurò Gaius, notando la sua agitazione.
《Ma sto fallendo. Se Artù dovesse morire a causa mia...》ribatté il ragazzo.
《Merlino! Lancillotto sta andando ad uccidere il grifone》lo interruppe Gwen, spalancando bruscamente la porta.
《Lui, cosa?!》esclamò Merlino che accorse subito per inseguirlo. Non poteva farcela da solo, doveva aiutarlo! Lo raggiunse nella città bassa di fronte alla scuderia, mentre stava per salire in groppa al cavallo e partire.
《Vengo con te》gli intimò.
《No, Merlino, tu non sai combattere》controbatté Lancillotto.
《Prova a fermarmi》lo sfidò, prendendo un cavallo.
Lancillotto fu costretto ad acconsentire e insieme seguirono Artù e i suoi uomini partiti poco prima di loro per affrontare il grifone. Raggiunsero la foresta e sentirono i versi della creatura. La boscaglia era avvolta da una nebbia fitta che rendeva difficile vedere e la notte, ormai calata da un pezzo, non rendeva le cose facili. Seguirono i rumori e trovarono i cavalieri distesi a terra. Merlino scese da cavallo e cercò subito Artù, trovandolo ferito e svenuto conto una roccia grossa e fredda. Ti prego, fa' che non sia morto, pensò subito allarmato. Aveva un destino sulle spalle e non poteva permettersi di fallire. Era l'unico scopo per cui era venuto al mondo con dei poteri. Mise due dita sul suo collo per controllare il battito che sentì pulsare ancora, anche se molto debolmente.
《È vivo!》esclamò, tirando un sospiro di sollievo, ma il verso del grifone a pochi metri di distanza attirò la loro attenzione.
Lancillotto prese un giavellotto da terra e montò sul cavallo per prepararsi ad affrontare il mostro. Mentre si avvicinava al grifone con l'arma puntata contro di lui, Merlino iniziò a pronunciare l'incantesimo. I suoi primi tre tentativi fallirono e il grifone stava per attaccare Lancillotto. In preda alla disperazione riuscì a trovare la forza per incoraggiarsi e continuare a provare fino all'ultimo. Una potente scarica di adrenalina investì il suo corpo e ripeté l'incantesimo per un'ultima volta che andò a segno. La punta di metallo del giavellotto si illuminò e una fiamma azzurra chiara circondò l'oggetto. Con un colpo Lancillotto ferì il grifone che rotolò alle sue spalle e morì a terra stecchito. C'è l'avevano fatta, avevano vinto e il grifone era morto! Merlino c'è l'aveva fatta, era riuscito a padroneggiare perfettamente l'incantesimo! Con le lacrime agli occhi si mise a urlare e saltare dalla gioia, ma quando si accorse che Artù si stava riprendendo, decise di filarsela subito e tornare al castello. Sarebbe stato troppo sospetto spiegare la sua presenza davanti al principe. In fondo era stato Lancillotto ad uccidere il grifone ed era giusto che si prendesse lui l'onore.
《C'è l'hai fatta! L'hai ucciso, Lancillotto!》sentì dire la voce di Artù prima di raggiungere il regno. Ritornò da Gaius che lo aspettava, guardandolo con aria interrogativa.
《C'è l'hai fatta?》chiese.
《Sì, c'è l'ho fatta!》esclamò Merlino e si abbracciarono con forza.
Lancillotto ritornò al castello al fianco di Artù e Merlino li seguì fino all'entrata della sala del consiglio, dove sentì le urla del re e di Artù, mentre stavano discutendo.
《Cosa stanno facendo?》chiese il ragazzo confuso.
《Decidono il mio destino》rispose Lancillotto.
《Ti rifaranno cavaliere, deve essere così. Hai ucciso il grifone》lo rassicurò.
《Non l'ho ucciso io, sei stato tu》controbatté lui.
《Non essere ridicolo》lo liquidò Merlino, sperando di riuscire a convincerlo a non dire niente ad Artù.
《Ti ho sentito e ti ho visto, quando pronunciavi l'incantesimo. Il tuo segreto è al sicuro con me》aggiunse e Merlino lo ringraziò con un sorriso. Era davvero un vero amico e non riusciva a credere che da quando si erano conosciuti, gli aveva sempre salvato la vita e ora lo accettava per quello che era veramente.
《Ma non posso prendermi gli onori per ciò che non ho fatto. Quindi ora basta con le bugie》ribatté.
《Cosa vuoi fare?》gli chiese Merlino, non capendo le sue intenzioni. Lancillotto spalancò la porta della sala, interrompendo la discussione tra il re e Artù. Subito le guardie lo trattennero per le braccia.
《Voglio parlare》ammise Lancillotto.
《Lasciatelo, ti ascolto》rispose il re.
《Perdonatemi, Sire, sono venuto per dirvi addio. Ho mentito a entrambi e ora c'è conflitto tra voi. Non posso portare questo fardello e voi non dovete portare il mio. Devo ricominciare da capo, lontano da qui e magari un giorno il fato mi concederà un'altra occasione per dimostrare che posso servire Camelot》spiegò.
《Ma tu questo c'è l'hai già dimostrato》intervenne Artù.
《Ma devo provarlo a me stesso. Addio Vostra Altezza, addio principe Artù》disse Lancillotto per poi andarsene.
Artù era dispiaciuto e non voleva lasciar andare Lancillotto perché anche se non era di nobili natali, incarnava i veri valori di un cavaliere, valori che il principe faticava a trovare nei nobili che frequentava. Lancillotto lasciò il castello e insieme a Merlino si diresse nella loro stanza per passare le ultime ore assieme. Sarebbe partito il giorno seguente, all'alba, in cerca di nuove sfide e quella era l'ultima notte che Merlino avrebbe dormito in compagnia di un amico. I due erano molto legati, sin dal primo giorno. Trascorrevano le notti a parlare e a confidarsi i propri desideri e i propri vissuti, mentre Gaius russava profondamente. E neanche quella notte furono da meno, sembrava che il tempo non fosse mai abbastanza per raccontarsi le cose e per stare insieme.
Ma il momento di partire e salutarsi arrivò presto e Lancillotto si preparò per il viaggio. Se ne andò con rammarico, ma in compenso aveva conversato alcuni regali che gli avrebbero fatto pensare ai suoi amici a Camelot. Si tenne l'uniforme arancione che gli aveva fabbricato Gwen e il mantello rosso fuoco da cavaliere. Prese un cavallo e si allontanò dal regno, mentre Gwen lo guardava dalla finestra della stanza di Morgana. Era triste e avvertiva già la sua mancanza perché dentro di sé si accorse di provare qualcosa per lui. Morgana stava accarezzando i petali dei fiori che le aveva regalato la sua serva quella mattina, quando si accorse della sua distrazione. La chiamò due volte, ma Ginevra non rispondeva, avendo gli occhi puntati sulla minuscola figura di Lancillotto a cavallo. Si avvicinò a lei e la richiamò nuovamente, scuotendola dai suoi pensieri. Sapeva che per lei Lancillotto aveva occupato un posto speciale nel suo cuore e cercò di distrarla dalla sua infelicità. Anche Merlino e Gaius osservavano Lancillotto in lontananza dalle mura di cinta del castello.
《Forse avevate ragione, Gaius. Forse non mi sarei dovuto intromettere》ammise Merlino, mentre guardarono un Lancillotto nuovo scomparire dalla loro visuale.
《No, Merlino, mi sbagliavo io. Lancillotto aveva bisogno di te e tu di lui. I vostri destini sono ora intrecciati》controbatté Gaius.
《Un giorno ritornerà?》chiese amareggiato il giovane.
《Questo non posso dirlo》rispose lui.
Questo non è un addio, Lancillotto, è solo un arrivederci. Te l'ho prometto, amico mio!... pensò al ricordo dei loro momenti insieme.
《Allora alla prossima, Sir Lancillotto!》dichiarò Merlino con un sorriso sulle labbra.
Per lui Lancillotto sarebbe stato sempre un cavaliere, non gli importava se non poteva servire Camelot o non era nobile di sangue. Lancillotto era nobile di cuore e quello era il valore più grande che un cavaliere potesse mai avere.
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