VIII
Quando li aprì, era mattina presto. Non aveva dormito la notte scorsa, non riusciva a prendere sonno e si agitava continuamente nel letto, cercando una posizione comoda per dormire. Dato che non riusciva più a riposarsi, decise di farsi un lungo bagno. Le servì per sgomberare la mente dai brutti pensieri e dopo un po' di tempo, uscì dall'acqua e si vestì, mettendosi un abito fucsia senza maniche e una sottile veste viola scura che chiuse al torace con la cintura. I capelli li lasciò mossi e sciolti e prese solo le ciocche ai lati del viso per fissarle con delle forcine. Quando finì, si accorse che sul tavolo c'erano delle lettere e le prese per leggerle. Erano tutte lettere di corteggiamento da parte di cavalieri e nobili per conto di suo padre. Aveva sempre odiato che il re cercasse degli uomini per lei e provò spesso a farlo desistere, ma lui continuava a dirle che era suo dovere di principessa sposarsi con un nobile adeguato per il bene del regno. Si sedette e prese una penna di pavone ormai malconcia per rispondere alle richieste, negandole tutte. All'improvviso il re entrò nella stanza e a giudicare dalla maschera di rabbia che aveva in volto, Morgana capì che lui aveva scoperto della scomparsa di Artù.
《Avevo ordinato ad Artù di non andare》esclamò.
《E vedo che ha funzionato molto》commentò Morgana.
《Dovrei metterlo sottochiave》pensò Uther ad alta voce.
《Non puoi incatenarlo ogni volta che è in disaccordo con te》gli fece notare.
《Tu già lo sapevi, non è vero?》la accusò, fissandola accigliato.
《Artù è abbastanza grande per decidere da solo》disse Morgana.
《Non è ancora un uomo》lo difese lui.
Davvero? Artù, a breve, avrebbe compiuto diciotto anni e per suo padre non era ancora un uomo. Quando lo sarebbe stato? Quando avrebbe avuto cinquantatre anni come il re?
《Hai visto tuo figlio di recente? Può cavarsela da solo ormai》rispose la ragazza.
《E per questo dovrei lasciarlo andare incontro alla morte?》la incalzò e Morgana lo fissò in silenzio per qualche secondo.
Senza aggiungere altro, il re se ne andò e Morgana riprese la sua attività. Non vedeva Gwen da quando era terminato il banchetto perché si stava occupando completamente di Merlino. Forse è meglio che vada a trovarlo, almeno per vederlo e sapere come sta, pensò, ma decise di togliersi subito quell'idea dalla testa. Iniziò a camminare avanti e indietro per la camera per non pensare a Merlino, torturandosi le unghie delle mani, ma più le ore passavano e più si sentiva ansiosa per la sorte del ragazzo e di Artù. Avvertiva un vuoto dentro di sé e la mancanza del sorriso contagioso di quel servitore le fece provare ancora più dolore. Artù non era ancora tornato e se non avrebbe fatto in fretta a recuperare la cura, Merlino sarebbe morto e lei non se lo sarebbe mai perdonata. Stanca di camminare inutilmente, si distese sul letto, guardando il soffitto. Sentì gli occhi pizzicarle e senza rendersene conto, delle lacrime le solcarono il viso. Non riuscì a trattenerle e quando avvertì gli occhi pesanti, crollò nel sonno. Un continuo rumore di campane che suonavano ininterrottamente disturbò il suo sonno, costringendo Morgana ad aprire gli occhi. Si guardò attorno e capì di essersi addormentata per le lacrime versate. Si alzò dal letto e vide dalla finestra Artù che si stava avvicinando all'entrata del regno a cavallo. C'è l'aveva fatta! Senza badare al suo aspetto, uscì dalle sue stanze e si recò di corsa verso quelle di Gaius per avvertirlo dell'arrivo di Artù.
《Gaius, Artù è tornato!》esclamò. L'anziano medico era seduto su uno sgabello affianco a Merlino, disteso sul letto. Gwen entrò nella stanza e si avvicinò a loro.
《Non gli rimane ancora molto. Artù ha trovato il fiore?》chiese lui, rivolgendosi a Gwen.
《Non lo so, a nessuno è permesso vederlo》rispose lei.
《Non possiamo aiutarlo in nessun modo?》intervenne Morgana.
《Solo il fiore della morte può salvarlo》rispose Gaius.
《Dobbiamo scoprire se Artù c'è l'ha. Potrei intrufolarmi nelle segrete》propose Gwen.
《È troppo pericoloso》ribatté Morgana.
《Devo farlo o Merlino morirà》rispose la sua serva.
《Mi raccomando》le intimò Gaius e lei se ne andò.
Mentre aspettavano, Gaius si alzò dallo sgabello e iniziò a camminare avanti e indietro e Morgana si sedette al posto del medico per avvicinarsi a Merlino. Il ragazzo aveva la fronte e la maglia blu madide di sudore ed era pallido come il lenzuolo con cui era coperto. Morgana sentì il bisogno di toccarlo e di stargli vicino, perciò gli prese la mano e la strinse tra le sue dita.
《Devi combatterlo, Merlino, so che puoi farcela. Ho bisogno di te, ho bisogno di averti al mio fianco》gli sussurrò, incurante del fatto che Gaius la potesse sentire.
Sentì una lacrima rigarle la guancia e Gwen entrò nella stanza con il fiore giallo in mano. Morgana si asciugò velocemente la lacrima e si alzò, staccando la mano da quella di Merlino. Gaius prese il fiore e ordinò a Ginevra di prendere dell'acqua fresca con un flacone di vetro e a Morgana dei panni umidi da mettere sulla fronte di Merlino. Loro obbedirono e dopo qualche secondo ritornarono con l'occorrente. Il medico mise la cura in un flacone di vetro e si avvicinò a Merlino.
《Ingoia, Merlino, ingoialo tutto》gli sussurrò infine. Il ragazzo obbedì, ma invece di aprire gli occhi, sembrò spegnersi sempre di più.
《Che succede?》chiese Morgana preoccupata.
《Non respira! Gaius?》lo richiamò Gwen e lui avvicinò il suo orecchio per ascoltare il battito.
《Il cuore si è fermato》rivelò e Morgana si sentì morire dentro, come se le avessero appena tolto la cosa più importante e preziosa del mondo. Le girava la testa e pareva che la luce della stanza stava iniziando ad affievolirsi.
《È morto?》chiese infine con voce rotta.
《È colpa mia. Se avessi fatto prima, se fossi stata più veloce...》disse Gwen.
《No, è colpa mia》controbatté Gaius e le ragazze si rifugiarono tra le braccia dell'anziano medico in lacrime.
《Mi dispiace, ho fallito》aggiunse, stringendole a sé.
《È disgustoso, potreste quasi essere loro nonno. Dovreste vergognarvi》sentirono la voce di Merlino alle spalle e si voltarono verso di lui. Li stava osservando con un'espressione nauseante, mentre si alzava lentamente dal cuscino con i gomiti poggiati sul letto per sostenersi.
《Merlino, sei vivo!》esclamò sorpreso Gaius.
《No, sono un fantasma che vi tormenta》rispose il ragazzo sarcastico.
Senza pensarci due volte, Morgana si buttò su di lui, prese il suo viso tra le mani e lo baciò. Quando le loro labbra si toccarono, Morgana sentì il cuore batterle forte, tanto che temeva che le esplodesse nel petto da quanto era felice. Si staccò subito da lui e quest'ultimo la guardò sorpreso e meravigliato. Merlino non si aspettava una cosa del genere e sbatté le palpebre un paio di volte prima di riprendersi, mentre Morgana si allontanava da lui imbarazzata.
《Scusami tanto. È che... pensavo che fossi morto》balbettò.
《Io sto bene... più che bene》rispose Merlino, sorridendole.
Morgana sentiva lo sguardo di Gaius e Ginevra alle sue spalle, ma non le importava in quel momento. Avvertiva ancora le labbra del ragazzo sulle sue e istintivamente avvicinò le dita alla sua bocca al ricordo del loro bacio. Poco dopo Gaius si recò nella sala del consiglio per conferire urgentemente con il re, mentre Gwen rimase con Merlino per aiutarlo a riprendersi completamente. Morgana si sentiva a disagio con lui vicino, perciò con la scusa di ritirarsi nelle sue stanze per riposare, si dileguò. Non sapeva come comportarsi e aveva paura che quel bacio non avesse significato niente per lui. Di una cosa era certa: amava Merlino perché lui le faceva provare dei sentimenti che non avrebbe dovuto avvertire per un servo. Quando Merlino le stava vicino, era felice, quando lo vedeva insieme con una donna che non era lei, provava gelosia e quando avvertiva la sua tristezza, diventata infelice anche lei. Dato che aveva passato la notte precedente quasi del tutto sveglia, decise di fare un riposino e subito si addormentò. Quando riaprì gli occhi, dopo qualche ora, si accorse che fuori il sole si stava dirigendo verso Ovest per tramontare. A quanto pareva aveva dormito tutto il pomeriggio. Si alzò dal letto, stiracchiandosi e si preparò per fare una passeggiata nei dintorni della cittadella, finché c'era ancora luce. Uscì dal palazzo e vide suo padre e Artù alle mura di cinta del regno. Si avvicinò a loro e osservò il panorama mozzafiato. Il vento le scompigliava i capelli sciolti, mentre guardava la corte di Bayard lasciare Camelot proprio in quel momento. Si voltò verso Artù, alla sua destra e gli sorrise.
《Come hai fatto a recuperare il fiore che serviva per guarire Merlino?》gli chiese.
《Non è stato per niente facile, ma l'importante è che ora sono qui e che Merlino sta bene》rispose lui.
《Sono felice per questo》ammise Morgana e lo salutò con un bacio sulla guancia.
Erano passate ore ormai da quando Gaius aveva curato Merlino dall'avvelenamento. Si stava riprendendo velocemente, ma lui era stato silenzioso per tutto il tempo perché pensava continuamente al bacio con Morgana. Perché l'aveva fatto? Si era pentita di quel bacio? Le era piaciuto? Quelli erano i pensieri che tartassavano la sua mente.
《Non pensarci troppo, Merlino》gli disse Gaius.
《A cosa?》chiese il ragazzo, non capendo a chi si riferisse il suo mentore.
《Stavi pensando al bacio con Morgana?》intuì lui e Merlino annuì.
《Forse era solo un bacio che ti ha dato in un momento di non lucidità. Ti consiglio di lasciar perdere e dimenticare tutto》gli intimò.
Non era convinto che sarebbe riuscito a dimenticarlo, ma avrebbe fatto tutto il possibile. Poi si ricordò di un dettaglio: mentre era incosciente, aveva sentito una mano stringere la sua e riconobbe la voce di Morgana fra quelle di Gaius e Ginevra. Era sicuro che fosse lei, ma non riusciva a capire le parole che gli sussurrava.
《Gaius, sapete cosa stava dicendo Morgana, mentre ero sul punto di morire?》gli chiese.
Il medico aveva sentito chiaramente quello che Morgana stava sussurrando a Merlino, ma non poteva lasciare che il rapporto tra di loro diventasse più intimo. Sapeva che li avrebbe fatto soffrire, ma lui voleva solo proteggere il ragazzo a causa della magia e del suo status inferiore.
《No, niente. Mi stava solo dicendo che scottavi molto per via della febbre》rispose.
《Sei ancora vivo, eh?》commentò la voce di Artù alle loro spalle e si voltarono. Il principe era appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate al petto.
《Oh, a quanto pare, sì. Ho saputo che devo ringraziare voi per questo》rispose Merlino.
《Beh, non è stato niente. Un servitore decente è difficile da trovare. Sono passato per vedere come stavi e vedo che puoi tornare al lavoro》disse il principe.
《Sì, certo, in forma smagliante!》rispose sarcastico Merlino.
《Artù, grazie》aggiunse poi alle sue spalle, prima che Artù potesse andarsene.
《Anche a te. Riposa adesso》ricambiò il principe, sorridendogli e li lasciò soli.
《Artù avrà anche un caratteraccio, ma in fondo è un uomo d'onore. Non tutti avrebbero rischiato la vita per un servitore》gli fece notare Gaius.
《Ma era inutile, se voi non preparavate l'antidoto》disse Merlino.
Gaius gli aveva rivelato che il processo di avvelenamento era stato reso più veloce con la magia e solo con la magia l'antidoto poteva funzionare. Il medico aveva usato le poche formule che ricordava ancora ed era riuscito a somministrargli l'antidoto in tempo. Inoltre la ragazza di cui Merlino era così abbagliato non era Cara, ma Nimueh, una delle più forti sacerdotesse dell'Antica Religione e principale nemico di Camelot. Era un'incantatrice e poteva ammagliare gli occhi di chi la guardava. Nessuno era in grado di riconoscere il suo vero volto e per quello era riuscita a manipolare tutti loro e a intrufolarsi con facilità in mezzo alla folla. Almeno ora si spiegava perché Merlino si sentiva attratto da lei. Gaius gli consegnò la zuppa e si misero a mangiare.
《Ancora non capisco. Perché tanta fatica per incastrare Bayard? Poteva non dire niente e uccidere Artù》commentò Merlino.
《Distruggere Artù e Camelot non era il suo scopo, evidentemente. Sapeva che ti saresti offerto di bere il vino, eri tu il suo vero obiettivo》rispose Gaius e i due proseguirono la cena in silenzio.
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