VII

《Camelot vi dà il benvenuto, Lord Bayard》annunciò Uther al sovrano di fronte a lui. Nella sala del trono si erano radunati i cavalieri e la corte dei rispettivi sovrani, compresi gli stessi Artù e Merlino.

《Il trattato che abbiamo firmato oggi segna la fine di una guerra e l'inizio di un'amicizia fra i nostri popoli》spiegò il re, tendendo la mano a Lord Bayard e quest'ultimo gliela strinse, mentre tutti i presenti acclamarono.

Nonostante fosse un'occasione di pace, Merlino riuscì a cogliere una certa tensione fra le due fazioni. Si vedeva che non si fidavano l'uno dell'altra. Conclusa la riunione, Merlino lasciò il castello e si recò nel cortile centrale per aiutare la servitù a raccogliere le provviste di grano, un dono da parte di Lord Bayard.

《Perché toccano sempre a me i lavori da mulo?》sbuffò Merlino a Gaius, mentre stava trasportando un sacco pesantissimo di grano.

《Sei un servitore, Merlino, è il tuo ruolo》gli rammentò lui e una serva inciampò ai loro piedi, facendo cadere le coperte bianche e i cuscini rossi che aveva in mano.

《Scusami》balbettò lei.

《Figurati, lascia che ti dia una mano》rispose Merlino che si abbassò alla sua altezza per aiutarla.

Quando i loro occhi si incrociarono, Merlino rimase sbalordito. Era di una bellezza disarmante, i suoi occhi blu zaffiro e profondi come l'oceano lo catturarono immediatamente, tanto da non riuscire a distogliere lo sguardo da lei. Aveva i capelli neri raccolti in una crocchia e indossava una lunga tunica rossa a maniche lunghe e sopra di essa un grembiule blu con delle decorazioni floreali dorate ai lati della veste. Dopo un'eternità a fissarsi, si sollevarono lentamente e Merlino decise di presentarsi subito.

《Salve, sono Merlino》.

《Cara》ricambiò lei.

《Sei il servitore di Artù? Deve essere un grande onore》domandò poi.

《Oh, sì, è vero. Qualcuno deve portare avanti questo posto》balbettò Merlino, notando alle spalle della ragazza l'espressione curiosa di Gaius che li osservava, appoggiato alla colonna del porticato con le braccia conserte.

《Grazie per avermi aiutata. È stato bello conoscerti》disse Cara e si allontanò, sorridendogli.

《Non devi mandare avanti questo posto?》lo prese in giro Gaius, divertito dal tentativo patetico di Merlino di fare colpo sulla serva e il ragazzo scosse la testa, rimproverandolo con lo sguardo. Una volta finito di trasportare i sacchi, si recò nelle stanze di Artù, il quale gli ordinò di lavare degli indumenti che avrebbe indossato al banchetto di quella sera per celebrare ufficialmente il trattato di alleanza.

《Vuoi vedere l'uniforme per le cerimonie ufficiali dei servitori di Camelot che indosserai stasera al banchetto?》domandò Artù e Merlino rimase a bocca aperta per qualche secondo.

《Parteciperò al banchetto?》chiese sorpreso.

《Non proprio, sarai presente affinché la mia coppa non rimanga vuota》sottolineò il principe, recandosi dietro il suo divisorio per prendere la divisa di Merlino e mostrarglierla.

Il servitore era molto curioso di vederlo, ma quando l'abito gli si presentò davanti agli occhi, rimase deluso. L'uniforme era completamente rossa con un drago dorato disegnato al centro, simbolo di appartenenza alla casata dei Pendragon e un mantello rosso. La cosa più problematica era il cappello con lunghe piume rosse e verdi che avrebbe dovuto indossare. Era orribile! Non riusciva neanche a tenerlo in testa da quanto era pesante, ma sopratutto ridicolo.

《Non direte sul serio?!》commentò Merlino, ma Artù annuì con un sorriso sulle labbra.

Alcune ore dopo, alla festa di inaugurazione...

Al centro della sala del banchetto Uther e Bayard stavano firmando l'accordo di pace, mentre intorno a loro gli invitati li osservavano in silenzio. Merlino era affianco a Gwen, quando la sentì ridere alle sue spalle e lui si voltò per guardarla stranito. La ragazza non riusciva a resistere dal ridere, vedendolo con quel cappello, ma quando venne sgamata da Merlino, sigillò le labbra e prese un grande respiro, facendo finta di niente.

《Bel cappello!》lo prese in giro.
《Grazie》rispose Merlino sarcastico.

Ma chi me l'ha fatto fare di venire vestito così?!... pensò Merlino, scuotendo la testa. Si guardò intorno e si accorse della figura di Cara dall'altra parte della sala. Si guardarono per un attimo e lei gli sorrise. Si sentì così in imbarazzo di fronte a lei, perciò si tolse il cappello e si sistemò rapidamente i capelli.

《Per essere una serva è molto bella》gli sussurrò Gwen, notando gli sguardi tra lui e Cara.

《È più bella di una principessa!》esclamò Merlino meravigliato.

Appena lo disse, si rese conto di aver screditato Morgana senza riflettere e non capiva il perché. Si sentiva così preso e incantato da Cara da essersi scordato completamente della presenza della principessa nella stessa sala. Non sapeva cosa gli stesse succedendo perché solitamente avrebbe posato gli occhi solo su Morgana e non su una serva qualsiasi di Bayard. Un rumore di applausi da parte dei presenti interruppe i suoi pensieri e Merlino rivolse la sua attenzione a Bayard che si stava posizionando in mezzo ai due lunghi tavoli, dove sedevano da un lato i suoi cavalieri e dall'altro quelli di Uther, per iniziare un discorso.

《Popolo di Camelot, per innumerevoli anni noi siamo stati mortali nemici. Come simbolo della nostra neonata amicizia e buona volontà, porgo in dono questi due calici cerimoniali a voi Uther e a vostro figlio Artù nella speranza che la nostra amicizia possa durare》spiegò, mentre una donna si avvicinava a lui con in mano uno scrigno in legno contenente i calici.

《Merlino, devo parlare con te》gli sussurrò Cara alle spalle.

《Che succede?》chiese allarmato.

《Non qui, ti prego. Non so a chi altro dirlo》esclamò lei e si allontanarono.

Quando Morgana li vide uscire dalla sala, provò un'intensa gelosia nel vederli insieme. Si sentiva delusa e arrabbiata dal comportamento di Merlino perché per tutto il giorno non aveva fatto altro che ignorarla completamente. Inizialmente pensava che fosse dovuto alla loro conversazione del giorno precedente, ma capì ben presto il vero motivo. Il fatto che lui guardasse sempre una delle serve di Bayard la faceva sentire inferiore.

Merlino e Cara si fermarono in corridoio, lontano da voci e orecchie indiscrete.

《Due giorni fa stavo portando a Bayard il suo pasto e l'ho visto metterci del veleno nel calice di Artù》spiegò e Merlino corse di furia per interrompere la festa.

《E che le incomprensioni del nostro passato restino dove sono. Alla vostra salute, Uther, ad Artù, a Lady Morgana e al popolo di Camelot》disse Bayard.

《E ai guerrieri caduti da entrambi le parti》aggiunse il re e tutti si accinsero a bere.

《Fermatevi! È avvelenato, non bevete!》esclamò Merlino, rientrando nella sala e tolse ad Artù il suo calice.

《Merlino, che stai facendo?》chiese lui.

《Lord Bayard ha messo del veleno nel calice di Artù》confessò il suo servitore.

《Non lascerò che l'insulto di un vostro servo resti impunito!》esclamò il Lord, estraendo la sua spada. Istintivamente tutti i cavalieri sguainarono le loro armi e le sentinelle del re accorsero nella sala, circondando il Lord.

《Se non vuoi essere frustato pubblicamente, dimmi perché pensi che sia avvelenato?》gli chiese Uther.

《È stato visto metterci qualcosa》rispose lui.

《Passami il calice》ordinò il re.

《Se proverò che è avvelenato, avrò il piacere di uccidervi con le mie mani》disse Uther, rivolgendosi a Bayard.

《Lui lo berrà》ordinò infine, passando il calice a Merlino. No, ti prego! Non farmi questo, padre!... pensò subito Morgana, terrorizzata al pensiero di vedere Merlino morire davanti ai suoi occhi.

《Ma morirà se è avvelenato》controbatté Morgana.

《Se invece sopravvivesse?》chiese Bayard.

《Vi porgerò le mie scuse e farete di lui quello che volete》rispose il re.

《Uther, è solo un ragazzo, vi prego》lo implorò Gaius.

《Lo berrò io》intervenne Artù, cercando di togliergli il calice dalle mani.

《No, non fa niente》rispose Merlino che bevve tutto il contenuto del calice.

Dopo alcuni minuti di silenzio iniziò a respirare a fatica ed emise dei gemiti di dolore. Svenne e crollò a terra. No, non poteva essere vero agli occhi di Morgana.

《È avvelenato. Guardie, prendetelo!》ordinò Uther, mentre Gaius e Artù si avvicinarono a Merlino.

《Portiamolo subito nelle mie stanze e prendete il calice. Dobbiamo identificare il veleno》disse il vecchio medico e il principe lo caricò sulle sue spalle, mentre Gwen raccolse il calice dal pavimento. Morgana non poteva stare lì ferma, mentre Merlino andava incontro alla morte. Doveva aiutarli e fare tutto quello che era in suo potere per salvarlo.

《Vengo con voi》disse.

《No, Morgana, tu torna nelle tue stanze. Penseremo noi a Merlino》rispose suo fratello e lei fu costretta a lasciarli andare.

Non voleva che qualcuno sospettasse della sua eccessiva preoccupazione nei confronti di un servo. Fermò per un braccio Ginevra, la quale si voltò verso di lei.

《Gwen, prenditi cura di lui. Stagli vicino, ti prego》la implorò e Gwen annuì, seguendo Gaius e Artù.

Bayard e la sua corte furono portati nelle segrete e rinchiusi in cella. Morgana lasciò la sala e si diresse nelle sue stanze. Chiuse la porta e si appoggiò ad essa, cercando di calmare il respiro e di ricacciare le lacrime che minacciavano di uscirle. Non doveva pensare a lui o sarebbe solo scoppiata a piangere. Si avvicinò al tavolo, prese il cofanetto in cui metteva i gioielli e si sedette. Iniziò a togliersi le forcine che tenevano fisse alcune ciocche di capelli dietro la testa e tutti gli accessori che portava. All'improvviso sentì la porta secondaria della sua camera aprirsi e Gwen entrò agitata.

《Mia Signora, perdonatemi se non ero qui ad assistervi》si scusò.

Badare a lei era l'ultimo dei suoi pensieri. Voleva solo sapere come stava Merlino e se avrebbe potuto rivederlo ancora.

《Non preoccuparti, non fa niente. Piuttosto, come sta Merlino?》le chiese.

《Se Artù tornerà con l'antidoto in tempo, potrà guarire》rispose lei.

《Allora, guarirà! Non pensare a me, faccio da sola. Rimani vicina a lui da parte mia》le intimò e Gwen obbedì, lasciandola nuovamente sola.

Era sul punto di togliersi il vestito viola prugna e la veste trasparente azzurra che ancora indossava, quando sentì le voci di suo padre e Artù in corridoio. Uscì dalla stanza, scese la scala a chiocciola e si nascose dietro un muro per ascoltare la loro conversazione.

《Artù, sei mio figlio ed erede di Camelot. Non posso perderti per un servitore qualunque》disse il re.

《Perché la sua vita non ha valore per te?》domandò Artù.

《No, perché la sua vita vale molto meno della tua》rispose lui.

Non per Morgana, Merlino è tutto per lei. Lui era l'amore che non avrebbe mai potuto avere in quanto principessa. Sapeva che stava provando qualcosa di più profondo nei confronti del ragazzo e per questo non riusciva a stargli lontano.

《Io posso salvarlo. Fammi partire e prendere l'antidoto》lo implorò il principe.

《No》negò il padre.

《Perché no?》gli chiese.

《Perché io un giorno sarò morto e a Camelot servirà un re》rispose lui.

《Ti prego, padre! Merlino mi ha salvato la vita. Non posso stare qui e vederlo morire》insistette Artù. Nemmeno Morgana poteva!

《Tu non ci vai》ripeté il re.

《Non puoi fermarmi》lo sfidò.

《Maledizione, Artù, non voglio discussioni! Stasera non lascerai il castello》tuonò per poi andarsene.

Artù ringhiò frustrato, si recò nelle sue stanze e Morgana lo seguì. Vide il fratello spalancare la porta e gettare la sua spada sul tavolo. Si avvicinò al camino alla sua destra per riflettere, mentre osservava le fiamme del fuoco ardere nella brace.

《Ti ho sentita parlare con nostro padre》disse Morgana, fermandosi alla soglia della sua stanza e Artù si voltò verso di lei.

《Morgana, non iniziare! Se sei venuta qui per dirmi di non andare...》la bloccò Artù.

《Se pensi che io sia venuta qui per questo, allora non mi conosci affatto. Quando ho visto Merlino svenire davanti a me, in quel momento volevo solo prendere il pugnale che avevo a portata di mano e scagliarlo contro Bayard per tutto quello che Merlino sta passando ora a causa sua》ammise lei.

《Non dovresti farti coinvolgere così. È rischioso!》le fece notare Artù.

《La ramanzina l'ho già ricevuta chissà quante volte da nostro padre e da te》ribatté lei.

《Se ti può consolare, non sei stata l'unica》rispose il fratello.

《A volte bisogna fare ciò che si sente e affrontare le conseguenze》disse Morgana.

《C'è molto più della mia vita in gioco. Io sarò il futuro re di Camelot》controbatté Artù.

《E che genere di re vorrebbe Camelot? Uno che rischia la vita per salvare quella di un servitore o uno che fa quello che gli dice il padre?》gli chiese Morgana, prendendo la spada dal tavolo e porgendogliela.

Lui la fissò per qualche secondo, meditando sulle sue parole. Morgana sapeva che Artù stava iniziando ad avere dei sospetti sul suo strano attaccamento nei confronti di Merlino, ma lui preferì non dire niente.

Afferrò la spada e uscì dal castello. Prese un cavallo e lasciò la cittadella, ignorando gli avvertimenti delle guardie di fermarsi. Morgana ritornò nelle sue stanze e si svestì, mettendosi una camicia da notte bianca a maniche lunghe, decorata con motivi floreali dorati. Si mise a letto e chiuse gli occhi.

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