VI

Alla mattina Gwen si recò di ottimo umore nelle stanze di Morgana per mettere in ordine e raccogliere i vestiti della sua padrona, canticchiando allegramente, mentre quest'ultima era intenta a truccarsi nella sua camera dal letto. Morgana notò la felicità della sua serva e fu molto felice di sapere che il padre era guarito durante la notte. Sentì la porta aprirsi e riconobbe la voce di Merlino. Si alzò dalla sedia per avvicinarsi a loro senza farsi vedere. Merlino voleva vedere Gwen per chiederle di suo padre e dato che sapeva che lei era al servizio di Morgana a quell'ora, si era recato nelle stanze della principessa.

《Come sta tuo padre? Si sente meglio?》chiese, non accortasi minimamente di Morgana nascosta in un angolo ad ascoltarli.

《Sì, è incredibile, è un miracolo!》rispose lei felicissima.

《Bene!》esclamò lui.

《Non mi sembri sorpreso. Come facevi a sapere che ora sta bene?》gli domandò la ragazza.

《Ehm, perché sei felice...?》farfugliò Merlino.

《Non l'ho detto a nessuno, ma tu invece lo sai. Come?》insistette lei.

《E va bene, alla fine mi hai scoperto: leggo nel pensiero》rispose sarcastico lui e Gwen scoppiò a ridere. Morgana sentì un pizzico di gelosia nel sentirli ridere e, incuriosita, si sporse per guardarli.

《Sei strano, ma non in senso negativo. Insomma, mi piace questo tuo lato bizzarro》balbettò Gwen in imbarazzo e Merlino scrollò le spalle.

《Grazie》aggiunse.

《Per cosa?》domandò lui.

《Per avermelo chiesto》rispose.

《Non mi piaceva vederti turbata. Ora devo andare》disse Merlino e i due si salutarono, sorridendosi.

In quel momento Morgana capì tutto: a Gwen piaceva Merlino e dal modo in cui si guardavano imbarazzati, anche Merlino sembrava ricambiare. Non provava nulla per Merlino, eppure vederlo con un'altra ragazza le faceva provare gelosia e tristezza. Poco dopo sentì la porta nuovamente aprirsi, stavolta bruscamente e Artù irruppe con i suoi uomini per prendere Ginevra con la forza.

《Gwen, ti arresto per i crimini che hai infranto, praticando incantesimi》la accusò e le guardie scortarono fuori la sua serva.

《Che cosa fate?》intervenne Morgana.

《Ho trovato un oggetto magico in casa sua》rispose Artù.

《Ma è ridicolo!》esclamò lei.

《In che modo spiegheresti la guarigione di suo padre?》domandò il fratello.

《Lei è innocente, ne sono sicura》ribatté, ma lui la ignorò.

Una delle caratteristiche di Artù, oltre all'arroganza e all'alto livello di autostima che aveva, era la testardaggine. Quest'ultima portava Morgana a livelli estremi di nervosismo e di sopportazione nei confronti del fratello. Seguì Artù fino alla sala del consiglio, dove le guardie inginocchiarono Gwen ai piedi del re.

《Cos'è lo strano oggetto che hanno trovato in casa tua?》chiese suo padre alla serva.

《Quale oggetto? Io non ne so niente》rispose lei.

《Sciogli l'incantesimo e guarisci i contagiati》ordinò lui.

《Non posso perché non sono una strega e non so cosa fare per fermare tutto questo》ribatté la ragazza.

《Ti condanno a morte. Spero che quando morirai, questa malefica piaga muoia con te》sbraitò il re e Gwen venne scortata in prigione. Tutti i presenti lasciarono la stanza e Morgana ne approfittò per cercare di convincere suo padre.

《Padre, io conosco Gwen. È la mia serva e non è una strega. Ho visto come lavora quella ragazza, ha le mani rovinate e le unghie spezzate. Se fosse una strega, perché lavorerebbe e si inginocchierebbe sul pavimento freddo ogni mattina, quando otterrebbe tutto quello che vuole con un schiocco di dita? Tu non hai alcun diritto di giudicare quella ragazza》ribatté.

《Io ho la responsabilità di occuparmi del regno, Morgana e non trovo piacere in questo》tuonò il padre.

《Ma stai condannando la persona sbagliata》insistette lei.

《È vero, padre. Ha usato incantesimi, ma solo per salvare il padre moribondo e questa non la rende colpevole di aver creato la piaga. Io non credo che ci sia malvagità nel suo cuore》intervenne Artù.

《Io ho visto cosa la magia può fare, l'ho subita sulla mia pelle e non correrò questo rischio. Questa ragazza dovrà morire o l'intero regno soccomberà. Un giorno diventerai re e capirai che decisioni come queste sono inevitabili》rispose loro padre.

《Sì, un giorno diventerò re e non so che genere di re diventerò, ma so in che genere di Camelot voglio vivere. La pena sarà proporzionata al crimine》disse Artù.

《Temo che tu abbia ragione. Ha giocato con il fuoco, perciò morirà tra le fiamme》affermò infine e se ne andò.

Oh mio dio, pensò subito Morgana. Era senza parole! Doveva andarsene, non poteva restare qui ferma e non fare niente. Dopo la condanna a morte di Gwen, Merlino tornò nelle sue stanze. Era molto triste e voleva solo tornare indietro nel tempo per riparare al suo stupido errore.

《Fammi indovinare, hai curato il padre di Gwen?》intuì Gaius e lui annuì.

《Pensavo di fare del bene e che guarendo suo padre, avrei aiutato Gwen. Sembrava così semplice salvare una vita》rispose Merlino.

《Una facile soluzione è come una luce durante un temporale. Seguirla può essere rischioso perché, non sempre, ti porta in un rifugio sicuro. Quante volte ti ho messo in guardia dalle responsabilità di essere un mago?》gli fece notare.

《Lo capisco solo adesso》ammise il ragazzo.

Doveva vederla, non poteva abbandonarla! Si diresse al castello e percorse le scale che portavano alle segrete, quando andò a sbattere contro qualcuno. Un paio di occhi grigio-verdi si scontrarono con i suoi.

《Merlino!》esclamò Morgana con voce triste.

《Morgana, scusatemi, non vi avevo vista. State bene?》le chiese Merlino, notando i suoi occhi arrossati e lucidi, come se avesse pianto da poco.

Morgana era andata a trovare la sua serva e quando le disse della sua messa al rogo, sentiva le lacrime rigarle il viso e non era la sola. Non voleva e non poteva accettare che Gwen morisse e se ne andò di corsa per evitare altra sofferenza, fino a quando non si scontrò con Merlino.

《Mio padre vuole mandare Gwen al rogo》ammise in lacrime e si buttò tra le sue braccia.

Si sentiva così al sicuro lì, si sentiva felice. Merlino ricambiò esitante la stretta, accarezzandole i capelli raccolti in una semplice treccia, mentre lei nascose il viso nel suo petto. Mai Merlino avrebbe pensato di sentirsi così bene avvolto dal suo profumo, a base di estratto di Ortensia. Era un profumo espansivo e coinvolgente che gli fece perdere la testa, appena invase le sue narici. Non voleva vederla soffrire, avrebbe fatto tutto il possibile per salvare la sua serva.

《Ascoltatemi, io non permetterò che Gwen muoia, ve lo prometto》disse, prendendole il viso tra le mani.

《Ti ringrazio, Merlino》sussurrò lei e a Merlino cadde lo sguardo sulle sue labbra rosse e secche che voleva baciare per sentirne la consistenza e il sapore.

Ma che pensieri assurdi stava formulando la sua mente?! Quando era vicino a lei, perdeva il lume della ragione e non capiva più niente, come se la sua mente si staccasse dalla realtà circostante per concentrarsi sulla figura angelica che aveva di fronte. Doveva assolutamente contenersi! Lui era venuto lì per Ginevra, non per lei. Morgana osservò a tratti gli occhi di Merlino e la sua bocca e quando sentì le sue dita accarezzare dolcemente la pelle morbida delle sue guance, lei lentamente avvicinò il suo viso a quello del ragazzo. Entrambi non sapevano cosa stesse succedendo fra di loro né perché stava accadendo, ma in quel momento si sentivano attratti come magneti e volevano solo agire d'istinto, seguendo le leggi fisiche dell'universo. Merlino avvertì il fiato di Morgana sulle sue labbra e i loro occhi scrutarsi a vicenda, mentre millimetri di distanza venivano accorciati sempre di più. Quando le loro bocche furono sul punto di sfiorarsi, Morgana in un attimo di lucidità si allontanò di scatto, annullando la complicità che c'era tra di loro.

《Scusami, Merlino. Devo andare》farfugliò, avvolgendosi completamente nel suo mantello blu scuro e si allontanò di corsa.

Ma cosa stavano facendo?! Che stupidi, stavano per baciarsi! Ma Morgana non poteva lasciarsi baciare da lui, per quanto lo desiderasse in quel momento. Gwen e Merlino provavano qualcosa l'uno per l'altra e lei non voleva essere di ostacolo ai loro sentimenti per il bene della sua migliore amica. Entrambi si ripresero dalle loro sensazioni ancora in subbuglio e mentre Morgana si dirigeva nelle sue stanze, Merlino si avvicinò alla cella in cui era rinchiusa Gwen. Appena lo vide, cercò di avvicinarsi a lui, ma le manette che portava ai polsi glielo impediva.

《Mi dispiace》ammise il ragazzo.

《Non è colpa tua, non preoccuparti per me. È inutile piangerci sopra》lo liquidò. E invece sì, Gwen. È tutta e solo colpa mia, pensò.

《Gwen, tu non morirai! Giuro che non permetterò che tu muoia》esclamò lui e tornò allo studio di Gaius per riflettere. Poco dopo il medico entrò, varcando la porta d'ingresso e avvicinandosi a lui.

《È colpa mia se Gwen morirà》ammise.

《Sì, ma possiamo scoprire cosa sta contaminando l'acqua》rispose Gaius, prendendo una chiave e uscendo dalla stanza.

Lo seguì e si diressero alle mura di cinta del regno, dove c'era una porta in legno che Gaius aprì con la chiave. Ad attenderli vi era una lunga e buia gradinata in discesa che portava al bacino sotterraneo. Attraversarono la grotta e giunsero alla fonte d'acqua che riforniva tutta la città. Gaius gli ordinò di prelevare un campione d'acqua con un flacone di vetro per esaminarlo e lui obbedì, quando dall'acqua apparve un mostro gigantesco. Era un'enorme creatura quadrupede fatta di fango o qualcosa di melmoso, senza occhi e con una bocca piena di denti aguzzi. Scapparono di corsa e ritornarono a casa, dove Gaius iniziò a frugare tra i libri per cercare informazioni sul mostro.

《È un Afanc, un mostro fatto di argilla ed evocato solo dal più potente degli stregoni. Dobbiamo trovare un modo per sconfiggerlo》spiegò. Merlino pensò di chiederlo al drago perché forse lui lo conosceva. Uscì dalla stanza e si diresse al castello per raggiungere i sotterranei e la grotta in cui si trovava la creatura.

《Come si sconfigge un Afanc?》gli chiese.

《Affidati agli elementi che sono al tuo comando, ma non puoi farcela da solo. Tu sei solo una faccia della medaglia e Artù è l'altra》rispose lui per poi alzarsi in volo, sparendo tra le cavità della grotta.

Sì, certo, aveva capito tutto! Tante grazie, drago, mi sei stato molto utile, ironizzò lui. Ritornò da Gaius e si mise a cercare un libro sugli elementi. Forse lì avrebbe trovato le risposte che il drago aveva cercato di dirgli in modo enigmatico. Sembrava che quest'ultimo si divertisse a distorcere la verità, cercando di rivelargli le cose, ma allo stesso tempo mandando in confusione la sua mente.

《Merlino, che stai facendo?》domandò Gaius.

《Sto cercando un libro sugli elementi. Forse mi potrebbero aiutare contro il mostro》rispose lui.

《L'Afanc è una creatura fatta di terra e acqua, due dei quattro elementi naturali》spiegò il medico.

《E gli altri due elementi?》chiese Merlino.

《Forse la distruggeranno. Ti serve l'aria e il fuoco》rivelò, quando la porta d'ingresso si aprì e Morgana si avvicinò a loro.

《Gwen sta per essere giustiziata. Mio padre ha anticipato l'esecuzione a stasera》disse.

Sembrava essersi dimenticata del fatto che si stava quasi baciando con Merlino o forse voleva solo ignorarlo.

《Vi prego, ditemi come posso aiutarvi》si offrì.

《C'è un mostro nella riserva d'acqua ed è la causa di tutto》spiegò Merlino.

《Dobbiamo dirlo a mio padre》propose lei.

《Il mostro è una creatura magica. Dirglielo non servirà a niente, incolperebbe Gwen per averla evocata》controbatté Gaius.

《Che dobbiamo fare?》domandò.

《Distruggerla, così il morbo svanirà e Uther forse recupererà la ragione. Ci serve Artù, è la nostra unica speranza》rispose Merlino.

《Lasciate fare a me. Lo convincerò io》disse e se ne andò.

Gaius consegnò la chiave per accedere al bacino sotterraneo a Merlino e dopo pochi minuti Artù e Morgana lo raggiunsero. Insieme si diressero alla riserva d'acqua, dove trovarono la creatura aggirarsi per le oscure vie della grotta. Subito il mostro attaccò Artù che indietreggiò e Morgana per proteggerlo usò la sua torcia. Artù estrasse la spada e allontanò la sorella.

《Artù, usate la torcia!》gli intimò Merlino e con i suoi poteri creò una folata di vento che, insieme al fuoco, distrusse la creatura.

Con la sua morte non ci furono altre vittime e chi era malato, stava guarendo. Il re ritirò le accuse contro Ginevra che venne così scagionata. Merlino e Morgana uscirono dai sotterranei per dirigersi alle prigioni, dove le guardie liberarono Gwen e Tom abbracciò forte la figlia.

《Grazie!》esclamò lei felicissima.

《Non ringraziare me, è stato Merlino. È lui il vero eroe》disse Morgana, facendolo arrossire.

《Davvero?》chiese Gwen sorpresa.

《Ehm, io non ho fatto niente》balbettò imbarazzato il diretto interessato.

《Sono grato a tutti voi. Andiamo, Gwen》disse Tom che si allontanò con la figlia, lasciandoli soli. Merlino stette per andarsene, ma la voce di Morgana lo costrinse a fermarsi.

《Merlino》lo chiamò alle spalle e lui si voltò. Morgana si avvicinò a lui, pur mantenendo una certa distanza fra di loro.

《Posso farti una domanda?》gli chiese e lui annuì.

《Sei innamorato di Ginevra?》farfugliò lei.

《Cosa?!》esclamò il ragazzo, incredulo per quello che aveva appena sentito.

《Voglio dire... non è che provi qualcosa per lei? Ho notato il modo in cui vi guardate》ripeté.

L'unico motivo per cui Morgana gli fece quella domanda, era per avere la conferma che Merlino era effettivamente innamorato di Gwen perché non riusciva a spiegarsi come poco prima fossero sul punto di baciarsi. Davvero pensa che io sia innamorato di Gwen? Davvero non si accorge che il motivo per cui ho provato a baciarla è perché penso sempre a lei e non a Gwen?... rimuginò Merlino. Morgana continuò a fissarlo in attesa di una risposta.

《No, non sono innamorato di Gwen e non penso a lei in quel senso. È solo un'amica》ammise infine, scorgendo negli occhi della ragazza una piccola scintilla di felicità e sollievo.

《Quindi quando stavi per baciarmi, quando noi stavamo per baciarci...》iniziò a dire Morgana.

Merlino doveva assolutamente inventarsi qualcosa perché non poteva continuare a essere suo amico, quando voleva soltanto baciarla e averla tutta per sé in quel momento.

《Quale bacio?》mentì.

《Non fingere, io ho visto quello che stavi per fare. Volevi baciarmi》insistette Morgana, ma lui scosse la testa.

《So che non vuoi che qualcuno lo sappia e non lo dirò a nessuno, ma dovremmo parlarne》aggiunse.

《Voi non sapete di cosa state parlando. È vero che ci siamo avvicinati molto, ma era solo per consolarvi. Eravate in un momento di crisi a causa della condanna di Gwen e io ho solo voluto tirarvi su di morale》controbatté Merlino.

《Se vuoi dimenticarlo, va bene, ma io non posso! Potrai continuare a tenerlo nascosto, ma sai che c'è qualcosa tra di noi, qualsiasi cosa sia》disse Morgana, ma lui chinò la testa per evitare di guardarla negli occhi.

《Morgana, io e te siamo solo amici. Nulla di più!》mentì e lei in risposta si allontanò di corsa, lasciandolo da solo nella cella.

Merlino tirò un sospiro di frustrazione e tornò nelle sue stanze. Arrivò l'ora di cena, ma lui continuava a pensare alla conversazione avuta con Morgana. Gli aveva fatto male mentirle, dicendole che non provava niente per lei, ma era meglio così per entrambi, sopratutto per sé stesso. Non poteva permettere ai suoi sentimenti di prendere il sopravvento, non con la figlia di un re che lo vorrebbe morto se avesse scoperto il suo dono.

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