V

Al mattino Merlino si svegliò molto presto e dato che mancavano ancora delle ore prima del suo solito orario di lavoro, ne approfittò per fare una passeggiata nella città bassa con Gaius. Stavano camminando, quando videro un uomo disteso a terra. Subito Gaius gli si avvicinò per controllare il suo stato di salute, mentre Merlino preferì rimanere a una certa distanza di sicurezza. Non si sa mai, potrebbe avere la peste o qualche altra malattia grave, pensò.

《Non avete paura di prendervi un male?》chiese a Gaius, mentre quest'ultimo si inginocchiava per esaminare l'uomo.

《Sono il medico di corte, è il mio lavoro. Il più delle volte non c'è niente di cui avere paura》disse, mentre girava il corpo a pancia in su.

Io direi di sì, pensò Merlino alla visione che aveva davanti. L'uomo era morto e presentava una pelle strana. Era pallido come un lenzuolo, il sangue blu evidenziava le vene del suo corpo e i suoi occhi erano completamente bianchi con le pupille azzurre dilatate.

《Dicevate?》commentò.

《Non deve vederlo nessuno. Copriamolo!》gli intimò Gaius e lui prese un telo marrone appeso ai fili di stendibiancheria di una casa affianco a loro e la adagiò sopra al cadavere.

Per fortuna le stradine di Camelot non erano così affollate dato che era ancora troppo presto per il mercato. Gaius decise di portarlo nelle loro stanze per esaminarlo e determinare la causa del decesso, perciò lo caricarono su un carro di legno e si avviarono verso l'entrata della cittadella.

《Ciao, Merlino. Che stai facendo?》gli chiese alle spalle Gwen, lanciando un'occhiata al carro.

《Ehm, sto spostando una cosa》farfugliò lui.

《Sembra pesante》commentò la ragazza.

《No, non tanto》rispose Merlino.

Doveva distrarla se voleva che Gwen non vedesse l'orrore che c'era sotto quelle coperte. Notò che in mano aveva un mazzo di fiori bianchi e viola, poteva usare quelli come esca.

《Ti hanno regalato dei fiori?》domandò il ragazzo.

《Ah, no. Ne vorresti uno?》rispose lei e gli diede un fiore viola.

《Il viola ti dona. Con questo non voglio dire che il rosso non ti doni》balbettò imbarazzata, facendo riferimento alla maglia rossa che indossava Merlino. Prese il fiore e siccome non sapeva dove metterlo, lo infilò sotto la bandana blu che portava al collo.

《Grazie, ci vediamo》disse Merlino e lei lo salutò con un sorriso.

Aveva notato che Gwen sembrava provare un certo interesse nei suoi confronti dal modo in cui lo guardava, ma lui la vedeva solo come un'amica. Non poteva negare che Gwen era una bella ragazza, ma ultimamente la sua mente si focalizzava sempre sulla figura di Morgana e ogni volta che si accorgeva di pensare a lei, gli spuntava un sorriso sulle labbra. Accidenti, doveva togliersela dalla testa prima che se ne innamorasse sul serio. Noi non potremmo mai stare insieme, è un amore impossibile, continuava a ripetersi nella mente. Gaius e Merlino arrivarono allo studio e stesero il corpo su un tavolo da lavoro. Gaius tolse il telo e prese una lente d'ingrandimento per esaminare le vene bluastre del collo.

《Non ho mai visto niente del genere prima d'ora》commentò.

《Dite che potrebbe essere peste?》gli chiese Merlino.

《No, temo che non ci sia niente di paragonabile in natura》rispose lui.

《Merlino!》esclamò Artù e Merlino sentì i suoi passi sempre più vicini alla porta d'ingresso.

Cavolo, era vero! Con il ritrovamento del cadavere non si era minimante accorto del ritardo a lavoro e Artù stava venendo lì per rimproverarlo. Non doveva assolutamente vedere il corpo! Corse verso la porta e prima ancora che lui potesse bussare, la spalancò bruscamente, cogliendolo di sorpresa.

《Eccomi, vengo subito. Scusate il ritardo》rispose il ragazzo.

《Tranquillo, mi ci sto abituando》disse il principe.

《Dì a Gaius che mio padre vuole vederlo subito》gli ordinò per poi andarsene.

《Gaius...》.

《Ho sentito》lo bloccò.

《Perché non ve l'ha detto direttamente?》ribatté Merlino.

《Perché funziona così: tu sei un servo》rispose lui ovvio.

《Se sapesse chi sono e cosa ho fatto...》commentò il giovane.

《Saresti un servo morto》finì Gaius per lui.

《Avanti, coprilo!》gli ordinò.

《Ma non sono il vostro servo》controbatté Merlino.

《No, è vero, ma fa' quello che ti dico》sottolineò il medico e lui obbedì.

Ricoprì il cadavere e uscirono dalla stanza per recarsi nella sala del consiglio, dove trovarono la seconda vittima. Anche quella presentava la pelle pallida, le vene ben evidenziate dal sangue blu e gli occhi bianchi con le pupille azzurre. Di qualsiasi malattia si trattava, stava iniziando a diffondersi e se Gaius voleva tenere la cosa nascosta, beh, ora non più.

《Che gli è successo?》domandò Uther.

《Non lo so, Sire, è il secondo caso che vedo oggi》rispose Gaius.

《Perché non me l'hai detto subito?》lo sgridò.

《Ho tentato di scoprire la causa e non vorrei giungere a conclusioni affrettate》si difese il medico.

《Che mi stai nascondendo?》insistette il re.

《Non ho mai visto niente di simile, le vittime muoiono in ventiquattro ore e si diffonde in fretta》spiegò.

《Qual è la causa?》chiese infine.

《Il mio parere è che la causa più probabile sia la stregoneria》ammise Gaius.

Subito il re ordinò ad Artù di perquisire l'intero regno per trovare il colpevole e raddoppiare le guardie per incrementare la difesa del regno e lui si mise subito al lavoro. Mentre Merlino e Gaius lasciarono il castello per recarsi al mercato della città bassa, Artù e le guardie irruppero bruscamente in ogni casa per cercare oggetti o materiali collegati alla magia. Mentre camminavano, Merlino notò un uomo appoggiato ad un palo di legno che chiedeva aiuto. Il suo viso era pallido e le vene blu cominciavano a farsi vedere, ma era ancora vivo.

《Gaius, è ancora vivo》gli fece notare.

《Non possiamo fare niente per lui》rispose il medico.

《Almeno proviamoci》propose Merlino.

《Ma se non sappiamo che male è, come possiamo curarlo?》lo incalzò.

《Con la magia》rispose lui.

《Dà un'occhiata, sospettano di chiunque in città. Non è il momento adatto per usare la magia》ribatté l'anziano, trascinandolo con sé per tornare nelle loro stanze. Una volta arrivati, Gaius proseguì con i suoi esami per cercare una cura.

《Cosa fate?》gli chiese Merlino curioso.

《Esamino i contenuti dello stomaco dell'uomo per scoprire come si è diffuso il morbo. Una cosa è certa: si tratta di magia oscura》spiegò lui.

《Perché qualcuno dovrebbe usare la magia in questo modo?》domandò nuovamente.

《La magia corrompe l'anima, chiunque la usa per i propri scopi》rispose Gaius.

《Ma non tutta la magia è cattiva》commentò il giovane.

《Non è né buona né cattiva, dipende da come la si usa》disse Gaius, quando la porta d'ingresso si aprì e Artù entrò con le sue guardie.

《Stiamo perquisendo ogni casa della città per cercare lo stregone》spiegò.

《Non abbiamo niente da nascondere. Fate pure》rispose Gaius, mentre gli uomini setacciarono ogni angolo della stanza.

《Cosa c'è qui sopra?》chiese il principe, indicando la porta della stanza di Merlino.

《La mia camera》rispose il suo servitore e lui entrò.

《Dov'è finito il libro di magia che ti ho regalato?》gli sussurrò Gaius.

Con tutto il trambusto accaduto si era dimenticato di nasconderlo. Seguì Artù e trovò il libro sul pavimento, affianco al letto. Mentre lui era impegnato a frugare in giro, Merlino usò i suoi poteri per prendere la coperta dal letto e farla cadere sopra il libro, nascondendolo dalla sua vista. Finita la perlustrazione, uscirono dalla camera e Artù raggruppò i suoi uomini.

《Quanto ci vorrà per trovare una cura?》domandò.

《Dipende da quante interruzioni subirò》rispose acido Gaius.

《Ma certo, possiamo andare》ordinò il principe, lasciandoli soli.

《Dobbiamo nascondere quel libro》propose Gaius al giovane mago.

《No, lo dobbiamo usare》controbatté Merlino.

《Non essere stupido! Vuoi praticare la magia, mentre il re dà la caccia allo stregone? Sei forse impazzito?!》lo accusò.

《Io potrei curare l'uomo che abbiamo visto poco fa》insistette il giovane.

《Lo so che è molto allettante prendere la strada più facile, ma sarebbe inutile. Dobbiamo scoprire come si diffonde il morbo》spiegò il suo mentore, ma Merlino scosse la testa impotente.

Nelle ore successive i morti iniziarono ad aumentare. Da diciotto vittime se ne erano aggiunte altre cinquanta e la cosa stava preoccupando molto il re. Merlino non sapeva come sarebbero riusciti a sopravvivere se Gaius non avesse scoperto al più presto il fattore determinante di tutte quelle perdite e a trovare una cura. Gaius lo chiamò per mostrargli una nuova vittima che si era fatto scortare nelle sue stanze per esaminarla.

《Cosa ha di diverso questa vittima?》gli chiese.

《È una donna》rispose lui.

《Non noti nient'altro?》domandò nuovamente.

《È una cortigiana》aggiunse Merlino, osservando i vestiti della donna e la collana fatta di fili di lana intrecciati al suo collo.

《Le cortigiane non si recano nella città bassa. Induce a pensare che il morbo non si diffonda tramite contatto, ma con l'acqua》spiegò e gli consegnò un secchio da riempire con l'acqua del pozzo, da cui attingevano tutti gli abitanti del regno.

Uscì dallo studio e si recò all'entrata della cittadella, dove alla sua destra c'era il pozzo. Mentre attinse, sentì i lamenti di Gwen e la osservò correre come una furia al castello. Prese il secchio e la seguì dirigersi verso le stanze di Gaius.

《Gaius!》esclamò lei.

《Sei stata contagiata?》le chiese subito il medico.

《No, mio padre. Vi prego, dovete salvarlo》rispose.

《Gwen, io non ho trovato una cura, mi dispiace》ammise Gaius, ma lei scosse la testa e lasciò la stanza in lacrime.

《Deve pur esserci qualcosa da fare》disse Merlino, mentre consegnò il secchio a Gaius.

《Speriamo solo che questo ci dia delle risposte》rispose lui, prendendo un campione d'acqua con un flacone di vetro e immergendo al suo interno un rametto di viole.

《Ma sarà tardi per il padre di Gwen》gli fece notare.

《Temo che tu abbia ragione》affermò Gaius.

Arrivò presto la notte, ma Merlino non riusciva proprio a dormire. Erano ore che era disteso sul suo letto e con le braccia dietro la testa a osservare il soffitto, sperando di prendere sonno. Stava pensando a Gwen e si sentì così dispiaciuto per lei. Non poteva accettare che suo padre morisse, quando sapeva di poterlo curare con la magia. Non voleva vederla soffrire, doveva intervenire! Si alzò dal letto e prese il libro di magia, nascosto sotto una tegola di legno del pavimento, per cercare un incantesimo guaritore. Una volta memorizzato, si diresse verso la città bassa senza farsi vedere dalle guardie che stavano setacciando le strade di Camelot anche a quell'ora della notte. Entrò in casa e si avvicinò lentamente al letto di Tom. Prese un sacchetto riempite con delle erbe curative e pronunciò l'incantesimo a bassa voce per non svegliare Gwen che stava dormendo con il capo appoggiato al letto del padre. Subito il pallido colore della pelle di Tom scomparve, ritornando scura e prima che lui si svegliò, Merlino uscì da casa e li guardò dalla finestra. Lui aprì gli occhi e accarezzò con la mano la testa della figlia, la quale si svegliò subito.

《Padre, non ci posso credere!》esclamò lei, abbracciandolo forte. Con un grande sorriso tornò a casa, felice di aver salvato una vita, ma ignaro delle conseguenze che porteranno il suo gesto fra qualche ora.

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