LX

In questo capitolo sono presenti scene sessuali esplicite, contrassegnate all'inizio e alla fine da una riga in grassetto con questo simbolo ☆
Se siete sensibili e non volete leggere tali tematiche, scorrete avanti.

Buona lettura!

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Era notte fonda a Camelot e Ginevra stava, finalmente, terminando il suo orario di lavoro. Spense l'ultima candela che illuminava la stanza di Morgana e diede un'ultima occhiata alla principessa. Si era appisolata subito non appena si coricò in letto. Le scappò uno sbadiglio e d'istinto si coprì la bocca con la mano, anche se nessuno poteva vederla. Quel giorno aveva lavorato parecchio ed era esausta. 

Si congedò in silenzio, recuperò il suo mantello e se lo mise sulle spalle prima di lasciare il palazzo per tornare a casa. La brezza serale le scompigliava i capelli, facendola rabbrividire per il freddo. Si avvolse ancora di più nel lungo mantello e accelerò il passo. La città bassa era avvolta nel buio, solo la luce della luna illuminava le stradine deserte e silenziose. Entrò in casa e sciolse il nodo del telo che posò sul suo letto. 

Fu sul punto di togliersi l'abito per mettersi la vestaglia da notte, quando si accorse della presenza di uno sconosciuto nella sua abitazione. Sussultò dalla paura e indietreggiò, mentre l'uomo avanzava verso di lei. Si guardò attorno alla ricerca di un qualsiasi oggetto da usare come arma, ma l'unica cosa che riuscì a prendere fu l'attizzatoio che veniva usato per gestire le fiamme del fuoco. Glielo puntò contro, ma non ebbe il tempo di difendersi che una seconda figura le arrivò alle spalle, tappandole la bocca con un panno per impedirle di urlare. Un odore forte e pungente le arrivò dritto al naso e perse i sensi dopo pochi istanti. 

I due uomini trascinarono la ragazza fuori dalla casa e la consegnarono ad altri due complici che lasciarono il regno in groppa ai loro destrieri. Morgana li scorse dalla vetrata socchiusa della sua camera, esibendo un sorriso compiaciuto. Era riuscita a trattenere la serva fino a tardi con la scusa di non sentirsi bene, dando l'opportunità a quegli uomini di agire indisturbati.

Una volta sorto il sole, si alzò dal letto e si cambiò. Senza l'aiuto di Ginevra, impiegò più tempo del dovuto a prepararsi, infatti, raggiunse la sala del consiglio dove Artù e Uther stavano già facendo colazione. Con loro c'era anche Merlino, il quale stava svolgendo il suo compito di servitore, ma lei lo ignorò con freddezza. Era stata molto chiara nel loro ultimo incontro. 'È finita! Questa è stata la nostra ultima volta. Non possiamo più vederci'. E così stavano facendo entrambi, anche se Merlino non lo accettava ancora. 

Quando si accorse della presenza della sua amata, infatti, i suoi occhi furono catturati verso la sua figura che avanzava senza alcun pudore. I seni, visibili dalla scollatura dell'abito verde smeraldo, si muovevano ad ogni suo passo, il ticchettio delle sue scarpe sul pavimento enfatizzavano la sua sicurezza e il suo profumo a base di Ortesia si diffuse nella sala.

《Buongiorno, Morgana》la salutò il padre, interrompendo la conversazione con il suo secondogenito.

La principessa non ricambiò e si limitò a sedersi a tavola. Merlino le si avvicinò, con una caraffa di vino tra le mani, per riempire il suo calice, ma lei allungò la mano in segno di rifiuto.

《No, grazie》disse soltanto, guardandolo per un istante.

Anche se aveva mentito a Gwen, dicendole che stava male, lei si sentiva comunque diversa. Ultimamente provava una strana sensazione, come se qualcosa dentro di sé stesse mutando. E questo suo improvviso turbamento interiore era iniziato dopo il suo incontro con Merlino di due giorni fa. Fortunatamente riusciva ancora a dormire beatamente grazie al suo bracciale guaritore, ma qualcosa stava cambiando. Era strano che rifiutasse il vino, tuttavia era così: non voleva più berlo, aveva iniziato a trovarlo sgradevole. 

Il mago abbassò il mento, ferito dalla sua schiettezza e si discostò da lei. Era distaccata persino con lui. Uther lo notò subito e intuì che, molto probabilmente, i due non si vedevano più di nascosto da quando li aveva minacciati per la loro relazione indegna. In realtà, non ci aveva più fatto caso dopo essersi riunito con la figlia, ma da quello che poté constatare, non c'era motivo di preoccuparsi. Morgana lo aveva evitato come se lui non fosse lì in quel momento e Merlino sottostava al suo ruolo sociale.

《Qualche problema?》le chiese.

《È Gwen, non si è presentata stamattina》spiegò lei, attirando subito l'attenzione del fratello.

《Non è da lei》.

《Lo so, è strano. Spero che stia bene》l'appoggiò Morgana con finta preoccupazione.

《Non preoccuparti. Se non possiamo più fidarci di lei, possiamo sostituirla facilmente》interpellò il loro padre con sfrontatezza e Artù sospirò.

A volte si chiedeva come faceva a essere così apatico e privo di sentimenti. Ginevra era soltanto una serva, era vero, ma faceva comunque parte del popolo a cui aveva giurato di servire e proteggere al meglio. Merlino serrò la mascella dopo aver udito la risposta del re e ricambiò con lo sguardo la sua stessa indifferenza.

《Sono sicuro che si farà viva》intervenne il biondo.

《Sicuramente》affermò la principessa con un sorriso tirato.

Quella conversazione, però, non fece altro che preoccupare ancora più del dovuto il principe, il quale attendeva solo di congedarsi dalla sala per indagare. I reali ripresero la colazione e Morgana sfoggiò un ghigno malefico. Il suo piano stava procedendo come previsto. Una volta libero, Artù trascinò il suo servitore fuori dalla sala.

《Va' da Gwen, scopri cosa è successo》gli ordinò e il moro obbedì all'istante.

《Sì, Sire》.

I due si separarono e Merlino si recò a casa dell'amica, chiamandola. Il silenzio più assoluto fu l'unica risposta che ricevette, non c'era nessuno. Si guardò attorno, trovando il mantello abbandonato sul letto, ancora perfettamente intatto. Dove poteva mai essere andata nel cuore della notte? Sul tavolo vi era un attizzatoio, strana posizione per tale oggetto. Ebbe un cattivo presagio e i primi sospetti si formularono nella sua mente. 

Ginevra sembrava essere scomparsa nel nulla, senza lasciare traccia. I suoi occhi furono catturati dalla presenza di un tessuto sul pavimento. Lo prese e un odore acre gli pizzicò le narici. Lo annusò per capire di cosa si trattasse e come reazione tossì. Non aveva più dubbi: Ginevra era stata rapita da qualcuno con la forza. Ritornò al castello con la stoffa in mano.

《Che cos'è?》gli chiese Artù.

《L'ho trovato a casa di Gwen》spiegò lui, ma il principe non capì l'improvviso interesse dell'amico per un semplice tessuto.

《È un pezzo di stoffa e lei è una sarta. Perché dovrebbe essere così importante?》.

《Annusatelo!》gli intimò, porgendoglielo e il principe corrugò le sopracciglia.

Era sempre più confuso, ma seguì la sua indicazione. Respirò a fondo l'odore del panno, provocandogli un immediato mancamento. Fortunatamente Merlino usò la sua magia per trascinare una sedia dietro Artù che si lasciò cadere sullo schienale.

《Ma che cos'è?》domandò dopo qualche secondo.

La testa gli girava e la sua mente era ancora stordita.

《È un composto fatto con codiaeum e valeriana... almeno, credo》rispose il servo.

《Puoi stendere un uomo con quello》constatò, portandosi una mano sulla tempia dolorante.

《Sì e una donna...》alluse Merlino e Artù si riprese dal torpore per avvertire subito il padre e la sorella.

《Le guardie l'hanno vista lasciare il palazzo alla solita ora, ma ho ragione di credere che Gwen sia stata rapita》.

《Rapita?!》ripeté Morgana con voce fintamente preoccupata.

《Vorrei inviare una pattuglia》chiese al re.

《Non credo che sia appropriato, è solo una serva》ribatté quest'ultimo.

《Padre, è l'ancella della figlia del re》insistette lui, indicando con una mano la sorella al suo fianco.

Uther alzò gli occhi al cielo e scosse la testa in segno di rassegnazione.

《Va bene. Manda una pattuglia di guardia a perquisire la città bassa e le campagne fino al calar della notte》.

Artù provò a opporsi.《Padre, non sono sicuro di riuscire a...》.

Uther sovrastò la sua voce.

《Artù, ho un regno da proteggere e non posso sprecare tempo per cercare una serva, quali che siano le circostanze》.

Il figlio non ribatté e con un cenno del capo si congedò insieme a Merlino. Morgana li osservò lasciare la sala del consiglio con un sorriso sornione. Suo fratello era disposto a tutto pur di salvare la sua amata Ginevra e ciò giocava a suo favore. La sera calò troppo in fretta e le ricerche di Ginevra furono completamente vane.

I primi raggi del sole si posarono sul viso di Morgana che si mosse nel letto ancora assonnata. Un'ombra le passò davanti e lei aprì gli occhi. Vide Gwen già occupata nel suo lavoro e si alzò a sedere sul morbido materasso. Sapeva che sarebbe presto tornata, d'altronde era stata lei a informare Morgause dell'attaccamento di Artù verso la ragazza. La sacerdotessa si era rivolta al suo amante, il quale aveva spedito degli uomini per catturarla e condurla da lui. Una volta lì, l'aveva minacciata di uccidere suo fratello Elyan, che non vedeva da anni, se non gli avrebbe portato Artù entro sette giorni.

《Gwen! Dove sei stata?》la interrogò.

La serva si prese un attimo di riflessione prima di rispondere, mentre teneva tra le mani gli abiti sporchi della sua padrona.

《Scusate, Mia Signora, non stavo bene》mentì, evitando il suo sguardo per non farle destare nessun sospetto.

《Ti senti meglio ora?》insistette lei.

《Molto meglio, grazie》farfugliò Ginevra, mettendo la biancheria nella cesta.

《 Beh, non stancarti. Qualunque cosa tu debba fare, può aspettare》le disse e l'amica annuì.

Afferrò la cesta e lasciò di fretta la stanza. Svoltando un angolo del corridoio, si scontrò con Merlino e l'impatto la fece inciampare sul pavimento.

《Gwen!》esclamò il ragazzo, appena riconobbe l'amica.

Era sorpreso di trovarla al palazzo, dopo essere sparita da Camelot per tutto il giorno precedente, ma allo stesso tempo era anche sollevato. Si chinò al suo fianco, mentre lei raccoglieva alla rinfusa il bucato.

《Ti ho cercata per tutta la città e Artù era molto preoccupato》le spiegò, ma Ginevra evitò di guardarlo in faccia per non scoppiare in lacrime.

Non poteva permetterselo, la vita di suo fratello dipendeva esclusivamente da lei.

《Gentile da parte sua, ma avevo soltanto un raffreddore》lo liquidò, ma lui non le credette.

La sua assenza, così improvvisa e ingiustificata, non poteva essere stata causata da una semplice influenza come lei sosteneva.

《Sono passato da casa tua e non eri lì》la informò e Gwen cominciò a balbettare, non sapendo più che altro inventarsi.

《No, io.. io.. ero...》.

Merlino si accorse solo in quel momento che i suoi polsi avevano dei chiari segni di violenza. La pelle era tutta arrossata come se qualcosa l'avesse stretta fino a renderla nera. Si preoccupò immediatamente e anche Ginevra, ormai sul punto di singhiozzare.

《Chi ti ha fatto questo?》.

《È stato un incidente...》.

《Gwen, guardami!》la incitò in tono serio.

《Non è niente, sto bene》disse tra le lacrime.

Il mago l'accompagnò fino a casa sua e lei gli confessò quello che era successo durante la sua assenza a Camelot.

《Quello che non capisco è come facevano a sapere dei sentimenti di Artù per me》rifletté, mentre Merlino le porse un bicchiere d'acqua e si sedette al suo fianco.

Lui sapeva come, ma non poteva dirlo. C'era solo una persona che avrebbe potuto notarlo, l'unica che bramava alle spalle di Artù e Uther, fingendo lealtà e innocenza: Morgana.

《Si sa che Artù sacrificherebbe la vita per uno dei suoi sudditi. Cenred poteva rapire chiunque》mentì.

《Lo credi veramente?》gli chiese Ginevra poco convinta.

《Ora sei a casa sana e salva insieme ai tuoi amici. Non dovrai affrontarlo da sola》la rassicurò, ma lei si oppose.

《Invece sì, Merlino. È un problema mio, non posso e non voglio coinvolgere Artù》.

《Artù è già coinvolto》ribatté l'amico, ma la ragazza scosse la testa.

《No, se non gli dico niente》.

Merlino cercò di farla ragionare.

《Se Artù fosse nei guai, non vorresti che te ne parlasse?》.

《Sì, lo vorrei》ammise lei, non avendo altra scelta che accettare l'aiuto di Merlino e di Artù.

《Era il castello di Fyrien, ne sono certo. Fyrien era un mercante che costruì il castello sul mare di Meredor come avamposto per le vie commerciali verso l'est, ma quando scoppiò la guerra con Caerleon, il commercio finì e il castello fu abbandonato》spiegò il principe dopo aver ascoltato la testimonianza della sua amata riguardante il luogo dove era stata portata.

Morgana ascoltava il discorso fuori dalla stanza, accostata silenziosamente alla porta.

《Quindi ora è in rovina?》domandò il servo.

《No, è un castello molto solido. Un perfetto nascondiglio per Cenred》rispose Artù.

《Non sembra un luogo dove è facile entrare》appurò il mago.

《Non lo è, sarà molto ben difeso》affermò l'altro.

《Mi dispiace, non dovevo coinvolgervi》intervenne Gwen, ma Artù la tranquillizzò.

《Hai fatto la cosa giusta. Tuo fratello tornerà, te lo prometto》.

《Come fate a esserne sicuro?》gli chiese lei.

《Perché noi andremo a salvarlo》rispose con ovvietà il nobile, lanciando un rapido sguardo al servitore.

《Cosa vuol dire "noi"?》interpellò quest'ultimo, sentendosi preso in causa.

《Noi tre》affermò soltanto lui.

《Cenred vi vuole morto ed è per questo che lo sta facendo》gli fece notare la serva.

《Lo so, lo conosco molto bene. Cenred vuole il trono di Camelot da sempre》affermò lui.

《Allora cadremo sicuramente in una trappola》ipotizzò Merlino, ma Artù cercò di trattenere un sorriso.

《Non necessariamente》fu tutto quello che disse.

Morgana se ne andò e quella notte lasciò il regno per incontrarsi con la sorella nella foresta.

《Va tutto secondo i piani?》volle accertarsi quest'ultima.

《Artù ha abboccato all'esca》confermò lei.

《Quindi vuole salvare il fratello di Ginevra?》.

Morgana annuì.

《Come pensavamo: farebbe qualsiasi cosa per lei》.

《E immagino che venga da solo》proseguì la strega.

《Non userebbe l'esercito per un simile compito, sta venendo con Ginevra e Merlino》rispose la sorella.

《Perfetto, è nelle nostre mani! Quando sarà morto, sarai l'unica figlia di Uther e quando arriverà il momento, prenderai il tuo posto sul trono di Camelot》le espose Morgause.

Morgana non avrebbe mai voluto fare del male al fratello, ma se quello era l'unico modo per prendere possesso del regno e spodestare il loro padre, ebbene sia.

Il mattino seguente...

Prima di partire, Artù doveva giustificare la sua assenza al padre senza destare sospetti. Se avesse scoperto che stava andando ad affrontare Cenred da solo per salvare il fratello della sua amata, non avrebbe di certo approvato.

《Padre!》lo chiamò, entrando nella sala del consiglio.

《Mmh, che c'è?》gli domandò Uther, concentrato a compilare dei documenti.

《Ecco... è un po'... un po' imbarazzante... mi sono fatto coinvolgere in una scommessa e ho perso》spiegò lui.

《Sai che disapprovo il gioco d'azzardo》lo accusò il sovrano.

《Lo so, mi dispiace》si scusò Artù.

《Di quant'è il debito?》chiese Uther.

《Due vestiti di seta oppure della seta per poterci fare due vestiti》fu la risposta di Artù e Uther sollevò lo sguardo verso di lui per la prima volta da quando aveva fatto il suo ingresso affiancato dal servitore.

《Come, scusa? Che tipo di scommessa era?》volle sapere, non capendo e il principe proseguì con le sue menzogne.

《È stata un'idea di Morgana》.

Il re, sentendo nominare la figlia, scoppiò a ridere di gusto.

《Ah, dovevo immaginarlo! Lo sai che non si scommette contro Morgana》lo sbeffeggiò.

《Lo so. Il problema è che quella seta non si trova a Camelot e dovrò allontanarmi dalla città per due giorni》.

Il padre gli diede il consenso.《Io mi sbrigherei. Non farla aspettare o ti strapperà le budella》.

Il figlio lo ringraziò e lasciò la sala insieme a Merlino. Se pensava a tutte le frottole che aveva appena raccontato, gli venne da ridere e anche al suo migliore amico, ma riuscirono entrambi a tenere a freno il loro entusiasmo. Il servo si recò allo studio per preparare la sacca da viaggio.

《Morgana?! Sei sicuro?》gli chiese Gaius dopo averlo aggiornato sugli ultimi eventi.

《È lei che ha dato informazioni a Cenred. Chi poteva sapere dei sentimenti di Artù per Gwen?! Se solo potessi andare da Artù e dirgli tutto quello che so》ribadì lui.

《Ma non puoi! Sarebbe la tua parola contro quella della figlia del re》controbatté il medico.

《Lo so. Ha trovato il suo punto debole》constatò Merlino.

《Artù non può sacrificarsi per il fratello di Ginevra》gli fece notare l'anziano.

《No, certo che no, infatti andiamo a liberarlo》affermò il ragazzo.

《Morgana sa qualcosa di questo?》gli chiese Gaius, ma Merlino scosse la testa, sollevato.

Prese le sue cose e si accinse a lasciare lo studio, ma il medico lo mise in guardia, come faceva solitamente, quando lui doveva andare in missione con Artù.

《Merlino, tieni gli occhi aperti!》.

Il mago si limitò a un semplice sorriso in segno di approvazione e sistemò le borse sulla sella del cavallo.

《Non dimentichi qualcosa?》.

Si voltò in direzione della voce che, purtroppo, conosceva anche fin troppo bene. Morgana e Gwen si stavano avvicinando ai loro destrieri ed entrambe si erano cambiate gli indumenti, indossando qualcosa di più comodo per la partenza.

《No, non credo》parlottò.

《Ma io vengo con voi! Artù non te l'ha detto?》lo provocò la principessa in tono di sfida e Merlino non ne fu affatto felice.

《Non l'ha fatto》ribatté aspramente.

Lei sbuffò e lo superò.

《Per quale motivo viene anche Morgana?》chiese ad Artù, quando lo raggiunse.

《Che differenza c'è per te, scusa?》controbatté quest'ultimo.

Non comprendeva il suo disaccordo in merito all'aggiunta della sorella, anzi, credeva di far loro un favore ora che stavano lasciando Camelot per un paio di giorni ed era liberi di stare insieme senza alcuna costrizione. Merlino desiderava tanto dirgli la verità, ma come gli aveva detto poco prima Gaius, sapeva di non poterlo fare.

《Non credo che sia una buona idea》farfugliò.

《E chi mi guarderà le spalle, Merlino?》lo provocò l'amico.

《Io, perché?》.

A quella risposta Artù rise.

《Andiamo, è più brava lei con la spada di quanto tu potrai mai essere e poi ha insistito》.

Entrambi sapevano bene quanto Morgana fosse brava e tenace nell'ottenere quello che voleva, d'altronde l'ostinazione era la peculiarità dei Pendragon. Artù lo sorpassò e Merlino rimase solo.

《Non ho dubbi su questo》dichiarò a bassa voce, voltandosi indietro a scrutare Morgana che lo stava spiando di nascosto già mentre discuteva con suo fratello.

I loro occhi si incrociarono e lei gli sorrise con uno sguardo vittorioso. I quattro si allontanarono dal regno e si addentrarono nella boscaglia. Per tutto il tragitto Artù e Gwen erano gli unici a chiacchierare tra di loro, mentre Morgana e Merlino, subito dietro di loro, si limitavano soltanto a scambiarsi occhiatacce, specialmente la prima. 

Non apprezzava l'idea di avere il servo vicino dopo che si era ripromessa di stargli lontana il più possibile per non ricadere vittima dei suoi stessi sentimenti. Il fatto di provare ancora qualcosa per lui lo stava odiando perché non voleva provare più nulla nei confronti di nessuno per non soffrire più. Dopo qualche ora il gruppo si fermò per una sosta e ne approfittarono per pranzare. Artù voleva stare qualche minuto da solo con Ginevra, dato che a Camelot si limitavano solo a scambiarsi qualche parola e sorriso per paura che qualcuno potesse scoprirli, ma doveva liberarsi di Merlino.

《Andresti a raccogliere dell'altra legna?》gli chiese.

《Lo sta facendo Morgana》rispose lui, mentre prendeva le borse dalla sella dei cavalli.

Lo sapeva già, ma non accettava di perdere l'unica occasione che aveva per passare del tempo con la sua amata.

《Va' a vedere se sta bene》lo incitò.

Perché Merlino non approfittava della sua gentilezza? Gli aveva concedendo lo stesso privilegio, ma lui sembrava non intenzionato a coglierla seriamente.

《Perché non dovrebbe?》domandò lui, stranito da tutta quella improvvisa apprensione nei confronti della sorella.

Stava benissimo da sola, d'altronde glielo aveva detto molto chiaramente. Non possiamo più vederci! E di certo non aveva nessuna intenzione di discutere con lei come ormai accadeva ogni volta che erano soli. Artù iniziò a perdere la pazienza di fronte alla testardaggine dell'amico.

《Non lo so, forse ci sono dei lupi in questi boschi》.

Merlino continuò a negare.《No, non credo》.

《Merlino!》lo chiamò, cercando di mantenere la calma.

Gli indicò con un cenno del capo Ginevra, ignara di tutto, e lui finalmente capì. 

《Oh, sì, ma certo! I lupi...》farfugliò, abbandonando tutte le cose sul terreno.

Si allontanò da loro e iniziò a cercare Morgana. Anche se era certo che lei non avrebbe gradito la sua vicinanza, almeno per quei due giorni avrebbe dovuto sopportarla. Non sapeva bene dove fosse finita, ma non doveva essere troppo distante. La principessa stava raccogliendo della legna, quando sentì il rumore di rami che si spezzavano.

《Cosa vuoi, Merlino?》gli chiese, quando scorse la sua figura tra gli alberi.

《Mi manda Artù. Voleva assicurarsi che stavi bene》rispose lui.

《È molto premuroso》commentò con sarcasmo, continuando nella sua attività.

《Sì, ci tiene a te, come Gwen. Sono tuoi amici, Morgana, sono sempre stati fedeli con te》insinuò, ma lei lo interruppe.

《Perché mi dici questo?》.

《Come si possa fare del male agli amici, proprio non lo capisco...》ammise e Morgana gli espose un sorriso provocatorio.

《Tu li avveleni gli amici》lo derise e lui chinò il mento.

Anche se non era andata proprio così quel giorno, Morgana glielo avrebbe sempre rinfacciato. Alla fine dei conti, era la verità: Morgana si era fatta avvelenare da lui come scambio per salvare Camelot. Aveva scelto il regno a lei, quindi non si sorprese che lei ce l'avesse ancora con lui.

《E' meglio che rimani fuori dalle cose che non ti riguardano》gli consigliò, ma Merlino non perse coraggio.

《Mi riguardano perché i tuoi amici sono anche i miei amici e farò tutto il possibile per proteggerli》la affrontò, avanzando di qualche passo.

《Non mi aspetto altro》controbatté lei, avvicinandosi a lui.

I due si ritrovarono l'uno davanti all'altra. I loro occhi si studiarono a vicenda, la tensione tra di loro era tangibile persino nell'aria che respiravano.

《Continuerai a odiarmi per sempre?》le chiese con fermezza.

《Sei stato tu a scegliere Camelot e Artù a me》gli ricordò Morgana.

《Sì, è vero, ma non significa che io abbia smesso di tenere a te e a noi》controbatté lui.

《Non c'è nessun 'noi'. Dimentica quello che è successo quattro giorni fa》rimarcò per l'ennesima volta la sua ostinazione a non lasciarsi più coinvolgere dai sentimenti.

Merlino non aveva nessuna intenzione di credere alle sue parole perché erano tossiche come il veleno di un serpente, ma era dell'idea di riuscire a distruggere prima o poi quella corazza di ghiaccio che usava per proteggere il suo cuore dal dolore e dalla sofferenza. Vedeva ancora qualcosa di buono in lei quando si lasciava avvicinare, sfiorare e baciare da lui e ciò lo faceva sperare.

《Io non posso dimenticarlo, come non potrò mai rimpiangere le ultime tre notti che abbiamo passato assieme》si intestardì.

《Voglio solo aiutarti, ma ogni volta che incroci il mio sguardo mi eviti》aggiunse con un timbro di voce più basso, ma allo stesso tempo deciso.

《Io non provo più nulla per te, né ora ne mai》rispose Morgana.

Stufa di quel litigio, gettò con irruenza la legna che teneva in mano sui piedi del servo, il quale si limitò a restare in silenzio, mentre lei lo superava. Ma Merlino non voleva arrendersi, non più con lei.

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Si voltò indietro e la raggiunse alle spalle a grandi passi. La fece girare, tenendola per un braccio, mentre con l'altra mano le afferrò il viso per baciarla. Le sue labbra si schiantarono con forza sulle sue, impedendole di opporsi. La spinse all'indietro, bloccandola contro il tronco del primo albero vicino a loro che trovò. 

Morgana avrebbe dovuto respingerlo, ma al contrario la sua bocca si mosse contro la sua per ricambiare il bacio. Senza staccarsi dalle sue labbra, il mago infilò le mani sotto la cotta di maglia di Morgana, la quale ebbe dei brividi sia per il freddo che per l'eccitazione. La nobile si slacciò la cintura che portava sopra alla calzamaglia, permettendo a Merlino di levargliela dalla testa. Quest'ultimo scese sul collo che baciò e annusò, avvertendo il profumo all'estratto di Ortensia che lei era solita spruzzarsi, mentre le sue mani vagarono tra i seni nudi e la schiena liscia. 

La principessa sollevò la coscia, piegando il ginocchio al livello del fianco del suo amato, il quale si premette di più contro di lei. Avvolse le braccia intorno alle sue spalle, mentre continuavano a divorarsi le labbra a vicenda. Merlino reclinò leggermente il capo all'indietro e Morgana ne approfittò per riprendere fiato.

《Ti voglio!》esalò, accarezzandole la guancia.

Tornò a baciarla, senza dare modo a Morgana di ribattere perché temeva il suo rifiuto, ma quest'ultima non aveva intenzione di fermarlo. Era troppo eccitata e vogliosa di lui che si stava lasciando dominare dalla passione che le bruciava dentro come un fuoco. Merlino la afferrò per le cosce e le avvolse intorno al suo bacino. Morgana non gradiva essere posseduta in quella posizione perché il tronco dell'albero le graffiava la schiena, provocandole dei segni. 

Lo fece distendere sul terreno e salì sopra di lui come segno della sua dominanza. Lo spogliò della giacca marrone, della bandana blu e della camicia rossa, mentre i pantaloni li abbassò quel poco per liberare il suo membro. Si disfò dei suoi e unì le loro intimità, iniziando a muoversi con un ritmo lento. Merlino ansimò dal piacere e le strinse i fianchi per andare incontro ai suoi movimenti. La reale alzò il viso verso il cielo, mentre godeva delle loro spinte coordinate. 

Ormai il servo era diventato esperto dal punto di vista sessuale e si agitava sotto di lei con più forza ed enfasi. Il ragazzo sollevò la schiena dal terreno e invertì bruscamente le loro posizioni. Afferrò la gamba della principessa e la bloccò con il braccio per spingersi più in profondità dentro di lei. La baciò rapidamente sulla bocca per poi scendere lungo il mento fino ai seni. Morgana inarcò la schiena e gemette più forte per il piacere misto a un leggero dolore. 

Quando il servo aumentò il ritmo delle sue spinte, rendendole più vigorose, lei dovette aggrapparsi con le unghie alla schiena di lui. Stava iniziando a sudare, la sua pelle chiara brillava leggermente alla luce del sole che filtrava tra le chiome degli alberi. Merlino si lasciò sfuggire un ringhio, stava per arrivare al culmine. Accelerò ancora di più e il corpo della sua amata venne scosso avanti e indietro.

《Sto venendo...》la avvisò con voce roca e Morgana fece una cosa che non aveva mai fatto con lui durante i loro rapporti: lo spinse bruscamente all'indietro e Merlino si ritrovò con la schiena sbattuta contro il terreno.

L'eccitazione che manteneva eretto il suo membro scomparve e l'adrenalina che alimentava le sue vene rimase insoddisfatta, non essendosi liberato dentro di lei. Grugnì per la frustrazione del momento e si alzò in piedi per rivestirsi. Diede una rapida occhiata a Morgana che era ancora distesa sul suolo per riprendersi dal mancato orgasmo. Non seppe perché l'aveva fatto, ma per una volta non voleva portare a termine il loro atto sessuale. Era furiosa con sé stessa perché ancora una volta era stata incoerente con le sue decisioni, stava ormai cedendo sempre più spesso a Merlino, non che lo volesse in fondo al suo cuore. 

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Allungò la mano per afferrare i vestiti, mentre il servo prese la legna. La principessa avanzò spedita per tornare da Artù e Ginevra e Merlino la seguì, mantenendo una certa distanza fisica oltre che emotiva. Il sesso che avevano condiviso era solo stato un bisogno carnale e un modo per sfogarsi l'uno contro l'altra. Non era amore e Merlino lo sapeva bene. Quando il principe e la serva si accorsero della loro presenza, si allontanarono bruscamente, fingendo indifferenza. 

Erano sul punto di baciarsi, ma l'arrivo di Morgana li aveva interrotti appena in tempo. Quest'ultima aveva notato la loro vicinanza, ma fece finta di nulla e Merlino li raggiunse. Artù, che aveva tenuto il capo chino per l'imbarazzo, sollevò lo sguardo e solo allora si accorse dello stato in cui si trovavano sia lui che sua sorella. Al contrario di lui e Ginevra che non erano riusciti neanche a darsi un bacio, loro due si erano dati da fare nell'attesa.

《Che c'è?》domandò il mago, non capendo per quale motivo il principe lo stesse fissando male.

《Perché avete i capelli sfatti?》diede voce quest'ultimo alla sua curiosità.

《Ehm... colpa dei rami》farfugliò Merlino con un certo timore per la sua reazione.

《Certo! E le foglie tra i capelli di Morgana?》proseguì lui, indicando con un dito la sorella.

La sua treccia era leggermente scompigliata e alcune ciocche erano sfuggite dall'acconciatura. Morgana si tolse la foglia secca e Artù si limitò a incenerire con lo sguardo il suo migliore amico. Va bene approfittare della sua gentilezza per restare solo con Morgana, ma di certo non intendeva dire di chiavarla nel bel mezzo della foresta, per giunta a poca distanza da lui.

《Cenred ha scelto bene il suo nascondiglio. Il castello di Fyrien dà le spalle al mare, sarà pieno di guardie e le vedette ci avvisteranno molto prima di raggiungere le porte, quindi non possiamo entrare da lì》prese parola mentre pranzavano intorno al fuoco che aveva acceso per cucinare il cibo.

《Davvero non c'è un'altra via?》intervenne la sorella e Merlino si schiarì la gola.

Non voleva che Morgana scoprisse le loro intenzioni perché era sicuro che lei, poi, avrebbe avvisato la sorella di nascosto, ma non poteva fare nulla per fermarla.

《Sì, ce n'è una. Quando Caerleon fu sconfitto da mio padre nella battaglia di Denaria, si ritirò nel castello di Fyrien. Sembrò che la vittoria ci fosse stata negata, ma mio padre sapeva di un labirinto segreto sotto al castello. Fryen era avido e, per evitare le tasse di Camelot, fece scavare delle gallerie dal castello fino al mare, così poteva introdurre delle merci nel regno di nascosto》espose il biondo.

《Avete sorpreso Caerleon, usando le gallerie》intuì Morgana che lo ascoltava con attenzione.

《Non ci ha neanche visto arrivare e, così, sarà con Cenred》affermò il fratello e lei gli sorrise.

Merlino si grattò il mento dal nervosismo. Ora Morgana sapeva del loro piano e nulla l'avrebbe fermata nel rivelarlo dai suoi alleati. Quella stessa notte, infatti, la principessa si allontanò dal gruppo, approfittando della loro sonnolenza, per avvertire la sorella, del tutto ignara dell'esistenza di gallerie sotto il castello. Morgana non conosceva l'entrata segreta per accedervi e la sacerdotessa le affidò un anello con incastonate delle minuscole pietre ambrate che stregò con la sua magia. Quel oggetto avrebbe fatto da guida agli uomini di Cenred per tendere una trappola ad Artù, evitando così l'attacco a sorpresa che aveva in mente il principe. 

Morgana lo prese, nascondendo dentro la manica della calzamaglia e, senza salutare la sorella, tornò dal suo gruppo. Omise di dirle quello che era successo poche ore prima con Merlino, anche perché non era rilevante. I suoi amici dormivano profondamente e lei si coricò subito per non destare sospetti. A sua insaputa, però, Merlino era l'unico rimasto sveglio, avendo sentito la sua amata sgattaiolare di nascosto nel cuore della notte. Non l'aveva seguita, ma era certo che lei avesse incontrato la sorellastra.

Appena sorse il sole, il gruppo riprese la marcia. Ognuno raccolse le proprie cose e le caricò sui cavalli. Merlino non aveva chiuso occhio la notte scorsa, continuava a chiedersi con chi si fosse vista Morgana. Lanciò una rapida occhiata alla principessa poco distante da lui, impegnata a sistemare la sella del suo destriero. La curiosità ebbe la meglio.

《Problemi a dormire?》.

La nobile si voltò verso di lui e lo squadrò male.

《Chiudi il becco!》lo mise a tacere.

Durante il viaggio Merlino non perdeva mai di vista Morgana, controllando i suoi spostamenti ossessivamente e dall'altro canto Morgana cercava di distaccarsi dal gruppo per indicare la loro posizione alla sorella. Un serpente sbucò tra la folta vegetazione e sibilò contro il cavallo di Morgana, il quale, impennò per la paura, facendo cadere la principessa dalla sella. Merlino, udendo il suo urlo, fu il primo a scendere dall'animale per accorrere verso di lei.

《Stai bene?》le chiese, inginocchiandosi al suo fianco.

Gli altri li raggiunsero.

《La gamba!》esclamò lei in tono sofferente con qualche difficoltà a rialzarsi.

《Puoi camminare?》si premurò il fratello e Merlino si interpose.

《No, è la caviglia, non può》.

《Non abbiamo tanto tempo》constatò Artù.

《Non possiamo lasciarla qui》ribadì Gwen.

《Va bene, posso continuare》cercò di rassicurarli Morgana, issandosi in piedi.

《No, non puoi! Poi sarà peggio》insistette Merlino.

《Ho detto che sto bene》ripeté lei in tono duro, togliendosi malamente la presa di lui dal suo braccio.

Artù si accorse della strana rivalità tra i due. Si scrutavano negli occhi con odio, soprattutto sua sorella, ma non potevano perdere tempo.

《Sei fortunata, riesci a stare in piedi》osservò e la sorella annuì per tranquillizzarlo.

《Andiamo!》comandò.

Morgana accennò un passo, ma ebbe un debole capogiro e il fratello la sostenne tra le sue braccia.

《Stai bene?》le sussurrò in tono dolce.

《Sì》rispose lei, affermando con la testa.

Il gruppo riprese il cammino, giungendo finalmente a destinazione. Appena usciti dalla foresta, in lontananza si stagliava il mare e tra gli scogli rocciosi il castello in rovina. Scesero dai cavalli e si avviarono verso la riva con particolare meticolosità per non farsi scoprire. Merlino tentò di far desistere Artù nel prendere le gallerie, ma quest'ultimo non gli diede ascolto. Poco prima di entrare, Morgana posizionò l'anello su un masso che produsse del fumo ambrato. Le grotte erano silenziose, buie e ricoperte di fitte ragnatele, indice che nessuno era stato lì di recente. Artù accese un paio di torce per illuminare l'ambiente lugubre, trovando i resti dell'ultima battaglia di Caerleon. Ossa e cadaveri umani giacevano sul suolo tra spade e altre armi da combattimento. 

Avanzarono, ma il principe avvertì dei rumori sospetti. Ordinò al gruppo di fare silenzio e i rumori divennero più intensi e udibili. Provò a tornare indietro, ma le ombre dei nemici si avvicinarono. Artù estrasse la spada e Morgana lo imitò, mentre gli uomini di Cenred li circondarono. Tentarono di ribellarsi, ma uno dei sicari minacciò Ginevra alla gola con la sua spada e il principe fu costretto a gettare l'arma. Furono catturati e trascinati dentro il castello con la forza. Lì vennero fatti inginocchiare davanti a Cenred.

《Bene, bene, Artù Pendragon! Gentile da parte tua farmi visita e vedo che hai portato degli amici con te. Persino Lady Morgana》disse quest'ultimo, chinandosi sulla principessa.

Allungò la mano per sfiorarle il viso, ma lei si ritrasse. Era vero che erano dalla stessa parte, ma Morgana vedeva Cenred solo come l'amante di sua sorella e un ottimo alleato per i suoi scopi. Non desiderava averlo intorno, se non lo stretto necessario.

《Non mi alitare addosso, maiale!》lo minacciò con un'espressione disgustata.

L'uomo sorrise e alzò il mento, indicandole con lo sguardo la direzione da seguire. Quando lei lo fece, si accorse della presenza di Morgause che li stava spiando in un angolo nascosto della sala. I loro occhi si incrociarono per un istante e la strega le accennò un sorriso.

《È me che vuoi, Cenred. Lasciali!》intervenne Artù.

《Sarebbe la cosa giusta da fare, ma la giustizia è per gli stolti. Portateli via!》ordinò lui, ma il principe si oppose.

《Non farli del male, sono innocenti》gli sbraitò contro.

《Innocenti?! Nessuno amico di Camelot è innocente》ribatté il sovrano e le sentinelle li condussero alle prigioni.

Gwen fu rinchiusa con Elyan e i due ebbero una piccola discussione, dove la donna si fece scappare il nome di Artù. Il fratello si incupì nel sentirlo, specialmente perché quel nome era associato a un principe. Non comprese il motivo per cui un nobile di alto rango come lui rischiasse la vita solo per aiutare una serva, ma intuì facilmente che tra i due c'era qualcosa di importante e serio e ne fu felice. Ma Ginevra continuava a essere arrabbiata nei suoi confronti perché in quattro anni che i due non si vedevano, lui non l'aveva mai contattata. E quando il loro padre era morto un anno fa, lei si era sentita ancora più abbandonata di prima.

Intanto, Morgana venne ricondotta dagli uomini di Cenred nella sala in cui aveva messo piede poco prima. Non si sentiva affatto bene e le loro maniere sudice avevano solo peggiorato il suo malessere. In realtà stava già male prima ancora della partenza e il viaggio l'aveva spossata ancora di più.

《Sorella, sei illesa, mi auguro》si premurò Morgause, avvicinandosi a lei per prenderle le mani in segno di affetto.

《Non grazie ai tuoi uomini》ribadì lei, rivolgendo uno sguardo di disapprovazione a Cenred.

《Perdonami, Morgana, ma devo mantenere le apparenze》rispose lui con noncuranza.

《Cosa ne hai fatto di Artù?》domandò alla sorella.

《È rinchiuso nelle segrete》rispose quest'ultima.

《Perché?》proseguì Morgana.

《Il principe conosce le difese di Camelot meglio di chiunque altro》le spiegò la strega, ma lei scosse la testa.

《Artù non vi dirà mai niente》le fece notare, ma Morgause rivolse un'occhiata al suo amante.

《Cenred ha i suoi metodi》alluse e quest'ultimo accennò un sorriso maligno.

Merlino e Artù furono imprigionati insieme e il principe sapeva bene che Cenred li teneva in vita solo con lo scopo di avere delle informazioni con o senza la forza. Tuttavia, aveva un piano per uscire dalla cella e i due riuscirono nell'intento. Si aggirarono furtivi tra i corridoi e, dopo aver battuto l'uomo di guardia, si riunirono con Gwen ed Elayn.

《State bene?》chiese loro il principe e i due fratelli annuirono.

Il biondo si guardò attorno, notando l'assenza della sorella.

《Dov'è Morgana?》domandò.

《Non era con voi?》postulò Gwen e Merlino ebbe il brutto presentimento che lei fosse con Morgause e Cenred.

《Dobbiamo cercarla, andiamo! Merlino, vai con Ginevra ed Elyan e proteggili con la tua vita. Quando arrivate ai cavalli, andate a Camelot e non aspettatemi. Io vado a cercare Morgana》ordinò Artù, ma Merlino si oppose.

《No, non dovete, è pericoloso!》.

《Non me ne vado senza di lei》si intestardì l'amico, tornando sui suoi passi.

Merlino volle seguirlo. Artù non poteva farcela da solo contro Cenred e Morgause. Contro Cenred, forse ce l'avrebbe fatta, ma sicuramente non contro Morgause. Lui aveva solo una spada, mentre la sacerdotessa possedeva un potere che andava oltre alla normalità.

《Elyan, tu pensa a Gwen, io vado con lui》disse ai due fratelli.

Ginevra si sentì più sollevata, sapendo che Artù non sarebbe stato solo, ma era comunque preoccupata per entrambi.

《Buona fortuna》gli augurò.

《Anche a voi》ricambiò lui e i tre si separarono.

Le campane d'allarme suonarono, informando Cenred, Morgause e Morgana della fuga di Artù e dei suoi amici. Le sentinelle si mobilitarono alla ricerca dei prigionieri e il principe riuscì a raggiungere la sala, sconfiggendo le due guardie all'ingresso. Irruppe nella stanza, trovando Cenred alle spalle della sorella che teneva ancorata a sé con la spada contro la sua gola.

《Non ti avvicinare!》gli intimò l'uomo con un sorriso di scherno.

《Ti prego!》recitò Morgana con voce supplichevole e Cenred la strinse ancora di più a sé in segno di avvertimento.

Artù misurò i suoi passi, avanzando con lentezza e attenzione.

《Un altro passo e lei muore. Ora metti giù la tua spada!》gli ordinò Cenred, ma il biondo esitò, non volendo arrendersi.

《Fai come dice》intervenne Morgause, avvicinandosi a loro.

Gli occhi di Artù si concentrarono sulla strega, la quale lesse il suo stupore.

《Mi sembri sorpreso》constatò, alzando le sopracciglia, ma il principe si ricompose.

《Niente affatto, so di cosa sei capace》.

Cenred indietreggiò, portando con sé Morgana e Artù impugnò la spada per prepararsi all'attacco di Morgause. Merlino raggiunse la sala in quel momento, ma rimase nascosto dietro il muro.

《Oh, Artù, non ne hai la minima idea》disse la sacerdotessa, evocando con un gesto della mano un tornado di fuoco magico.

Distese il braccio in avanti per indirizzare il turbine dalle fiamme rosse verso Artù e Merlino pronunciò un incantesimo. La sua magia contrastò il ciclone della sacerdotessa, il quale si disintegrò in un boato che fece balzare tutti i presenti all'indietro, compreso lo stesso Merlino. Alcuni cocci del muro cedettero e Artù si rialzò, ancora scosso dalla caduta. Anche Morgana si ridestò e notò che sua sorella e Cenred giacevano inerti sul pavimento. 

Il fratello la aiutò a rialzarsi in piedi e Merlino fece la sua comparsa. Morgana vide Morgause muovere la testa. Era preoccupata per il suo stato di salute e in quel momento avrebbe voluto avvicinarsi a lei e rassicurarla che sarebbe andato tutto bene. Si sentì tirare il braccio da Merlino che la trascinò contro la sua volontà fuori dal castello.

《Non posso proseguire! La mia caviglia...》tentò di opporsi, non volendo abbandonare la sua sorella in quello stato.

《Morgana, andiamo!》ribatté lui, obbligandola a proseguire con la forza, ma lei era irremovibile.

《Che succede?》li raggiunse il principe alle spalle.

《La mia caviglia》rispose la principessa, simulando qualche gemito di dolore.

Non c'era tempo! Artù fece la prima cosa che gli venne in mente: si chinò, afferrando per le gambe la sorella e la poggiò sulla sua spalla.

《Che stai facendo?!》gli urlò contro lei.

《Quello che devo e non piace neanche a me. Andiamo, Merlino!》si giustificò, avanzando di corsa.

Lasciarono le gallerie, si allontanarono dalla riva del mare e si addentrarono nella foresta. Artù ed Elyan li raggiunsero e i quattro si riunirono. Morgana stava sempre peggio di salute e un senso di vomito le attraversò lo stomaco. Fortunatamente il principe la depositò a terra prima che quel senso fosse del tutto irreversibile e si rivolse al resto del gruppo.

《Non vi avevo detto di andare a Camelot?》.

《Sarete un principe, ma non faccio sempre quello che mi ordinate》rispose la sua amata.

Due mercenari li sorpresero alle spalle, attaccando Artù ed Elyan, il quale si mostrò subito molto agile a combattere. Il principe si congratulò con lui e il moro gli disse che aveva imparato con la pratica. Ginevra tirò un sospiro di sollievo e il gruppo recuperò i cavalli per tornare, finalmente, a casa. Sulla via del ritorno Merlino condivise il cavallo con Morgana, mentre quello della principessa venne prestato a Elyan.

《Che cosa volevano da te?》domandò Artù alla sorella.

《Volevano ottenere delle informazioni, ma non li ho detto nulla》mentì quest'ultima.

Era esausta e non vedeva l'ora di rientrare al palazzo solo per lavarsi e coricarsi nel letto.

《Questo è quello che Cenred non capirà mai: Camelot è costruita sulla fiducia e sulla lealtà e non verremo mai sconfitti, se continueremo a credere in questi ideali》spiegò il principe.

Morgana gli sorrise fintamente, mentre Merlino rifletté sulle sue parole. Artù aveva ragione, ma il mago sapeva che fino a quando Morgana sarebbe stata dalla parte del male e dell'oscurità, lui non avrebbe dovuto più fidarsi di lei.

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