LVII
In questo capitolo sono presenti scene sessuali esplicite, contrassegnate all'inizio e alla fine da una riga in grassetto con questo simbolo ☆
Se siete sensibili e non volete leggere tali tematiche, scorrete avanti.
Buona lettura!
♡♡♡♡♡♡♡♡♡♡♡♡♡♡
Se essere il servitore del principe Artù Pendragon fosse un onore e un privilegio, per Merlino, invece, significava solo pericolo e guai in qualsiasi evenienza. Proprio come quella mattina che stavano correndo a perdifiato nella foresta senza una precisa meta per scappare da una banda di mercenari armati alle loro spalle. Durante la fuga i due cercarono di nascondersi, sfruttando la fitta vegetazione a loro vantaggio, ma quando si convinsero che i nemici non li inseguivano più, ecco che questi ricomparvero.
Ripresero la corsa e Artù indicò il percorso da prendere al servo. Merlino si fermò di colpo, quando vide la zona dove si stavano addentrando. Un cattivo presagio lo mantenne bloccato al suolo, quel luogo emanava magia e maledizioni. Esitò in un primo momento, ma la vicinanza degli uomini lo costrinse a seguire il principe.
《Che posto è questo?》trovò il coraggio di chiedere, mentre camminavano.
《La Valle dei Re Caduti》illustrò Artù.
Il mago aveva già sentito nominare tale posto e non in modo positivo.
《È maledetta?》domandò.
《No, se non sei superstizioso》rispose il biondo.
《Quindi lo è》appurò Merlino.
《È solo un mito. Non avranno il coraggio di seguirci qui dentro》ribatté il principe, ma al contrario di ciò che lui pensava, i loro inseguitori erano proprio dietro l'angolo, per nulla intimoriti.
Una freccia colpì Artù alla schiena, il quale rovistò al suolo. Il servo si inginocchiò per avvolgere il braccio del padrone intorno al suo collo e trascinarlo via, ma era troppo pesante e, come se non bastasse, era anche svenuto. Fortunatamente Merlino riuscì a trovare un nascondiglio per far perdere le loro tracce ai nemici. Una volta accurato di essere entrambi al sicuro, provò a pronunciare un paio di incantesimi di guarigione, i quali fallirono perché Artù, pallido e sudato in viso, non diede il minimo segno di vita.
I minuti passarono e il mago iniziò a perdere la speranza di poter uscire da quel bosco. Non aveva la minima idea di come curare il principe che stava iniziando a perdere sangue, tutti gli incantesimi che conosceva si erano rivelati inutili e i banditi si aggiravano ancora nei paraggi. Tornare a Camelot in quella situazione era impossibile.
《Dimmi, perché sei triste?》una voce spezzò il silenzio e il servo sollevò lo sguardo.
Un uomo era davanti a lui che lo fissava. Come aveva fatto a comparire dal nulla? Come era riuscito a sfuggire ai mercenari? Sembrava avere una certa età, a giudicare dai capelli e dalla barba bianchi.
《Il mio amico sta morendo e non posso aiutarlo》farfugliò.
《Ti assicuro che il suo tempo di morire non è arrivato》riferì lo sconosciuto enigmaticamente.
《Non avere paura, il mio nome è Taliesin》si presentò, mentre si avvicinava al principe.
《Io sono...》iniziò a dire il giovane, ma l'anziano gli impedì di finire la frase.
《So chi sei tu. Il nostro incontro è stato scritto molti, molti anni fa. Tu sei Merlino》.
Pronunciò un incantesimo sconosciuto a Merlino, il quale lo osservò in disparte. Subito la pelle di Artù riprese il suo solito colorito e il principe mugolò e si mosse nel sonno.
《Tra qualche ora si sarà rimesso》dichiarò Taliesin.
《Ti mostro qualcosa, Merlino》accennò in seguito, iniziando a camminare lungo un sentiero.
《Cosa?》gli domandò il ragazzo alle spalle.
《Aspetta e vedrai!》rispose lui e Merlino lo seguì.
《Dove stiamo andando? Perché mi avete portato qui?》lo interrogò, quando giunsero davanti l'entrata di una caverna.
《A tempo debito saprai tutto》gli assicurò il vecchio, invitandolo a entrare per primo.
Il mago obbedì e i due si addentrarono nella grotta. Merlino si ritrovò completamente circondato da cristalli e si perse a contemplarli, meravigliato.
《Che posto è questo?》volle sapere.
《Qui è dove è nata la magia: la caverna di cristallo》enunciò Taliesin.
Ovunque si voltasse e in ogni angolo vi era un cristallo bianco e trasparente. Il moro si sentì attirato dal loro potere che, quando si voltò verso uno di essi, delle scene apparvero sulle sue superfici levigate. Vide la sala del consiglio dove al centro sedeva Morgana con una corona sopra il capo. Si girò di scatto, non volendo continuare a guardare. Riconosceva quel potere e i suoi effetti devastanti.
《Che hai visto?》gli domandò l'anziano.
《Immagini e lampi. Ho già visto qualcosa di molto simile nel cristallo di Neahtid》spiegò lui.
《Questo perché il cristallo di Neahtid è stato estratto da questa grotta. Guarda i cristalli e avrai delle rivelazioni》affermò Taliesin.
Merlino non aveva bei ricordi di quello che accadde con il cristallo di Neahtid e non volle ripetere la stessa esperienza. Conoscere un frammento del futuro era un peso troppo grande e troppo difficile da sopportare per lui.
《No, portatemi fuori di qui! Come faccio a tornare da Artù?》obiettò.
《Il futuro è un mistero, salvo per pochi. Tu sei uno di quelli》gli confidò l'uomo.
《No, io ho già vissuto tutto questo》si oppose Merlino.
《Forse c'è un motivo per cui sei stato portato qui in questo momento》lo incitò Taliesin.
《E quale sarebbe?》chiese lui.
《I cristalli lo sanno. Contengono eventi futuri e riveleranno segreti per tua conoscenza e tua soltanto. Guarda dentro di loro attentamente e usa ciò che vedrai per il bene》gli raccomandò il vecchio, ma Merlino scosse la testa.
Riluttante e senza via di fuga, fu costretto a guardare, seppur contro la sua volontà. Se conoscere il futuro, lo avrebbe aiutato a giocare di anticipo e a proteggere Artù, allora era disposto a rischiare. Si voltò verso il cristallo e si impresse nella memoria le scene che vide: Morgana con il suo cavallo bianco, lei con un pugnale in mano, la sua figura nascosta in un mantello rosso che vagava per i corridoi del palazzo nel cuore della notte, gocce di un liquido rosso che colavano da delle dita e si depositavano sul pavimento, sé stesso che urlava, circondato dalle fiamme e, infine, Morgana che estraeva il pugnale dalla cintura e conficcava la lama nel corpo di Uther.
Fu troppo per lui che cadde in ginocchio, inerte, e si prese la testa tra le mani. Quello che, ormai, aveva visto l'avrebbe tormentato nelle successive ore fino a condurlo all'esasperazione, esattamente come accadde la prima volta con il cristallo di Neahtid. Si accorse di essere completamente solo, Taliesin era scomparso con la stessa furtività di quando era apparso. Tornò da Artù e in attesa del suo risveglio iniziò a riflettere ossessivamente su ciò che aveva visto. I cristalli volevano avvertirlo sul fatto che Morgana avrebbe tentato di assassinare suo padre, ma stava a lui decidere se lasciar scorrere il futuro o provare a ostacolarlo. Cosa avrebbe dovuto fare? Essere dalla parte di Morgana oppure contro? Come faceva a usare quelle rivelazioni per il bene, se nemmeno lui stesso sapeva cosa fosse bene e cosa male?
Il principe, finalmente, si ridestò e i due ripresero subito il cammino con particolare esigenza e fretta da parte del servitore. Uscirono dalla foresta e iniziarono a camminare all'aperto, attraversando campi di grano. Artù tentò di conservare con l'amico dato che, da quando si era ripreso, quest'ultimo era stranamente serio e cupo.
《Hai detto che avevo una freccia nella schiena. Come mai sono soltanto indolenzito?》.
Merlino riuscì a fornire facilmente una versione della verità abbastanza credibile.
《La freccia non vi ha trapassato la corazza, siete caduto e avete perso i sensi》.
Il nobile non ricordava nulla di quello che era successo, ma scelse di fidarsi. Provò a persuadere Merlino a parlare e a confidarsi, ma lui era irremovibile e fermo.
《È successo qualcosa che non vuoi dirmi?》.
《No》.
《Mi mancano le tue chiacchiere, Merlino》ritentò Artù.
《Le state rimpiazzando con le vostre》ribatté il moro e il principe cambiò strategia.
《Va bene! Di solito non dico queste cose, ma hai fatto un buon lavoro》.
Silenzio tombale da parte dell'amico. Merlino che rifiutava un complimento, quello sì che era strano.
《Forse dovrei darti una qualche ricompensa. Che vuoi?》insistette.
《Pace e silenzio》fu la risposta definitiva del servo e Artù si arrese.
Una volta arrivati a Camelot, i due si recarono nella sala del consiglio dove il principe fece rapporto al padre.
《Probabilmente i banditi hanno una roccaforte sulle montagne bianche. Non so come siamo riusciti a fuggire, ma parte del merito va al mio servitore Merlino》.
Gwen allungò la mano per toccare il braccio dell'amico in segno di fierezza e il ragazzo si ridestò solo in quel momento. Era talmente perso nelle sue riflessioni da non sentire minimamente quello di cui si parlava. Nella sala erano presenti anche Gaius, Morgana e la corte. Merlino cercò in tutti i modi di evitare qualsiasi contatto visivo con la principessa, in quanto non aveva il coraggio di affrontare quegli occhi grigio-verdi che nel giro di poche ore avrebbe decretato la morte di Uther Pendragon.
《Voglio che quegli uomini siano consegnati alla giustizia》ordinò il re.
《Certo, padre》affermò il figlio.
《Abbiamo temuto che potessi perdere il compleanno di Morgana》rivelò Uther.
《Ci vuole ben altro per farmi perdere una tale festa》rispose Artù, rivolgendo un sorriso alla sorella, la quale ricambiò.
《Domani sarà una grande serata》annunciò il padre, mentre tutti i presenti, compresa la famiglia reale, liberarono la sala.
Merlino non sapeva che il compleanno di Morgana fosse alle porte, d'altronde lei non aveva mai avuto modo di dirglielo. Ma la verità era che aveva ben altro a cui pensare e quella stessa sera, all'ora di cena, si confidò con il suo maestro.
《Non riesco a togliermi quella visione dalla testa》ammise, mentre si massaggiava la fronte per provare a calmare il mal di testa.
《Sei stato molto fortunato ad aver visto la caverna di cristallo. Già prima della Grande Epurazione i maghi ne parlavano con riverenza》spiegò Gaius.
《Chi è l'uomo che mi ha condotto lì?》domandò il mago.
《Chi era! È morto più o meno trecento anni or sono. Taliesin era un saggio al servizio degli antichi re e si narra che la caverna di cristallo fosse la fonte delle sue profezie》illustro l'anziano.
Come era possibile, allora, che Merlino l'avesse visto solo qualche ora prima? Era un uomo in carne e ossa, camminava, parlava e respirava come un normale essere umano.
《Mi ha detto che sono stato portato lì nella caverna in quel preciso momento per un motivo. Deve significare che gli eventi che ho visto sono imminenti: Morgana ucciderà Uther》meditò il moro.
《Merlino, devi fare attenzione! I cristalli sono ingannatori e ciò che hai visto potrebbe non essere ciò che sembra》lo avvisò Gaius.
《Non faccio niente?》domandò lui.
《Nulla ti fa pensare che quello che hai visto sia imminente, vero?》lo fece ragionare.
《No》rispose Merlino, pensandoci per un secondo.
《Quindi, puoi anche mangiare la tua zuppa. Coraggio, su, mangia!》gli intimò lo zio.
《Avete ragione》affermò lui.
Non aveva molta fame, a essere sincero, tuttavia si sforzò di mandare giù qualcosa per poter affrontare il giorno seguente.
Come ogni mattina si recò nelle stanze del principe per portare la colazione e si sorprese di trovare Artù già in piedi.
《Già sveglio?!》esclamò.
《È il compleanno di Morgana, devo farle un regalo》si giustificò il nobile, mentre Merlino poggiava il vassoio sul tavolo.
《Che le regalate?》si incuriosì quest'ultimo.
《Ah, è un segreto!》negò l'amico.
《Andiamo, potete dirmelo》cercò di convincerlo lui.
《Un pugnale》confessò Artù e Merlino si accigliò immediatamente.
Un pugnale? La visione dell'arma che aveva intravisto nei cristalli il giorno prima tornò a tormentarlo. Era particolarmente teso e nervoso, ma per il momento nessuna delle visioni si era concretizzata davanti ai suoi occhi. Lasciò il palazzo e scese la gradinata, quando la presenza di Morgana nel cortile attirò la sua attenzione. Era in compagnia del suo cavallo bianco che stava accarezzando e accudendo. Il cuore di Merlino iniziò a battere inspiegabilmente nell'osservare entrambi. Quella scena era la prima di una serie di visioni: stesso destriero bianco dalla criniera ondulata e stessa principessa con indosso l'abito viola porpora, esattamente come nel cristallo. No, non poteva essere una semplice coincidenza!
Lei si accorse dello sguardo del servo, ma prima ancora che potesse ricambiare in qualche modo, lui si diresse di corsa allo studio. Morgana pensò che Merlino si comportava in modo strano con lei perché negli ultimi giorni era diventato sfuggente. Non sapeva cosa gli prendesse ultimamente, in realtà sperava che la loro ultima notte insieme potesse riavvicinarli e, invece, i due sembravano più distanti di prima. Si ritrovava spesso a riflettere a quella sera e a chiedersi se anche per lui si era trattato solo di semplice sesso. Aveva garantito a Morgause che non si sarebbe lasciata distrarre da Merlino, eppure aveva già ceduto a lui baciandolo due giorni dopo il suo rientro a casa. Avrebbe dovuto comportarsi in maniera neutrale con lui, ignorandolo e trattandolo male, ma quella notte si era sentita bene e finalmente serena. Non le aveva neanche fatto gli auguri di compleanno, ma forse quella sera lui avrebbe rimediato.
《Sta succedendo! Il futuro che ho visto è cominciato!》si fece prendere dal panico il ragazzo, appena varcò la porta.
《Calmati ora, Merlino》provò a tranquillizzarlo Gaius, distogliendo l'attenzione dai fogli che stava leggendo fino a qualche secondo fa.
《Ho appena visto Morgana con un cavallo proprio come ho visto nei cristalli. Era la stessa immagine》lo avvertì il servitore.
《Le piace cavalcare e non è strano vederla con un cavallo》ribatté lui e Merlino non riuscì a credere che il medico fosse così tranquillo, a differenza sua.
《Non è la sola cosa: il regalo di Artù per Morgana è un pugnale》proseguì.
《Merlino, tu stai esagerando! Potrebbe essere un pugnale qualunque e per la visione di Morgana con un cavallo non è una visione rara da considerarsi come portatrice di morte》illustrò Gaius e Merlino annuì debolmente.
Era ancora parecchio agitato e scosso, ma era meglio che si desse una calmata se non voleva impazzire completamente. Decise di rilassare i nervi tesi, almeno per il momento. Riprese il lavoro e tornò nelle stanze di Artù.
《Merlino, hai lavato i miei abiti per la festa?》gli chiese il principe, appena varcò la soglia.
Il servo si ricordò solo in quell'istante che Artù lo aveva incaricato di fargli il bucato, ma con la questione delle visioni che lo affliggeva, se n'era completamente dimenticato.
《Ah, no》farfugliò.
《Bene! Allora, puoi cominciare a stirare le vesti, a pulire le camicie e lustrarmi gli stivali》comandò il nobile, lanciandogli addosso mantelli, abiti e scarpe.
Merlino si accorse che di fronte ad Artù, sul tavolo, c'era un cofanetto e la curiosità di sapere cosa ci fosse al suo interno si fece evidente nei suoi occhi. Il biondo notò subito il suo sguardo indagatore e gli confermò che si trattava proprio del regalo per la sorella.
《Che ne pensi?》gli chiese il suo parere, avvicinandosi a lui per mostrandogli il pugnale.
Merlino ebbe quasi timore di vederlo, ma quando lo fece, rimase sorpreso. Non era il pugnale decorato e appariscente delle visioni, quello che aveva davanti era un semplice e banalissimo coltello. Forse anche troppo insignificante da regalare a una donna.
《Bello, non trovi? Senti come è bilanciato e quanto è affilata la lama》lo incitò Artù e lui lo prese in mano.
Voleva assicurarsi che il pugnale che stava vedendo, era reale e concreto e non frutto di qualche sua possibile allucinazione. Era solo un comune coltello. Un peso indescrivibile scivolò dalle sue spalle e lui si sentì molto più tranquillo e spensierato. Dovette ricredersi fino a poco fa, Gaius aveva ragione. Sospirò di felicità e annuì in segno di approvazione.
《È proprio ciò che ogni donna vorrebbe, no?》commentò ironicamente, girandosi l'oggetto tra le dita.
Se fosse stato in lui, non avrebbe mai regalato un misero pugnale a una principessa. Non che fosse un sapiente in fatto di donne, ma lui aveva sempre donato fiori e parole dolci a Morgana e lei si era dimostrata contenta di quelle piccole e semplici dimostrazioni d'affetto.
《Che vuoi dire?》chiese Artù con un tono leggermente offeso, riprendendosi il suo regalo.
《Non sono un esperto, ma le donne non amano le cose che brillano?》gli fece intuire l'amico, allontanandosi da lui per dedicarsi alle sue faccende.
Artù rimase impalato a fissare il pugnale che teneva in mano. Forse il suo servo aveva ragione, forse un pugnale non era il regalo adatto per la sorella. La giornata trascorse monotona e Merlino non ebbe più episodi come quelli descritti nelle visioni dei cristalli per sua gioia interiore. A pochi minuti dall'inizio del banchetto in onore della principessa di Camelot, si cambiò e uscì dalla camera.
《Come vi sembro?》si rivolse al medico, facendo un veloce giro su sé stesso per mostrargli l'abbigliamento.
Non aveva indossato nulla di nuovo per la serata, ma voleva apparire più presentabile agli occhi di Morgana, anche se non seppe bene il motivo. Gaius scrutò la maglia blu, i pantaloni neri, la bandana rossa, il cinturino in cuoio e la giacca marrone, ma non ci vide niente di diverso dal solito vestiario che il ragazzo portava ogni giorno.
《Come al solito》rispose.
《Sono bello?》si assicurò Merlino, ma il medico cercò di sviare la domanda.
《Sei più allegro》osservò.
《Ho visto il regalo di Morgana. Il pugnale è molto semplice, un po' troppo》affermò il servo.
《Diverso da quello che hai visto?》chiese l'anziano.
《No, quello era sontuoso e decorato. Probabilmente sarei deluso, se fossi Morgana》spiegò Merlino con un sorriso sulle labbra.
《Beh, non sei più preoccupato》lo beffeggiò l'altro.
《Oh, sì, farò finta di non aver mai conosciuto Taliesin e mi godrò questa festa come tutti gli altri》dichiarò lui e Gaius annuì.
Il mago lasciò lo studio e si diresse nella sala del banchetto, già affollata di nobili, cavalieri e servitù. A differenza di Gaius che non aveva potuto prendere parte alla celebrazione, Merlino si sentì fortunato del suo ruolo di servitore perché poteva ammirare la festeggiata di nascosto, mentre serviva da bere agli ospiti.
《A Lady Morgana!》brindarono gli invitati prima di sedersi e dare inizio ai festeggiamenti.
La principessa sorrise, felicissima. Per il suo compleanno si era vestita e ornata in maniera più appariscente e smagliante e per Merlino fu difficile restare indifferente di fronte a quella meraviglia. Aveva messo un abito argentato che solitamente riservava per le occasioni speciali e ufficiali, i capelli neri erano ondulati e perfettamente sistemati su un lato del collo con una cascata di perline bianche, portava un paio di orecchini pendenti e degli anelli e sfoggiava un sorriso bianchissimo dietro le labbra di un color rosso acceso.
Appariva davvero felice di essere lì in quel momento, con la sua famiglia. Uther fu il primo a consegnarle il regalo che lei aprì, rivelando una collana che mise subito intorno al collo con l'aiuto del padre. Poi fu il turno del fratello che diede il segnale con un cenno della testa a un cavaliere, il quale si avvicinò alla principessa e con un inchino le porse il dono da parte di Artù.
《Buon compleanno!》le augurò il principe, quando lei si voltò a guardarlo.
《Grazie, Artù!》esclamò Morgana, sorridendogli e allungò le mani per aprire lo scrigno dentro il quale c'era il pugnale.
Merlino era in disparte a guardare, ma quando lei estrasse l'arma dal cofanetto, cambiò radicalmente espressione. I battiti del suo cuore iniziarono ad aumentare e un terrore viscerale lo colse alla sprovvista. Non era la lama che Artù gli aveva mostrato quella mattina, no, il pugnale che Morgana stava tenendo era lo stesso intravisto nella proiezione dei cristalli. Artù si alzò dalla sua postazione a tavola e si avvicinò al suo servitore.
《Non hai spesso ragione, Merlino, ma questa è una di quelle rare occasioni: le donne amano le cose che brillano. Grazie!》gli confidò con una pacca sulla schiena, mentre entrambi osservavano Morgana che conversava con il padre riguardante il pugnale pregiato.
Merlino capì che le previsioni future si stavano piano piano concretizzando proprio davanti ai suoi occhi. Doveva restare vigile e attento quella notte perché, se tutto stava procedendo come nelle visioni, nelle prossime ore Morgana sarebbe entrata in azione. Al termine del banchetto si ritirò nei suoi alloggi per parlarne con Gaius.
《Ma non vedete che è cominciato e si sta avverando?!》ribadì.
《Non possiamo esserne sicuri》controbatté il medico.
《Noi dobbiamo fermarla》suggerì il mago.
《Come? Non sappiamo quando succederà e non sappiamo neanche se succederà》domandò Gaius.
《Dobbiamo osservarla, giorno e notte. Se ho avuto queste visioni è per un motivo. Faremo i turni, non possiamo lasciarla sola》avanzò Merlino.
《Questa è pura follia》commentò l'anziano, ma il servo si alzò dallo sgabello e lasciò frettolosamente lo studio per raggiungere la camera di Morgana.
Conosceva un modo per tenerla d'occhio in maniera molto ravvicinata e anche se trovava scorretto sfruttare il suo corpo e l'attrazione carnale che entrambi provavano l'uno per l'altra, sapeva di non poter fare altrimenti. In fondo al suo cuore desiderava concedersi a Morgana, anche se era per un secondo fine. Il sesso che avevano condiviso nella loro ultima notte insieme, era piaciuto a entrambi, nonostante non si erano mai detti i reciproci sentimenti che ancora provavano inconsapevolmente, da quando la principessa aveva fatto ritorno a Camelot.
Avevano dichiarato di non provare più quell'amore che li aveva legati un anno prima, eppure come poteva essere definito la felicità e il benessere che avvertivano, quando erano da soli nella stessa stanza, se non amore? Gwen doveva ancora terminare il turno di lavoro e Merlino, conscio di ciò, decise di attendere, nascondendosi dietro il drappo presente in un angolo del corridoio per evitare che qualche guardia potesse scoprirlo.
《Avete ricevuto bei regali, soprattutto spazzole》constatò la serva, mentre consegnava gli ultimi doni alla principessa, la quale le rivolse un sorriso affermativo nel notare tutte le spazzole e i gioielli che occupavano il ripiano della sua postazione trucchi.
Il regalo più bello, però, fu il pugnale offertaglieli dal fratello. Era rimasta piacevolmente sorpresa di un simile oggetto, così particolare e unico, ma realizzato appositamente per lei. Era inusuale per una donna ricevere un'arma, ma non per Morgana che brandiva una spada da quando era piccola, quindi aveva apprezzato molto il gesto di Artù.
《Chi è il re Gormause?》domandò poi Ginevra, mostrandole uno specchio portatile.
Appena udì quel nome, Morgana si girò a guardare l'oggetto. Avvolto intorno al manico c'era un biglietto tenuto fisso con un nastro rosso. Accennò un sorriso perché intuì subito chi fosse il mandante: sua sorella.
《Almeno non pensa che mi debba spazzolare》commentò, fingendo disinteresse.
《È bellissimo!》si complimentò Ginevra.
La nobile notò lo sguardo incantato della serva. Era normale che lei ammirasse i suoi regali, qualsiasi donna avrebbe desiderato le attenzioni che una principessa riceveva ogni giorno dai suoi sudditi. Decise di offrirle qualcosa di suo come segno di gratitudine e di amicizia per la costante vicinanza che la ragazza mostrava nei suoi confronti.
《Tieni, voglio che tu abbia questo per riconoscenza》disse, porgendole un panno dalle diramazioni dorate.
In fondo lei non se ne faceva nulla di utile e considerando che l'amica era una sarta, quel tessuto pregiato era il regalo ideale per lei. Ginevra, inizialmente contraria, lo accettò e ringraziò la sua padrona prima di congedarsi. Merlino udì il rumore di una porta e dei passi e scostò leggermente la tenda per controllare. Gwen se ne stava andando proprio in quel momento, era il momento giusto! Rimasta sola, Morgana prese lo specchio e alitò sul vetro, sapendo che sicuramente avrebbe trovato un messaggio magico e nascosto agli occhi di tutti.
Sorella, vieni nella foresta oscura a mezzanotte.
Morgause.
Lesse, quando la superficie si appannò e le prime parole la segnarono. Sorrise, felice di poterla rivedere dopo undici giorni di lontananza. Le mancava terribilmente, non era facile condurre la sua vita a Camelot, quando aveva passato un anno solo con la sorella. La porta della sua stanza si aprì e Morgana distolse l'attenzione dallo specchio per concentrarlo su Merlino che stava varcando la soglia senza il suo permesso. Abbandonò lo specchietto sulla scrivania e si alzò in piedi.
Si chiese per quale motivo il servo fosse lì e iniziò a sentirsi nervosa a causa della sua presenza. Aveva il timore che lui potesse leggere il messaggio della sorella, ma Merlino non aveva minimamente notato quel dettaglio. Si tolse la giacca e si liberò della camicia dalla testa, restando a petto nudo di fronte a lei. Si avvicinò a grandi passi e le afferrò il volto con entrambi le mani per baciarla rudemente.
☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆
Morgana avvertì la lingua del ragazzo farsi spazio tra le sue labbra e schiuse la bocca per accoglierla. Rimase completamente spiazzata dal suo gesto così repentino, tuttavia non poté fare a meno di ricambiare il bacio. Solitamente lui era così dolce e controllato durante i loro baci passati, ma in quel momento sembrava essere un'altra persona. Si cibava delle sue labbra, gustava il proprio sapore mescolato al suo e non le dava modo di riprendere fiato.
Merlino avvolse le braccia dietro la schiena della principessa per tenerla stretta a sé, mentre lei poggiava le mani sul suo petto, frastornata da quel bacio intenso. Ansimò e mugolò dal piacere e il mago le tolse la veste da notte con irruenza, facendola cadere ai loro piedi. Non l'aveva mai denudata con impeto e foga come in quel momento.
《Non mi lamento, ma mi hai sempre spogliata con calma》gli fece notare, infilando le dita tra i suoi capelli neri.
《Adesso non più》confessò lui, sollevandola di peso.
Morgana gemette dalla sorpresa e d'istinto avvolse le gambe intorno al suo corpo. Merlino si diresse verso il letto e la adagiò sulle morbide coperte, riprendendo a baciarla. Spinse l'inguine ancora fasciato dai pantaloni contro l'intimità nuda di lei per farle sentire quanto fosse pronto e la principessa, in risposta, allargò le gambe per l'eccitazione. Il servo smise di torturarle le labbra per dedicarsi al suo collo esposto e profumato per poi scendere ai seni.
《Sai, speravo che venissi stanotte》gli confidò in preda al piacere.
Per quanto amasse le piccole carezze di Merlino, non le era mai piaciuto stare sotto l'uomo. Lei privilegiava avere il controllo della situazione, dominare il suo amante dall'alto e tale istinto prese il sopravvento anche con il servitore. Lo spinse per una spalla e fece capovolgere le loro posizioni.
《Veramente?》domandò lui.
《Sì, altrimenti mi toccava rivolgermi a qualche mio vecchio amante》lo provocò quest'ultima, sapendo bene quanto Merlino odiasse quel lato del suo passato prima di conoscerlo.
《Bene perché voglio farteli dimenticare》rispose lui, rigirandola sotto di sé.
Come fece prima, spinse le anche contro di lei, facendola fremere dall'impazienza.
《Allora dimenticherò che tu hai ancora i pantaloni addosso》ribatté Morgana, abbassando le mani verso l'unico strato di tessuto che lui indossava, ma quest'ultimo le prese un polso e lo bloccò contro il materasso.
《Voglio che dimentichi qualsiasi ragazzo che ti abbia mai rivolto un sorriso, ogni uomo che ti abbia mai corteggiata...》sussurrò Merlino in tono serio, scendendo con la bocca lungo il suo corpo per poi fermarsi in mezzo alle sue cosce.
Iniziò a stuzzicarle l'intimità e Morgana gettò la testa all'indietro. Nascose il viso tra i capelli sciolti, inarcò la schiena e si contorse grazie alla lingua, ormai sapiente, del ragazzo.
《Merlino...》ansimò con desiderio.
Lo bramava così ardentemente da non riuscire più ad attendere oltre. Voleva averlo tutto per sé, voleva essere sua. Merlino si ritrovò con la schiena contro il materasso e Morgana gli salì sopra. Il mago si abbassò frettolosamente i pantaloni e lei lo aiutò a rimuoverli del tutto.
Si calò sopra il suo membro e iniziò a dettare il ritmo che più preferiva. Poggiò i palmi delle mani ai lati dei loro corpi, mentre si agitava sopra di lui. Gettò la testa all'indietro, grugnendo dal piacere, lasciando che i lunghi capelli neri solleticassero le gambe del suo amante. Adorava fare sesso in quella posizione e si eccitò ancora di più, quando Merlino assecondò i suoi movimenti, poggiando le mani sui suoi fianchi e spingendo il bacino tra le sue gambe spalancate. Morgana staccò le mani dal letto e afferrò quelle del servo per portarsele ai seni, dimenandosi sopra di lui con più enfasi.
《Dì il mio nome!》gli ordinò, accelerando il ritmo.
《Morgana...》obbedì lui, ormai quasi al limite, stringendole i seni tra le dita.
《Chi sono io per te?》ritentò lei.
《La mia principessa》rispose Merlino.
《Sei il mio amante?》non demorse Morgana.
《Lo sai che non lo sono》sbraitò il servo, portandola sotto di sé.
Se Morgana pensava di poter dominarlo come faceva con i suoi vecchi amanti, si sbagliava di grosso e glielo avrebbe subito dimostrato. Finirono sul bordo del letto e Merlino riprese a muoversi dentro di lei con più lentezza, ma allo stesso tempo con vigore. La donna gli strinse i capelli in un pugno per fargli capire che anche se era sotto di lui, continuava a comandare a letto.
《Giurami che sono l'unica per te!》gli intimò.
《Giurami te che sono l'unico!》la sfidò lui, afferrandole il braccio e intrappolandolo contro il materasso.
Il corpo di Morgana venne scosso avanti e indietro dalle sue stoccate violente e lei stava adorando quel suo lato intraprendente e selvaggio. Entrambi stavano iniziando a sudare, ma nessuno dei due aveva intenzione di fermarsi. La principessa gettò la testa all'indietro, lasciando che i capelli quasi sfiorassero il pavimento e inarcò la schiena. Era sul punto di venire, tant'è che i suoi gemiti si trasformarono in urla di goduria.
D'istinto poggiò la mano sul petto di Merlino che graffiò rudemente, quando entrambi raggiunsero l'apice nello stesso momento. Espirò profondamente, mentre si godeva le sensazioni piacevoli del sesso appena concluso. Merlino mosse leggermente il bacino per stimolare un'ultima volta i loro sessi ormai bagnati e pulsanti e Morgana strinse i denti. Si sentì esausta, ma soddisfatta allo stesso tempo. Le sue guance erano rosse a causa dello sforzo.
☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆
Alcune ore dopo...
La luna piena era ormai alta nel cielo e i due rintocchi delle campane avvisarono Morgana che la mezzanotte era appena scattata. Nel castello regnava un silenzio assoluto, era il momento ideale per raggiungere la sorella nella foresta. Già vestita e pronta, diede un'ultima occhiata a Merlino che stava dormendo ancora nudo nel suo letto e silenziosamente uscì. Il rumore della porta, però, destò il mago che si accorse di non aver più Morgana al suo fianco. Scattò in piedi e si vestì il più rapidamente possibile per seguirla di nascosto. Lasciò le stanze e dal corridoio deserto intravide la figura della principessa, di spalle e con indosso un mantello rosso acceso, che si stava allontanando nel cuore della notte.
L'ennesima visione si stava per avverare e non poteva permettere a Morgana di compiere il restante futuro. Si stava dirigendo negli alloggi di Uther per assassinarlo a tradimento, mentre lui dormiva ignaro. Doveva fermarla, anche se significava andare contro ciò che avevano condiviso fino a qualche ora prima.
Usò i suoi poteri per bloccarle il passaggio, chiudendo le porte all'ultimo secondo. Una dei due portacandele posti ai lati del percorso cadde e Morgana, per evitare il contatto con il fuoco, indietreggiò, non vedendo la rampa di scale che aveva dietro di sé. Perse l'equilibrio e l'ultima sensazione che ricordò di provare fu la paura per la mancanza del suolo sotto le sue scarpe.
《No!》esclamò Merlino in un sussurro strozzato, quando udì il suo urlo disperato.
Scese di corsa le scale e la trovò svenuta sul pavimento freddo. La tempia le si stava macchiando di sangue che stava iniziando a colare fino al sopracciglio. Si recò subito da Artù per chiedergli aiuto e i due raggiunsero lo studio di Gaius, seguiti dal medico e da Ginevra.
《Ci occorrono subito acqua, bende e tante foglie. Dobbiamo fermare l'emorragia》ordinò l'anziano.
《Ci penso io》si offrì la serva.
Gaius spostò da uno dei tavoli tutto il materiale presente, incurante della sua sorte per permettere al principe di depositarci sopra la sorella.
《Fa' fatica a respirare》osservò, poggiando la mano dietro la testa della principessa per aiutare Artù nel distenderla delicatamente.
《Garofano?》intervenne il servo.
《Sì e un preparato di polmonaria: un quarto di oncia tritati e mescolati con la viola》illustrò il medico e Merlino si avvicinò alla credenza per cercare i fiori.
《Ma come è successo?》domandò Artù, ma Gaius evitò di rispondergli.
Il principe lasciò lo studio per avvertire il padre e mentre Merlino preparava la polmonaria, Gaius prese ago e filo per cucire la ferita.
《Guarirà?》chiese Gwen.
《Abbiamo fatto del nostro meglio. Posso rimarginare la sua pelle, ma non la sua testa. Il cranio è rotto e sta sanguinando all'interno》spiegò l'anziano, depositando gli strumenti utilizzati.
Alle loro spalle Merlino udì la conversazione e si sentì terribilmente in colpa. Se non fosse stato precipitoso e impulsivo, forse tutto ciò non sarebbe accaduto. Aveva rinunciato a loro per Uther, aveva anteposto la sua moralità alla ritrovata complicità con Morgana. Non desiderava solo difendere Uther, voleva anche salvare la principessa da sé stessa e da tutto il veleno che aveva ormai corrotto la sua buona anima, ma non immaginava neanche lontanamente che così facendo, l'avrebbe solo condotta alla morte.
Vide le conseguenze delle proprie azioni e si sentì soffocare dai rimorsi. Scappò nella sua stanza come un codardo, ma Gaius lo notò con la coda dell'occhio e lo raggiunse. Aprì la porta e lo trovò accovacciato sul suo letto, cupo e silenzioso, con la luce della luna che illuminava il suo volto angosciato. Si avvicinò e si sedette al suo fianco.
《Ho dovuto fermare il futuro. Volevo impedire a Morgana di uccidere Uther, ma non che accadesse questo》confessò l'allievo, scuotendo la testa.
《Non è stata colpa tua, Merlino》lo rassicurò lui, ma quelle parole non fecero sentire il mago meno colpevole.
Per la seconda volta stava perdendo Morgana e nuovamente a causa sua. Non avrebbe mai voluto tutte quelle peripezie e tutto quel male per loro.
《Ho evitato che accadesse qualcosa di peggiore, ma avrei voluto farlo diversamente》proseguì e Gaius lo abbracciò per tentare, inutilmente, di consolarlo.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top