IX
Merlino fu svegliato da Gaius, il quale lo incaricò di raccogliere dei funghi nel bosco intorno al regno. Per fortuna si ricordò che quella mattina non doveva lavorare per Artù, dato che gli era stato concesso un giorno di riposo dopo l'avvelenamento. Si alzò dal letto e si vestì, mettendosi una maglia rossa e dei pantaloni scuri. Prese un cestino di vimini e si avviò nella foresta. Scorse subito dei funghi affianco alle radici di un grosso albero e si apprestò a raccoglierli. Quella mattina era molto tranquilla, il sole splendeva nel cielo e la sua luce irradiava tra i rami degli alberi. Gli uccellini cinguettavano allegramente, donandogli una sensazione di benessere e calma. Almeno era così, fino a quando il verso di un qualche animale nelle vicinanze attirò la sua attenzione. Subito si voltò indietro e si guardò intorno, notando un enorme e strana creatura che si stava avvicinando a lui. Allarmato, iniziò a correre, ma la creatura era molto più veloce di lui. Non guardando dove camminava, inciampò sul terreno pieno di foglie secche e aride e l'animale lo raggiunse, pronto per ucciderlo. Aveva il corpo massiccio di un leone e la testa di un'aquila. Le zampe anteriori erano dotate di artigli affilati tipici di un rapace, mentre quelle posteriori e la coda rimandavano a quelle di un mammifero predatore. Il becco era ricurvo e appuntito, perfetto per lacerare le carni delle sue prede, mentre le ali erano lunghe e maestose. Il ragazzo chiuse gli occhi per la paura, aspettando che il suo predatore lo ferisse, ma quando non lo fece, li riaprì. Vide un uomo di spalle che stava usando la sua spada per allontanare il mostro. Quest'ultimo non volle arrendersi, nonostante l'uomo l'avesse colpito con la spada e costrinse i due ragazzi a fuggire per salvarsi. Mentre correvano, si nascosero dietro dei tronchi caduti a terra per sfuggire al mostro che aumentava sempre di più la sua velocità fino a spiccare in volo, non trovando più le sue prede. Merlino guardò in alto nel cielo, sentendo i versi del predatore sempre più lontani e cercò di normalizzare il suo respiro.
《Mi hai salvato la vita》disse ancora in affanno e lo sconosciuto si voltò verso di lui. Aveva i capelli marroni, gli occhi scuri e una leggera barba bruna.
《Sono Merlino》si presentò.
《Lancillotto》ricambiò lui con il fiatone.
Sembrava che stesse per svenire, era molto pallido e Merlino capì anche perché: la maglia che indossava presentava un'enorme macchia di sangue sul suo fianco sinistro. Doveva essersi ferito, mentre combatteva con il mostro per difenderlo. Preoccupato, Merlino lo sollevò in piedi e mise il braccio di Lancillotto intorno al suo collo per poterlo portare a Camelot. Non fu molto facile, dato che lui era incosciente a causa della ferita e diverse volte Merlino aveva dovuto fermarsi per riposare, ma alla fine riuscì a trascinarlo fino allo studio di Gaius. Quando arrivò, era ormai pomeriggio inoltrato e pregò il suo mentore di curarlo. Lo adagiò sul letto di Gaius e quest'ultimo gli sollevò la maglia per esaminare la lesione.
《La ferita è superficiale, la febbre passerà ed entro domani mattina starà meglio》lo rassicurò.
Merlino non poté fare altro che aspettare e sperare che si riprendesse. Decise di portare Lancillotto nelle sue stanze e di farlo dormire sul suo letto, mentre lui si sarebbe addormentato sulla sedia a sdraio in legno. Prese una coperta con la quale si coprì e si addormentò subito.
Al risveglio vide il suo amico già in piedi che osservava il panorama dalla finestra della stanza. Si stiracchiò i muscoli, dato che aveva dormito scomodamente su quella sedia e Lancillotto si voltò verso di lui. A quanto pareva si era ripreso completamente dalla ferita.
《È da quando ero piccolo che sognavo di venire qui. È l'ambizione della mia vita unirmi ai cavalieri di Camelot》gli disse, continuando a osservare fuori.
《Ti ho visto in azione, potresti umiliare Artù in persona》intervenne Merlino.
《Non credo proprio. Tu lo conosci?》gli chiese e lui annuì.
Uscirono dalla stanza e varcarono l'entrata ad arco della cittadella per raggiungere il campo di addestramento, dove in quel momento si stava svolgendo la prova finale delle reclute per diventare cavalieri al servizio di Camelot.
《È la prova finale: superala e sarai cavaliere di Camelot, fallisci e non sarai nessuno. Affronterai il più temuto dei nemici, una vera macchina da guerra: me. La sfida è superare una clessidra di combattimento. Il tuo tempo è cominciato》spiegò Artù, mentre Merlino e Lancillotto stavano in disparte per osservare la sfida.
Il combattimento ebbe inizio e lo sfidante si avvicinò al principe, volteggiando le due spade che aveva nelle mani. Artù era impassibile e tranquillo, osservava con molta attenzione i movimenti del suo nemico che quando partì all'attaccò, schivò facilmente, dandogli un pugno allo stomaco. Poi gli diede una ginocchiata sul mento e la recluta cadde a terra. Anche se il duello era durato pochi secondi, Lancillotto fu sorpreso dalla bravura di combattimento del principe. Artù era deluso, aveva bisogno di guerrieri forti e coraggiosi per proteggere Camelot, ma finora tutti quelli che ambivano a diventare cavalieri, si erano rivelati solo delle nullità. Una volta concluso l'addestramento, lasciò il campo con Merlino al suo fianco per dirigersi verso la città bassa che a quell'ora del mattino brulicava di persone per via del mercato.
《Come posso difendere Camelot con tali incapaci?》commentò, mentre consegnava la sua spada a Merlino.
《Credo di potervi essere d'aiuto》disse il servo.
《Tu, Merlino?》controbatté il principe.
《Conosco una persona che mi ha salvato la vita》rispose Merlino, alludendo al nome di Lancillotto.
《È fantastico, ma stai dimenticando il primo codice di Camelot. Solo quelli di sangue nobile saranno cavalieri. Perciò, a meno che il tuo amico non sia un nobile...》spiegò Artù.
Non era convinto che Lancillotto fosse un aristocratico, anzi era più che sicuro che fosse solo un uomo di umili origini, tuttavia non voleva sprecare l'occasione di far avverare il suo sogno.
《Lui è un nobile》farfugliò subito.
《Molto bene. Portalo al campo di addestramento e assicurati che abbia il sigillo di nobiltà》disse il principe piacevolemente sorpreso.
《Vi ringrazio, Artù》rispose Merlino, mentre Artù continuava la sua passeggiata per le stradine.
Il servitore si diresse verso la sala delle armature per depositare i braccioli e i guanti dell'armatura, lo scudo e la spada del suo padrone e poi andò a casa. Appena aprì la porta, Lancillotto corse verso di lui.
《Allora, ci hai parlato?》gli chiese in preda all'ansia.
《Sì e ha detto che vuole conoscerti》rispose Merlino e lui lo ringraziò, esplodendo di gioia.
《Non è che sei un nobiluomo per caso?》gli chiese esitante.
《Nobiluomo? No, perché me lo chiedi?》domandò Lancillotto.
《Il primo codice di Camelot stabilisce che soltanto chi è nobile può diventare cavaliere. Uther lo ha fatto per proteggere questo regno da chi ha intenzione di distruggerlo. Sapeva di dover affidare la sua vita a ognuno dei cavalieri, perciò li ha scelti dalle famiglie che gli hanno giurato alleanza e fedeltà. Così, nacque il primo codice di Camelot e da quel giorno solo i figli delle famiglie nobili hanno servito da cavalieri》intervenne Gaius.
《Ma questo non è giusto》controbatté Merlino.
《Giusto o ingiusto, le cose stanno così. Mi dispiace, Lancillotto》rispose Gaius.
Merlino vide la delusione negli occhi di Lancillotto e ci rimase male, ma allo stesso tempo era anche curioso di sapere perché il suo amico desiderava così tanto diventare un cavaliere. Dopo aver pranzato, si recarono nella loro stanza, ma Lancillotto era rimasto silenzioso per tutto il tempo.
《Perché vuoi diventare cavaliere?》gli chiese il ragazzo.
《Quando ero piccolo, il mio villaggio fu attaccato. Mio padre, mia madre e tutti gli abitanti vennero massacrati senza pietà. Solo io mi salvai e da quel momento ho giurato che mai più sarei rimasto inerme davanti alla tirannia. Ho fatto dell'arte della spada la mia vita e una volta pronto, mi sono diretto a Camelot, ma ora il mio viaggio termina qui. Tutti i sacrifici sono stati inutili》spiegò lui. Merlino non voleva spezzare quel briciolo di speranza che animavano gli occhi di Lancillotto ed era determinato a fare di tutto per lui.
《Hai la mia parola, farò qualunque cosa per realizzare il tuo sogno》disse.
Se Lancillotto non poteva diventare cavaliere a causa della sua umiltà, voleva dire che avrebbe fatto in modo di conferirgli un titolo di nobiltà. Il castello possedeva una sala che dava l'accesso alla biblioteca reale, capitanata da Geoffrey, un uomo più o meno della stessa età di Gaius con corti capelli e barba bianchi e delle folte sopracciglia brizzolate. Merlino aveva già avuto l'occasione di incontrarlo diverse volte, dato che era un carissimo amico di Gaius. Non andavano spesso d'accordo perché Merlino, anche se involontariamente, disturbava spesso Geoffrey, il quale lo fulminava con i suoi occhi marroni scuri. Dal modo in cui lo squadrava, gli ricordava tantissimo il suo maestro. Prese un grosso libro che conteneva tutte le casate reali alleate di Uther e iniziò a sfogliare le pagine in cerca di uno stemma adeguato. Senza farsi vedere dal bibliotecario, prese un foglio bianco e usò la sua magia per copiare il sigillo della casata di Northumbria, inserendo il nome di Lancillotto. Chiuse il manuale e arrotolò il foglio, nascondendolo sotto la sua giacca marrone. Uscì dalla biblioteca e si diresse a casa, dove Lancillotto stava sbucciando una mela rossa come spuntino pomeridiano.
《Che cos'è?》chiese, notando il foglio arrotolato nella mano di Merlino.
《Questa è la prova della tua nobiltà. Lancillotto, quinto figlio di Lord Eldred di Northumbria》rispose lui, mostrandoglielo.
《No, Merlino. È una bugia e va contro i principi dei cavalieri》controbatté subito il giovane.
《Hai più diritto tu di qualunque altro uomo. Non stiamo infrangendo le regole, le aggiriamo, così potrai farti conoscere e una volta dentro, sarai giudicato solo per il tuo merito. Se ti faranno cavaliere, sarà perché te lo sei guadagnato, nobile o no. Io non posso cambiare le cose, ma tu sì, se mi permetti di aiutarti》spiegò il servo e lui acconsentì.
Si recarono a casa di Gwen e Merlino chiese alla ragazza di prendere le misure per realizzare un'uniforme e un'armatura per Lancillotto. Mentre era con loro, Merlino notò gli sguardi tra Gwen e Lancillotto e la scena gli fece ricordare Morgana.
Non si erano più visti da quando lei lo aveva baciato un paio di giorni prima e Merlino non si sentiva ancora pronto a incrociare quegli occhi grigio-verdi che gli avevano fatto perdere la ragione. Si sentiva un codardo a scappare dai suoi sentimenti e sapeva che prima o poi Morgana gli si sarebbe avvicinato per parlargli. Una volta finito, uscirono da casa di Gwen, salutandola e si recarono al castello, passeggiando tranquillamente nel porticato.
《Sembra dolcissima Ginevra》disse Lancillotto.
《Oh, sì ed è la sarta più brava di Camelot》rispose Merlino.
《Voi due state insieme?》azzardò il giovane.
《No, solo amici. Ho già qualcuna a cui penso sempre》gli rivelò.
《E chi sarebbe?》gli chiese.
《Non posso dirtelo》farfugliò Merlino.
《Andiamo, sono tuo amico》cercò di convincerlo.
《Mi dispiace》negò nuovamente.
Il momento del duello per Lancillotto arrivòpresto. Merlino lo accompagnò al campo di addestramento e Gwen gli consegnò la cotta di maglia e la divisa arancione da cavaliere. Mentre Artù insegnava ai neo cavalieri le basi del combattimento, Merlino consegnò a Lancillotto il sigillo. Artù sospese l'allenamento e Lancillotto, prendendo un grande respiro, si avvicinò a lui.
《Sì?》chiese Artù.
《Lancillotto, quinto figlio di Lord Eldred di Northumbria》si presentò.
《Il mio servo mi ha parlato di te. Il tuo sigillo?》rispose il principe e Lancillotto con un inchino glielo consegnò. All'improvviso Artù gli diede un ceffone in pieno viso e lui cadde a terra.
《Reazione lenta. In battaglia saresti già morto, torna quando sarai pronto》disse.
《Sono pronto ora, Sire》controbatté Lancillotto, alzandosi da terra.
《Lo sei, dici? Allora puoi cominciare, pulendo le stalle》insistette Artù, lasciando il campo.
Merlino tornò a casa per aiutare Gaius con i preparati medici, mentre Lancillotto trascorse il resto del pomeriggio nelle stalle.
《Mi dispiace per Lancillotto, vedo che sei amareggiato》disse Gaius.
Il sole ormai stava tramontando e Merlino accese un po' di candele per illuminare la stanza. La porta d'ingresso si aprì e apparve Lancillotto. Era ricoperto di fieno tra i capelli e la maglia era sporca di polvere e letame di cavallo. Senza dire niente, si recò nelle stanze di Merlino e si chiuse dentro per lavarsi e cambiarsi. Gaius, sospettoso, osservò a lungo Merlino per convincerlo a parlare.
《Voglio la verità prima che perda la pazienza》disse.
《Lui vuole diventare cavaliere》ammise Merlino.
《Il primo codice di Camelot non è mai stato infranto. Che cosa hai fatto, Merlino?》lo accusò.
《Ho forzato un po' le regole perché sono sbagliate e ingiuste》rispose lui.
《Usando la magia?》intuì Gaius e lui annuì.
《La magia non è un giocattolo, Merlino. Non puoi decidere di usarla, quando ti fa più comodo. Perché lo hai fatto?》lo sgridò.
《A Lancillotto devo la mia vita e sto pagando quel debito nell'unico modo che conosco, cioè dandogli l'opportunità che si merita. Se volete punirmi per questo, fatelo pure》spiegò il ragazzo per poi dirigersi verso la sua camera.
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