IV
Giunse il momento dell'udienza e Merlino e Artù si recarono nella sala del consiglio, dove c'erano già alcune persone, comprese Morgana, Gwen e Valiant.
《Perché hai convocato la corte?》chiese il sovrano al figlio, varcando la soglia della sala.
《Ritengo che il cavaliere Valiant stia usando uno scudo magico per imbrogliare nel torneo》rispose lui.
《Hai qualche prova?》gli chiese il padre e Artù intimò a Merlino di consegnare la testa del serpente al re.
《Come faccio a sapere che quello che dici è vero?》domandò nuovamente Uther e Merlino sentì la voce di Gaius chiamarlo alle spalle per comunicargli la morte di Ewan. Non ci voleva! Senza la testimonianza di Ewan, Artù non aveva nessuna dichiarazione concreta per dimostrare le accuse contro Valiant.
《Dov'è il testimone?》gli chiese Artù.
《È morto》rispose.
《Temo che il testimone sia morto》comunicò Artù alla corte.
《Allora non hai nessun prova! Hai visto Valiant usare la magia?》insistette il padre.
《No》rispose infine Artù. Morgana non poteva credere che Valiant facesse uso di magia solo per vincere uno stupido torneo.
《Io ho visto quei serpenti prendere vita》intervenne Merlino.
《Come osi interrompere una riunione e accusare un cavaliere?! Guardie!》sbraitò il sovrano.
《Aspettate, non voglio che sia punito per colpa mia》disse Valiant e le guardie lasciarono Merlino per ordine del re.
《C'è stato un malinteso. Ritiro le accuse, vi prego di accettare le mie scuse》annunciò Artù e subito dopo lasciò la stanza, seguito da Merlino.
Morgana era rimasta male per entrambi, sopratutto per Merlino. Immaginava cosa lui potesse provare, senza poter dimostrare la validità delle sue accuse solo perché era un servo. La riunione si concluse subito dopo e Morgana decise di recarsi nella città bassa per fare una passeggiata tra le vie del mercato. Uscì dalla sala e lasciò il castello. Dopo qualche ora ritornò al palazzo e trovò Merlino seduto sui primi gradini della scalinata.
《Merlino》lo chiamò, avvicinandosi e sedendosi vicino a lui.
《Morgana》rispose Merlino con tono amareggiato. Morgana non lo aveva mai visto così abbattuto e perso.
《È vero quello che hai detto su Valiant e sulla sua magia?》gli chiese e lui annuì. Lei gli credeva, anche se non sapeva il perché.
《Allora devi dimostrare che tu hai ragione e lui torto》lo incitò.
《E come faccio a dimostrarlo?》le chiese, voltandosi verso di lei.
《Questo non lo so》ammise e lui si voltò nella direzione opposta forse per non guardarla negli occhi. All'improvviso Merlino si alzò e si avvicinò a una statua a forma di cane che teneva tra le zampe uno scudo.
《Dove stai andando?》gli chiese Morgana, alzandosi anche lei.
《Forse mi è venuta un'idea》rispose Merlino, prendendo una carriola e caricando la statua. Voleva usare la sua magia per dare vita al cane di marmo, potendo così usare quello stesso incantesimo contro i serpenti.
《Ci vediamo domani alla festa》disse e senza dare a Morgana il tempo di salutarlo, si dileguò in un batter d'occhio.
Chissà cosa avrà in mente di fare con quello, pensò Morgana. Entrò nel castello e raggiunse le sue stanze. Dato che la passeggiata l'aveva stancata parecchio, decise di riposarsi un po', ma appena chiuse gli occhi le immagini del combattimento tra Artù e Valiant le apparvero in sogno. Artù era disteso a terra, mentre la spada di Valiant gli perforava il petto. Si svegliò di soprassalto e si avvicinò alla finestra per prendere una boccata d'aria. Scorse la figura di suo fratello, intento ad allenarsi da solo e non poté fare a meno di preoccuparsi per lui. Anche se passavano la maggior parte del tempo a litigare, erano pur sempre fratello e sorella e si volevano un mondo di bene.
Morgana non aveva dormito molto la notte precedente a causa degli incubi e decise di recarsi da suo fratello per metterlo in guardia da Valiant. Si vestì, indossando un abito blu senza maniche che le arrivava fino ai piedi. Prese una veste sottile dello stesso colore con però una tonalità più scura e se la avvolse sulle spalle per poi stringerla con una cintura dorata in vita. Si mise i gioielli e legò i capelli in una coda bassa. Lasciò le sue stanze e scese al piano inferiore. Quando arrivò nelle camere di Artù, trovò il suo vecchio servitore che lo stava vestendo e preparando per il duello. Appena quest'ultimo la vide, si inchinò e con un cenno del capo si allontanò, lasciandola sola con Artù.
《Lasciami fare》gli sussurrò, mentre lo aiutò a sistemare la sua armatura.
《Grazie》disse il fratello e lei gli consegnò l'elmo.
《Artù, mi raccomando, sii prudente》gli intimò e lui annuì.
Mentre Artù si recava al centro dell'arena, dove c'era già Valiant e tutta la corte ad aspettarlo, Morgana si sedette vicino a Gwen in prima fila e il combattimento iniziò. Valiant sembrava avere la meglio, sferrò un pugno contro Artù e lo privò della spada, proprio come era successo nel suo incubo. Merlino giunse di corsa nell'arena per usare finalmente l'incantesimo che aveva pronunciato per tutta la notte in modo da mostrare ai presenti i serpenti uscire dallo scudo di Valiant e così accadde con lo stupore della folla e del re stesso.
《Fa uso di magia》sentì Morgana.
《Uccidetelo!》ordinò Valiant ai serpenti, i quali circondarono Artù.
Morgana doveva intervenire: prese la spada della guardia alla sua sinistra e la lanciò verso suo fratello, il quale uccise i serpenti e infine il suo avversario. Tutta la folla acclamò il principe, mentre Morgana e il padre sospirarono per lo scampato pericolo. Il torneo si chiuse e tutti i nobili si prepararono per la festa di inaugurazione di quella sera. Artù approfittò di tutto il pomeriggio per riposarsi, mentre Morgana lo passò a provarsi dei vestiti da indossare. Alla fine scelse di mettersi un abito rosso con un colletto in pizzo dorato e una lunga cintura dorata in vita e sulle spalle un mantello blu scuro. Lasciò sciolti i suoi capelli e alcune chiocce li tenne fisse dietro la nuca con un nastro. Arrivò l'ora della festa di inaugurazione che si tenne nella sala del banchetto, dove Artù venne incoronato campione e come premio ebbe il diritto e il privilegio di accompagnare Morgana come suo cavaliere.
《Miei onorati ospiti, ecco a voi il principe Artù, il nostro campione》annunciò il sovrano e il fratello si avvicinò a Morgana.
《Nostro padre si è scusato per non averti creduto?》gli chiese.
《Non si scuserà mai, è fatto così》rispose Artù.
《Merlino aveva ragione, dovresti scusarti almeno con lui》gli propose Morgana, notando la figura di Merlino nella sala.
《Da quando sei così interessata a Merlino?》chiese il fratello stranito.
《Sei geloso?》lo stuzzicò la sorella.
《Te lo ripeto: non sono geloso e non ho motivo di esserlo》controbatté Artù.
《Non vuoi ammettere di essere geloso?》insistette lei.
《Non lo faccio perché non è così》ammise il principe.
《Sai una cosa?! Vorrei che Valiant fosse qui al posto tuo》ribatté Morgana irritata.
《Anche io, così non dovrei starti a sentire》rispose lui.
《Bene!》esclamarono entrambi e si diressero verso i loro rispettivi servitori.
Artù si avvicinò a Merlino e si scusò con lui per averlo licenziato, avendo capito l'errore compiuto. Quando Morgana si voltò verso Artù e Merlino e li vide parlare e sorridersi, comprese che si erano riappacificati. Una volta concluso il banchetto, si sentì stanca e decise di lasciare la sala per tornare nelle sue stanze, ma notò Merlino venirle incontro. Si avvicinarono fino a trovarsi a pochi metri di distanza e si sorrisero.
《Salve, Mia Signora》disse Merlino.
Da quando l'aveva vista affianco ad Artù, voleva sfruttare un momento di distrazione generale per avvicinarsi a lei e parlarle. Voleva solo ringraziarla per avergli fatto venire quell'intuizione con la statua e per averlo spronato a non arrendersi, anche quando Artù l'aveva licenziato.
《Ti prego, chiamami Morgana. In fondo abbiamo più o meno la stessa età, no?》rispose lei.
《Va bene. Volevo solo ringraziarvi per avermi aiutato a smascherare Valiant》ammise lui leggermente imbarazzato, mentre si passava la mano sui suoi capelli neri.
《Non ho fatto niente, ti ho solo incoraggiato. In fondo avevi ragione fin dall'inizio e io ti ho sempre creduto, anche quando avevi tutti contro》rispose Morgana e lui le sorrise.
Morgana adorava il suo sorriso e il modo in cui si stavano fissando negli occhi da qualche secondo. Non mi sarò presa una cotta per lui?... pensò. No, è impossibile! Non poteva provare dei sentimenti per un servo perché suo padre e Artù non lo avrebbero accettato mai.
《Merlino》lo chiamò il principe.
《Ora è meglio che vai da lui, ma se hai bisogno di me, basta che mi chiami e io ci sono》disse Morgana e si allontanarono. Lasciò la sala e si diresse nelle sue stanze per andare a dormire.
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