Capitolo 32 - I see my future in your eyes

24 maggio, Firenze, Italia. Alisea

Uscii dall'appartamento situato in una delle stradine ombrose del centro città. Lo stesso dove Mark aveva vissuto un anno prima, solo che adesso eravamo insieme. Eravamo arrivati a Firenze da appena tre giorni e non vedevo l'ora di chiamare Sophie per raccontarle del viaggio.

L'aria del tardo pomeriggio era calda, ma una leggera brezza interrompeva quel caldo a tratti soffocante. Il mio leggero vestito a fiori si muoveva cullato da quella brezza. Mi diressi verso Ponte Vecchio, dove Mark mi stava aspettando. Era uscito prima per scattare delle foto, mentre io riposavo dopo un lungo giro per musei.

Sophie rispose dopo appena qualche squillo

"Aliiiiii allora come è Firenze?"

"Meravigliosa Sophie, un sogno, una città piena di storia e di arte... e di cibo! Sono sicura che ti piacerebbe".

"Non sai come vi invidio, io sono qui immersa nei preparativi per il matrimonio e non so da che parte girarmi senza il tuo aiuto!"

Sorrisi, immaginando Sophie sommersa dalla sua lista di cose da fare. Mancavano ancora quattro mesi al matrimonio e lei era già in pieno panico, non so quanti negozi avevamo girato in cerca dell'abito e ancora non ne aveva trovato uno che le piacesse.

"Su su, riuscirai a sopravvivere quindici giorni senza di me" le dissi cercando di tranquillizzarla.

"Brava, brava prendimi pure in giro, ma dimmi quand'è che tu e Mark seguirete il nostro esempio?"

Risi senza risponderle, non era una cosa di cui avevamo parlato, non ancora almeno.

"Come sta Mark?"

"Bene, ama molto l'Italia e si vede, non so quante fotografie ha già scattato in questi giorni" risposi ridendo.

Avanzavo sicura nel dedalo di stradine per arrivare a Ponte Vecchio, una sorta di labirinto, ma almeno erano più fresche rispetto alle vie maggiori e soprattutto non erano prese d'assalto dai turisti, anche se in fondo turista ero pure io.

"Sei felice Ali?".

La domanda mi riscosse dai miei pensieri. Gli ultimi mesi, da Natale in poi, erano stati perfetti, non privi di difficoltà, ma Mark e io avevamo superato ogni ostacolo e ora eravamo una coppia felice.

"Sì", su questo non c'erano dubbi.

"Scusami Sophie, Mark mi sta aspettando e devo aumentare il passo".

"Ok Ali, ma ricordati di fare tante foto e di mandarmele!".

"Sicuramente Sophie" la salutai, "a presto".

Alla fine dell'ennesima stradina sbucai finalmente sul Lungarno. Il fiume, nella luce del tramonto, aveva uno splendido colore dorato che rifletteva quello del cielo, percorso da nuvole rossastre. Mark era lì ad aspettarmi, appoggiato alla balaustra. Non appena i suoi occhi si posarono su di me, sorrise.

"Eccola la mia ragazza" mi salutò allegro venendo verso di me.

Mi ritrovai fra le sue braccia, mi piacevano questi gesti spontanei.

"Allora ti sei riposata abbastanza?"

"Sì, sono bella fresca per il nostro tour serale, cosa mi propone la mia guida preferita?".

"Una camminata fino a Piazzale Michelangelo per ammirare Firenze dall'alto, e poi cena in un ristorante con vista sull'Arno, che ne dici?"

"È perfetto Mark!"

"Bene, preparati perchè ci sarà un po' da camminare" mi disse sorridendo.

Amavo il suo sorriso a volte così incerto, ma in questo momento vedevo solo il sorriso di un uomo profondamente innamorato.

Ci avviammo mano nella mano. Attraversato Ponte Vecchio, seguendo il Lungarno ci dirigemmo verso San Niccolò. Il sole alle nostre spalle era sempre più basso, la città stava accendendo le sue prime luci che si riflettevano nell'acqua sotto di noi. Nonostante fosse quasi sera l'aria risuonava del canto delle cicale.

Attraversammo una serie di giardini verdeggianti percorsi da vialetti e finalmente arrivammo in cima al colle dove sorgeva Piazzale Michelangelo. La vista era spettacolare. Firenze era avvolta dall'abbraccio della sera, un cielo ormai violetto sfumato nell'indaco copriva la città punteggiandola con le prime stelle. Rimasi senza fiato.

"È bellissimo Mark".

Appoggiati alle bianche balaustre, osservammo in silenzio la città sotto di noi: un mare di luci dominate dall'imponente Duomo con i suoi marmi policromi e la cupola del Brunelleschi che sembrava quasi toccare il cielo. L'aria, adesso più fresca, profumava di gelsomino. Intorno a noi, decine di persone ammiravano quel paesaggio meraviglioso.

D'improvviso, Mark si voltò verso di me, rimanendo per qualche momento a osservarmi. Sembrava indeciso.

Mi voltai verso di lui, perdendomi nel suo sguardo profondo. Estrasse dalla tasca una scatolina e me la porse.

"Quando sono stato a Firenze per la prima volta, non avrei mai osato sperare di tornare qui con te. La prossima volta vorrei venire con mia moglie, che ne dici?".

Presi la scatolina che mi stava porgendo, la aprii emozionata. All'interno brillava un piccolo brillante rosa montato su un anello d'oro bianco.

"Solo se tua moglie sono io" risposi in un soffio, sopraffatta dalle mie stesse emozioni.

"Lo prendo per un sì allora" mi sorrise.

Annuii e lui mi sfiorò la bocca con le labbra, delicatamente, dolcemente. Gli cinsi il collo con le braccia e lo baciai con intensità. Non sarebbe mai stato un semplice bacio, non con lui.

Mentre ci perdevamo in quel momento, sentivo tutto intorno a noi dissolversi: le voci delle persone, il canto delle cicale, i suoni della città. Rimanevano solo i nostri cuori, che battevano all'unisono, e quella promessa implicita di amore eterno.

Quando ci staccammo, con il sorriso ancora sulle labbra, Mark mi prese per mano e ci dirigemmo verso il ristorante che aveva prenotato. La città brillava sotto di noi, un mare di luci e colori che ricordava un cielo stellato.

Seduti al ristorante, con una splendida vista sull'Arno e il riflesso delle luci sull'acqua che creava un'atmosfera magica ci godemmo una cena indimenticabile, avvolti dal profumo del basilico. Sentivo il calore della mano di Mark nella mia, e ogni tanto i nostri sguardi si incrociavano, pieni di complicità e promesse per il futuro.

Quella notte, camminando mano nella mano sotto un cielo stellato, Firenze ci avvolse nel suo abbraccio senza tempo. Le strade antiche, illuminate da lampioni dal bagliore caldo, si snodavano come un labirinto di storie e segreti. Ogni passo risuonava sul selciato, accompagnato dal lieve fruscio delle foglie mosse dalla brezza. Tornai al nostro appartamento con il cuore leggero e l'anello al dito, pronta ad affrontare il mondo insieme a lui.

*****Spazio Autrice*****

E siamo arrivati alla fine. Lo sto scrivendo con una certa emozione, è stata un'avventura anche per me dare vita ai miei personaggi, renderli reali... almeno sulla carta! O forse dovrei dire schermo?

Spero che la storie di Alisea, Mark, Sam e Alex vi siano piaciute. Questa storia era nata una sera della scorsa estate, in cui, non riuscendo a prendere sonno, mi sono immersa in una fantasia... la storia di base di "Come il vento d'inverno" è nata così quindi, quasi per gioco, ma è cresciuta e ha preso forma, arricchendosi della storia di Sam e Alex che inizialmente dovevano essere solo dei personaggi secondari, ma che alla fine sono diventati protagonisti.

Vorrei ringraziare chi ha letto la storia fino alla fine, chi ha commentato, chi ha lasciato stelline e vorrei ringraziare anche te, lettore silenzioso che sei passato, ma non hai lasciato traccia. Un sentito grazie va anche a te.

Canzone del titolo Perfect di Ed Sheeran

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