Capitolo 3 - Carried away by a moonlight shadow
Due anni prima. Agosto. (Alisea)
Il caldo di agosto aveva lasciato spazio ad un'aria già settembrina. La giornata era perfetta, Sophie era affaccendata a sistemare le ultime decorazioni, la festa di Arthur doveva essere perfetta. Erano mesi che la stavamo organizzando.
La casa al mare di Arthur era magnifica, situata su un promontorio con una vista mozzafiato sull'oceano: le ampie finestre del soggiorno si aprivano su un giardino panoramico con tanto di piscina e un giardino immenso pieno di profumati arbusti. Per un attimo invidiai la mia amica. Aveva trovato non solo l'uomo perfetto, ma l'uomo perfetto con una perfetta casa al mare. Adoravo il mare. Avevo cominciato da poco a lavorare in una galleria d'arte e quell'anno le vacanze le avevo giusto sognate.
"Sophie è tutto perfetto" le dissi cercando di essere persuasiva, "Ma sarà tutto perfetto tranne noi, se non andiamo a prepararci".
Mi guardò borbottando qualcosa, poi sistemò l'ultimo vassoio di tartine.
"Probabilmente hai ragione, ma voglio che sia tutto assolutamente perfetto per la festa di Arthur".
Guardai la mia amica rassegnata: "Sophie?".
"Ok ok andiamo" sospirò.
Salimmo al piano superiore: la mia camera era un sogno, nei toni di bianco e verde si affacciava sull'Oceano. Il profumo della salsedine entrava nella stanza accompagnato da una brezza che faceva ondeggiare le tende leggere. Potevo sentire il suono delle onde. Avrei voluto svegliarmi ogni giorno in quella stanza, ma la realtà era ben diversa. Ripensai al mio appartamento, piccolo, ma confortevole. In fondo per una single poteva andare bene.
Mi buttai sotto la doccia, lasciando che l'acqua tiepida portasse via la stanchezza dei preparativi. Uscii dal bagno avvolta in un candido telo, mi guardai allo specchio. Il sole aveva messo in evidenza le lentiggini che risaltavano sulla mia carnagione fin troppo chiara. Indossai l'abito verde che avevo portato, mi truccai e gettai un'ultima occhiata allo specchio.
Avevo tentato di lisciare i miei capelli, ma l'aria di mare aveva fatto tornare fuori le onde indisciplinate, ma tutto sommato l'abito verde con quelle onde rosso scuro si intonava perfettamente. Per una volta il riflesso rimandatomi dallo specchio mi soddisfò.
Una volta pronta andai a bussare alla camera di Sophie.
"Allora come sto?" mi chiese non appena entrai.
"Magnifica" commentai. E magnifica lo era davvero con l'abito nero che la fasciava come una seconda pelle ed i lunghi capelli biondi raccolti in uno chignon.
"Anche tu niente male".
"Non ti sprecare in complimenti, mi raccomando" le dissi con un leggero tono di rimprovero nella voce.
Mi venne vicino ridendo.
"Tu sei sempre bella Ali. Stasera ci saranno diversi amici single di Arthur e io ho tutta l'intenzione di presentarteli ".
"Sophie... per favore no!"
Sarebbe diventata la classica serata in cui Sophie mi aveva già trascinata diverse volte e che odiavo: mi presentava uno degli amici di Arthur, quello che lei riteneva perfetto per me e poi spariva... e io mi ero ritrovata in conversazioni imbarazzanti con perfetti sconosciuti.
"Stasera ci sarà Mark! Tu devi conoscere Mark!"
"Non ho intenzione di conoscere proprio nessuno!" le risposi convinta.
"Non puoi continuare a fare l'asociale a vita, come puoi incontrare il principe azzurro se passi le giornate tra casa e lavoro?"
Alzai un sopracciglio, poi la spinsi fuori dalla camera. Sapevo che aveva ragione, ma ero convinta che prima o poi l'uomo dei miei sogni sarebbe comparso davanti a me.
Arthur ci stava aspettando al piano di sotto, i primi ospiti erano arrivati e una musica soft si stava diffondendo nel soggiorno tinto dai colori d'oro del tramonto.
"Eccole le mie ragazze preferite" ci salutò allegramente porgendoci due calici di prosecco. Tutti si voltarono. Volevo sprofondare.
Sophie fu completamente assorbita dal turbinio della festa, tra saluti e chiacchiere mi ritrovai ben presto sola, ad osservare gli altri che si divertivano.
Mi sentivo a disagio, conoscevo alcuni degli amici di Sophie e Arthur, ma non ero tipo da intraprendere una conversazione con persone che conoscevo poco o per nulla.
Decisa a togliermi da quella situazione uscii in giardino: intorno alla piscina mille lucine creavano una calda e piacevole atmosfera e divanetti in vimini permettevano un'intima sosta a chi aveva voglia di un po' di tranquillità.
Come me.
Mi diressi lentamente verso il terrazzo affacciato sul promontorio, sul fondo del giardino. Era calata la sera ed una luna immensa si rifletteva sull'oceano, da lontano giungevano gli echi delle onde e una leggera brezza mi scompigliava i capelli.
Avevo venticinque anni e un master in arti figurative, per la prima volta ero riuscita a farmi assumere in un ambiente che rispecchiasse i miei studi, mi piaceva il mio lavoro, mi trovavo bene con le colleghe, ma era la parte sentimentale della mia vita ad essere un disastro. Totale.
Due storie finite nel nulla, una delle quali recentemente. Per quanto potessi trovarmi bene con un ragazzo non ero mai riuscita ad innamorarmi veramente. Non riuscivo mai a mostrare la vera me stessa. Volevo qualcuno che risvegliasse le mie emozioni e desse nuovi colori alla mia vita. Volevo perdere la testa per il mio principe azzurro, l'uomo dei miei sogni.
Dei passi alle mie spalle mi fecero voltare. Due occhi scuri e penetranti mi stavano fissando.
"Ti dispiace se ti faccio compagnia? La vista da qui è magnifica". Una voce dolce e profonda.
Annuii con un cenno del capo, ma senza dire nulla. Si avvicinò lentamente, appoggiandosi alla balaustra, lo sguardo rivolto alle onde.
"Sapevo che questa festa sarebbe stata troppo chiassosa per i miei gusti, ma se non fossi venuto, Arthur non me lo avrebbe perdonato. Ci conosciamo dai tempi del college, abbiamo condiviso la stanza e un sacco di episodi che forse non vorrebbe che io raccontassi in giro".
Rise. La sua risata mi procurò un tuffo al cuore. Poi si girò verso di me tendendomi una mano.
"A proposito, mi chiamo Mark".
Nella mia testa risuonò la voce di Sophie: devi conoscere Mark. Era lui?
Afferrai la sua mano ed in quell'esatto momento il mondo cambiò. Avvertii una strana sensazione, una forza invisibile sembrava legarmi a Mark e il mio corpo ne era inesorabilmente, perdutamente attratto.
Cercai di non dare peso a quella sensazione.
"Piacere mi chiamo Alisea"
"Ma certo Alisea! L'amica di Sophie che lavora in una galleria d'arte e che da piccola sognava di incontrare un principe azzurro su un cavallo bianco" disse ridendo, "mi ha parlato qualche volta di te".
Mi segnai mentalmente di fare un discorsetto alla mia amica.
"Hai un nome particolare, Alisea, da cosa deriva?"
"E' stato mio padre a sceglierlo, è un amante del mare, quando ha saputo che sarei stata una femmina ha pensato che il nome dei venti sarebbe stato perfetto, in effetti ero una marmocchia inarrestabile, sempre in movimento, come il vento"
"E sei ancora inarrestabile e..." fece una piccola pausa guardandomi intensamente "in attesa del principe azzurro?".
Arrossii leggermente. Fortunatamente Mark non se ne accorse.
Ok dovevo davvero fare un discorsetto a Sophie.
Sorrisi maliziosa evitando di rispondere.
Per qualche istante rimase in silenzio anche lui, fissando il riflesso della luna.
Di nascosto lo osservai. Aveva gli occhi più scuri che avessi mai visto, contornati da folte ciglia, il naso dritto, un accenno di pizzetto completava quel volto dolce, ma dall'aria sicura di sé.
"Ti va qualcosa da bere Alisea?"
Mi riscossi dai miei pensieri.
Da lontano risuonavano le note di Moonlight Shadow di Mike Oldfield.
"Volentieri", risposi.
Tornammo alla festa. Seduta accanto a lui su una poltroncina di vimini, sorseggiando un Mai Tai, mi raccontò di essere un content creator, sempre alla ricerca di nuovi spunti e idee per creare contenuti per vari brand.
"E tu invece, di cosa ti occupi esattamente Alisea?" mi domandò fissandomi.
"Sono tipo tuttofare per una galleria d'arte. Dal caffè, agli appuntamenti con la clientela, ai vernissage, ormai ho imparato a fare tutto".
Tutto, ma non è questo il lavoro che vorrei fare. Sospirai, senza esprimere a voce alta il mio pensiero.
"Sembra interessante, ma non mi sembri totalmente soddisfatta, sbaglio?".
Lo guardai sorpresa. Era una cosa che non avevo mai detto nemmeno a Sophie.
Dallo stereo cominciarono a risuonare le note di Unchained Melody.
"Balli?" mi chiese alzandosi.
Mi alzai prendendogli la mano. "Andiamo".
Mi strinse dolcemente a sè e da quel momento il mondo intorno a me scomparve. Sentivo solo le sue mani sulla schiena e il suo respiro mi confondeva. Il mio corpo aveva smesso di rispondermi, catturata tra le braccia di Mark, sentivo solo il desiderio di rimanere vicino a lui.
Il mio mondo si era appena riempito di colori brillanti.
***************** Note dell'Autrice******************
Bene abbiamo appena conosciuto Mark, la storia si è spostata due anni indietro, al momento in cui Alisea lo ha conosciuto. Al mare, perchè ovviamente IO adoro il mare e la scelta è ricaduta su questo tipo di luogo.
Non mi dite che è un classicone, lo so! Ma che ci volete fare? Il mare è il luogo perfetto per un incontro romantico e mi sembrava perfetto per il primo incontro tra i due protagonisti.
Che ne pensate?
Canzone del titolo Moonlight shadow di Mike Oldfield
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