Capitolo 17 - You'll never change what's been and gone
24 dicembre Snow Lodge (Mark)
Quella mattina ero uscito prestissimo per godermi l'alba, immerso nella fredda tranquillità dell'aria di montagna, tra uno scatto e l'altro, mi ero perso in un labirinto di pensieri.
Alisea. In realtà i miei pensieri si erano concentrati sugli avvenimenti del giorno prima, come tutto sommato avessero preso una piega... inattesa? No, non era la parola giusta. Avevo accettato di venire a Snow Lodge per rivederla, per farle capire che avevo compreso il mio errore, ma non avevo pensato alla possibile reazione di lei.
Pensare non è il mio forte.
Avevo visto passare sul suo volto un' infinità di emozioni, dalla sorpresa, alla rabbia, alla sfida ec infine quella che la sera prima mi aveva convinto a dirle quelle parole. Una malinconica tristezza.
Invece quella mattina le sue parole mi avevano sorpreso. Anzi non è esatto, mi avevano dato speranza, perchè la realtà era che io Alisea la rivolevo. Non mi importava se aveva un altro, non mi importava se mi odiava, perchè lei odiava il vecchio me stesso, ma quell'uomo non esisteva più ed io volevo che vedesse una nuova possibilità per noi.
Inutile negarlo, io ero follemente, perdutamente ancora innamorato di lei e avrei fatto di tutto per riconquistarla e le sue parole non avevano fatto altro che riaccendere quella flebile fiammella chiamata speranza.
E ora?
Dovevo trovare un modo per farle capire che non ero più un ragazzino immaturo, ma un uomo, perdutamente e irrimediabilmente innamorato di lei.
Quando rientrai, trovai Alisea intenta a preparare i biscotti. I famosi biscotti alla cannella, non c'era Natale in cui non li preparasse, per cui non mi sorpresi nel vederla affaccendata in cucina.
"Serve aiuto?" le domandai.
Alzò un sopracciglio guardandomi perplessa.
"Sai preparare anche i biscotti ora?"
"Ehm.. no" risposi "ma imparo alla svelta" e prima che potesse rifiutare andai a lavarmi le mani.
Quando tornai in cucina la trovai intenta a creare la farcia di burro e cannella per i suoi biscotti. Senza alzare lo sguardo da quello che stava facendo mi chiese di prendere l'impasto che stava riposando in frigo.
Presi l'impasto e mi avvicinai ad Alisea, quando alzò lo sguardo notai che aveva uno schizzo di burro sopra le labbra.
"E' buono?" le chiesi.
Mi guardò con i suoi occhi verdi senza capire, così mi avvicinai e con il pollice la pulii. Un gesto che avevo fatto moltissime volte, mi era venuto d'istinto, ma quella volta indugiai un attimo più del dovuto vicino alle sue labbra.
"Lo sai che non resisto alla cannella" disse. Sentii la sua mano posarsi sulla mia, un tocco lieve, caldo.
Il sapore della cannella lo avrei voluto sentire dalle sue labbra, ma scacciai velocemente il pensiero dalla mia testa, prima di fare qualcosa di avventato.
"Bene che dobbiamo fare?" le chiesi invece.
Prendendo un mattarello da uno dei cassetti mi disse:
"Io stenderò la frolla in un rettangolo, tu poi la ricoprirai con la farcia, arrotoliamo e mettiamo in freezer, semplice no?".
Non ero proprio convintissimo della questione del freezer, ma seguii le sue istruzioni. Lavorammo fianco a fianco senza aggiungere altro, ogni tanto la guardavo, sembrava preoccupata. Infornati i biscotti mi andai a sedere su uno dei divani.
Snow Lodge era inondata di luce quella mattina, i raggi del sole si riflettevano sulle palline dell'albero, creando un continuo gioco di luci e accarezzavano i plaid rossi e verdi drappeggiati sui divani. Nel caminetto di pietra ruvida il fuoco scoppiettava allegro e al profumo d'abete e legna bruciata si mescolava ora quello dei biscotti che cuocevano in forno.
Guardai Alisea che mi dava le spalle, i capelli le ricadevano in morbide onde sulle spalle e per un attimo ebbi la visione di ciò che avrebbe potuto essere se non fossi stato così stupido. Stava guardando il telefono, poi lo mise giù sospirando.
"Tutto a posto?" chiesi "hai continuato a guardare il telefono sospirando"
Alisea senza guardarmi rispose:
"Alex non mi risponde, è da ieri che non lo sento e sono un po' preoccupata" mi rispose, voltandosi verso di me.
Mi maledissi mentalmente.
Alex.
Così su due piedi già sentivo di detestarlo un po'. Parecchio in realtà.
"Perchè preoccupata? Non sta bene?" chiesi invece, cercando di non far emergere il mio astio nei confronti di questo quasi perfetto sconosciuto.
Quasi, perchè il giorno prima ero riuscito a sbirciare il suo profilo Linkedin. Perfetto sotto ogni punto di vista, ottime scuole, ottimo lavoro e ottimo fisico... pensai con rammarico.
"Non è che non sta bene, ieri quando ci siamo sentiti stava sicuramente bene. Forse sono solo io che sto ingigantendo la cosa..."
"Cosa c'è che non va?"
Avrei voluto sottolinearle che il giorno precedente sembrava che filassero d'amore e d'accordo, ma tenni questo pensiero per me. Non avrebbe certo deposto a mio favore un'uscita del genere.
Fece un sorriso triste, poi disse "Diciamo che non sono io ad essere in cima ai suoi pensieri".
Che stupido idiota.
Senza aggiungere altro andò a togliere la teglia dal forno, i biscotti emanavano un profumo delizioso. Cominciò a disporli sulla griglia per farli raffreddare con gesti meccanici.
"Come vi siete conosciuti?" le domandai.
"Un classico incontro sul luogo di lavoro, è venuto una mattina alla galleria e ci siamo messi a parlare. Mi ha invitato fuori a cena e così abbiamo cominciato ad uscire, ma, come detto, non sono io il suo primo pensiero e probabilmente non lo sarò mai".
Avrei avuto altre mille domande, ma sarebbero state inopportune. Sentivo le fitte di un qualcosa che non volevo permettermi, attanagliarmi lo stomaco: la gelosia. Rimasi in silenzio a guardarla. Mi dava ancora le spalle, fragile, come se un solo tocco avesse potuto spezzarla. Non resistetti e mi avvicinai stringendola tra le braccia.
Fu un solo momento, ma quel momento mi fece rivivere infinite sensazioni. Mi vidi passare davanti agli occhi ogni singolo momento passato con lei, ogni bacio, ogni abbraccio, tutti insieme uniti in quell'unico istante. La sentii lasciarsi andare, persa in chissà quali ricordi.
Il suono del motore di una moto slitta interruppe la magia del momento. Alisea si liberò velocemente dal mio abbraccio. Non disse una parola, ma nei suoi occhi lessi una muta domanda di cui non afferrai il senso.
"Ciao ragazzi eccoci!!
Sophie entrò spalancando allegramente la porta d'ingresso, appoggiò un paio di borse sul pavimento e scrollandosi la neve dagli stivali corse ad abbracciare la sua amica.
Mentre si scambiavano saluti affettuosi si rivolse verso di me, gli occhi attenti puntati nei miei.
"Mark è un piacere rivederti dopo tutto questo tempo"
Capii che Arthur le aveva parlato e capii anche che Sophie era assolutamente intenzionata a proteggere la sua amica da me.
***** SPAZIO AUTRICE *****
Ben ritrovati! Ho sofferto parecchio la fase calda di questa estate e un pochino mi aveva tolto la voglia di scrivere. Ora invece eccomi qua! Ho deciso di anticipare un pochino l'arrivo degli altri ospiti di Snow Lodge, con l'arrivo di Sophie la situazione si animerà e non poco.
Canzone del titolo Stop crying your heart out degli Oasis
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