Capitolo 12 - Back to December


23 dicembre, Snow Lodge, Alisea.

Arrabbiata più con me che con lui salii al piano di sopra, avevo bisogno di sentire Alex e non volevo che Mark rientrasse trovandomi al telefono. Entrai nella mia stanza accendendo le luci e mi buttai sul letto, sprofondando nel morbido piumino.

Che mi sta succedendo? Perchè la presenza di Mark riesce a sconvolgermi così tanto? Perchè quel suo tono indifferente mi ferisce? Speravo...

Avevo paura della risposta.

Presi lo smartphone, decisa a sentire la voce rassicurante di Alex. Avviai la chiamata sperando che Alex rispondesse subito. Suonava libero, lo lasciai suonare fino a quando la chiamata cadde. Sospirai delusa.

Perfetto...

Iniziai a scorrere i messaggi di Alex, uno dopo l'altro. Erano tutti brevi e concisi, proprio come mi aspettavo da lui. Era un tipo diretto e pratico, ma anche incredibilmente affascinante. Quando uscivamo insieme, si preoccupava sempre di farmi sentire speciale. Mi portava in ristoranti eleganti, in luoghi esclusivi, e ogni volta si presentava con un mazzo di fiori. Le nostre conversazioni erano sempre piacevoli e tranquille, mai forzate. Spesso parlavamo di arte, lui mi raccontava del suo lavoro, che lo occupava molto e lo assorbiva interamente.

Ero stata una sola volta a casa sua. La casa aveva uno stile sobrio, essenziale, con un tocco che ricordava l'estetica post-industriale. Non c'erano fronzoli, solo linee nette, materiali grezzi, come se ogni cosa fosse stata scelta con una cura precisa, ma in modo quasi distante. Mancava di quel calore che ti aspetti di trovare in una casa.

La mente mi corse, poi, all'appartamento di Mark, un posto completamente diverso. Lì c'era sempre un caos creativo: schizzi sparsi, appunti su ogni superficie, fotografie appese in modo disordinato. Ogni angolo sembrava raccontare una storia, ogni oggetto, ogni dettaglio aveva una sua vita.

Mi riscossi velocemente dai miei pensieri.

Alex e Mark erano completamente diversi, e non c'era davvero modo di paragonarli. Alex, così impeccabile, così curato in ogni dettaglio, mentre Mark... Mark era perfetto a modo suo, ma in un modo tutto diverso.

Quella sensazione di "perfetto" che avevo tanto amato in lui si era però trasformata, e ora mi risultava difficile metterlo a confronto con Alex, che sembrava sempre così... come dire... troppo distante.

Eppure, non riesco a togliermi dalla testa quell'immagine di Mark, quella che un tempo vedevo come senza difetti, quella del principe azzurro.

Perchè in realtà nessuno dei due è perfetto.

Presi nuovamente lo smartphone e mandai un messaggio a Sophie

"Non ne posso più. Sono qui da ore sola con Mark e Alex non mi risponde. Domani appena arrivate voglio andarmene".

La risposta non tardò ad arrivare

"Mi dispiace Ali, Arthur è stato un idiota a non pensare al fatto che forse non era il caso di far venire anche Mark".

"No, non era il caso"

"Ti sta dando fastidio?"

Mi da fastidio la presenza di Mark? No, ma mi infastidisce il suo comportamento. Mi infastidisce... mi infastidisce il fatto che sembri così indifferente.

"Allora?"

"No, non mi infastidisce lui, ma il suo comportamento".

"Cioè?"

"Mi infastidisce che sembri così indifferente, come se nulla fosse successo. Lui è rientrato bello e felice dal suo viaggetto e io ero qui a stare male per lui, pensa un po' che scema. È come se il tempo si fosse fermato per me, ma per lui è passato tutto senza problemi. Ecco, è questo che mi fa impazzire.".

Ripensai a quel sorriso così... maschile, che aveva sfoderato prima mostrando assoluta indifferenza alle mie parole.

Ti odio...

Lo avevo detto davvero, lo avevo detto... e non lo pensavo

Io non odio Mark.

Questa certezza mi sconvolse. Fino a poche ore prima ne avevo la sicurezza, ma ora che lo avevo rivisto... rabbia, delusione e rimpianto.

Il suono della risposta di Sophie in arrivo mi riscosse dai miei pensieri.

"Ali, capisco, ma avete rotto più di un anno fa... è normale. Mark non è come lo ricordavi, forse lui sta solo cercando di andare avanti."

"Beh per me non lo è normale. A me sembra che vada avanti calpestando tutto e tutti".

"Ti ha raccontato del suo viaggio? So che è rientrato da pochissimo"

"Adesso perchè stiamo parlando di Mark?"

"Hai cominciato tu".

"No, cioè in realtà sì".

"Ali che sta succedendo?"

"Nulla, che vuoi che succeda solo che lo odio e odio me stessa".

"Perchè?"

Perchè riesce ancora a sconvolgermi.

Non glielo scrissi, sapevo che Sophie avrebbe insistito per sapere perchè mi sentivo così fragile e in fondo non avevo voglia di parlare di me stessa in quel momento.

Provai a richiamare Alex, ma per l'ennesima volta non mi rispose.

"Alex puoi chiamarmi non appena leggi? Ho bisogno di sentirti"

Mi sentivo un po' meglio, ma la frustrazione non se ne andava. "Domani appena arrivano, voglio andarmene", pensai alzandomi dal letto su cui ero seduta. Non avevo più voglia di far finta che andasse tutto bene.

Il problema era che la serata non sarebbe stata facile. Non potevo semplicemente nascondermi nella mia stanza e aspettare l'arrivo di Sophie e Arthur. Certo sarebbe stato facile, a quel punto me ne sarei andata e non avrei più rivisto Mark.

Però... però ho bisogno di capire perchè è qui. Ho bisogno di capirlo perchè...

Perché era tornato. Non era solo curiosità la mia. C'era qualcosa che mi tormentava, un vuoto che dovevo riempire con una risposta, quella che non avevo voluto ascoltare a suo tempo.

Mi avvicinai alla finestra, cercando di calmarmi. La neve fresca ricopriva ogni cosa con una morbidezza ovattata, come se il mondo intero fosse avvolto in una coperta bianca.

Perché adesso? Perchè mi fa stare ancora così?

La domanda era troppo semplice per la complessità di quello che provavo. Sperava forse che avessi dimenticato? Sperava che il mio cuore, che il mio cervello avessero messo da parte il dolore?

La verità, però, mi colpì come un pugno nello stomaco. No. Non l'avevo dimenticato. Ogni angolo della mia mente era ancora popolato da lui, dalle sue parole, dalle sue azioni.

E soprattutto, non l'avevo perdonato. Non ancora. Non sapevo se mai lo avrei fatto. La sua presenza, quella voglia di riemergere dalla mia vita in modo così disarmato, mi sembrava quasi una sfida.

Ma lui cosa prova?

Un'altra domanda irrisolta.

Ma soprattutto... io cosa voglio?

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