42. Amare verità
La prima cosa che faccio una volta rientrata a Bologna è tornare al maneggio. Sono stata via solo pochi giorni, ma mi sembrano passati anni. Mi sono mancati tutti moltissimo e non vedo l'ora di riprendere il lavoro con Coco.
Al mio arrivo, però, mi rendo conto immediatamente che qualcosa non va. Lo si intuisce dall'atmosfera insolitamente tesa che mi accoglie nel momento in cui scendo dall'auto, e dal fatto che non ci sono né la Jeep di Stella né il Defender rosso fiamma di Khadija, nonostante manchi ormai poco all'inizio delle lezioni.
«Tutto bene?» chiedo non appena incrocio Ginevra, che proprio in questo momento sta arrivando con il suo cavallo a lunghina.
La ragazza ha un'aria molto triste ed esita qualche secondo prima di rispondere, come se stesse scegliendo con cura le parole giuste.
«Khadija è andata via» spiega in tono lapidario. «È successo mentre tu eri giù dai tuoi. Ha caricato la cavalla ieri mattina.»
Solo allora mi accorgo che Breeze non è nel suo paddock. Mary si sta aggirando vicino alla staccionata con aria smarrita, chiedendosi che fine abbia fatto la compagna.
«Com'è possibile?» chiedo, ancora incredula per quella notizia. «Voglio dire, questo posto non esiste senza Khadija!»
«Sì, a quanto pare.»
In quel momento, la voce di Valerio ci raggiunge alle spalle. Stella è con lui. A quanto pare, sono arrivati insieme. Stento quasi a riconoscerla, lo sguardo spento segnato dalle occhiaie, le spalle curve e i capelli flosci sulle spalle. Ha tutta l'aria di chi ha pianto molto e dormito e mangiato pochissimo, e subito intuisco che le cose rischiano di essere ben più gravi di quanto abbia immaginato.
«Ti sei persa tutto lo show, mentre eri via» prosegue Valerio, rivolto verso di me. È decisamente furioso.
«Vale, per favore...» interviene Stella con un pigro gesto della mano, e la totale mancanza della sua solita energia dirompente con cui sono solita vederla mi fa ancora più impressione del suo aspetto provato.
«Si può sapere che cosa è successo?» incalzo io, preoccupata. «Sempre se sono cose che potete raccontare, ovvio.»
«È complicato» esordisce Ginevra istintivamente, venendo subito bloccata da Valerio.
«È una di noi, ormai. È giusto che sappia» interviene senza troppi giri di parole. «Giusto, Stella?»
Le labbra di lei si stirano in una smorfia amara, le braccia strette intorno al busto come per proteggersi da un nemico invisibile.
«Scusate, ragazzi, ma non sono in vena» taglia corto, facendo per avviarsi verso i paddock. «Se volete, parlatene tra di voi. Io non voglio più saperne niente.»
Detto questo, Stella si allontana a capo chino, le mani nelle tasche e le spalle curve.
«Stavano insieme» spiega Valerio non appena la nostra istruttrice è a distanza di sicurezza. «Lei e Khadija. Andava avanti da due anni, ormai. Avevano persino iniziato a vivere insieme.»
«Un momento... cosa?»
Quella notizia mi colpisce più di ogni altra stranezza che mi ha travolta in questi ultimi mesi. Certo, l'affinità tra Katy e Stella era nota a tutti in maneggio, ma mai avrei immaginato che potesse esistere qualcosa di più intimo tra loro due.
«Io l'ho sempre detto, che quella ragazza aveva troppi misteri» commenta Ginevra in tono acido.
«Ah, smettila!» la zittisce Valerio prontamente. «Diciamo che ha recitato bene la sua parte, in attesa di decidere che cosa le convenisse fare.»
«Quindi concordi con me che si è comportata da vera stronza.»
«Non ho mai detto che difendo le sue scelte.»
«Insomma, Khadija ha lasciato Stella?» intervengo io, cercando di stare al passo con i loro pettegolezzi.
«Magari l'avesse solo lasciata» risponde Ginny furibonda. «L'altro giorno Khadija è andata da Stella alla fine della lezione e le ha confessato che durante il lockdown ha iniziato a sentirsi con un tipo di Varese... e che alla fine si sono messi insieme.»
«Per inciso, il tipo in questione gestisce un allevamento di cavalli da salto ostacoli e gira in gran premio ogni finesettimana. Ha clienti sparsi in tutta la Brianza, di certo con lui non farà la fame come rischiava a rimanere in un buco dimenticato da Dio come questo, dove il cavallo con meno traumi alle spalle è stato salvato dal macello» aggiunge Valerio in tono aspro.
«Ma dai, ti pare che uno spirito libero come Khadija mandi tutto all'aria solo per i soldi?» intervengo io, incredula.
«Perché è esattamente quello che ha detto, gioia» ribatte lui. «Com'è che se n'è uscita? 'È stato bello condividere tutti questi sogni, ma adesso ho bisogno di stabilità'?»
«Detto da una che in questi anni non ha fatto altro che piangere il morto mentre Stella si faceva il culo nel tentativo di mantenere lei e la cavalla?»
«... a cui molto probabilmente tirerà un calcio nel sedere non appena il suo nuovo fidanzato le regalerà un cavallo migliore con cui fare il salto di qualità?»
«Ma dai, non è possibile che abbia fatto tutto questo!» incalzo io, sempre più sconvolta.
Non riesco a credere che Khadija avesse potuto fare una cosa del genere, quella stessa ragazza che mi aveva spinta a ribellarmi alla mia prigione dorata ed era rimasta al mio fianco come una vera amica in ogni singolo passo mosso verso la libertà.
«Senti, ci siamo rimasti tutti di merda quando l'abbiamo saputo, okay? Ma forse, con il senno di poi, una cosa simile era anche prevedibile» interviene Ginny seccamente. «Voglio dire, in tutti questi anni quante cose abbiamo saputo su di lei? Quasi nulla, tolto il suo rapporto burrascoso con un padre che non le parla da anni e qualche scazzottata in giro. Non ha con sé titoli di studio, l'unica cosa che assomiglia a un lavoro per mantenersi era fare l'aiutante di Stella... e in tutto questo è proprietaria di un cavallo e di un'auto che sembra atterrata direttamente da un altro pianeta.»
«Scusa, ma questo cosa c'entra?» intervengo io.
«C'entra che anch'io sono andata via di casa a diciotto anni e sono stata costretta a cavarmela da sola, e vi posso assicurare che da allora non c'è stato un solo giorno trascorso a cincischiare fino a quando non ho trovato un lavoro abbastanza dignitoso da permettermi di tirare avanti» abbaia Ginevra in tutta risposta. «In tutto questo tempo lei cosa ha fatto, a parte vivere sulle spalle di Stella? Perché era lei, alla fine, a pagarle tutto, dagli aperitivi con la compagnia fino al mantenimento della cavalla. E lei, come ha pensato di ripagarla? Cazzeggiando da un maneggio all'altro e sparando battute saccenti a destra e a manca quando la lasciavano a casa?»
Io ascolto in silenzio, profondamente sconvolta. Persino Valerio sembrava non trovare il coraggio di interromperla. Per quanto crudeli, le sue parole sono dannatamente vere.
«Secondo te perché una come Khadija sarebbe venuta a bussare alla porta di una come la tua ex capa?» continua Ginevra, imperterrita. «Arrivata a un certo punto, Stella non riusciva a pagarle uno stipendio decente, e visto che Khadija continuava a lamentarsi del fatto che non riuscisse a sfondare nel mondo dell'equitazione come avrebbe voluto, l'ha messa di fronte alla necessità di uscire dalla sua zona di comfort e di farsi le ossa in un grosso maneggio, proprio come ogni istruttore che si rispetti ha fatto prima di lei. E fidati che ne ha cambiati di posti, prima di approdare da te, e ogni volta finiva per litigare con il responsabile per qualche motivo.»
«Immagino che per un'istruttrice Parelli non sia facile, visto quanto siamo visti di cattivo occhio nell'ambiente» osservo io, ormai arrivata alla fase della negazione di fronte alla vera faccia di Khadija.
«Ma quale istruttrice Parelli! Ma ce la vedi una come lei ad andare sei mesi negli Stati Uniti e farsi un culo a capanna dietro a uno come Pat, quando dopo tre ore in campo con i principianti sembra che si trovi in punto di morte?» interviene Valerio a quel punto. «Macché, ha preso il brevetto da istruttore di base a suon di pedate ed è già tanto che ha rinnovato l'assicurazione annuale tra le mille suppliche di Stella, perché ogni volta trovava mille scuse per lamentarsi dell'ente a cui siamo affiliati, con il rischio anche di scatenare qualche incidente diplomatico.»
«Ma state scherzando?»
Io sono sempre più sconvolta. Per tutti questi mesi, Khadija è stata il mio punto di riferimento – forse anche più di Stella – nonché la prima vera amica che abbia avuto dal momento in cui mi sono trasferita a Bologna. E la cosa mi fa davvero male, perché io Katy la stimavo davvero, lei che per prima ha avuto il coraggio di ribellarsi contro una famiglia soffocante per costruirsi con le sue mani un futuro in mezzo ai cavalli. Avrei dato qualsiasi cosa per diventare come lei, negli ultimi mesi il suo esempio era stato per me una grande fonte di ispirazione. Peccato che gravasse tutto sulle spalle di Stella.
«Ma voi sapevate tutto?» chiedo smarrita. «Voglio dire, vi ho sempre visti trattare Khadija con gentilezza, sembravate tanto amici...»
«Lo abbiamo fatto solo per Stella» spiega Valerio. «Tante volte abbiamo cercato di metterla in guardia di fronte a un personaggio simile, ma lei era talmente presa da diventare cieca e sorda persino davanti all'evidenza. Si era bevuta la storiella della vittima da salvare, ed ecco il risultato.»
«Diciamo che quella si è giocata bene le sue carte sin dall'inizio» osserva Ginevra. «Ha sentito in qualche modo dei problemi che Stella aveva avuto con la famiglia per via della sua bisessualità e della sua passione per i cavalli e ha fatto in modo che empatizzasse con lei. Per quanto mi riguarda, tutta la faccenda delle beghe famigliari tra Khadija e suo padre può essere benissimo una montatura costruita ad arte per impietosire Stella. Secondo me, il marcantonio brianzolo è saltato fuori nel momento in cui qualcuno ha smesso di rifilarle bonifici da casa, altro che spirito libero e cazzate varie!»
«E dai, ora però stai esagerando» osserva Valerio.
«Il mio sesto senso non sbaglia mai» sentenzia Ginny con una scrollata delle spalle esili. «Pazienza, alla fine è meglio così: ci siamo liberati tutti di una bella palla al piede.»
«Sì, ma intanto ora Stella si trova il doppio del lavoro sulle spalle» prosegue lui.
«E allora? Vorrà dire che l'aiuteremo noi, così capirà che cosa vuol dire avere vicino un gruppo di veri amici.»
Io annuisco, i pugni stretti vicino ai fianchi. Ora lo smarrimento sta lasciando progressivamente il posto a una rabbia bruciante, perché in fondo Khadija non si è mostrata molto diversa da Sofia o Federico. Il che semplicemente mi nausea all'inverosimile.
«Anch'io voglio aiutarla» dico improvvisamente con decisione. «Stella ora ha bisogno di noi. Di tutti noi.»
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