22. Quello che resta

La fine del mese è arrivata letteralmente al galoppo e con essa la tanto attesa prima tappa del campionato di salto ostacoli. In questi giorni, Sofia è in totale fibrillazione. Finalmente potrà provare tutta la potenza di Coco sul campo gara, e la cosa la elettrizza e la terrorizza a morte al tempo stesso. Le aspettative per quest'anno sono altissime, e lei è decisamente nauseata al solo pensiero di mandare tutto all'aria e ricominciare daccapo per l'ennesima volta.

«Mia madre ha detto che, se questo weekend non faccio netto, mi vende il cavallo» aveva annunciato a inizio settimana in tono funereo.

Ho subito accantonato la sensazione di fastidio che subito ha preso a strisciarmi all'interno dello stomaco: mi sono ormai rassegnata al fatto che sono cose che non posso capire, completamente fuori dalla mia portata.

Gennaio è stato un mese strano, costellato da tanto grigio e pochissime, fugaci boccate d'aria in quei rari momenti in cui sono riuscita a tornare da "I Dissidenti", in cui sono riuscita stranamente a sentirmi a casa.

Il tirocinio e la tesi hanno fagocitato tutto il resto insieme al lavoro, che ora equivale a rincorrere Sofia in ogni angolo del maneggio, nel disperato tentativo di stare al passo con le sue richieste sempre più frenetiche.

Intanto, Coco sembra aver trovato finalmente il proprio equilibrio. Paola ha riveduto da zero il suo programma di allenamento e la bardatura, inserendo una martingala collegata a un pelham, oltre al chiudibocca.

«Questo cavallo non è mai stato riunito adeguatamente» mi ha spiegato una mattina, dopo avermi mostrato il corretto montaggio dei nuovi finimenti. «Per questo si sottrae alla mano e alza la testa di continuo. Ci aspetta un bel lavoro, prima di riuscire a rimetterlo in ordine in maniera decente.»

Sofia, dal canto suo, ha trascorso le prime settimane del mese in preda a tutte le furie. Era evidente che il tanto decantato signor Pino le aveva rifilato un cavallo ben più acerbo di quanto aveva garantito loro al momento della compravendita – gonfiando ovviamente l'offerta ai limiti della decenza – e il solo pensiero di essere stata raggirata l'ha mandata su tutte le furie. Motivo per cui spesso e volentieri in queste ultime settimane si è limitata a montarlo, lasciando a me tutte le mansioni di accudimento e preparazione del suo cavallo, oltre alla manutenzione delle attrezzature, poco importa quanti arretrati abbia accumulato in scuderia per via delle dimissioni improvvise di Khadija e le continue difficoltà dei due indiani che hanno sostituito Piero senza troppi complimenti, i quali sembrano non conoscere una sola parola di italiano.

Ogni giorno, sono io a tirare Coco fuori dal box, pulirlo, controllare il suo stato di salute – già la settimana scorsa sono stata riempita di urla perché non mi ero premurata di avvisare Sofia che era ora di chiamare il maniscalco, convinta che fosse lei a occuparsene, è il suo cavallo in fondo – sellarlo e portarlo in campo; per poi ripetere tutte queste azioni a ritroso una volta finito l'allenamento, aggiungendo la pulizia dei finimenti (che devono brillare come nuovi, con quello che costano) e la somministrazione del cibo (Sofia non si fida dei nuovi groom, visto che il primo giorno uno di loro ha sbagliato le dosi di pellettato, ed è terrorizzata alla sola idea che le spedisca il cavallo in colica). In più, mentre Sofia è in campo a montare, gli rifaccio anche il box, sempre per il suddetto motivo. È incredibile come un solo cavallo mi dia da fare quanto tutti quelli della scuola messi insieme, ma è anche vero che non si tratta di un soggetto come tutti gli altri.

In quell'angolo appartato della scuderia, Coco è come un principe nel suo castello, solitario e maestoso nel proprio regno profumato di cuoio e truciolo fresco. Il futuro della scuderia è affidato alla forza dei suoi arti poderosi e si riflette nell'inquietudine del suo sguardo. Coco è un cavallo giovane e incredibilmente nevrile, e per quanto i nuovi finimenti sembrano averlo reso più collaborativo, la sua potenza esplosiva si avverte ancora nei suoi muscoli tesi e il petto chiazzato di schiuma ogni volta che i suoi zoccoli accarezzano la sabbia del campo coperto. Il suo corpo è come un fiume in piena che ruggisce costretto dagli argini: mi chiedo solo quanto manca ancora prima che l'onda di piena arrivi e distrugga tutto.

Sofia ha iniziato ad allenarsi la sera, quando il maneggio si svuota e con lei restano solo due agoniste che per via dei corsi universitari possono venire a montare solo a quell'ora tarda, sfidando il freddo pungente e la stanchezza dopo una lunga giornata. Paola segue la lezione stoicamente piantata al centro del campo, le mani sui fianchi e lo sguardo torvo per la concentrazione, completamente insensibile alle temperature sottozero e all'umidità che penetra fin dentro le ossa.

I giorni scivolano via e, più la gara si avvicina, più le cose da fare aumentano. Sofia è sempre più nervosa e ha ricominciato a discutere con sua madre: spesso le urla si sentono fino nei box sul retro. In questi frangenti, io cerco di restare il più possibile fuori tiro. Sofia, infatti, tende a saltare alla gola di chiunque sia tanto sfortunato da trovarsi nei paraggi e la cosa migliore per evitare i suoi scatti d'ira è non rispondere e assecondarla in tutto, persino se di punto in bianco ti chiede di portarle uno stufato di pony Shetland.

A fine turno, sono talmente esausta che ho a malapena la forza di trascinarmi sotto la doccia e cenare. In questo periodo sto mangiando malissimo, tra i tramezzini fagocitati in fretta e furia durante il tragitto dalla sede del tirocinio al maneggio e i pasti precotti, quando non li salto direttamente per mancanza di tempo o di forze.

Inutile dire che in tutto questo ho di nuovo perso i contatti con Ethan, il che è un bene. L'ultima volta che ci siamo sentiti, è stato la sera della lezione di prova da "I Dissidenti", tanto per aggiornarlo. Allora mi ha confidato di essere anche lui preso dal lavoro, e mi ha anche confessato che sta vivendo un periodo molto stressante per via di Nora, che sembra non essere mai soddisfatta dalla ricerca della casa dove si stabiliranno una volta sposati.

«Purtroppo, l'appartamento dei sogni, in centro, con tanto verde intorno e a un prezzo vantaggioso comprese le spese di ristrutturazione deve essere ancora costruito» mi ha confessato con una sottile vena di imbarazzo. «Per la verità, una casa l'avevamo già trovata, ma poi mia suocera si è messa in mezzo e ci ha fatto saltare l'affare.»

«Tua suocera?!»

L'idea che uno come Ethan avesse una suocera mi ha fatto scappare una lieve risata.

«La madre di Nora. Lasciamo stare» ha sospirato lui. «So che non dovrei dirlo, ma quella donna è un incubo. Da quando abbiamo annunciato il fidanzamento ufficiale, non c'è stato un solo dettaglio della cerimonia che non sia passato per le sue mani. Il punto è che lei e Nora sono molto legate, quindi è impensabile fare altrimenti. Temo che Nora morirebbe in preda ai sensi di colpa, se solo prendesse iniziativa senza prima consultarla.»

«Stai scherzando, spero!» ho esclamato io, sconcertata dal fatto che proprio lui si sia abbassato a simili compromessi. «E tua madre che dice?»

«Lasciamo stare!» ha risposto lui, ridacchiando.

La madre di Ethan è un tipo difficile da dimenticare. Alta e bruna, ha i suoi stessi grandi occhi scuri dall'espressione profonda, che spesso viene scambiata per insolente. Sono molti anni che non la vedo, ma sono pronta a scommettere che, tolto qualche inevitabile segno del tempo, è rimasta l'inossidabile generale di sempre.

«Mi chiedo ancora come non abbiano fatto a venire alle mani, quelle due» ha continuato Ethan. «Giuro, sto iniziando a sospettare che stiano riservando i fuochi d'artificio per il giorno del matrimonio.»

"Ben ti sta!" ho pensato subito con una certa soddisfazione. Ho sempre pensato che Ethan un giorno sarebbe stato il compagno perfetto, ma di certo non così. Ethan è una persona libera e intraprendente, ama viaggiare ed è anche dotato di un carattere sufficientemente burrascoso da tenere a bada chiunque gli si avvicini incautamente; mi sembra assurdo che si sia ridotto a fare da cagnolino fedele alla sua futura moglie. Ma in fondo, se a lui sta bene, chi sono io per giudicare?

Dopo quella conversazione, non abbiamo più avuto modo di sentirci, ed è stato meglio così. Io sono tornata finalmente alla vita che mi sto faticosamente costruendo qui, e lui ha ripreso a occuparsi della sua. Tutto sembra essere tornato al proprio posto, e per quanto in questo periodo mi senta distrutta fisicamente, sento che finalmente sto andando nella direzione giusta. Ha senso voltarsi indietro, dopo aver percorso tutta questa strada?

Chissà, magari un giorno anche Fede troverà finalmente il coraggio di chiedermi di diventare sua moglie, iniziando a costruire in modo concreto il nostro futuro insieme. O forse no. Forse ciò che mi aspetta lungo questo cammino è ben altro. Staremo a vedere.

Intanto, ho preoccupazioni ben più grandi. Come per esempio questo fine settimana, quando Sofia uscirà in concorso insieme a Coco per la prima volta, e io sarò al loro fianco per dare tutto il supporto possibile.

La prima gara del binomio nascente. Comunque vada, l'unica cosa che voglio è stare lì con loro. È tutto ciò che ho. Tutto quello che mi resta.


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