36
Apro le finestre e mi godo la fresca aria del mattino. Il cielo è abbastanza nuvoloso, ma la temperatura si sta alzando.
Non sapendo cosa fare, mi metto all'opera e inizio a sistemare casa mia.
È incredibile quanto casino di sia accumulato in questi mesi di assenza. Abbiamo fatto ritorno dalla Britannia da un mede ed ho come l'impressione di essere qui da molto più tempo.
Il galoppo di un cavallo attira la mia attenzione e, affacciandomi alla finestra, vedo arrivare Rebeka. Appoggio i vestiti piegati sul letto e esco di casa.
<<Che ci fai qui?>> le chiedo proteggendomi, con una mano, gli occhi dalla fastidiosa luce. <<È richiesta la tua presenza da Lagertha. Credo sia importante>> mi avvisa, senza smontare da cavallo. Passo la mano sul muso del grigio destriero, facendolo nitrire. <<Come mai?>> Chiedo senza smettere di coccolare l'animale. La ragazza alza le spalle e si guarda intorno. <<Ah io non lo so. Però Lagertha ha chiesto anche di Ubbe>> risponde appoggiando una mano sul suo fianco. Giro la testa e osservo la casa.
Ho così tante faccende da sbrigare, ma se la regina mi vuole vedere, non la farò attendere.
Le dico di aspettarmi e vado a prendere il mio cavallo nella stalla, al limitare del bosco.
Gli dò una mela da sgranocchiare e passo la mano sul suo manto color nero. Gli salgo in groppa e, insieme a Rebeka, raggiungo il centro città.
Al mio ingresso nella sala, trovo tutti seduti intorno ad un tavolo. L'unica in piedi è la regina.
Mi invita ad accomodarmi è così faccio. Sorrido ad Torvi, seduta davanti a me e Lagertha inizia a parlare. <<Sei più che mai il benvenuto nella tua terra Ubbe>> lei guarda Margrethe, che le lascia il posto, sedendosi così accanto a Ubbe. <<Abbiamo udito i trionfi del nostro grande esercito. Avete vendicato la morte di Ragnar, sopraffando sia Aelle che Ecbert>> il suo sguardo si sposta dal ragazzo al tavolo davanti a noi. Alza il calice che tiene in mano e lo guarda con rispetto e ringraziamento. <<Devo ringraziare mio figlio ma anche te, i tuoi fratelli, e anche te Martha, per quello che avete fatto>>.
Ubbe fai un cenno con la testa e abbassa lo sguardo. <<Saprai anche della morte di Sigurd per mano di Ivar. La sua sfida a Bjorn per il comando del grande esercito>> mi allungo sul tavolo e stringo la mano a Torvi, mero gesto di consolazione. <<Bjorn si è comportato sempre e ovunque con onore e coraggio. Lo amo e lo ammiro come un fratello>> affermo con tono solenne. Lei mi ringrazia, concordando con le mie parole. <<Ma Ivar è un'altra storia. Lui ci ha divisi>> dice Ubbe, appoggiandosi al tavolo. <<Per quel che mi riguarda ora sono in guerra con Ivar. Mio fratello Hvitserk ha scelto di stare con lui. Quindi ora anche lui è mio nemico>>
Tutti i presenti mi guardano ma non dicono nulla, forse perché, dopo le parole di Ubbe, non ho avuto alcuna reazione.
<<Allora facciamo un patto>> sussurra Lagertha, con lo sguardo fisso nel vuoto. È come se stesse pensando a qualcosa di molto particolare. <<Io ti aiuterò a battersi contro Ivar e Hvitserk; tu sosterrai me contro re Harald>> Ubbe si avvicina di più alla donna per poter parlare con un tono basso. <<diventerei l'alleato dell'assassina di mia madre>>. <<Lo so, è una decisione difficile. Ma per amore del nostro popolo e di Kattegat dobbiamo essere alleati>> continua la regina, avvicinando il calice all'uomo. Entrambi brindano. Io resto immobile a guardare la scena senza dire nulla, impotente di dire qualsiasi cosa.
Dopo altre questioni di varia importanza la seduta di scioglie.
****
Finisco di sciogliermi i capelli e muovo alcuni brevi passi verso la sponda del fiordo. L'acqua è gelida ma cristallina, riflettendo le montagne circostanti come uno specchio perfetto. Un brivido mi percorre la schiena mentre continuo a camminare finché l'acqua non mi arriva ai fianchi. Con una spinta delle gambe, mi tuffo, immergendomi completamente.
Il silenzio sottomarino mi avvolge, e per alcuni secondi mi sento libera, isolata dal mondo.Riemergo e porto i capelli all'indietro, lasciandoli allargarsi sulla superficie dell'acqua come una macchia d'olio. Il contrasto tra il freddo dell'acqua e l'aria fresca che mi colpisce il viso mi fa sentire viva. Nuoto fino alla riva, le braccia che fendono l'acqua con forza e grazia.
Mentre esco dall'acqua, la pelle che pizzica per il freddo, sento una voce alle mie spalle. <<Fredda?>> Alzo la testa, sorpresa di trovare l'unica persona che non mi aspettavo di vedere. Margrethe mi passa una coperta, e l'afferro con gratitudine, usandola per asciugarmi.
<<Come sempre>> rispondo, sorridendo. Il vento che soffia tra gli alberi e il suono delle onde che si infrangono contro la riva creano un'atmosfera di pace, mentre Margrethe mi osserva con un misto di curiosità e preoccupazione.
Mi rivesto velocemente, sotto il suo sguardo indagatore che si sofferma un po' troppo sul mio corpo.
<<Posso parlarti?>> mi chiede, lasciandomi stupita di questo. Annuisco e, al suo fianco, camminiamo verso la sala grande.
<<Astrid è stata portata via da qui, Lagertha non ha potuto far nulla. Era impotente>> dice giocherellando con la candela. Appoggio i gomiti sul tavolo e la osservo, chiedendole di spiegarsi meglio. <<Gli Dei non sono più con lei>> dice.
Scuoto la testa corrugando la fronte. <<Come puoi dire questo? Stai parlando di Lagertha. Non sei nella posizione di ribattere ciò che lei fa o non fa>> mi affretto a specificare.
<<Siamo uguali a Lagertha, Martha. Tu, io e lei siamo tutte uguali>> ribatte ancora.
<<Hai ragione Margrethe. Siamo tutte uguali>> nel sentire la voce di Lagertha ci alziamo e la moglie di Ubbe strabuzza gli occhi. <<Non sapevo che stessi ascoltando>> cerca di giustificarsi ma donna guerriero si avvicina con tranquillità a noi. <<Che importa? Se non avessi ascoltato io, lo avrebbero fatto gli Dei>> mi sposto di lato e osservo la scena in silenzio. Non ho intenzione di intervenire.
<<Non cambia nulla. Non nutro nessun sentimento per te. Potrei ucciderti per quello che hai appena detto, ma sono estenuata dal tradimento>>. La regina ora le è praticamente davanti al naso. Continua a parlare con tono calmo e minaccioso allo stesso tempo. <<Ho dovuto subire il tradimento in tutta la mia vita, ogni uomo che ho conosciuto prima o poi mi ha tradita. Ora anche le donne mi tradiscono. Cosa dovrei pensare?>>
Mi appoggio ad una delle colonne portanti e prendo parola. <<Non tutte le donne vogliono tradirti>> la mia voce risuona come un sussurro. In questi momenti o quasi il timore di rivolgere la parola a Lagertha. Lei si gira e mi guarda. Uno sguardo che non riesco a decifrare. <<Certo Martha non tutte le donne. Ma lei deve capire>> abbasso la testa e mi mordo la lingua.
<<Margrethe: cospira contro di me se desideri farlo. Ma se riuscissi a trovare il coraggio di essere leale, allora io ti rispetterò più di chiunque altro al mondo>> la ragazza inizia a tremare e gli occhi gli si riempiono di lacrime. <<Eri una schiava che non aveva scelta; ma invece adesso, che sei una donna libera, puoi scegliere di amarmi o di tradirmi>> Margrethe non la lascia finire che scappa via, piangendo.
<<Ti senti meglio in questi giorni?>> mi chiede la regina, offrendomi un calice di acqua. Lo accetto volentieri e annuisco. In effetti è vero, da alcuni giorni non mi sento più uno straccio.
Mi fa sedere su una sedia e si posiziona alle mie spalle. <<Puoi dirmelo sai?>> guardo Lagertha fingendo di non capire e, senza smettere di sorridere, si siede di fronte a me. <<Martha, si sincera. C'è qualcosa che vuoi dirmi o che senti il bisogno di dirmi?>> chiede. Mi prendo un attimo e poi scuoto la testa. Lei raddrizza le spalle e annuisce. <<Sono felice di averti nel mio esercito. Anche se questo significa andare contro il tuo uomo>> la ringrazio con un sorriso e, in silenzio, ci godiamo una la compagnia dell'altra.
Nella mia testa risuonano le parole del veggente. Istintivamente abbasso lo sguardo. Secondo lui aspetto un bambino. Osservando il mio corpo sospiro. La mia pancia è ogni settimana più gonfia; non sanguino da almeno tre mesi; il mio seno è sodo e dolorante. Sento una leggera tensione al basso ventre e un'insolita stanchezza che mi assale anche dopo i più brevi sforzi. Quando appoggio una mano sulla pancia, avverto un calore insolito, quasi come se una nuova vita stesse irradiando la sua presenza dall'interno.
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