20
Per tutto il resto della notte non ho dormito un granché. Mi sono limitata a tener compagnia a Hvitserk e fingere di dormire, soprattutto quando, verso l'alba, se né andato, lasciandomi un bacio sulla fronte.
Ho iniziato a girarmi e ritirarmi nel letto cercando di trovare una spiegazione all'orribile sogno che mi ha quasi fatta buttare dalla scogliera. Inizio ad osservare il soffitto di legno tenendomi un braccio sotto la testa. Mi rimprovero per non aver detto la verità a Hvitserk ma non sapevo come fare, mica potevo sputargli la realtà in faccia come se niente fosse e sperare in meglio. Sono stata così stupida, sia a mentire alle persone che amo che accettare quello stupidissimo patto con Nils.
Qualcuno bussa alla mia porta e controvoglia butto le gambe giù dal letto. <<Sei una dormiglione lo sai?>> dice Rebecca una volta che ho aperto la porta. Alzo le spalle e mi ributto a letto. <<Questa stanza odora di sesso. Non c'è bisogno alcuno che ti dica chi è tornato la scorsa notte>> dice aprendo la finestra per far arieggiare la stanza. Alzo la testa e la guardo mentre ripiega alcuni miei vestiti buttati a caso nella cassapanca. Ogni tanto si comporta da sorella maggiore anche se, a dirla tutta, è più grande di me di pochi giorni. <<Devi darti una mossa. Lagertha ha bisogno di te>> dice tirandomi da un braccio. Sbuffo e do uno scossone al mio arto e lei mi cade addosso. Mi tira una pacca sulla spalla prima di alzarsi. Le vado dietro e infilo il primo abito che mi capita in mano, uno color lavanda.
Mentre camminiamo verso la sala grande io continuo a tenere lo sguardo basso, calciando di tanto in tanto qualche sassolino che incontrano i miei piedi. <<Ok, che ti prende? Hvitserk ha fatto cilecca?>> chiede prendendomi un braccio per fermarmi. Strano gli occhi e scuoto la testa. <<No ma quale cilecca; è che.... Ho la sensazione che sta per succedere un casino di dimensioni colossali>> dico torturandomi un labbro con i denti. Rebecca mi da una pacca sulla spalla e mi prende a braccetto. <<Esagerata, mica sta arrivando Ragnarok>> scherza cercando di farmi ridere. So già che il mio Ragnarok si sta avvicinando.
<<Questo è il più grande esercito che i vichinghi abbiano mai avuto. Dobbiamo avere la benedizione degli dei per una simile missione>> dice Lagertha iniziando a camminare da una parte all'altra della sala. Appoggio la spalla alla colonna e stringo le braccia intorno al busto. Nonostante il pesante mantello ho un freddo tremendo. <<Stai pensando di fare un sacrificio?>> le chiedo osservando le venature delle assi di legno che compongono il pavimento <<Che cosa specifichiamo?>> le chiede Astrid, seduta accanto a Torvi. <<non si è mai visto un esercito come questo. Ci vorrà un gran bel sacrificio per ottenere l'aiuto dagli dei>> dice Rebecca, cercando di farsi una treccia decente. <<Lagertha, che cosa dobbiamo sacrificare?>> le chiede ancora Astrid. Torvi alza lo sguardo dal figlio che tiene tra le braccia e osserva la compagna della regina. <<Non cosa, ma chi dobbiamo sacrificare>> spiega dondolando avanti e i dietro per far addormentare il piccolo. Raddrizzo la schiena e questa scrocchia in diversi punti.
Mi sento una vecchietta. Penso di essermi presa l'influenza la scorsa notte, uscire di casa nel cuore della notte e completamente senza vestiti non è stata una bella idea.
Una mano che si posa sulla mia spalla mi risveglia dai pensieri. <<Cosa ti turba Martha?>> mi chiede Lagertha. <<Non hai una bella cera>> continua invitandomi a seguirla verso il trono. Mi gratuito la fronte cercando una scusa, <<Non ho niente>> rispondo senza guardarla negli occhi. Non le puoi mentire; lei, in un modo o nell'altro, saprà sempre la verità. <<Si tratta di Hvitserk vero?>> chiede lasciandomi impietrita. I suoi occhi fissano i miei e per un istante ho la sensazione che mi stia guardando fin dentro l'anima. <<Sei preoccupata per le minacce di Nils. Lo capisco, anche io avrei fatto di tutto per il mio uomo, ma le scelte che stai facendo tu sono pericolose. Stai facendo il passo più lungo della gamba>> da una parte sembra un rimprovero ma il suo viso non è severo. Mi siedo a terra, ai piedi del trono. Era vero quello che diceva lo zio Floki: Lagertha ha orecchie e occhi ovunque. <<Non so cosa fare. Temo le conseguenze delle mie scelte. Temo il giudizio degli dei>> la mia voce risuona così acuta a queste parole. La regina mi mette una mano sulla spalla per confrontarmi. <<Nel momento opportuno saprai cosa fare e non tempere il giudizio degli dei, saranno sempre dalla tua parte se le tue scelte saranno fatte in buona fede>> conclude mentre mi asciuga una lacrima che mi riga la guancia destra. Per me è come una madre, non sarei quella che sono senza di lei. Questa sera ci sarà un'altra festa e sono decisa a parlare con Nils. Questa storia deve finire.
Continuo a camminare per la sala cercando Nils, ma non lo trovo da nessuna parte. Mi sento prendermi per un braccio e mi ritrovo davanti Hvitserk. <<Ti stavo cercando>> dice accarezzandomi la guancia e sorridendo. Gli stringo le braccia intorno al corpo e lo stringo a me. Sul momento rimane di sasso, come se non si aspettasse un mio abbraccio. A dire il vero non so neppure io perché di questo gesto. Respiro il suo odore e mi godo questo piccolo momento. Vorrei non lasciarlo mai più ansare. Mentre mi stringe a se con un braccio mi solleva il viso. <<Sei sicura di stare bene?>> mi chiede preoccupato. Annuisco e abbassa il viso verso il mio, i suoi occhi vagano dai miei alle mie labbra. Mi alzo sulle punte dei piedi per avvicinarmi a lui. Chiude gli occhi e azzero la distanza. All'inizio il bacio è tranquillo, un leggero contatto, ma Hvitserk si affretta a velocizzare. Le nostre lingue si incontrano mentre fa scorrere le mani sulla mia schiena da sotto al mantello. <<Perché mi cercavi?>> gli chiedo dopo che ci siamo allontanati. <<Ubbe e Margrethe si sposano questa sera. So che voi due ragazze non andate molto d'accordo, ma mio fratello sarebbe felice di vederti>> dice sorridendo. Annuisco ma la mia espressione cambia all'istante quando vedo, alle spalle di Hvitserk, a qualche metro, Nils. È appoggiato con una spalla alla colonna portante della sala, con le braccia incrociate al petto e un ghigno sul volto mentre scuote la testa.
Mi passo la lingua sulle labbra mentre sento salirci l'ansia. Mi autoconvinco, o almeno ci provo, che la sua sia una reazione a una battuta di uno dei suoi amici e che, in realtà, non ci ha visti. Sentendomi osservata porto lo sguardo sul ragazzo che mi tiene ancora tra le braccia. <<Tu sei strana oggi>> dice e ridacchia nervosamente.
Anche se non andiamo molto d'accordo, aiuto Margrethe a prepararsi. Dopotutto è il suo matrimonio e per oggi cercherò di mettere da parte le nostre divergenze.
Le poggio la corona di fiori sulla testa e sistemo gli ultimi dettagli dei suoi lunghi capelli biondi. <<Perché mi stai aiutando? Tu mi odi>> dice con serietà guardandomi dal basso, appoggiando le braccia sui braccioli della sedia su cui l'ho fatta sedere. Mi mordicchio la punta della lingua e sospiro. <<Molte volte ho avuto l'impulso di prenderti a schiaffi. Ma questo giorno è per te e Ubbe. Dimenticherò il mio rancore e lo farò solo per lui>> le rispondo sorridendo forzatamente. <<E' un mio caro amico. E nonostante tutto, ha preso la sua decisione. Ti ha liberata e ora ti sposa. Posso solo essere felice per lui>> dichiaro sospirando. Certo Margareth non è la donna che ci si aspetterebbe di vedere accanto ad un principe di Kattegat, ma è il suo destino e sta a lui viverlo. Una volta assicurata che il mio lavoro sia concluso osservo la sposa nel complesso. Il vestito bianco è ricamato con rune di buon auspicio e fertilità, i fiori di stagione sono strettamente intrecciati tra loro con nastrini e fiocchi. Certo è una delle spose più belle che io abbia mai visto. <<Tieni così tanto a lui da accettarmi?>> chiede unendosi le mani in grembo. <<Non esageriamo ora. Ti tollero. Ma non esiterò a trovare giustizia per Ubbe qualora servisse>> concludo prima di uscire dalla tenda allestita per il momento.
Raggiungo Rebeka che sta vicino a Sigurd e noto la presenza di Nils e dei suoi amici radunati, anche loro pronti per i festeggiamenti. <<Che ci fa lui qui?>> chiedo alla mia amica prendendola per un braccio, sussurrandole all'orecchio cercando di non farmi notare troppo dagli altri invitati. <<sono molto amici di Ubbe a quanto pare>> si limita a spiegare. Sappiamo entrambe che probabilmente è una delle sue bugie. Forse è qui in veste di messaggero di Harald, fingendo di essere amico dello sposo.
Margrethe esce dalla tenda raggiungendo lo sposo e la madre di Rebeka che, come tradizione, celebrerà l'unione. Ubbe le stringe la mano, sorridendo. Entrambi si mettono uno davanti all'altra e Aya prende parola. <<Chi darà questa donna in sposa a suo marito?>> chiede alla folla. Essendo una schiava non ha una famiglia e quindi nessuno che possa darla in sposa. Hvitserk fa un passo avanti. <<Lo farò io>> afferma raddrizzando la schiena, porgendo gli anelli alla donna. I suoi penetranti occhi verde intenso lo osservano ma si limita ad annuire. Il giovane uomo torna verso di me e porta un braccio dietro la mia schiena, stringendomi a se. Gli sorrido per un istante poi porto l'attenzione a Nils, dall'altra parte della folla. Ha in mente qualcosa, glielo leggo negli occhi.
Aya intinge gli anelli nel sangue di un agnello sacrificato in precedenza e si avvicina agli sposi. I due si scambiano gli anelli e coloro che stanno assistendo restano in completo silenzio. <<Sotto l'occhio vigile degli Dei assistiamo alla sacra unione tra Margareth e Ubbe figlio di Ragnar>> dichiara prima di intingere le punte delle dita nella ciotola di sangue e schizzato sui visi di Ubbe e Margrethe. <<Ubbe, sei pronto a proteggerla e onorarla davanti a Thor? Margreth sei pronta a sostenerlo e amarlo davanti a Freya?>> entrambi annuiscono, acconsentendo alle promesse e tracciando rune sulla fronte l'uno dell'altra. <<Che Freya vi dia dei figli e una vita lunga e felice>> conclude Aya e i due si scambiano un bacio mentre la folla applaudisce e grida felice.
Il festeggiamento ha inizio e con esso il banchetto. Tra una pietanza e l'latra vengono serviti birra e idromele. In breve risate e musica accompagnano le grida e le esultanze in onore degli sposi.
Neanche il tempo di abituarsi a questa pace che qualcuno urla: <<E ora la corsa della sposa>>. Ubbe e Hvitserk si guardano sfidandosi ad una corsa ad ostacoli. L'ultimo che arriverà tra i due dovrà servire al banchetto. E' abbastanza ovvio che Ubbe non abbia particolarmente voglia di servire al banchetto del suo stesso matrimonio.
Noi ragazze, compresa la sposa, non facciamo che ridere nel vedere gli imbrogli che si tirano i due fratelli, prendendoli in giro e bevendo tra una scommessa e l'altra. <<Punto tutto su Ubbe. Non perderà di certo il suo orgoglio questa sera>> affermo brindando con le altre donne, scaturendo le risate di tutti i presenti. I due fratelli si spingono e si fanno gli sgambetti cercando di far perdere terreno all'altro. Hvitserk, ad un certo punto, perde l'equilibrio finendo a terra lungo disteso segnando così la vittoria del fratello maggiore. Sollevo le braccia festeggiando. Un pò mi dispiace per Hvitserk, ma non mi sarei mai persa questa scena. Rebeka mi lascia in mano un sacchetto di monete. <<Conosci le regole fratello. Servirai tu al banchetto>> gli ricorda Ubbe dopo essersi buttato a terra con il fratello, entrambi col fiatone. Gli lascia una pacca sulla spalla e il minore sbuffa, cercando di riprendere fiato.
Faccio per andare ad aiutare Hvitserk ad alzarsi ma una mano mi trattiene per una spalla. <<Che cosa vuoi Nils?>> chiedo e per la prima volta, davanti la sua imponente statura, mi sento ancora piccola e insicura. I suo occhi sono scuri e la mascella contratta. <<Avevamo un accordo noi. E tu non lo hai rispettato>> dice stringendo ulteriormente la presa. Inizio a respirare velocemente, ricordando la sensazione della sera precedente nell'essere osservata. <<Tu ci stavi spiando dalla mia finestra ieri notte>> sussurro cercando di mantenere un tono di voce basso per non destare sospetti. Lui annuisce e mi stringe una mano intorno al collo. Avvicina il viso al mio mentre cerco di allontanarlo da me. <<Tu sei mia. Hai infranto il nostro accordo e ora ne pagherai le conseguenze>> dice e mi lascia andare. Appoggio le spalle ad un albero e respiro profondamente. Avrei dovuto allontanare Hvitserk al suo ritorno, dirgli che nella sua lunga assenza il suo vuoto era stato colmato da un altro uomo. Questo avrebbe permesso a Nils di avvicinarsi a me, avermi e, di conseguenza, far avvicinare Harald a Kattegat. Se così non avessi fatto, lui e le persone che amo perderanno la vita.
Ma non ci sono riuscita. Non lo avrei mai fatto.
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