14.
Le mattine trascorrono monotone. Le giornate si allungano e il tempo è sempre più bello, le temperature più miti. Kattegat è sempre in fermento grazie a mercanti che vanno e vengono.
I segni della violenza subita stanno sparendo lentamente, e con essi anche l'apprensione delle donne che sanno e che mi hanno aiutata. Rebeka e Asloug hanno entrambe sospirato liberamente quando le ho informate che questo mese, per fortuna, ho sanguinato.
Ma io non sono ancora tranquilla. Il mio sonno è agitato, i miei sogni mi riportano sempre a quella lunga e terribile notte. Ho anche dovuto far ricorso agli intrugli di Eira, la madre di Rebeka dalla quale ha ereditato il suo leggero dono di veggenza, per riuscire a dormire.
Un corvo si posa sul davanzale della finestra iniziando a battere il becco sul vetro. Mi alzo dalla sedia, mettendo da parte il mantello che sto ricamando per la futura festa di Metà estate. Apro la finestra verso l'esterno e afferro il rotolo di pergamena che il corvo ha intorno alla zampa, fissato ad esso con un nastrino. Il volatile spicca il volo e leggo la piccola pergamena.
Lagertha mi vuole vedere a Hedeby con urgenza.
Inizio a farmi molte domande sul motivo di questa improvvisa e urgente convocazione senza trovare una valida risposta. Ogni scenario che si crea nella mia mente è plausibile tanto quanto un altro.
Afferro il mantello indossandolo sulle spalle ed esco di casa.
Il viaggio verso Hedeby è lungo, ma il pensiero dell'incontro imminente con Lagertha mi spinge a continuare senza sosta. Quando finalmente arrivo, il sole è già alto nel cielo, illuminando le imponenti mura della città. Entro a Hedeby ignorando il brusio dei mercanti e dei cittadini che si muovono freneticamente per le strade. Lascio il cavallo nelle mani dello stalliere e percorro il resto della strada a piedi. Giungo alla grande sala del trono, un edificio imponente fatto di legno e pietra. Spingo le porte massicce, che si aprono con un cigolio sordo, e vengo accolta da Torvi. La donna, forte e risoluta, è la moglie di Bjorn. <<Martha>> dice Torvi venendomi incontro, stringendomi tra le braccia. <<Ho ricevuto il messaggio di Lagertha>> spiego senza troppi indugi osservando la guerriera che annuisce. <<Lagertha non è qui, è fuori nel campo. Ti sta aspettando>> afferma prima di prendere un respiro risoluto. <<Prima che tu vada, c'è qualcosa che devi sapere. Lagertha ha un piano. Vuole riprendersi Kattegat>> dichiara lasciandomi esterrefatta. La osservo con un cipiglio sul volto e le labbra socchiuse. Mentre venivo ad Hedeby mi sono immaginata tante cose, ma mai questa possibilità ha sfiorato la mia mente. Ha intenzione di attaccare Kattegat e riprendersi il suo trono, probabilmente uccidendo Asluog. Annuisco, sentendo un peso sul cuore mentre cerco di comprendere le parole di Torvi. Senza perdere altro tempo, esco dalla sala e mi dirigo verso il campo di addestramento.
Il campo è pieno di guerrieri che si allenano, il suono delle spade che si scontrano e i grugniti degli sforzi riempiono l'aria. Al centro del campo, Lagertha è immersa in un combattimento simulato, i suoi movimenti sono fluidi e precisi, ogni colpo una dimostrazione della sua abilità e determinazione. Mi avvicino, attirando l'attenzione di Lagertha. I nostri occhi si incontrano per un momento, poi Lagertha fa un cenno al suo avversario, indicando che la sessione di allenamento è finita <<Hai ricevuto il mio messaggio>> afferma sorridendomi.
<<Sono qui per parlare del tuo piano>> rispondo, afferrando una spada di legno dal vicino rack. <<Voglio sapere come intendi riprendere Kattegat>>. Lagertha sorride leggermente, apprezzando la mia iniziativa. <<Molto bene. Parliamo mentre ci alleniamo>>. Prendiamo posizione, le spade di legno in mano, pronte a iniziare il nostro allenamento. Lagertha avanza con un colpo deciso, un affondo diretto al mio fianco. Lo paro con un movimento rapido del mio braccio, sentendo la vibrazione lungo tutta la lunghezza della spada.
<<Abbiamo bisogno di un esercito forte e leale>> inizia Lagertha, continuando a incalzare con una serie di colpi rapidi, ognuno preciso e potente. <<Ho già iniziato a radunare uomini. Molti sono stanchi e desiderano vedere un leader più giusto sul trono di Kattegat>>. Mi concentro sul mio respiro, cercando di mantenere il ritmo e parando ogni colpo. <<Le shieldmaiden e i guerrieri che difendono la città sanno il fatto loro>> replico, schivando agilmente un attacco alla testa e contrattaccando con un fendente verso il suo braccio. <<Ma cosa succede una volta che saremo dentro le mura? Asloug non cederà facilmente. Potrebbe già sapere del tuo piano>>. La mia voce tradisce la mia incertezza, il mio desiderio di credere in questo piano, ma anche il mio timore per le conseguenze. Lagertha sorride, la determinazione brillando nei suoi occhi. Blocca il mio attacco con facilità, spingendomi indietro con la sua forza. <<Abbiamo dei piani per infiltrare le sue difese. Ho delle persone fidate all'interno di Kattegat. Al momento giusto, apriranno le porte per noi>>. Prendo un momento di pausa, abbassando la spada e muovendo alcuni passi indietro.
Lagertha mi ha chiamato a sé con un richiamo di guerra, ma il mio cuore è diviso, diviso tra l'obbligo e il desiderio. Da una parte, c'è Lagertha, una donna di coraggio e saggezza, determinata a riprendersi ciò che è suo di diritto. Ha lottato molte battaglie, ha visto il sangue versato e ha sacrificato tanto per il suo popolo. Come posso io, con la mia debole volontà, voltarle le spalle quando ha bisogno di me? Vorrei essere la sua spada, affilata e pronta a combattere per la sua causa. Ma poi c'è Aslaug, la regina che mi ha offerto cura e protezione. Anche se il suo regno non è più quello che era u tempo, il suo spirito persiste in me, una voce silenziosa che mi sussurra di non tradirla. Ha nutrito la mia anima e mi ha insegnato tanto, eppure ora mi trovo in bilico sul filo del tradimento. Ascolto il battito frenetico del mio cuore mentre la guerra si combatte dentro di me. Lagertha mi guarda con occhi pieni di fiducia, ma io ho paura, paura di fare la scelta sbagliata, di deludere chiunque sia il mio compagno d'anima in questo momento. Mi sento come un'ancora alla deriva in un mare in tempesta, senza una direzione chiara da seguire. Ma devo trovare il coraggio di decidere, di agire secondo la mia coscienza, anche se questo significa deludere qualcuno che amo.
Forse, alla fine, la mia strada non sarà quella che Lagertha ha tracciato. Forse troverò una via diversa, una via che mi permetta di onorare entrambe le donne che hanno plasmato il mio destino. Ma per ora, devo affrontare la mia paura e prendere una decisione, perché il tempo stringe e il destino non aspetta nessuno.
Ma, inaspettatamente, prendo una decisione d'istinto.
Alzo la spada davanti a me, avvicinandomi alla donna guerriero. Annuisco, ma il nodo nel mio stomaco si stringe. <<D'accordo. Sono con te, Lagertha. Farò tutto il possibile per aiutarti a riprendere ciò che è tuo>> Le mie parole escono sincere, ma non posso ignorare il tumulto dentro di me.
Lagertha avanza con un colpo potente, e io mi abbasso per evitarlo, sentendo il vento della spada sopra la mia testa. Mi rialzo rapidamente, cercando di contrattaccare, ma lei è veloce e blocca il mio colpo con una parata perfetta. Il suono delle spade che si scontrano riempie l'aria, accompagnato dal ritmo dei nostri respiri affannati. Ogni movimento è una combinazione di abilità e istinto, una danza letale tra due guerriere. Lagertha affonda nuovamente, e io giro su me stessa, usando il movimento per ottenere slancio e colpire con più forza. Il mio colpo viene parato, ma vedo un lampo di approvazione nei suoi occhi. Continuiamo a combattere, il sudore che ci scorre lungo il viso, ma adesso c'è un nuovo senso di scopo e unità tra di noi. Il piano per riprendere Kattegat è in moto, e insieme, siamo pronte a fronteggiare qualsiasi sfida che si presenterà. Mentre pariamo e colpiamo, il mio cuore continua a lottare con se stesso, incerto se seguire Lagertha fino in fondo o cercare una strada diversa.
*****
Alzo la testa dalla lama che sto affilando quando Rebeka entra a passo svelto nella grande sala. Si guarda intorno velocemente finché non incrocia il mio sguardo e corre verso di me. Appoggia le mani sulle ginocchia e piega leggermente il busto in avanti, respirando profondamente. <<Ubbe....e.... Sigurd..... loro....per Odino>> inizia tenendo una mano sul petto. Incarico un sopracciglio e torno alla mia lama. <<Respira, poi parla se no non ti capisco>> le dico tranquillamente. <<Loro sono spariti>> dice dopo pochi minuti <<Sono stati invitati a cena da Lagertha. Con loro c'è Margrethe>> lei incrocia le braccia al petto e mi guarda con espressione dura. <<E' successo ieri sera e non sono ancora tornati>> questa volta il suo tono è molto basso e i suoi occhi guardano oltre me.
Mi volto e vedo la regina Aslog sedersi sul trono. Mi alzo dalla sedia e infilo il coltello nello stivale, prendendo poi la mia amica per un braccio la trascino abbastanza lontano dalla regina. <<Rebeka, sto per dirti una cosa molto importante. ma tu devi promettermi che non darai di matto>> le sussurro restando dietro una delle ampie colonne all'esterno dalla sala. Lei corruga la fronte. <<E' il piano di Lagertha. Stanno bene, ma doveva portarli lontano da qui>> spiego velocemente tenendo la voce molto bassa, continuando a guardarmi in torno. Rebeka mi guarda senza capire e battendo velocemente il piede atterra mi mordo il labbro. <<Non capisco Martha>> dichiara confusa e preoccupata. <<Lagertha attaccherà Kattegat per riprendersi il suo trono>> alle mie parole la ragazza spalanca gli occhi e le stringo le mani sulle spalle senza darle il tem0po di ribattere. <<Ascoltami bene Rebeka. Voglio anche io bene a Aslaug, ma il trono non è suo. Non lo è mai stato. Io combatterò con le shield-Maiden, con le mie compagne. Tu non sei obbligata a combattere>> le spiego scrollandola un po' ma lei scuote la testa. Lo vedo dai suoi occhi che una tempesta di pensieri vorticano velocemente e freneticamente nella sua testa. <<Non mi nasconderò, voglio essere utile a voi>> risponde con enfasi, alzando un po' troppo la voce. Le dico di tenere la voce bassa. <<Rebeka. Non si torna indietro, lo capisci?>> le chiedo guardandola negli occhi. Lei annuisce. Forse non sa a cosa sta andando incontro, forse non vuole pensarci. Forse, invece, lei già lo sapeva motivo per il quale ha preso in fretta una decisione, anche più velocemente di me.
Mi sporgo dalla piccola finestra in cima al casolare e con la testa indico l'arco di ingresso alla città. <<Tieni questo. Al nostro segnale scocca>> dico passando l' arco e delle frecce a Rebeka. Non ha mai combattuto prima, non ha mai razziato e non è mai stata in battaglia. Alcune shield-maiden entrano nel sottotetto del casolare, dove siamo noi, e abbracciano la mia migliore amica. Le appoggio una mano dietro al collo e unisco le nostre fronti prima di scendere dalla scala a pioli e uscire dal retro. Restando sul tetto sarà al sicuro sia da attacchi che da sguardi.
Mi nascondo in mezzo ad alcuni cumuli di fieno e aspetto il segnale. Non possiamo più tornare indietro ora. E' troppo tardi.
In pochi minuti per le strade si sentono suolo urla di battaglia, il dolce suono delle spade e Torvi, posta sul tetto di una casa, mi dà il segnale e impugno la spada che porto alla cintura. Mi lancio nella mischia contro gli uomini della regina Asloug, ricordando ogni lezione che mi ha dato Ragnar. Una shield-maiden al servizio di Lagertha mi lancia uno scudo e lo afferro al volo. Un uomo mi corre in contro alzando la sua ascia. Alzo lo scudo per parare il colpo e con la spada lo colpisco ad una gamba. Lo colpisco alla testa facendolo perdere i sensi. <<Muro di scudi>> urla Lagertha e restando tutti vicini alziamo gli scudi e le frecce cadono addosso agli avversari, conficcandosi anche nei nostri scudi.
Il fragore della battaglia echeggia intorno a me mentre avanziamo attraverso il caos. Le spade sibilano nell'aria, incontrano la resistenza del metallo avversario con un clangore metallico che mi fa raggelare il sangue nelle vene. Ogni colpo è un'esplosione di forza e determinazione, mentre i corpi si piegano e si contorcono nell'ardore della lotta. In mezzo alla confusione, mi trovo faccia a faccia con un nemico determinato. I suoi occhi bruciano di feroce determinazione, e so che dobbiamo affrontarci. Le nostre spade si scontrano con una violenza controllata, sprigionando scintille nel chiarore del sole che filtra attraverso il fumo della battaglia. Mi muovo con agilità, nemico dopo nemico, cercando di anticipare i movimenti. L'ultimo è un avversario abile e mi tiene a bada con la sua ferocia. I nostri colpi si rincorrono in un balletto mortale, il suono del metallo che si scontra riempie l'aria mentre ci sfidiamo senza tregua. Ad un tratto, una fessura si apre nella sua difesa, e colgo l'opportunità con determinazione. Con un movimento rapido e preciso, sferrò un colpo ben mirato, la mia spada taglia l'aria con una velocità impressionante e si abbassa con forza sulla sua guardia. L'acciaio si spezza, e il mio avversario vacilla sotto il colpo improvviso. Non mi fermo un attimo, approfitto dell'apertura nella sua difesa per infliggere un altro colpo, e poi un altro ancora. La mia mente è concentrata, il mio corpo risponde istintivamente, e mi lascio trasportare dall'ebbrezza della battaglia. Con un grido di rabbia, ritorna all'attacco con rinnovata ferocia. I suoi colpi sono veloci e potenti, e devo lottare con tutte le mie forze per respingerli. Poi. con un ultimo movimento di spada il suo sangue sgorga e l'uomo cade a terra.
Continuo a combattere, il suono delle spade che si scontrano riempie l'aria, il nostro destino intrecciato. In quel momento, non c'è altro che la battaglia, i miei avversari e la determinazione implacabile di sopravvivere.
Il silenzio cala su tutta la città. Tengo la punta della spada alla gola di una nemica finché un urlo di vittoria non riempie la strada principale. Abbasso la lama e festeggio insieme alle mie compagne finché Aslaug non esce dalla sale grande, tenendo una spada tra le mani.
Lagerhta mi lascia il suo scudo e osserva attentamente la sua nemica, pronta a qualunque sua mossa. <<E' strano, Lagertha, vederti nei panni dell'usurpatrice>> dice Aslaug con superiorità <<Una donna contro un'altra donna. Non fa onore alla tua reputazione>> continua. È davvero sicura di quello che dice, non ha paura di affrontare la prima moglie di Ragnar, ne teme la sua ira. <<Ti sbagli. Sei tu l'usurpatrice. Hai preso la mia felicita, mio marito e il mio mondo>> le risponde Lagertha, mettendo via la spada. <<Il fatto che tua sia una donna è del tutto irrilevante>> continua. Prendo l'arco dalle mani di Rebeka, che ci ha raggiunte insieme agli altri arcieri e le sussurro di stare tranquilla.
<<Non ho rubato tuo marito, lui ha scelto di stare con me>> le risponde Aslaug, come se le persone possano credere ancora a questa storia. <<Sei una strega. Lo hai stregato>> la interrompe la donna guerriero. Sulle labbra della regina nasce un piccolo sorriso e lascia tutti di stucco dicendo: <<Ragnar è morto>> Rebeka mi guarda con gli occhi spalancati. <<Non puoi saperlo con certezza. Puoi anche averlo sognato ma non puoi saperlo>> Intervengo avendo l'approvazione di tutti. <<Nel mio sogno le sue navi affondavano. Ragnar è morto, e con lui mio figlio Ivar>> dice e la sua voce si inclina in una nota di tristezza. Stringo la mano della mia migliore amica per consolarla. Non le credo. Se fosse vero, Rebeka o sua madre lo avrebbero visto.
<<Io ho sognato tante volte di riavere il mio regno. E se dovrò combattere, lo farò>> interviene Lagertha dopo un attimo di silenzio. Aslaug abbassa la testa e sorride. <<Non sono mia madre e tanto meno mio padre, non potrei mai vincere contro di te>> dice lanciando la spada a terra. Asloug ha deciso di lasciare il trono di sua spontanea volontà. <<Chiedo solo una cosa: lasciatemi andare. Non voglio nient'altro solo andare dove gli Dei vorranno. Rinuncio a tutto questo. Il mio destino è già compiuto>> urla così che la folla la possa sentire. Lagertha accetta la sua condizione e la lascia andare. Mi sorride e le passo l'arco su sua richiesta.
Mi volto verso Rebeka pronta ad andare ma il suono che attira la mia attenzione è il movimento dell'aria causato dallo scoccare di una freccia. Giro la testa e la regina Asloug è a terra e Lagertha, vicino a me, ha il mio arco in mano e il braccio teso.
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