RICORDI, SPIAGGIA E MARE

TYLER

L'amore nasce dal desiderio improvviso di rendere eterno il passeggero.

(Ramón Gómez de la Serna)


Mi sembrava quasi che il tempo si fosse fermato. Rosemy se ne stava tra le mie braccia, ma era come se una parte di me non fosse lì con lei, ma fosse lontana in un passato che non riuscivo a mettere a fuoco. Per un attimo mentre la stringevo mi era sembrato di rivedere Jessi. Per un istante mi aveva guardata con i suoi occhi. Per un solo secondo mi ero ritrovato a quel lontanissimo pomeriggio primaverile. Eravamo nella casa delle vacanze di Jessi. Sam era andato a fare la spesa, ma aveva insistito perché io rimanessi a casa con Jessi.

-Così magari vi parlate, è così strana in questo periodo- mi aveva confidato in un sussurro –non so mai come prenderla, mi sembra sempre triste e anche arrabbiata-

Non era l'unico ad aver notato il suo cambiamento d'umore. –Lo sai che le donne sono volubili- avevo risposto io, sperando così di risollevargli il morale.

-Spero che sia solo un malumore passeggero-

-Certo, lei ti ama- ma appena lo avevo detto avevo compreso che non era vero. Jessi non lo amava, forse non lo aveva mai amato.

Sam si era stretto nelle spalle. –Parlaci tu, in queste cose sei bravo-

Lo avevo guardato andarsene con il cuore in gola. All'improvviso avevo perso il desiderio di stare solo con Jessi, consapevole che sarebbe potuto succedere l'irreparabile. Nonostante tutto ero tornato in casa e l'avevo raggiunta in veranda. Era seduta su una sedia a dondolo, una gamba sotto di sé, l'altra lasciata a penzolare, la scarpetta che batteva ritmicamente contro il pavimento. Guardava fuori, un libro aperto tra le mani. L'espressione era assorta, come se stesse pensando. Non si era mossa quando mi ero avvicinato.

-Sam è andato a fare la spesa- le avevo detto, stranamente nervoso, lottando per non voltarmi, per non correre via.

Jessi mi aveva guardato con gli occhi castani vitrei. I capelli biondi le cadevano abbandonati intorno al viso. Bellissima come una bambola. –Dobbiamo parlare- mi aveva detto –io non posso più vivere così-

-Come?- le avevo chiesto, cercando di sembrare sarcastico –Vuoi conquistare un'altra consorellanza?-

Lei non aveva sorriso, le labbra chiuse, lo sguardo triste.

-Credo che tu sia un po' stanca... cosa stai leggendo?-

-Oh, la storia di due innamorati che non vogliono dichiararsi il loro amore-

-E da quando leggi i romanzi rosa?- avevo chiesto con un filo di voce. Tutto pur di deviare il discorso dall'inevitabile.

-Lo sai perché non possono dichiararlo?-

Avevo scosso la testa, intuendo la risposta.

-Perché lei è fidanzata con il migliore amico di lui... ma entrambi sanno di amarsi, è così evidente, così palese, è come se ce l'avessero scritto in fronte, come se si potessero leggere a vicenda i pensieri-

Avevo la gola così secca da non riuscire a deglutire.

-Ma alla fine lei è stufa, tremendamente stufa di una vita in cui deve sempre fingere, in cui non può vivere il suo amore alla luce del sole, una vita in cui deve immaginare come sarebbe bello passeggiare con lui per il campus, in cui non deve più essere gelosa delle altre con il folle terrore che lui le venga portato via- aveva iniziato a piangere silenziosamente.

-Lui non può tradire il suo amico- avevo mormorato, sperando che lei capisse e non insistesse. Jessi era sempre stata molto delicata, non aveva mai insistito su nulla. Quel giorno però voleva insistere. Si era alzata e mi si era messa davanti, l'abito azzurro che le si apriva di fianco lasciando scoperta la sua gamba. Ci eravamo fissati per un lungo istante, poi lei mi aveva buttato le braccia al collo. Ero rimasto immobile, il cuore che batteva sempre più forte, non sapendo cosa fare, cosa dire, neppure cosa pensare.

-Non possiamo- avevo detto infine.

-Non m'importa, io ti amo, Tyler- e mi aveva attirato a sé.

Ricordavo il sapore di fragola sulle labbra morbide di Jessi. Avevo scioccamente pensato che doveva adorare la fragola, visto che anche il suo profumo era alla fragola. Dopo un'esitazione l'avevo stretta a me. Era così magra, così esile, così delicata. Jessi mi aveva baciato con passione, la lingua si era fatta strada quasi violentemente nella mia bocca, le dita si erano infilato nella mia carne, il suo corpo si era premuto contro il mio. Non avevo mai creduto che un essere fragile come Jessi potesse essere così brutale. Quello mi era sembrato molto più di un semplice bacio, era qualcosa di orrendamente intimo, qualcosa di straordinariamente potente. Era come se Jessi avesse voluto sbranarmi. L'avevo allontanata con fatica.

-Non possiamo, pensa a Sam-

-Non m'importa nulla di lui, io amo solo te, non voglio altri che te- e le lacrime le erano corse lungo le guance.

-Mi dispiace, Jessi, io non posso tradire Sam... se non lo ami forse dovresti lasciarlo-

-Solo se posso mettermi con te... io non potrei vivere lontano da te, io sto con Sam solo per stare con te... all'inizio pensavo che tu fossi insensibile, odioso, insopportabile, ma non è così, tu sei la mia anima gemella-

L'avevo spinta via con dolce fermezza. –Mi dispiace, Jessi-

-Anche tu mi ami, è chiaro, l'ho capito da come hai risposto al mio bacio-

-Sì, ti amo, ma non possiamo stare insieme, ti rendi conto di ciò che comporterebbe?-

Lei mi aveva fissato a lungo prima di rispondere. –Non credevo che t'importasse di ciò che pensano gli altri-

-M'importa ciò che pensa Sam, non di ciò che pensano gli altri-

-Ciò non cambia il fatto che ci amiamo-

-Cambia tutto il resto però- avevo mormorato.

Jessi mi aveva fissato con determinazione. –Tu devi essere mio-

Avevo sospirato stancamente. –Lo so che sei abituata ad avere tutto ciò che vuoi, Jessi, ma non funziona così con le persone, tu non mi puoi avere-

-Sì, invece, io ti amo... e poi non sono abituata a ottenere sempre ciò che voglio-

Avevo annuito. E poi Jessi mi aveva rivelato quel suo orribile segreto.

Rosemy mi accarezzò teneramente il viso. Era stretta languidamente a me, sdraiata nella sabbia al mio fianco. Ce ne stavamo abbracciati, nudi, senza dire nulla. La guardai e mi chiesi cos'avrebbe detto se avesse saputo quanto avevo amato Jessi. Probabilmente era meglio che non venisse mai a saperlo. Ora una sola cosa era certa: io amavo Rosemy e l'amavo molto più di quanto avessi amato Jessi.

-Sta piovendo- sussurrò Rosemey, la voce leggermente roca.

-Andiamo sotto la tettoia?- chiesi in un soffio.

-Va bene, prima però recupero il costume- ridacchiando si staccò da me e prese il costume nero che se ne stava abbandonato poco distante.

La imitai e presi il mio, quindi mi alzai e l'aiutai a fare lo stesso, poi ci rivestimmo.

-Il mare questa sera è stupendo- sussurrò Rosemy, sistemandosi le spalline dell'abito.

Restammo alcuni secondi immobili a fissare il mare. Compresi improvvisamente di essere felice. Balzai in avanti e la presi in braccio.

-Tyler!- esclamò lei sorpresa.

Feci un giro su me stesso, così veloce che alla fine cademmo entrambi nella sabbia.

-Tyler, Tyler!- disse lei, con finto tono di rimprovero, poi scoppiò a ridere.

Mi unì alla sua risata e le nostre risa riempirono il silenzio della notte. Sì, amavo Rosemy, non avrebbe potuto essere altrimenti.

NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti!

Come vi è sembrato questo capitolo? È stato svelato qualcosa di più sul rapporto tra Tyler e Jessica.

Vi anticipo che nel prossimo capitolo ci sarà una svolta imprevista.

A giovedì ❤

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