LACRIME, LACRIME E LACRIME

ROSEMARY

Non sapevo bene che cosa dirgli. Mi sentivo molto maldestro.

Non sapevo bene come toccarlo, come raggiungerlo...

Il paese delle lacrime è così misterioso.

(Antoine de Saint-Exupéry)
 

Abby piangeva, buttata sul suo letto. Era ormai passata mezz'ora da quando eravamo rientrate, ma non aveva ancora smesso di piangere. All'inizio, le ero stata accanto, un braccio intorno alle sue spalle, le avevo accarezzato i capelli, ma dopo qualche minuto non ero più riuscita a stare ferma. La verità era che continuavo a pensare a Tyler, a come si era comportato quella sera, alla domanda che mi aveva fatto, alla sua voce, alle sue labbra, a come sarebbe stato bello abbandonarmi tra le sue braccia. Andai alla finestra e mi parve di vedere qualcuno fermo fuori dal cancelletto... poi la persona, chiunque fosse, se ne andò. Era lui? Ma che sciocca! Certamente era solo qualcuno che si era fermato a osservare la nostra bizzarra villetta, non era una cosa così strana. Aprii la finestra e guardai le pallide stelle nel cielo nero. Lui cosa stava pensando? Mi pensava? Gli mancavo forse un po'? Folle, folle, ecco cos'ero. Eppure continuavo a pensare alla sala da ballo, a lui che mi spostava, al suo corpo contro il mio, a lui che si frapponeva tra me e la festa, come se volesse proteggermi.

-Rosemy, perché l'ha fatto?- chiese Abigail, non smettendo di piangere.

Inspirai a fondo e tornai a sedermi sul letto al suo fianco. –Il comportamento di Sam è stato imperdonabile, ma forse merita una seconda possibilità-

-Credi davvero?- lo sguardo di Abby mi fissò brillante a causa delle lacrime.

-Certo- e quello avrebbe fatto arrabbiare parecchio Tyler. Ripensai al bacio che ci eravamo scambiati, alla sua bocca contro la mia, a quel senso di familiarità.

-E poi chi è quella? Hai visto come gli è saltata addosso?-

Mi strinsi nelle spalle. –A quanto pare è un'amica di Tyler- e se fosse stata qualcosa di più? No, quella non poteva essere gelosia.

-Tutta colpa di Tyler- tirò su con il naso –lo odio- e ricominciò a piangere disperatamente.

Sentii dei passi nel corridoio. Un attimo dopo qualcuno bussò alla porta. Andai ad aprire e vidi Cloe, la sorella di Abby, che mi fissava con i suoi occhi celesti. Indossava un vestitino bianco di pizzo ed era scalza, le scarpe con i tacchi strette in una mano.

-Jill mi ha detto che vi ha viste scappare dalla festa di Tyler, cosa succede?- si appoggiò allo stipite della porta e sbirciò dentro la camera.

Esitai un attimo. Cos'avrei dovuto dirle? Non volevo raccontarle quello che ero successo, non sapevo se Abby avrebbe voluto.

-Nulla, sorellina- sentii la voce di Abigail, nasale, un po' rotta. La voce di chi ha pianto.

Cloe aggrottò la fronte, quindi mi spinse da parte ed entrò. Guardò per alcuni secondi la sorella senza parlare, quindi si sedette al suo fianco sul letto, in silenziosa attesa. Alla fine Abby le raccontò cos'era successo quella sera. La sorella l'ascoltò con attenzione, annuendo e non interrompendola mai, quando terminò sorrise e le passò una mano tra i capelli, un gesto che probabilmente faceva quando era piccola.

-Quindi è tutta colpa di uno stupido gioco- disse infine Cloe.

-Lui non doveva baciarla-

-Non è stato lui a baciare lei- disse la sorella, non smettendo di accarezzarle i capelli –sai, a volte le cose non sono come appaiono, se Sam non fosse stato al gioco, beh, la confraternita avrebbe potuto punirlo-

-Ma è crudele!-

-Certe confraternite lo fanno-

Abby annuì debolmente. Pareva aver ripreso un po' di colore. –Sono stata una sciocca allora, povero Sam!- si alzò rapidamente dal letto –Lo chiamerò immediatamente, gli dirò che ho esagerato, che ho...-

-Aspetta- la interruppe Cloe –io direi che è meglio lasciarlo riflettere una notte, lo chiamerai domani mattina, giusto per fargli comprendere che bisogna anche mantenere una certa serietà- la sua voce era dolce e pacata.

Abigail annuì. –Tu conosci quella Pamela?-

-Diciamo di vista- sospirò -so che è stata espulsa da una consorellanza, ma non ne conosco i reali motivi-

Espulsa da una consorellanza? Doveva aver combinato qualcosa di grosso. In fondo non mi stupivo che fosse amica di Tyler.

-In giro dicono che sia una trasgressiva, ma non la conosco personalmente- si strinse nelle spalle.

-Spero solo che non si fissi su Sam- mormorò Abby.

-Io sapevo che non era particolarmente interessata agli uomini, però non saprei dirti-

Lo sguardo di Abby brillò. –Credi che fosse solo una provocazione?-

-Potrebbe... sai, in giro si dice che Tyler adori le provocazioni e potrebbe essere stato lui a dire a questa ragazza di fare così-

-Lo odio- borbottò Abigail.

Cloe sorrise leggermente. –Cosa vuoi farci? È fatto così, l'unico modo per non avere problemi sarebbe stare lontani da lui, ma visto che esci con il suo migliore amico è impossibile-

-Oh, che sfortuna!- mormorò Abby, scuotendo la testa, poi sorrise –Beh, io amo Sam e penso che lui ami me, questo è l'importante-

-Vedrai che si risolverà tutto- disse conciliante -a proposito qualcuna di voi sa chi ha svuotato il frigorifero stasera?-

Scuotemmo entrambe la testa.

-A volte inizio a pensare che le storie di fantasmi non siano solo una leggenda- mormorò.

Il lunedì seguente pareva tutto risolto. Forse Abby e Sam erano veramente destinati a stare insieme, forse. Afferrai la borsa e uscii dalla consorellanza per andare a lezione. Percorsi il campus soprappensiero... fino a quando una persona non mi si mise davanti. Alzai la testa e riconobbi Pamela, che mi fissava con il suo sguardo indagatore, immobile di fronte a me, le mani sui fianchi. Mi fermai un attimo, sorpresa e un po' intimorita.

-Ciao, Rosemary- disse, con voce calma, una voce che mi fece gelare il sangue nelle vene. E adesso cosa voleva?

-Ciao, scusa, ma sono in ritardo per la lezione, devo andare- feci per superarla, ma lei mi trattenne per il braccio.

-Ferma un attimo, dobbiamo parlare noi due-

-Di cosa?- chiesi –Del tuo tentativo di rovinare la relazione tra Abby e Sam?-

-Di te e Tyler- disse in un sussurro appena udibile –devi stargli lontana, chiaro? Voi due non siete fatti per stare insieme-

Era impazzita? Come si permetteva di venire da me per minacciarmi? –Altrimenti?- chiesi.

-Altrimenti dovrai vedertela con me e non sarà divertente, credimi- e detto ciò mi spinse via, facendomi cadere la borsa, e se ne andò, lasciandomi con il cuore martellante nel petto e con una strana sensazione.

-Vuoi una mano?- mi voltai sorpresa e vidi Dick, un enorme sorriso disegnato sul volto. Altri problemi?

-No, grazie- mi chinai e presi la borsa.

-Non te la prendere- continuò Dick, avvicinandosi, nonostante l'aspetto imponente non riusciva a trasmettere la stessa sicurezza di Tyler –Pamela è fatta così-

-Ha un pessimo carattere- mormorai.

-Già, solo Tyler riesce a tenerla a bada- e se ne stava lì, come se dovesse dirmi qualcosa.

-Scusa, devo andare, sono in ritardo per la lezione-

-Oh, certo, scusa...magari uno di questi giorni potremmo vederci, fare un giro insieme, non so- mi sorrise e io mi sentii tremendamente meschina per aver fatto il suo nome durante la festa, anche perché io non provavo nulla per lui.

-Certo, però in questi giorni mi sto concentrando molto sullo studio- mentii.

-Va bene, non importa, io...-

-Quando sarò meno impegnata con lo studio- aggiunsi in fretta, sperando che bastasse.

-Certo, hai il mio numero?- chiese con un enorme sorriso.

Annuii. –Ci sentiamo- e senza attendere altro corsi via, chiedendomi se non fossi finita in un bel guaio e rendendomi conto che avrei preferito che ci fosse stato Tyler al posto di Dick.




NOTE DELL'AUTRICE:

Ehilà! Grazie per aver letto fin qua. Cosa ne pensate di questo incontro tra Rosemary e Pamela? E che ne dite di Dick? Tyler ha un concorrente.

A lunedì! Vi svelo che ci sarà un incontro tra Tyler e Rosemary.

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