LA CHIAMATA

ROSEMARY

I cuori sono fatti per essere infranti.

(Oscar Wilde)


Mi appoggiai a Tyler. Era bello osservare il cielo che iniziava a diventare scuro. Ero avvolta da una strana sensazione di pace. Il lago si estendeva di fronte a me, l'acqua pareva quasi verde a causa del riflesso degli alberi intorno. Non c'era nessuno a parte noi e qualche scoiattolo che ogni tanto correva tra l'erba. Era un paesaggio che lasciava con una strana sensazione, come se lì il tempo fosse congelato.

-Questo posto è incantevole- sussurrai.

Tyler mi accarezzò i capelli. –Già, ci sono stato un paio di volte-

Un pensiero mi agghiacciò. –Ci sei stato con Jessica, vero?-

-Con Sam e Jessica- mi corresse lui.

Sbattei le palpebre. Jessica, c'era sempre Jessica, come un pallido fantasma fatto di ricordi e di cose mai avvenute. Tyler era stato innamorato di Jessica, non potevo fare nulla al riguardo. La sua presenza si sarebbe messa tra di noi come si era messa tra Abby e Sam?

-Credo che non sapremo mai cos'è successo a Jessica- sussurrò Tyler –ma forse è giusto così-

-Sì- mormorai. Forse era morta, forse qualcuno l'aveva davvero uccisa dopo che lei era fuggita dal campus e si era nascosta nella sua casa delle vacanze.

-Sei pensierosa?- mi sussurrò Tyler, sfiorandomi l'orecchio.

-Per niente- mentii.

-Un bacio per i tuoi pensieri-

Scoppiai a ridere. –Non mi convinci-

La sua mano scese sensualmente lungo il mio braccio. Chiusi gli occhi, la testa sempre posata sulla sua spalla.

-Non dirmi che pensi a Jessi-

Riaprii gli occhi. –Perché dovrei pensare a Jessica?- chiesi.

-Non lo so... forse sei gelosa di lei-

L'acume di quell'intuizione mi fece rabbrividire. Tyler mi conosceva fin troppo bene. –No- mentii, ma non riuscii ad aggiungere altro.

La mano di Tyler s'infilò sotto la mia maglietta, delicata e decisa. Buttai indietro la testa e lo guardai negli occhi. Era strano come non riuscissi ad abituarmi al suo tocco, come riuscisse sempre a produrre la stessa sensazione di calore e di euforia. Lasciai che mi baciasse, lento, appassionato. Gli cinsi il collo con le braccia. Una leggera vertigine mi colse quando il suo tocco si fece più audace. Mi strinsi a lui e mi abbandonai a quella dolce confusione dei sensi, mentre le sue labbra scendevano a baciarmi il collo.

-Non dovresti essere gelosa di Jessi- mi sussurrò Tyler contro la pelle –quello che provavo per lei non è paragonabile a ciò che provo per te-

-Però qualcosa per lei provavi- sussurrai, roca.

-Credo che fosse solo un capriccio-

Non gli credevo. Jessica non era un capriccio. Le sue labbra scesero a baciare la mia scollatura. Sospirai. La mia pelle formicolava piacevolmente.

-Forse allora sono un capriccio anch'io- lo provocai.

Tyler rise. –Un bellissimo capriccio-

-Sei sempre uno sbruffone- gli accarezzai i capelli.

-Già, ma i miei sentimenti per te sono sinceri- sollevò la testa e mi guardò negli occhi.

Mi sembrava sincero. Gli sorrisi. –Ti amo, Tyler- le parole mi sfuggirono di bocca prima che riuscissi a controllarmi. Lo amavo davvero.

-Ti amo, Romy- sussurrò lui, sfiorandomi delicatamente i capelli.

-Non spezzarmi il cuore- gli sussurrai –ti prego, non spezzarmelo-

-Facciamo un patto se io ti spezzo il cuore, tu spezza il mio- esclamò –spezzami il cuore- e mi sorrise.

Risi. –Sei terribile-

-I cuori sono cose così delicate... bisognerebbe inventarne di più resistenti- continuò Tyler, sempre con tono scherzoso.

-Scherzi su ogni cosa, sei terribile- mormorai, eppure quella sua leggerezza mi metteva di buon umore.

-Ti piace il fatto che io scherzi-

-Forse un po'- gli sorrisi. Adoravo il suo modo di fare scherzoso.

-La mia piccola attrice... ti stai preparando per il grande debutto?-

Risi. –Diciamo di sì- gli accarezzai la guancia –anche se continuo ad avere dei dubbi sul ruolo-

-Andrà benissimo e io sarò in prima fila a sostenerti- mi abbracciò con forza, trasmettendomi un po' del suo coraggio.

-Lo spero... prima delle recite sono sempre parecchio nervosa- borbottai.

-Hai bisogno che ti aiuti a ripassare la parte?-

Sorrisi. Mi piaceva quando era così premuroso. –Se insisti-

-Allora insisto- mi tirò indietro i capelli –tra un po' è meglio se ci dirigiamo verso il campus-

Lanciai un'occhiata all'orologio di Tyler. –Ma è tardissimo!- esclamai.

-Molto tardi, il tempo vola quando siamo insieme, non credi?-

-Hai ragione-

Ci alzammo e ci dirigemmo verso l'auto. Tyler mi passò un braccio intorno alle spalle, stringendomi a sé.

-Non dovevo mettermi i tacchi- mi lamentai, facendo fatica a procedere nel terreno leggermente scosceso.

-Menomale che ci sono io- e senza attendere altro mi prese in braccio.

Mi sfuggì una risatina mentre mi portava verso la macchina. Ero davvero felice, perfettamente felice. E improvvisamente mi chiesi se non era tutto troppo bello per essere vero.

Arrivammo alla confraternita quando era già buio. Ci eravamo fermati a mangiare qualcosa in un ristorante che avevamo trovato sulla via del ritorno. Tyler aprì la porta sul retro.

-Così evitiamo incontri sgraditi-

-Come vuoi-

Mi prese per mano e mi condusse fino alla scala. –Stasera ti porto in un'altra camera-

-Oh, una camera segreta?-

-All'incirca, così non disturberemo Sam-

Mi lasciai trascinare lungo il corridoio fino a una porta chiusa. Tyler l'aprì, quindi mi spinse dolcemente dentro. La stanza era grande, con un letto al centro. Il pavimento era di parquet e le pareti erano bordeaux.

-Scommetto che la tinta l'hai scelta tu- commentai.

-Esatto, lo sai che adoro ogni tonalità di rosso- accese la luce e potei vedere che nella stanza si trovavano anche un grande armadio e un comò.

-Inizi a farlo piacere anche a me- mi lasciai cadere sul letto e scalciai via gli stivaletti rossi, quindi raccolsi le gambe sotto di me.

-Il rosso è il colore del fuoco, della passione, dell'amore-

-Se non ti conoscessi direi che stai diventando romantico-

-Forse un po', ma la cosa non mi dispiace-

-Nemmeno a me-

-Cosa facciamo ora?- chiese, sorridente –avresti voglia di una partita a scacchi?-

Lo fissai un attimo sorpresa, poi risi. –Va bene... vuoi la rivincita da Natale?-

-Pensavo che te ne fossi dimenticata di quella partita giocata durante quella festa-

-Come potrei?- all'epoca se qualcuno mi avesse detto che sarei uscita con Tyler, beh, gli avrei riso in faccia.

-Ottimo... prendo la scacchiera-

La partita stava procedendo da circa mezz'ora. Dovevo ammettere che Tyler era un avversario temibile. Prudente, strategico, intelligente. Era proprio il fatto che fosse così intelligente che mi piaceva di lui.

Il cellulare di Tyler cominciò a suonare. Lui aggrottò la fronte, ma non lasciò l'alfiere che teneva stretto tra le dita.

-Se pensi che sia importante ti concedo di appoggiare il pezzo- dissi sarcastica.

-C'è la segretaria telefonica-

E in effetti la segreteria partì dopo qualche squillo.

E poi sentii la voce di una ragazza.

-Ehi, Tyler, perché non mi hai richiamata? Pensavo che ieri sera dovessimo passare la notte insieme... comunque sabato sera sei stato davvero fantastico- una risata –non dirmi che è vero che hai passato la notte con la gattina? Quel costume era ridicolo-

Gattina? Come faceva a sapere che avevo quel vestito. Guardai Tyler.

-Io non so come lo sappia- si affrettò a dire lui.

-L'hai detto a qualcuno- e non riuscii a evitare di esprimere tutto il mio dolore. Era andato a parlare di quello che succedeva tra noi due.

-Ti giuro che non l'ho detto a nessuno-

Mi alzai, confusa e furiosa, trattenendo a stento le lacrime. –Sai una cosa, Tyler? L'amore può uccidere- mi voltai e corsi via, ignorando la sua voce che mi chiamava.

NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao!

Siamo all'ennesimo colpo di scena.

A lunedì ❤

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