INCUBI NOTTURNI

ROSEMARY

L'amore è la capacità di ridere insieme.

(Françoise Sagan) 


Percepivo la sua presenza nonostante la barriera di cuscini che ci divideva. Il pensiero di averlo così vicino, beh, m'innervosiva parecchio. E poi continuavo a pensare a quella serata, a com'era stato bello passarla insieme a lui. E mi sembrava di sentire ancora la pressione del suo corpo contro il mio, delle sue labbra, delle sue mani. Lo avevo desiderato, non potevo farci nulla. Sospirai e cambiai posizione, sperando che il sonno finalmente mi raggiungesse. Allo stesso tempo non volevo addormentarmi, non con Tyler così vicino. Continuavo a pensare a ciò che dicevano su di lui in giro. Era un ragazzo che portava guai, lo sapevano tutti. Non aveva mai avuto una ragazza fissa, le usava per poi buttarle via e io non potevo lasciare che mi spezzasse il cuore. Molti guai. Era quasi impossibile riuscire a pensare ad altro con lui così vicino.

Proprio mentre stavo tentando di addormentarmi sentii un grido...non avrei saputo come altro definirlo, qualcosa di così straziante che sembrò ferire il silenzio della notte. Mi misi subito seduta nel letto e guardai Tyler. Si muoveva nel sonno, il viso contratto, il sudore che gli imperlava la fronte. Cosa stava succedendo? Mi avvicinai un po' di più, non sapendo cosa fare, poi lui urlò di nuovo e io decisi di svegliarlo.

-Tyler, Tyler- chiamai, sfiorandogli dolcemente la spalla.

Lui scattò a sedere con un movimento rapidissimo e per un attimo ebbi paura che mi colpisse. Poi sbatté le palpebre e mi fissò. –Rosemary- mormorò, la voce un po' meno sensuale del solito, un po' più normale. Mi resi conto che in quel momento pareva quasi un essere umano.

-Credo che tu abbia avuto un incubo- mormorai.

-Davvero?- si lasciò cadere all'indietro, stremato.

-Urlavi- mi avvicinai un po' di più, spostando i cuscini che ci dividevano. Avrei voluto stringerlo a me e sussurrargli che c'ero io, che non avrebbe dovuto temere nulla. Il mio istinto materno, mi avrebbe preso in giro mio fratello.

-Era da un po' che non mi succedeva più- sussurrò, lo sguardo perso nel vuoto.

-Deve essere stata la botta in testa- dissi, cercando di farlo sorridere.

-Probabile- rise, una risatina forzata.

-Vuoi parlarne? Normalmente gli incubi si associano a degli altri disturbi-

Tyler sorrise. –Oh no, non fare la psicologa con me-

Scoppiai a ridere. –Okay, ma se hai bisogno, beh, sono qua, visto che dovremo passare molto tempo insieme tanto vale contare l'uno sull'altra-

-Allora grazie- poi rise tra sé.

-Cosa c'è?-

-Niente, una cosa...ma non penso che...- si fermò –pensavo agli incubi di Lovecraft, non so se tu lo conosci-

-Fammi un po' pensare- esclamai -i Magri Notturni, vero?- chiesi sorridendo.

-Tu leggi Lovecraft?- il suo sguardo brillò.

-Sono una vera appassionata di Lovecraft, solo che normalmente alle persone non piace come autore, troppo cupo, troppo dark, troppo diverso- come me, pensai, ma non lo aggiunsi.

-Quindi abbiamo qualcosa in comune-

Gli sorrisi. –Sei la prima persona che conosca a cui piaccia Lovecraft, mio padre sostiene che sia una perdita di tempo, che dovrei leggere Dickens o autori simili-

-Oh, il mio mi farebbe leggere solo il codice penale...il miglior avvocato del Paese- rise –spera che io possa diventare come lui- si rabbuiò –non mi piace studiare legge, vorrei scrivere-

-Davvero? Mio padre è uno scrittore-

-Uno scrittore?-

-Sì, ha sempre pubblicato con uno pseudonimo, non vuole travolgere la tranquilla vita familiare- mi strinsi nelle spalle -scrive romanzi storici, ma una volta ha pubblicato anche un horror- aggiunsi -è piuttosto bravo, avrebbe voluto che studiassi letteratura, certo a me piace la letteratura, mi piace scrivere, ma non penso di essere così brava, così ho scelto altro-

-Allora c'è un'altra cosa che ci accomuna-

-Già- e per la prima volta l'alone che avvolgeva Tyler, tutte le storie che avevo sentito, beh, persero d'importanza e abbassai le difese.

-Sono felice che ci sia tu vicino a me- mi sussurrò.

-Ci provi sempre-

-Sì, sempre, siamo perfetti, no?- si tirò su, appoggiandosi su un gomito. Aveva il viso pallido e stanco, ma i suoi occhi brillavano di una vitalità, di una bramosia... erano occhi che trapassavano l'anima.

-No, non siamo perfetti- sussurrai, ma la mia voce non uscì decisa, una parte di me voleva soltanto la resa, voleva solo essere stretta tra le sue braccia.

Tyler mi fissò un attimo in silenzio, tanto che pensai che non avesse più nulla da dire, poi semplicemente mi accarezzò la guancia, un gesto tenero.

-Quando fai così- sussurrai –mi sembra impossibile che tu sia il famoso Tyler Von Heller-

-Famoso?- si spinse un po' più avanti.

Sentii il cuore aumentare il battito. –Tanto per dire-

Lui si spostò più avanti, seducente, poi mi trasse a sé. La sua stretta fu ferma, passionale, brusca, un abbraccio avvolgente, bramoso, oscuro. Attesi quasi che mi divorasse, che mi baciasse, che facesse qualcosa, ma Tyler non si mosse.

-So attendere- disse solo –per tutto il tempo che vuoi- il suo viso appariva serio e tranquillo –credo che per le cose importanti bisogna saper attendere-

Mi sfuggì un sorriso. –Grazie-

-Oh, comunque non ho detto che non ci proverò-

Scoppiai a ridere. –Certo, certo-

-Romy, Romy- sorrise.

Lo fissai sorpresa. Nessuno mi aveva mai chiamata Romy. Detto da chiunque altro quel nomignolo mi avrebbe irritata, ma il dolce accento di Tyler avrebbe reso incantevole qualsiasi soprannome.

-Comunque almeno un bacino della buonanotte potresti darmelo-

Sorrisi. –Un bacino?-

-Esatto, solo un bacino-

Mi spinsi avanti per baciarlo sulla fronte, ma Tyler, come avevo previsto, si spostò, così ci trovammo a premere le labbra l'una contro l'altro. Un semplice bacio a stampo che mi fece rabbrividire. Mi tirai indietro.

-Adesso è ora di dormire- mormorai.

-Io non ho sonno però- esclamò, come un bambino che non vuole dormire.

Mi sfuggì una risata. –Sei terribile-

-Non immagini neppure quanto- sorrise -Che ne dici se parliamo un po'?-

Sorrisi. –Perché no?- intanto nemmeno io avevo più sonno.

Parlammo per ore e Tyler riuscì a incantarmi. Credo che sia stato quello il momento in cui, ahimè, mi chiesi veramente come sarebbe stato stare insieme a lui, essere la sua ragazza. Tyler era ciò che non avevo mai osato sperare: bello, divertente, intelligente, perfino affascinante. Non avrei potuto chiedere di meglio.

NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti!

In questo capitolo ho voluto concentrarmi principalmente sul rapporto tra Rosemary e Tyler. Nel prossimo capitolo finalmente ci saranno notizie su Abigail.

A lunedì ❤

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