FUGA A LAS VEGAS
ROSEMARY
Una ragazza saggia bacia ma non ama, ascolta ma non crede e lascia prima di essere lasciata. (Marilyn Monroe)
Mi lasciai scivolare stancamente sulla sedia. Avevo passato tutta la giornata a lezione e avevo fatto due volte il giro del campus...nella speranza di vedere lui. Erano passati solo un paio di giorni dal nostro ultimo incontro e già mi mancava. Perché continuavo a pensare a Tyler? Alle sue dita che dolcemente mi sfioravano il viso? Alle sue braccia che parevano cullarmi, scacciando via ogni angoscia? E a quel bacio, così dolce e passionale? Era sbagliato. Sospirai e mi ritrovai a guardare l'incavo del gomito dove mi aveva baciato, un bacio leggero come una farfalla che si posa sulla pelle, così tenero che non lo avrei creduto possibile da uno come lui...quel leggero bacio...mi aveva lasciato una strana sensazione, come un leggero bruciore, uno strano ardore. Scossi la testa per mandare via quei pensieri. Aprii il portatile a lo accesi, quindi mi alzai e andai a prendere qualcosa di più comodo da indossare. Abigail non era in camera, probabilmente era da Sam, ma forse era meglio così. In quel periodo avevo imparato a osservare Tyler e avevo compreso che non lo si poteva definire né buono, né cattivo, lui faceva ciò che voleva e prendeva ciò che desiderava, basta così. Le cose che aveva intorno, persone, oggetti o altro, lo dovevano divertire, altrimenti le allontanava e passava oltre, ed ero certa che prima o poi tutto lo avrebbe annoiato. Sospirai, ora dovevo proprio smetterla di pensare a Tyler. Presi un négligé bianco, lo buttai sul letto e mi spogliai, davanti allo specchio, come amavo fare. Mi piaceva osservare il mio corpo, mi piaceva seguire la linea del mio seno e poi la mia vita e infine le mie gambe. Chissà cos'avrebbe pensato Tyler se mi avesse vista così...basta, non dovevo più pensare a lui! Mi legai i capelli in una coda alta, quindi con le dita toccai la mia schiena, vicino alla spalla sinistra e sentii la cicatrice, il simbolo del mio dolore. Inspirai a fondo. Ormai riuscivo a contenere il dolore e i ricordi non mi assalivano più come nei primi tempi. Seguii il contorno con l'indice. A. Mi sforzai di sorridere allo specchio.
-Questo è il passato- dissi alla me riflessa. Non ero più al liceo e Amber era scomparsa, proprio come Jessica. A volte pensavo a quella bizzarra coincidenza, due persone che non si conoscevano ma che io in qualche modo conoscevo che avevano fatto la stessa fine. Mi parve di rivedere il viso di Amber nei meandri della mia mente. Fu come averla nuovamente davanti, gli zigomi alti, i freddi occhi azzurri, i lunghi capelli biondi. Scossi la testa e subito lo scacciai. Prima o poi i ricordi sarebbero tornati, ma per il momento volevo tenerli il più lontani possibili perché ero certa che se avessero iniziato a uscire dalla loro scatola, beh, sarebbe finita molto male. La cosa peggiore forse era che non solo Amber era un mostro, ma con la sua crudeltà aveva reso mostro anche me. Rapidamente indossai il négligé, forse un po' troppo sensuale, ma cosa m'importava? Mi fissai allo specchio e mi chiesi cos'avrebbe pensato Tyler se me lo avesse visto addosso. Sciocca, sciocca ragazza. Risi e tornai al computer. Avevo da scrivere una relazione, ci avrei messo un bel po'. Presi il quaderno della lezione di "Sessualità nell'Antichità" e qualcosa cadde per terra...un foglietto. Sorpresa mi chinai e lo presi. Era scritto con una calligrafia lunga e un po' larga.
Verrà quest'anno la neve
che insieme a te
contemplai?
L'osservai sorpresa...era un haiku? E chi poteva avermelo messo? L'unico era...Tyler. Ma no, se era stato lui allora doveva trattarsi di uno scherzo...oppure...oh no, non dovevo crederlo. Sospirai, non sapendo cosa fare, quindi appoggiai il foglietto vicino a me e decisi che avrei pensato prima alla relazione.
Erano circa le sei di sera quando finalmente smisi di scrivere. Ero esausta. Mi alzai e sbadigliando andai al microonde che tenevo sopra un mobiletto della mia stanza. Alcune componenti della consorellanza mangiavano di sotto ma io preferivo mangiare in camera se non c'era Abigail, inoltre così potevo fare una videochiamata ai miei genitori e illudermi di cenare con loro.
Andai su Skype e un attimo dopo ero in collegamento con casa. Vidi mia madre, i biondi capelli perfettamente raccolti in uno chignon, e mio padre con gli occhialoni da vista.
-Rosemy- mi chiamò mia mamma. Era impeccabile come sempre, il trucco perfetto sul suo viso. Mi sorrise e il suo sguardo scuro parve brillare. Tutti dicevano che assomigliassi a lei in maniera impressionante.
-Ciao- salutai mettendomi davanti alla webcam –come state?-
-Benissimo, sono alle prese con il mio nuovo lavoro- disse mio padre, ridacchiando.
-Oh, immagino che starai tutto il giorno chiuso nello studio-
-Proprio così, tesoro- disse mia madre, scuotendo la testa –veramente desolante-
-Oh, Margaret, lo sapevi che tipo di lavoro facevo quando mi hai sposato-
-Certo, caro, ma non pensavo che sarebbe diventato più importante di me-
Risi tra me. Sempre la stessa storia. –Come sta Jenny?-
-Tua sorella è uscita...con un ragazzo- mio padre storse il naso –tu alla sua età passavi tutto il giorno a studiare e lei esce e ha dei voti bassissimi-
Sorrisi, cercando di mascherare l'invidia. Jenny era sempre stata una ribelle e non le importava nulla di quello che i miei le dicevano. Qualche volta avrei proprio voluto essere come lei. –Lasciala divertirsi-
-A proposito di ragazzi, c'è qualche novità?- chiese mia madre, lo sguardo curioso.
Sinceramente mi sarebbe piaciuto dirle che sì, c'erano novità, avevo incontrato il ragazzo della mia vita, un bel Principe Azzurro, ma l'unico ragazzo con il quale c'era stato qualcosina di più di una semplice conversazione era più simile a Dracula.
-Lasciala stare, lo sai che deve impegnarsi, deve dare gli esami, avere il massimo dei voti, per i ragazzi ci sarà tempo- intervenne mio padre. Classico di lui un simile discorso, il giorno in cui mi avesse detto di rilassarmi e di trascurare gli studi, beh, avrei potuto essere certa che lo avessero sostituito con un clone. Forse a quel punto non avrei neppure voluto indietro l'originale. L'idea di andare alla New York University era stata proprio la sua, perché voleva assolutamente che frequentassi la stessa università in cui lui si era laureato con il massimo dei voti.
-Abigail non c'è?- mi chiese mia madre, per cambiare discorso.
-No, è con Sam-
-Oh...questo Sam non ha nessun amico da presentarti?-
Avvampai, ma fortunatamente mio padre s'inserì nel discorso.
-Margaret, lo studio prima di tutto!-
-Lo so- sorrisi –aspettate un attimo- mi alzai e andai a prendere la mia cena dal microonde, quindi mi sedetti nuovamente davanti alla webcam, sperando che mia madre non iniziasse a chiedermi se mangiavo abbastanza.
-Tra un po' tornerai per le vacanze-
Annuii. –Sì, non vedo l'ora- ed era vero, mi mancava moltissimo casa mia, mi mancava perfino Jenny. –Comunque ho sentito Robert oggi, mi ha detto che al college si trova bene- Robert, mio fratello. Sinceramente non avevo capito perché non avesse voluto venire al mio stesso college, ma probabilmente questo c'entrava con un certo orgoglio maschile.
-Non voglio dipendere da te, sorellina- mi aveva detto –voglio fare tutto da solo- e così aveva fatto e non dubitavo che sarebbe arrivato a grandi risultati.
-Già, Robert...-
Il cellulare cominciò a squillare. Lanciai uno sguardo e vidi che era Abigail. Strano che mi chiamasse, avevo pensato che mi avrebbe mandato un messaggio per dirmi che restava a dormire da Sam. –Scusate un attimo- lo afferrai, mi alzai e risposi.
-Rose- era in lacrime.
-Cosa succede?-
-Quel degenerato-
-Cosa?- e immediatamente pensai all'articolo sulla scomparsa di Jessica.
-Tyler, ha messo un reggiseno nel letto di Sam, è proprio un...- e iniziò a pronunciare una serie d'insulti.
Mi sentii gelare il sangue nelle vene. –Davvero?-
-Si continua a mettere in mezzo, ma io sono stufa, faremo la pazzia io e Sam e nessuno potrà più dividerci-
-Pazzia? Cosa vuoi dire?- e ripensai ad Abigail ragazzina, la lametta in mano mentre l'avvicinava al polso.
-Ce ne andiamo-
-Dove?- il cuore mi batteva così forte che credevo che sarei svenuta.
-A Las Vegas, ci sposiamo- e riattaccò.
Per un attimo mi sentii sollevata.
-Cosa succede?- mi chiese mia madre.
-Oh, niente, Abby si sposa a Las Vegas- e finalmente mi resi conto –Las Vegas! È matta!- provai a richiamarla senza successo e mi resi conto che c'era solo una persona alla quale avrei potuto rivolgermi.
NOTE DELL'AUTORE:
Grazie a tutti per essere arrivati fino a qua!
La fuga di Abigail e Sam sarà al centro di gran parte della storia e diciamo che darà una svolta anche al rapporto tra i due protagonisti.
A breve il prossimo speciale Halloween 🎃
A lunedì invece con il seguito della storia ❤
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