FRITTELLE, MARMELLATA E CIOCCOLATO
TYLER
Ti aspetto con gioia come se tu fossi un intero paese e completamente nuovo.
Ti aspetto, sul confine tra me e te.
(Marina Cvetaeva)
-Pronta, bellezza?- chiesi a Rosemary, rientrando in camera con il vassoio della colazione. Lei si stava legando i capelli in una coda laterale. Restai a fissarla, nel suo bel tailleur, e mi appoggiai allo stipite della porta.
-Prontissima- disse lei, voltandosi con un meraviglioso sorriso. Com'era bella quella mattina, pareva una principessa appena uscita da una fiaba.
La notte passata a parlare, beh, ci aveva messi entrambi di buon'umore, sapere infatti che condividevamo una passione per lo stesso scrittore era stato davvero molto bello.
-Abby mi ha mandato un messaggio vocale- disse, girandosi verso di me.
-Davvero?-
-Dice che sta bene, che non mi devo preoccupare- sembrava sollevata.
Posai il vassoio sul tavolo e iniziai a disporre la colazione. –Ottimo, sono felice che stia bene- dissi.
-Cosa mi proponi di buono?- mi chiese Rosemary, appoggiandosi alla mia schiena per sbirciare da dietro la mia spalla. Sentii le sue labbra sfiorare la mia guancia e il leggero peso del suo corpo premere contro di me. Potei inspirare il suo dolce profumo.
-C'è un po' di tutto, marmellata, frittelle... quello che vuoi, a te la scelta-
Lei restò appoggiata contro di me ancora un momento, poi si staccò e prese posto al tavolo, uno strano sorrisetto sulle labbra fucsia.
-Adoro le frittelle- esclamò.
Mi sedetti anch'io di fronte a lei, in modo da poterla guardare negli occhi. Lei arrossì sotto il mio sguardo e mi chiesi se stesse ripensando a ciò che era successo la sera precedente. Speravo vivamente di sì. Abbassò lo sguardo, le ciglia parvero quasi scendere come una veletta, come se volessero coprirla. Rapida prese una frittella e iniziò a coprirla con la marmellata, poi ne preparò un'altra mettendoci sopra il cioccolato. La osservai senza dire nulla, pensando alla mia prossima mossa. Rapportarmi con lei era un po' come giocare a scacchi, non dovevo essere troppo precipitoso, dovevo ragionare con calma.
-Forse dovremmo parlare di ieri sera- disse Rosemary, lo sguardo sempre basso. Teneva in mano la prima frittella ma non aveva ancora iniziato a mangiarla.
-Volentieri, dimmi cosa ne pensi-
-Beh, diciamo che sei stato molto focoso, ecco- diede un delizioso morsetto alla frittella.
-Questo è l'effetto che mi fai- dissi, ridacchiando.
-Già, forse non avrei dovuto darti corda-
Quella risposta mi ferì, forse mi ferì più di quanto avrebbe dovuto. –Eppure ieri sera non mi sembrava che ti dispiacesse- risposi, non riuscendo a nascondere il tono di rimprovero.
-Non è questo il punto- sospirò -ho bisogno di tempo-
Tempo. All'improvviso mi sentii un po' meglio. Sì, aveva bisogno di tempo, non era forse una richiesta così assurda.
-Sono confusa- continuò.
-Non voglio metterti fretta- ed ero sincero mentre lo dicevo.
-Mi è piaciuto molto chiacchierare con te ieri sera-
-Anche a me- ed ero nuovamente sincero. Forse tutta quella sincerità mi avrebbe fatto male.
-Nelle cose importanti, beh, non bisogna avere fretta, non credi?-
-Ovvio- mormorai.
Lei annuì e mi sorrise. –La colazione è ottima-
Non appena terminata la colazione decidemmo di rimetterci in viaggio.
La vidi andare a prendere la valigia. –Aspetta- la raggiunsi –questa la prendo io, pesante com'è!- esclamai ridendo.
-Smettila- mi diede un colpetto sul braccio e mi lasciò prendere la valigia. Eravamo vicinissimi, troppo vicini. Lottai contro la voglia di stringerla a me e di passarle un braccio intorno alla vita. Dovevamo raggiungere Sam... ma era proprio necessario? Per la prima volta da molto tempo non avevo più voglia di raggiungere l'obiettivo che mi ero prefissato.
Rosemary guardò il cellulare e piegò leggermente la testa di lato. –Ho chiesto ad Abigail a che punto si trovano ma non mi risponde, sarà un problema trovarli a Las Vegas-
-Sì, potrebbe essere un problema, ma perché preoccuparci già ora?-
-Hai ragione, ci penseremo quando sarà il momento-
-Mettici pure il tempo che vuoi, ti aspetto qua fuori con la macchina-
-Okay... e non fuggire con la mia valigia-
-Eh eh eh, potrei rivendere tutto quello che c'è dentro- scherzai, dirigendomi verso la porta.
-In effetti qualcosina ci ricaveresti... ma poi dovresti vedertela con la mia furia... ti farei a pezzettini molto piccoli-
-Allora come non detto- e ridendo uscii dalla camera.
Attendevo Rosemary appoggiato alla macchina. Avevo fatto benzina e controllato l'itinerario che avremmo dovuto percorrere durante la giornata. Con il ritmo che stavamo tenendo avremmo potuto essere a Las Vegas in tre giorni. Avevo anche fatto una breve ricerca sullo scheletro ritrovato il giorno prima, ma sembrava che non ci fossero novità. Presi il cellulare e tentai inutilmente di chiamare Sam, gli lasciai anche un messaggio in segreteria.
-Ancora arrabbiato? Fatti sentire, almeno per farmi sapere che sei vivo-
Poi avevo ignorato l'ennesima chiamata di mio padre. Ovviamente sapevo che avrebbe minacciato di tagliarmi i fondi, ma avevo messo qualcosa da parte e poi dubitavo che lo avrebbe fatto davvero. Stavo proprio valutando se non fosse meglio chiamarlo quando vidi qualcosa che non mi piacque. Un uomo stava parlando con Rosemary che pareva parecchio nervosa. La vidi superarlo e venire verso l'auto.
-Ehi, pupa, dove vai?- le urlò l'uomo.
Lei proseguì senza voltarsi e lui balzò in avanti e l'afferrò per il polso.
Rosemary sobbalzò, sorpresa e lo colpì in faccia con la borsetta. Rapido la raggiunsi e afferrai il braccio di lui prima che le desse uno schiaffo.
-Lascia stare la mia ragazza-
Lui le lasciò il polso e lei arretrò, nascondendosi dietro di me.
-Cosa vuoi?- ruggì l'uomo. Era grosso, alto quasi due metri, muscoloso, tatuato... faceva paura, molta paura. Inspirai a fondo.
-Solo che tu lasci stare la mia ragazza- dissi, cercando di sembrare calmo.
-Guarda qua, è arrivato l'eroe- e tentò di colpirmi con un pugno, ma io mi spostai di lato.
Mi misi sulla difesa e parai un altro colpo, quindi gliene diedi uno e poi un altro. Un suo pugno mi colpì sul naso e fui percorso da un dolore lancinante. Non so esattamente per quanto tempo andammo avanti così... ma alla fine sentii un colpo sordo dietro di me.
NOTE DELL'AUTRICE:
Ecco il nuovo capitolo, come vi è sembrato?
A giovedì con il seguito ❤
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top