CHIACCHIERE AL BAR
TYLER
Spesso si fa pompa delle passioni più delittuose; ma l'invidia è una passione timida e vergognosa che non si osa confessare.
(François de La Rochefoucauld)
-Lei è la ragazza più fantastica che abbia mai conosciuto- esclamò Sam, lo sguardo luccicante. Si rendeva conto di quanto era ridicolo? Tutte quelle smorfie per una ragazza!
-A che consorellanza appartiene?- chiesi per fingermi interessato, mentre mi guardavo in giro. Il bar era deserto, a parte un paio di studentesse due tavoli più in là, che ci stavano fissando e ridacchiavano tra loro. Probabilmente avevamo fatto colpo.
- Psi Beta Phi, ti ricordi quando abbiamo partecipato al rito d'iniziazione di quelle novelline?-
Annuii, ricordando bene che cos'era successo quel giorno. Ogni tanto, quando mi sentivo un po' più infelice, ripensavo a quella ragazza, a quel bacio che ci eravamo scambiati al buio. Chissà chi era. Qualcosa, chissà cosa, mi diceva che forse quella ragazza era diversa dalle altre. Forse... oppure era solo il fatto che non potevo averla che la rendeva diversa. Sì, sicuramente era quello. Per quanto ne sapevo poteva anche trattarsi della nuova fiamma di Sam. No, non poteva trattarsi di lei.
-Si chiama Abigail-
Scossi la testa. Speravo solo che non si trattasse di quella ragazza strana che girava con le finte ali da fata. –Se dovessi ricordarmi il nome di tutte le ragazze del campus... -
-Non ricordi neppure il nome di quelle che frequenti-
-Oh, ma senti da chi viene la predica, tu confondi sempre i nomi-
-Sono diverso ora-
Risi. Sam diverso? Non ci credevo, non potevo crederci, forse non volevo neppure crederci, perché se Sam avesse avuto una ragazza fissa sarebbe stato un bel problema, senza contare ciò che era successo alla sua ultima ragazza fissa... o ciò che non era successo visto che era sparita nel nulla. Ripensai per un attimo a Jessi, al suo sorriso, a ciò che era successo quel giorno lontano, a quel segreto che mi sarei portato nella tomba. Inspirai e cercai di scacciare i ricordi.
Che fine aveva fatto Jessi? Nel campus giravano delle voci. C'era chi sosteneva addirittura che fosse stata rapita da qualche strano mostro che l'aveva trascinata via.
Esisteva perfino una filastrocca.
Jessica Smith dagli occhi belli
Sparì di notte tra i pipistrelli
Se nel campus lei ti appare
Tu devi subito scappare
Una ragazza giurava di aver visto una ragazza bionda con un abito bianco strappato e insanguinato che camminava per il campus. Quando si era avvicinata era scomparsa.
C'era la leggenda di una donna che vagava per le strade e strappava il cuore dal petto degli sfortunati che la incontravano. Alcuni dicevano che quella ragazza era Jessi. Una notte l'avevo sognata, vestita di nero, il viso pallidissimo. Aveva infilato le dita nel mio petto, si era fatta strada nella mia carne, mi aveva afferrato il cuore e me lo aveva tirato via, come se nulla fosse. Avevo osservato con uno strano stupore il mio cuore che veniva estratto dal petto, come se fosse una cosa qualsiasi, non un organo vitale. Fui percorso da un brivido a quel ricordo.
Sospirai, e mi concentrai sul problema attuale. La nuova fiamma di Sam. Tutti sapevano che quella consorellanza era poco affidabile... Cacciatrici di Marito, ecco come si chiamavano le ragazze che cercavano un marito ricco al campus e bisognava avere mille occhi e guardarsene bene.
-La conoscerai stasera alla festa-
Annuii. –Certo, la festa, vedremo questa ragazza fantastica- mi portai alle labbra la tazza da asporto di Starbucks e ne bevvi un lungo sorso. Non era invidia quella che provavo, non poteva essere invidia.
-A proposito, com'è finita con quella ragazza che ti ha rincorso per il campus?- chiese Sam, ridacchiando. Il suo sguardo castano mi fissava attento, pronto a cogliere ogni espressione del mio volto.
Sbuffai. -Scommetto che è la notizia della settimana-
-Del mese oserei dire-
-Non importa, la pubblicità è sempre buona pubblicità e poi sai bene quanto poco m'importi dell'opinione altrui-
-Certo, certo, comunque la ragazza continua a sostenere che l'hai illusa e che era la tua fidanzata ufficiale-
Risi. -Fidanzata? Sono sempre molto chiaro riguardo a queste cose, lei sapeva bene chi sono, come lo sanno tutte le ragazze che frequento- dissi -siamo sinceri, non si percorre un bosco alla ricerca di un lingotto d'oro, al massimo puoi trovare delle pigne-
Sam sgranò gli occhi. -Ti paragoni a una pigna?-
-Forse, ma non sono sicuramente un lingotto d'oro, questo non l'ho mai sostenuto-
Sam sospirò e guardò fuori dalla vetrina con l'espressione pensierosa. Lo conoscevo abbastanza bene per sapere che era meglio lasciarlo stare quando faceva così. Eravamo cresciuti insieme noi due e avevo sempre considerato Sam il mio unico amico. Non mi piacevano le persone, o almeno non mi piacevano gran parte delle persone, mi consideravo un solitario, un misantropo e mi ero comportato come tale per tutto il liceo, poi avevo deciso di cambiare stile e così avevo messo in pratica tutto ciò che avevo letto, L'arte della guerra in primis, e in poco tempo ero riuscito a diventare uno dei ragazzi più popolari del campus, non che la cosa mi desse una particolare soddisfazione, sinceramente non c'era nulla che riuscisse a farmi sentire appagato. Neppure il mio successo con le ragazze, sinceramente le trovavo tutte uguali, tutte un po' insipide, non che escludessi che al mondo ce ne fosse qualcuna capace d'interessarmi veramente, solo che quelle che mi perseguitavano normalmente non corrispondevano a quelle che mi piacevano... in realtà iniziavo a pensare che non esistesse un tipo di ragazza che mi piacesse davvero.
-Posso portarvi altro, ragazzi?- chiese Alexandra, la cameriera mora che correva al nostro tavolo a ogni scusa. Alla nostra confraternita tutti conoscevano Alexandra, era considerata una tipa piuttosto libertina.
-No, tesoro- le dissi, strizzandole l'occhio.
-Sicuri?- chiese lei, tirandosi indietro la coda di cavallo –Un altro caffè?-
-No-
-Muffin?-
Scossi la testa.
-Un cappuccino?-
-No, per ora no-
Perché non riusciva a capire che era ora di lasciarci in pace?
-Va bene, ma ricordati di guardare sotto la tazza- mi fece l'occhiolino e se ne andò.
Sam ridacchiò mentre la sollevavo. –Hai appena guadagnato un numero di cellulare-
-Ahimè sì-
-Mi chiedo perché rifiuti sempre Alexandra-
Mi strinsi nelle spalle. –Un ragazzo deve pur avere i propri limiti, non pensi?-
-Tu hai dei limiti? Non lo credevo possibile-
-E invece sì, io...- sentii il cellulare squillare e un brivido mi percorse la schiena. Lo presi e riconobbi il nome del chiamante. Tolsi la suoneria e rimisi in tasca il cellulare.
-Non rispondi?- mi chiese Sam.
-L'ennesima corteggiatrice- mentii, con un enorme sorriso, sperando che non capisse che ero turbato. Beh, Sam non era mai stato particolarmente sveglio.
-Oh, un vero dongiovanni-
-Certo e tu dovresti imparare da me, mai fermarsi a una sola donna, siamo troppo giovani per farlo- afferrai una banconota e la misi sul tavolino –per oggi offro io- mi alzai.
-Ehi, dove vai?-
-Ho da fare, tieni pure il numero, così se dovesse andarti male con la tua... comesichiama hai già la sostituta- gli misi la tazza in mano e uscii senza attendere altro.
NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao a tutti e grazie per aver letto fin qua. Cosa ne pensate? Vi piace la decisione di alternare i punti di vista? Qual è il vostro parere su Tyler?
A presto!
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