CAPITOLO EXTRA: UNA FIABA OSCURA (SESTA PARTE)
TYLER
Ti meriti un amore che ti spazzi via le bugie, che ti porti l'illusione, il caffè e la poesia.
(Frida Kahlo)
Mi sentivo ancora confuso per quello che era successo. Tutto quel potere, tutta quella magia, tutta quella determinazione. Avevo sentito ciò che sentiva lei, avevo visto frammenti della sua vita, avevo condiviso la sua mente.
-Dobbiamo andare- mormorò Rosemary, appoggiandosi al bracciolo del divano.
-Vado io- mi affrettai a dire.
-Aspetta- lei mi prese per la mano e io sentii le sue dita premere sulle mie. Cosa stavo provando? Era qualcosa di così strano.
-Va bene, vieni con me- le cinsi la vita con un braccio e la misi in piedi.
-Grazie- mi sorrise, un sorriso determinato.
-Spero di non pentirmene-
Lei mi fissò con il suo sguardo scuro e intenso. –Andiamo- disse solo.
Uscimmo nella notte. L'aria era gelida e un vento freddo muoveva le chiome arancioni degli alberi.
-Da dove veniva l'urlo?- chiese Rosemy.
-Di là- indicai un punto nel bosco e corremmo fianco a fianco verso quel punto.
La scena che ci trovammo davanti ci lasciò a bocca aperta. La Caccia Selvaggia in tutta la sua orrenda bellezza. Ci fermammo dietro gli alberi e osservammo quei cavalieri scheletrici, quei cavalli dal manto nerissimo. Un essere con un elmo che gli copriva il viso teneva per la vita Abby che si dibatteva in lacrime. A qualche metro da loro c'era un cavaliere che puntava la spada contro Sam che aveva preso le sembianze di lupo mannaro, anche se la trasformazione non era ancora completata. La situazione non era delle migliori ... ma come avevano fatto a farsi catturare come due sciocchi?
-Non riusciremo mai a liberarli- mormorò Rosemy. La strinsi un po' di più a me, trovando stranamente confortante la sua vicinanza.
Cercai di ricordare tutto che sapevo sulla Caccia, ripensando alle cose che mi aveva detto Dracula al riguardo, mi aveva raccontato che a volte l'aveva incontrata, ma lui non temeva certo di esserne sopraffatto.
-Il sale- sussurrò Rosemy.
-Cosa?-
-Una leggenda dice che se si offre il sale a colui che conduce la Caccia ci si può salvare-
-Sei sicura?-
-Non lo so, è una leggenda, potrebbe anche non essere vero- mi fissò, pareva una cerbiatta in pericolo, potevo sentire il battito veloce del suo cuore, notare la leggera pulsazione della sua giugulare. Cercai d'ignorare la sete.
-Dobbiamo provare- dissi infine –nella casetta dovrebbe esserci del sale che abbiamo usato per preparare l'apericena-
-Andiamo a prenderlo-
Riuscimmo a trovare un sacchetto di sale. –Dovrebbe essere abbastanza- mormorò Rosemy.
Annuii. –Sì, speriamo che funzioni-
-Deve funzionare- sussurrò Rosemary –non c'è altra soluzione-
-Già...facciamo così, io gli porto il sale, tu resti qua-
-Non se ne parla neanche, io vengo con te- protestò lei, lo sguardo infuocato.
-Senti, io non...- non terminai la frase perché lei, la schiena dritta e la testa alta, mi superò e uscì dalla casetta, diretta verso il pericolo. A questo punto non potei far altro che seguirla, chiedendomi cos'avessi fatto di male nella mia vita per meritarmi una simile compagna d'avventura.
La osservai procedere, come una bambola, fino a dove si trovava la Caccia. Non si fermò davanti agli esseri che la fissavano e neppure quando uno di loro cercò di afferrarla. Continuò fino a quando non fu davanti al capo che la guardò subito incuriosito. Non doveva aver visto tante ragazze affrontarlo in quel modo.
-Di grazia, chi è questa bella giovanetta?- esclamò, la voce che pareva provenire da un altro mondo, da un'altra epoca.
Rosemary parve un attimo in difficoltà, poi sorrise, un sorriso forzato. –Ho del sale-
Il capo della Caccia la guardò con interesse. –Mi offri del sale-
Rosemary annuì.
-Credi che possa bastare?-
Feci per avvicinarmi ma uno scheletro si frappose.
-Cosa vuoi?- chiese Rosemary.
-La promessa che un giorno ricambierai il mio favore-
-Non accettare- urlai io.
Non riuscivo a vedere Rosemary, ma ero certo che ci stesse riflettendo seriamente. Non poteva accettare un simile patto, perché quell'essere avrebbe potuto chiederle qualsiasi cosa.
-Ci lascerai andare tutti?- chiese Rosemary con un filo di voce.
-Sì, sono un essere di parola, ma tu dovrai promettermi che un giorno ricambierai questa mia gentilezza-
-In che modo?-
-Non posso dirtelo ora-
No, non poteva accettarlo. Aprii la bocca per urlarglielo di nuovo, ma lo scheletro mi spinse via. Mi buttai contro quel mucchio d'ossa. Non avevo forse una forza straordinaria? Eppure quella creatura parve non avere nessun problema a tenermi testa.
-Accetto- disse Rosemary.
-Noooo- urlai io, ma sapevo che era troppo tardi.
Riuscii a vedere il cavaliere che porgeva la mano a Rosemary e lei, titubante, la prendeva nella sua. Osservai terrorizzato mentre una luce scura l'avvolgeva. Avrei voluto poter essere lì, vicino a lei, avrei voluto portarla lontana da lui, metterla al sicuro, ma io non potevo proprio farci nulla. E il patto fu stretto.
Il ritorno al campus fu cupo e silenzioso. Sam aveva il naso probabilmente rotto, mentre Abigail zoppicava, appoggiata a Rosemary. Ma non era per loro due che ero preoccupato. Fissavo Rosemary, cercavo di comprendere i suoi sentimenti, ma senza riuscirci. Guardava di fronte a sé senza dire nulla. Comprendeva la gravità di ciò che aveva fatto? Sospettavo di sì, non era una sciocca. Arrivati davanti alla consorellanza ci fermammo. Il campus era stranamente deserto.
-Ci separiamo- disse Abby –grazie, Sam, per tutto-
Grazie Sam? Cosa c'entrava adesso Sam? Guardai Rosemary. Volevo parlarle, volevo chiederle come stava, volevo rimproverarla, volevo dirle che era stata proprio una sciocca a comportarsi in quel modo, ma che io avrei fatto di tutto per aiutarla...e non sapevo neppure perché volessi tanto aiutarla.
-Nulla- disse Sam.
-Perché non l'accompagni su?- proposi –Visto che ha male alla caviglia-
-Certo- disse Sam e l'affiancò.
Io fissai un attimo Rosemary chiedendomi se sarebbe salita o no, ma stava ferma e mi fissava.
-Rosemy- la chiamò l'amica.
-Comincia a salire, arrivo subito-
Attendemmo che Sam e Abigail fossero entrati, quindi restammo fermi l'uno di fronte all'altra. Non sapevo cosa dirle, non sapevo come esordire e ciò mi rendeva confuso, non ero abituato a non sapere cosa dire, io che avevo sempre la risposta pronta.
-Grazie di tutto- disse Rosemary.
-Non devi ringraziarmi, sei tu che ci hai salvato ... non avresti dovuto accettare-
-Ho dovuto- abbassò lo sguardo. Bellissima e pallidissima. Potevo sentire il battito del suo cuore e il dolce profumo del suo sangue.
-Lui verrà a chiederti di rispettare la promessa-
-Lo so, farò qualche ricerca, me la caverò- si sforzò di sorridermi.
Era così bella! Feci un passo verso di lei, quindi la strinsi. Restammo a fissarci in silenzio, nella fredda notte autunnale. E poi la baciai. Un bacio lungo, appassionante, bruciante. Le mie mani si strinsero intorno alla sua vita, mentre lei, dopo una momentanea sorpresa, mi passava le sue tra i capelli. La sollevai, facendole fare un mezzo giro, un braccio stretto intorno alla sua vita. E poi sentii il potere, il suo potere che entrava dentro di me, che ci univa, che ci legava insieme. Scesi a baciarle il collo e potei sentire la sua pulsazione, veloce e sensuale. Sentii i canini uscire, pronti a mordere, e con quelli le sfiorai la pelle, provocandole un leggero gemito. Mi tirai indietro prima di morderla. La magia mi vibrava sulla pelle.
-Devo andare- sussurrò Rosemary, rossa in viso.
-Ci rivedremo-
-Non credo sia prudente- si liberò dalla mia stretta.
-Perché?- chiesi sorpreso.
-Non sei il tipo da relazioni serie- e detto questo si voltò e corse via, lasciandomi una sensazione di amaro in bocca.
NOTE DELL'AUTRICE:
E con questo capitolo terminano i capitoli speciali: Una fiaba oscura. Spero che vi siano piaciuti. In futuro magari ne scriverò altri.
A domani con l'appuntamento abituale ❤
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