CAPITOLO EXTRA: UNA FIABA OSCURA (QUARTA PARTE)

TYLER

C'è un momento che devi decidere: o sei la principessa che aspetta di essere salvata o sei la guerriera che si salva da sé...

Io credo di aver già scelto... Mi sono salvata da sola.

(Marylin Monroe)


Biancaneve mi fissò con i suoi occhi scuri, brucianti. Avevo visto occhi simili molti anni prima in un bosco vicino al castello di mio zio. Erano gli occhi di una cerva dal manto bianchissimo. Mio zio mi aveva spiegato che cerve così nascono molto raramente, sono scherzi della genetica.

-Il mondo mortale porta con sé cose incredibili- aveva commentato.

Mi ero avvicinato a quella cerva, avevo allungato una mano per sfiorarla e lei si era fatta toccare. Avevo osservato il suo corpo snello, il manto candido, quegli occhi così incredibilmente vivi, occhi che mi leggevano dentro, proprio come gli occhi di quella ragazza.

-Come ti chiami?- le chiesi.

-Rosemary-

Annuii. –Io sono Tyler-

-Sanno tutti chi sei-

Sorrisi, soddisfatto da quella risposta. –Sai come fare i sigilli?-

Lei annuì e l'acconciatura si rovinò un po'.

-Perfetto-

Mi tagliai il palmo della mano, macchiai le dita di sangue e disegnai un cerchio sulla finestra, con alcuni simboli, quindi mormorai la formula magica. Osservai Rosemary fare lo stesso, muovendosi rapidamente per la stanza. Tremava e potevo sentire l'odore della sua paura.

-Sei una strega?- le chiesi. Di sopra si sentivano dei passi: Sam e Cenerentola.

-Sì- mormorò lei.

-Discendenza?-

-Clarissa Longanist-

-Longanist?- chiesi sorpreso –Una delle fondatrici del Consiglio-

-Esatto- disse la ragazza, senza fermarsi.

-Mio zio la conosceva-

-Certo-

Non disse nulla, ma io compresi che lei stava pensando a quell'antico pettegolezzo. Alcuni dicevano che Clarissa e mio zio fossero stati amanti. All'epoca doveva essere scoppiato un vero scandalo che aveva coinvolto anche il marito di Clarissa il quale in seguito era sparito nel nulla, lasciando la donna sola e finalmente libera di fare ciò che voleva. Mio zio non aveva mai confermato quelle voci, non aveva voluto parlarne neppure con me. Io sospettavo che ci fosse stata davvero una relazione tra i due e a volte mi chiedevo se la sparizione del marito, beh, non fosse proprio un caso.

-Speriamo che tengano- sussurrò Rosemary –non sempre i sigilli riescono a proteggere-

-Pensi che non riusciranno?- chiesi.

-Sinceramente no...stiamo parlando della Caccia Selvaggia, credo che sia davvero molto potente- e notai che la sua voce tremava. Per un folle attimo mi venne voglia di stringerla tra le braccia, di difenderla. Ma cosa mi prendeva?

-Ce la faremo- dissi.

In quel momento la terra iniziò a tremare. Vidi Rosemary barcollare e cercare di appoggiarsi al davanzale per non cadere. Mi buttai verso di lei, pronto a prenderla se fosse caduta e...caddi io. Rovinosamente. Davvero molto imbarazzato. Inciampai e sbattei la testa contro il muro.

-Tyler-

Un attimo dopo mi ritrovai a terra con Rosemary seduta affianco che mi fissava con sguardo preoccupato.

-Ti senti bene?-

-Sì- le risposi subito, portandomi una mano alla fronte dolorante. Sentii qualcosa di bagnato e, portatomi le dita davanti agli occhi, vidi che erano rosse. Stavo sanguinando.

-Credo che si sia trattato di un terremoto, dicono che la Caccia porti anche dei terremoti- mi spiegò Rosemary.

-Ottimo- mormorai, tirandomi su.

-Ti aiuto- disse Rosemary, alzandosi e prendendomi per il braccio.

Il leggero tocco della sua mano sulla mia pelle mi fece tremare leggermente. Ma cosa mi stava succedendo? Ci fissammo per un lungo istante, occhi negli occhi. Uno strano attimo in cui sentii un leggero brivido percorrermi la schiena. Fu un rumore al piano di sopra a interrompere quel momento.

-Cosa succede?- chiese Rosemary.

-Aspetta qua- corsi di sopra e vidi che la porta che divideva i due piani era chiusa. La colpii con un pugno ma non si ruppe.

-Tyler- chiamò Sam dietro di essa –non riusciamo ad aprirla-

-Non riesco a capire perché non ceda- esclamai.

-Proviamo a uscire dalla finestra- disse Sam, mentre qualcuno al suo fianco singhiozzava.

-Non se ne parla neanche- protestai –uscire adesso sarebbe una vera follia- ma avrei dovuto sapere che nulla avrebbe potuto far cambiare idea a Sam.

-Dobbiamo tentare, se riusciamo a scappare chiediamo aiuto- e sentii i loro passi allontanarsi.

Sospirai e tornai di sotto.

Rosemary mi attendeva con lo sguardo carico di preoccupazione. –Allora?-

-Provano a uscire dalla finestra-

-Ma è pericoloso- protestò lei.

-Non possiamo farci nulla, se vogliono farlo-

Lei fece per ribattere, ma sentimmo il rumore degli zoccoli e il gracchiare dei corvi. La Caccia era arrivata.


NOTE DELL'AUTRICE:
Ecco il quarto appuntamento con il capitolo extra.
A domani con l'abituale aggiornamento ❤

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