BAGNO DI MEZZANOTTE (PRIMA PARTE)

TYLER

Ci sono abissi che l'amore non può superare, nonostante la forza delle sue ali.

(Honoré de Balzac)


Rosemy dormiva tra le mie braccia. Si era addormentata sul divano. Le tirai indietro i capelli con delicatezza, quindi la presi in braccio e la portai sul letto. La sentii mormorare qualcosa nel sonno. La guardai con un sorriso. Chissà perché mi ricordava la bella addormentata. Il viso diafano, l'espressione rilassata, le labbra carnose socchiuse come in attesa di un bacio. Mi chinai e le stampai un bacio sulle labbra. E come la principessa della fiaba Rosemy sbatté le lunghe ciglia nere e sulle sue labbra si disegnò un sorriso. 

-Tyler- mormorò.

-Sono qua- mi sedetti sul bordo del letto, accarezzandole il viso.

Rosemy mi baciò il palmo della mano, gli occhi annebbiati dal sonno. –Resti qua?-

Dormire con lei? –Certo, mia colombella-

Lei annuì e richiuse gli occhi, piombando nuovamente nel sonno. Le posai un delicato bacio sulla fronte. Speravo proprio che i suoi sogni fossero lieti.


Fu una notte tranquilla, anche se mi si ripresentò un sogno che facevo spesso. Jessi, un lungo abito bianco e i capelli scuri, come nelle sue foto da bambina, mi si avvicinava durante una festa alla confraternita. Nel sogno era molto pallida e sembrava quasi trasparente. Ultimamente i suoi lineamenti erano diversi e quasi si confondevano con quelli di Rosemy, come se fossero la stessa persona.

-Ti amo, Tyler- mi diceva con una vocina quasi da bambina.

Io scuotevo la testa, il cuore in gola. Lei si piegava in avanti e premeva le sue labbra gelide sulle mie. A questo punto mi svegliavo sempre con uno strano senso di nausea e la voglia di fuggire.

Quella mattina però avevo altro a cui pensare. Mi misi seduto nel letto. Rosemy dormiva ancora. La guardai un attimo, sorrisi, quindi mi alzai.

Miami distava poco più di un'ora dal motel in cui ci trovavamo e conoscevo una bella spiaggia lì vicino, un posto carino in cui avremmo potuto passare la serata. Mi misi a preparare i bagagli.

-Sveglia, principessa- la chiamai quando tutto fu pronto e la baciai sulla fronte.

Rosemary sbatté le palpebre. –Mi devo già svegliare?-

-Sì, scegli un bel vestito, stasera ci divertiamo, ho in mente qualcosa di davvero speciale per noi due-

Lei si mise seduta e sbadigliò. –Sono proprio curiosa, allora-

-Preparati, io devo passare a fare ancora una commissione-

-Mi lasci sola?- chiese con voce assonata, stropicciandosi gli occhi.

-Non ci metterò molto, tu pensa a scegliere l'abito giusto e mettiti sotto un costume da bagno-

-Sinceramente speravo di godere delle piscine di Las Vegas- disse lei, sorridendo.

-Ti porto in un posto ancora migliore-

La vidi arrivare con un bellissimo abito lungo e bianco, i capelli lasciati sciolti sulle spalle. Bellissima. Per un attimo ripensai ai sogni, a quella Jessi con il vestito bianco e i capelli scuri, a quei suoi lineamenti che quasi si fondevano con quelli di Rosemy. Le sorrisi e l'attirai a me... mi era così difficile non toccarla! Ma cosa mi stava succedendo?

-Sono curiosissima, dove mi porti?-

-Oh, voglio fare concorrenza al tuo Mr Darcy, vedrai che vincerò io-

Lei rise, era così bello sentirla ridere dopo tutte quelle lacrime. –Ma sentilo, competere con il personaggio di un romanzo... mi porti nella brughiera? A conoscere Heathcliff?-

-Niente di tutto ciò, ho un'idea che ti lascerà a bocca aperta, vedrai- estrassi una sciarpa bianca dalla valigia –chiudi gli occhi che ti bendo-

-Mi bendi?- mi chiese sorpresa, lo sguardo fisso sulla sciarpa.

-Fa parte del gioco, non devi vedere nulla-

Lei mi fissò un attimo senza muoversi.

-Fidati di me- le dissi, sorridendo.

-Sì, mi fido di te- mi sorrise e io la bendai –spero solo che tu non mi faccia cadere-

Risi. –Starò attento, promesso-

Arrivati a destinazione l'aiutai a scendere dalla macchina e, presala per i fianchi, la guidai teneramente stando attento che non cadesse... e sì, forse indugiai un po' troppo sulle sue curve.

-Sento il rumore del mare- disse Rosemy, la voce carezzevole che quasi pareva sfiorarmi –e il profumo di salsedine- buttò indietro i capelli e alzò il viso al cielo.

-Per ora non ti dirò nulla- le sussurrai, sfiorandole l'orecchio –aspettami qua, vado a prendere una cosa-

-Va bene, ma non dimenticarmi qua-

-Non temere, mia bella colombella- la baciai sul collo, quindi mi allontanai. Rapidamente aprii il bagagliaio della macchina, afferrai il cestino da picnic e tornai. –Procediamo, piano, piano, un passo per volta- le avvolsi la vita con un braccio.

La guidai davanti al mare. Era una serata fantastica, con il cielo sereno e il mare calmo.

-Ora ti tolgo la benda- e lentamente gliela sfilai.

Rosemary aprì la bocca e osservò il mare che pareva colorato di rosa nella luce del tramonto. –Bellissimo-

-E questa notte è solo nostra- le dissi, baciandola sulla guancia.

-Grazie- esclamò lei, stampando a sua volta un bacio sulle mie labbra.

-Non ringraziarmi... non prima di aver mangiato, sinceramente non so com'è il cibo, potrebbe anche essere una gran delusione-

-Hai quasi raggiunto Mr Darcy-

-Che onore!- feci un inchino quindi la presi per mano e la condussi nella sabbia –Sai, il mare mi fa sempre pensare ad Annabel Lee-

-La poesia di Allan Poe?-

Cercai di non mostrarle la soddisfazione per il fatto che lei avesse colto il riferimento. –Esatto, una poesia bella e tristissima-

-La fanciulla che muore e l'amato che cerca la sua tomba, il tutto ambientato vicino al mare- mormorò Rosemy, lo sguardo perso all'orizzonte. Un gabbiano si posò sul bagnasciuga.

-Una storia molto triste- posai il cestino nella sabbia –dove vuoi metterti?-

Rosemy fece un mezzo giro su se stessa, sollevandosi l'abito. –Là- indicò un punto –direi che è perfetto-

-Andiamo allora- la presi per mano e, afferrato il cestino, la portai con me.

Il picnic fu molto bello. Mangiammo, ridemmo e scherzammo. Mi sentivo confuso, non riuscivo a comprendere come tutto potesse essere così perfetto, come Rosemy potesse essere così perfetta per me. Soprattutto non comprendevo come mai non l'avessi mai capito prima. Eppure era sempre stata vicinissima.

-Lo sai che sera è questa?- mi chiese Rosemary a un certo punto, mentre guardavamo le stelle splendenti sul cielo nerissimo, sdraiati sulla sabbia.

-Sinceramente no- ammisi.

-Il 7 luglio, Tanabata, c'è una leggenda che dice che questa notte è l'unica notte dell'anno in cui due amanti, la stella Vaga e la stella Altair, si uniscono, normalmente sono separate dalla via Lattea, perché altrimenti trascurerebbero i loro doveri-

-Una bellissima storia- dissi, guardando anch'io il cielo stellato e ricordando quando ero bambino e la mia matrigna m'indicava le stelle dicendo i loro nomi. Mi si strinse il cuore a quel ricordo.

-Gli amanti scrivono il loro nome su un biglietto e lo appendono a un albero, la leggenda dice che staranno insieme per sempre-

-Una bella leggenda-

-Già- sorrise, poi prese una conchiglia e ci soffiò sopra per togliere la sabbia.

-Ho sempre adorato le conchiglie- mormorai.

-Allora questa è tua, un regalo da parte mia-

La osservai sorpreso, poi presi la conchiglia e l'accarezzai dolcemente. Era un gesto così semplice, così dolce, così diverso da ciò a cui ero abituato. –Grazie... io lo porterò sempre con me-

Lei mi sorrise. –Ne sono felice-

Restammo ancora un po' l'uno accanto all'altra, poi sorrisi. –Che ne dici di fare un bagno?-

-Dopo mangiato?- chiese sorpresa.

-Perché no?- mi misi seduto.

-Questa è una pazzia-

-Ma le pazzie ogni tanto servono- e la presi delicatamente per la vita, facendola alzare. 


NOTE DELL'AUTRICE:

Grazie a tutti per aver letto fin qua!

Cosa ne pensate della serata romantica che ha organizzato Tyler?

A giovedì ❤

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