AEREO, BACI E CONFUSIONE
TYLER
Amore non è guardarci l'un l'altro, ma guardare insieme nella stessa direzione.
(Antoine de Saint-Exupéry)
Provai nuovamente a chiamare Sam. Nulla, non rispondeva. Sbuffai. Quella volta si era sicuramente molto arrabbiato. Buttai sul letto i frutti del mio piccolo traffico amorale, ovvero domande e risposte dei prossimi test. Ero sempre stato bravo con il computer. Al liceo, prima di costruire la mia figura da duro, ero un ottimo studente che passava un sacco di tempo online. In pratica avevo un passato da hacker, prima di venire scoperto mentre cercavo di modificare il curriculum scolastico di un mio compagno con cui avevo un conto in sospeso. Mio padre, grande e acido avvocato, era riuscito a farmi assolvere, sostenendo che ero molto giovane e che non ero completamente capace di comprendere la portata di ciò che avevo fatto, così non mi era neppure rimasta traccia sulla fedina penale. Da quel momento in poi avevo usato molto meno le mie qualità da hacker, a parte per carpire informazioni scolastiche e poi rivenderle.
Incominciai ad andare su e giù per la stanza. Non ero particolarmente preoccupato, ero certo che Sam mi avrebbe perdonato, ma temevo che potesse fare qualche sciocchezza e chissà perché pensai a Jessi. Mi lasciai cadere sul letto mentre ripensavo a lei e a Sam, a com'erano stati felici insieme, ma io sapevo meglio degli altri che quella era solo apparenza e che dietro quei sorrisi c'era qualcosa che non andava. Ogni tanto controllavo se c'erano progressi sulla sua sparizione, ma ormai da tempo non c'era più nessuna novità.
Il cellulare cominciò a squillare e risposi immediatamente. –Sam?- chiesi speranzoso.
-Sono Rosemary-
Mi sfuggì un sorriso. Era sempre un piacere sentirla. –Ehi, bellezza, come stai?- le chiesi, mentre il buon'umore ritornava. Sinceramente era ancora meglio sentire lei rispetto a Sam.
-Vanno a Las Vegas per sposarsi... hai fatto una vera cavolata- esclamò con rabbia.
-Cosa?- domandai, confuso. Las Vegas? Ma come li era venuto in mente?
-Abigail mi ha chiamata, mi ha raccontato del reggiseno, ma come ha fatto a scoprirlo?-
-Oh, c'era l'etichetta con il prezzo ancora attaccata e ha trovato lo scontrino nel cestino- mormorai.
-Comprato magari con la tua carta di credito?-
-Wow, potresti fare l'investigatrice, dolcezza-
-Che disastro! Dobbiamo fermarli-
-Non possono essere partiti per Las Vegas, dai, quante miglia sono?-
-Miglia non lo so, ma ho guardato su internet, sono due giorni di viaggio senza fermarsi-
-Oh, Sam non è il tipo che viaggia per così tanto, vedrai, domani saranno di nuovo qua con la coda tra le gambe, dobbiamo solo attendere-
-Potrebbero decidere di prendere un aereo-
Un aereo. Sì, Sam avrebbe potuto prenderlo, ma ero abbastanza certo che avrebbe preferito l'auto. –Non ci credo, è una sciocchezza, sposarsi così, senza un motivo, solo per farmi un dispetto-
-Il mondo non ruota intorno a te, Tyler, non credo che vogliano farlo solo per farti un dispetto- sbottò... quando faceva così... beh, non ero abituato a essere trattato in quel modo.
-Cosa dovremmo fare secondo te?-
-Non lo so, prendere un aereo anche noi e raggiungerli?-
Un brivido mi percorse la schiena. Un aereo? Mai e poi mai. –Facciamo una cosa, andiamo con la mia macchina-
-In macchina? Ma ci metteremo una vita!-
-Però è più comodo-
-Non arriveremo mai in tempo-
Come convincerla? –Facciamo una cosa? Aspettiamo fino a domani mattina, io cerco di trovare dei biglietti aerei, non credo che partiranno già stasera, magari ci troveremo sullo stesso aereo-
-Hai ragione, fammi sapere qualcosa- mormorò, la voce piena d'ansia. Potevo capirla, lei e Abigail sembravano molto legate.
-Certo, vuoi che passi un attimo da te?-
-Io... non so- singhiozzò - va bene-
-Arrivo- dissi solo e uscii con il cuore che stranamente aumentava i battiti.
Rosemary mi attendeva in piedi fuori dalla consorellanza. Era molto pallida. La prima cosa che feci fu abbracciarla. Un gesto spontaneo. Accarezzai i suoi morbidi capelli, il suo bel corpo, inspirai il suo profumo. Fu solo con fatica che mi staccai da lei.
-Come stai?- chiesi in un sussurro.
-Bene- mormorò lei.
Era come se ci conoscessimo da sempre, come se tutto fosse così normale, così semplice, così naturale. Lottai contro la voglia di baciarla.
-Ti prometto che li troveremo-
Lei annuì. Aveva gli occhi brillanti per le lacrime. –Grazie per essere venuto, anche se non so esattamente perché ho voluto che tu venissi-
-Sono venuto volentieri- e la mia voce assunse un tono dolce che non riconoscevo.
-Grazie-
Era così bella, così fragile, così perfetta. –Ci sediamo?- le indicai una panchina.
-Certo-
Le cinsi delicatamente la vita e la condussi fino alla panchina. Ci sedemmo e io la strinsi a me.
-Dovremmo capire se prenderanno l'aereo- sussurrò lei –perché se fosse così lo dovremmo prendere anche noi-
La bugia uscì così spontanea che sorprese anche me. –Dick ha sentito Sam-
Rosemy sobbalzò e mi fissò negli occhi, lo sguardo pieno di speranza. –Allora?-
-Andranno in macchina- mentii.
-Oh, ma Dick non riesce a convincerli a non partire?-
-Purtroppo no, ma li raggiungeremo noi-
-Lo spero, è ancora troppo presto perché si sposino, rischiano solo di affrettare le cose e...- s'interruppe, ma ebbi l'impressione che fosse indecisa se aggiungere qualcosa.
-Li troveremo- le tirai indietro i capelli, poi mi decisi. Le sollevai delicatamente il viso, tenendolo tra le mani a coppa. In quella posizione potevo vedere, alla tenue luce del sole che iniziava a tramontare, i suoi occhi che, me ne resi conto solo in quel momento, non erano castani, ma di un verde così scuro da sembrare marrone se non vi veniva riflessa la luce. E poi l'attrassi a me. Le mie labbra incontrarono le sue, morbide, piene, tremanti. La strinsi ancora di più a me, tanto che temetti per un attimo che si sarebbe rotta, tanto pareva simile a una bambola di porcellana. La baciai, con passione, una passione bruciante. Mi staccai da lei solo dopo un lungo istante.
-Non possiamo- sussurrò lei, un sussurro roco, basso, appena un sibilo tra le sue labbra. Sbatté le lunghe ciglia nere, il viso che aveva assunto una strana espressione, tra il desiderio, la resa e la lotta.
-Sì che possiamo-
-No- scosse la testa, ma non oppose resistenza quando la baciai di nuovo, questa volta più intensamente, con più foga, quasi volessi diventare un tutt'uno con lei, quasi volessi renderla mia. Mi resi conto con una certa sorpresa che non avevo mai baciato una ragazza con quella passione, con quel desiderio, con quella bramosia. Le morsi le labbra, trasformando quel bacio in qualcosa di leggermente doloroso, di proibito.
-Aspetta- mormorò lei e questa volta mi spinse indietro, con dolce fermezza –non possiamo-
-Perché? Non siamo liberi entrambi?-
-Io... io... ho un ragazzo-
La fissai sorpreso. Un ragazzo? E me lo diceva solo ora? Non le credevo, Sam mi aveva detto che era single e lui aveva le informazioni da Abigail. Ma allora perché mentirmi? –Eppure tu provi qualcosa per me, non posso sbagliarmi così tanto-
Lei singhiozzò. –Il problema è proprio che provo qualcosa per te-
-E allora? Lascialo-
Lei alzò lo sguardo e mi fissò. –La tua è solo un'infatuazione, nulla di più...e dobbiamo finirla prima che la cosa diventi seria-
Annuii, confuso. –Ti aspetto domani mattina, sempre che tu voglia partire- mormorai, non sapendo cosa dire.
-Sì- sussurrò Rosemy, prima di alzarsi e correre via.
La osservai con una strana sensazione nel cuore. Il giorno dopo saremmo partiti. Sarebbe stato un lungo viaggio. E poi un viaggio in macchina mi avrebbe permesso di passare molto tempo con lei e magari di chiarire finalmente ciò che sentivo nel cuore.
NOTE DELL'AUTRICE:
Ecco qua il nuovo capitolo.
Cosa ne pensate? Le cose si stanno complicando.
A giovedì con il seguito ❤
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