Capitolo 17 (1° parte)
Emily's Povs
Sono passati solo cinque minuti da quando Nicholas se n'è andato ed è già calato il silenzio nella stanza.
Martha si è seduta nel suo letto e guarda il vuoto mentre io la fisso e penso che non può essere che tutto quello che mi ha raccontato Nicholas sia la causa della loro lite.
No. C'è dell'altro, me lo sento...
Mi avvicino a Martha e le chiedo con tanta calma <<Scusa... ehm, che è successo?>>
<<Niente.>> puntualizza lei mettendo il broncio e sdraiandosi sul letto, senza nemmeno guardarmi.
<<Martha... per favore...>> la richiamo, quasi spazientita, continuando <<Siamo amiche, lo sai che mi puoi dire tutto quello che senti e sai che puoi sfogarti con me... non->>
<<Senti, ficcanaso del cazzo, non rompere, ok? Se non ti dico i miei problemi è perché non mi va! Quindi sta zitta e non scassare! Uff>> mi interrompe.
A quel "ficcanaso del cazzo" sono rimasta spiazzata e non ho più proferito parola. Succede sempre quando mi dicono roba del genere. Non è paura né vigliaccheria, è solo una specie d'istinto.
Dopo un'attimo lei sembra accorgersi che non le rispondevo, perché alza un'attimo la testa dal letto, mi guarda negli occhi ed esclama <<Merda, scusami tanto Emily, è che sono talmente arrabbiata che potrei sbranare chiunque senza accormene! Non fare caso alle mie parole di prima!>> e alla fine mi abbraccia.
Io ricambio l'abbraccio e sussurro <<Tranquilla>>
<<Ti voglio bene.>> ribatte lei.
<<Anche io, cara>> rispondo e sorrido.
Lei scioglie l'abbraccio e domanda <<ti consiglio di starmi lontana per un po'... come ti senti oggi?>>
<<Talmente bene che ho voglia di uscire. Annoia stare sempre qui dentro...>> rispondo
<<Perfetto allora cambiati, pettinati meglio i capelli e truccati, perché ti do il consenso per uscire.>> annuncia con un sorriso e poi continua <<Ma, dato che sei uscita dall'ospedale solo da qualche giorno e sei ancora debole, ti do il consenso solo per due ore... quindi per il momento sono... le tre meno dieci del pomeriggio... quindi... alle cinque meno dieci massimo ti rivoglio qui dentro, capito, signorina?>> precisa.
Io la guardo con un sopracciglio alzato e poi scoppiamo entrambe in una fragorosa risata che invade tutta la stanza, ma che io interrompo dicendo con un grande sorriso <<ok, mammina, come vuoi tu.>>.
10 minuti dopo...
Sono appena uscita dalla mia stanza lasciando una Martha piacevolmente addormentata per le mille conversazioni divertenti che abbiamo fatto mentre mi preparavo per uscire.
Sono contenta che adesso stia meglio da quando è rientrata nella nostra stanza con suo fratello, e sono stracontenta che mi abbia permesso (finalmente) di uscire da quel buco chiamata stanza.
Ma, nonostante io pensavo che quando sarei uscita sarei andata a fare shopping o comunque a fare un giro per la Grande Mela, credo proprio che prima di fare ciò andrò da Nicholas e mi farò spiegare che cazzo ha combinato a Martha.
Perciò prendo l'ascensore e vado al piano del dormitorio maschile.
5 minuti dopo...
Wow, se Nicholas prende sempre l'ascensore per arrivare al piano del dormitorio femminile, credo proprio che non farebbe quasi mai ritardo, cioè, appena sono scesa dall' ascensore, nel piano maschile ho trovato alla mia destra la sua camera decorata dalle letterine del suo nome e cognome rigorosamente scure.
Non mi meraviglio affatto che siano scure, perché... lui ha già un look e un'indole scura quindi, non c'è da sorprendersi...
Lascio perdere il particolare dei colori delle letterine della sua porta e busso sulla sua porta.
Busso la prima volta, ma niente.
Busso di nuovo, ma ottengo lo stesso risultato di prima.
Spazientita chiedo <<Nicholas, ci sei?>> ma, ancora, niente.
Mi spazientisco ancora di più e allora, dato che nessuno risponde, apro la porta ed entro, facendomi invadere le narici da un fortissimo odore di Marijuana.
Ci mancava solo questa, che schifo! Penso.
Mi copro il naso per impedire che questo schifoso e fastidioso odore mi invadi ancora di più le narici e mi aggiro per la stanza ben arredata, ma allo stesso tempo molto in disordine dai vestiti, le foto, le scarpe, bustine e altro che sono sparsi per terra e per tutta la stanza.
E trovo Nicholas con un sigaro in bocca a guardare il vuoto, seduto su un divano di fronte al suo letto.
Appena si accorge di me mi guarda, quasi arrabbiato, ma io gli spiego subito <<ho bussato e ti ho pure chiamato, ma non hai risposto in nessun caso. Ero preoccupata>>.
Lui si stringe nelle spalle, toglie il mozzicone dalla bocca e butta fuori il fumo mixato di Marijuana che aveva aspirato, mentre io mi giro dall'altra parte coprendomi ancora di più il viso e poi lo sento affermare, con voce roca <<Si vede che non volevo vedere nessuno... ma dato che sei qui...>> si blocca un'attimo e io mi giro verso di lui guardandolo.
Ci guardiamo per qualche momento fino a quando lui non mi domanda indicando il mozzicone <<ti da fastidio la puzza che fa, questo?>>
Io faccio sì con il capo e lui spegne il mozzicone, buttandolo in un vassoio sul comodino vicino al divano, poi mi guarda e annuncia <<tu sta fuori in corridoio ad aspettare, mentre adesso io mi preparo.>>.
Io faccio ciò che mi dice e lo aspetto di fronte alla porta della sua stanza.
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Nota d'autrice:
Ciao, ve l'avevo detto che avrei aggiornato più spesso, quindi beh... eccovi questa prima parte del capitolo 17.
Prometto di scrivere e pubblicare presto la seconda! :> <3
A presto.
fabioluccia03
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