XVI
La vita al faro procede, piano piano riesco ad abituarmi alle bugie nascoste. Cadence non sa nulla e non deve sapere nulla.
Non saprà mai niente.
Non sono tornata in paese, mi sono chiusa in camera mia a riflettere. Sarei dovuta andarmene lontana dalle menzogne, lontana dalle malelingue del paese. Ma non ho intenzione di farlo, tra me e te, Andy c'è amore.
Sono sola. Siamo così soli. Ci scrutiamo nel buio e attraverso il buio ci uniamo.
Sono sdraiata a letto, con le lacrime agli occhi penso al ballo lento della mia vita. Ma poi mi rendo conto che è davvero triste. Sorrido per mascherare le ferite, non riesco più ad emozionarmi.
«Non mollare, Alice ...» Sospiro tra me e me.
Mi alzo, devo alzarmi, devo giocare al gioco dell'esistenza. Io, in un modo o nell'altro, devo esistere.
La verità è che tu, Andy mi incanti, quando mi abbracci il mondo gira attorno a noi.
Vorrei urlare ancora, ma non ho più voce.
Esco dalla stanza, scendo i primi gradini.
Sento una voce, la tua voce, Andy la riconoscerei anche nel caos.
E poi ... Prudence.
Mi domando cosa ci faccia qui.
All'improvviso il mio cuore si mettere a battere forte, sempre più forte.
Mi siedo in silenzio su un gradino e ascolto la vostra conversazione.
Non dovrei origliare, dovrei credere a te; dovrei lasciarmi alle spalle questa situazione.
Ma voglio sapere. Ho davvero tanta sete di sapere.
«Andrew ... Eleonor ...»
Prudence parla a bassa voce, cerco di concentrarmi il più possibile sulle sue parole.
«Eleonor cosa? Non avresti dovuto parlarne con Alice.»
«Hai paura che scappi, per caso?»
Andy, hai davvero questo timore? Non ti fidi di me, non ti sei mai fidato. Non mi basta più sole, non mi bastano più le tue mezze verità.
«Io la amo, Prudence. Dammi almeno l'opportunità di ricrearmi una vita.»
«Non basta più, Andrew. So dove si trova Eleonor, l'ho sempre saputo!»
Eleonor sarebbe dovuta essere morta, lontana da tutto e da tutti, lontana da qui. Invece è viva, la è sempre stata e Prudence lo sapeva, ha sempre saputo.
«Cosa?! Mi hai imbrogliato, mi hai fatto passare per un assassino. Non ci posso credere, non ci voglio credere ... Per tutti questi anni mi avete trattato come spazzatura! Mi hai incolpato della sua morte!»
Batti un pugno sul tavolo con talmente tanta forza da far sobbalzare anche me.
Vorrei non ascoltare, non avrei mai dovuto farlo.
Ho i brividi.
Tremo.
Sto per scomparire.
Lentamente.
«Ti dobbiamo delle scuse. Io ti devo delle scuse. Ho solo voluto proteggere mia figlia da te, dalla tua losca famiglia.»
Tutto questo mi fa incredibilmente male.
«Dove si trova?!» Domandi disperato.
«È qui, ora.»
Deglutisci, mi immagino il tuo dolore che è anche un po' il mio.
Ti alzi di scatto dalla sedia sulla quale eri seduto, mentre Prudence rimane impassibile.
Non ce la faccio, non riesco più a pensare al mio vuoto, al mio dolore.
Rivoglio indietro il mare, rivoglio le carezze mancate.
Rivoglio il nostro amore.
Scendo di corsa dalle scale e, sotto i vostri occhi, esco sbattendo la porta.
Mi manca l'aria.
Dovrei allontanarti, ma tu sei ciò che ho sempre desiderato.
Percorro un breve tratto.
Corro veloce, sempre più veloce, ma non abbastanza perché tu e Prudence riuscite a raggiungermi.
E io la notte non dormo. Io che cado e sbaglio in continuazione.
«Alice, ti prego ascoltami!»
Mi afferri per un braccio e poi mi stringi forte a te.
Vedo le lacrime rigarti il volto.
Non esiste soluzione. Nessuna banale soluzione.
Ti prendo a pugni sul petto, vorrei liberarmi dalla tua presa, ma tu continui a trattenermi.
«Non lo sapevo, Alice. Non sapevo nulla!»
«E tu?» Domando a Prudence.
«Non sono affari tuoi, +Alice!»
La rigidità di Prudence mi dà sui nervi.
«La ami, Andy? Dimmi la verità una buona volta!»
Rimani in silenzio e capisco che la situazione è tragica.
«È complicato!»
Scuoto la testa.
Mi arrendo. Non ho più speranze.
Sto percorrendo sempre la stessa strada che mi porta alla vergogna, al collasso.
Mentre sono stretta a te, Andy una voce rompe il silenzio.
«Mamma ...» Una donna dai lunghi capelli rossi si aggrappa ad un braccio di Prudence. L'ho vista dirigersi verso di noi con passo svelto. Il suo sguardo è deciso, forte e mi trafigge gli occhi.
«Eleonor, non dovresti essere qui!»
«Volevo vedere Andy. Vorrei tanto rivedere la mia bambina! Me ne sono andata così in fretta, sono stata una stupida a lasciarla a causa della sua malattia!»
Sono ancora tra le tue braccia e soffoco, mi manca il respiro.
Tu volgi verso Eleonor e mi lasci così, inerme, priva di forze.
«Eleonor ...» Sussurri incredulo.
«Andy, sono qui. Sono tornata.»
«Dove sei stata tutto questo tempo?»
«Me ne sono andata per codardia, Andy.» Non siamo mai stati una famiglia, Andy. Non la saremo mai perché io non faccio parte di questo mondo.
Incredula, spaventata, amareggiata, lascio il tuo abbraccio.
Ti guardo un'ultima volta e poi scappo.
Ancora.
Come sempre.
Il mio cuore batte ma non sento più niente.
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